8 dicembre 2020

Vorrei un Natale in cui tutti ci ricordassimo degli "ultimi":

Se mi leggete da almeno alcuni mesi sicuramente sapete che io, lo scorso anno, sono rimasta molto colpita da Giulia Molino. La seguo sui profili social dal giorno in cui è stata ammessa al Serale, per cui, da quasi un anno ormai. 


Volevo dunque iniziare questo post proprio da lei: alla fine della scorsa settimana, sulle sue stories di Instagram, ho letto le sue semplici riflessioni su quella che sarebbe stata un'ordinaria e normale mattinata. Vi riassumo con parole mie ciò che Giulia ha scritto: si trovava in stazione e stava aspettando un treno. Ad un tratto, le si era avvicinato un signore che le aveva chiesto di custodire per qualche minuto il suo zaino e si era allontanato, ritornando, qualche minuto dopo, con una barretta Kinder cereali per lei, come segno di riconoscenza.

Giulia ha concluso il suo racconto esattamente con questa frase: E' così che vorrei fosse il mio mondo: un posto fatto di piccoli gesti che fanno sorridere il cuore.

Il mio mondo è fatto proprio così, di piccole cose quotidiane per cui gioire: io ho imparato presto a riconoscere che la vita è un dono, che va vissuta intensamente amando, riflettendo, emozionandosi, incontrando mondi diversi dal proprio, cioè le altre persone. 

Giulia sotto diversi aspetti è come me: valorizza il piccolo, non si vergogna dei sentimenti, ricerca l'autenticità, odia l'ipocrisia... e anch'io, come lei, adoro le domeniche di maggio;-)

Giulia, nel giro di circa un anno, ha conquistato il cuore di molti italiani. Sui social siamo la sua famiglia di scugnizzi, come dice lei in quel dialetto strano che è praticamente la sua madre-lingua ;-)  L'ho studiato in Storia della lingua italiana durante la triennale: il napoletano, a livello di complementi e di lessico, è un po' simile al latino, il veronese prende parte del suo lessico dal francese, come i dialetti piemontesi.

In un aspetto importante il Veneto non è diverso dalla Campania: le parrocchie, i centri pastorali e le attività di volontariato sono le uniche vie che possono salvare adolescenti e giovani da droghe, alcool e dalle cosche mafiose. Con la speranza di trovare, almeno in questi ambienti, un clima inclusivo, come l'ho appena trovato io.

Sapete come ha fatto questa ragazza a rendersi così significativa?! 

Con la sua straordinaria umiltà: prima di entrare ad Amici, Giulia ha studiato canto per un sacco di anni. Quindi, tecnicamente era già matura. Doveva soltanto emergere la sua carica emotiva; ed in effetti è emersa alla grande, con quella sua voce limpida e profonda, che piuttosto spesso ti fa piangere e ti ferisce come le spine di una rosa. Apprezzatissima da insegnanti, giudici esterni, pubblico e vocal coaches. Terza classificata al Serale 2020. E non si è montata la testa. 

Ho un critico interiore molto forte, ha affermato una volta, mesi fa. 

Smettetela di giudicarla "teatrale"! E' soltanto una ragazza, è soltanto emotiva, è giovane (agosto '98), potrebbe essere mia sorella (anche se, a dire il vero, una sorella ce l'ha già).

Un giorno accadrà che ci vedremo di persona. 

Deve accadere, perché per certi versi siamo molto simili. Accadrà quando finirà questo dramma di Covid-19. La abbraccerò, grata e probabilmente commossa, dopo un concerto, che lo faccia anche in Antartide. Le dirò che è bravissima, le dirò che i talenti artistici più umani, come il suo per il canto e il mio per la scrittura, li si scoprono durante l'infanzia. 

La lettura delle mie poesie durante le premiazioni ai concorsi letterari e la lettura, anche questa sempre in pubblico, di alcuni passi del mio romanzo, fanno a molta gente più o meno lo stesso effetto che fanno le interpretazioni canore di Giulia.

Sapete cosa penso?! Che il Natale può vivere dentro di noi ogni giorno della nostra esistenza se siamo umili, se solo tutti noi ci rendessimo conto del fatto che i piccoli gesti di bontà, di generosità, di solidarietà e di gratitudine muovono il mondo, muovono il mondo anche se non fanno rumore, anche se non fanno notizia. 

I giornali e i TG non insegnano che il bene è quasi invisibile. Dobbiamo accorgercene noi, dobbiamo impararlo noi, oppure dobbiamo sperare di incontrare, nel corso della nostra esistenza, delle persone che ce lo facciano capire.

BRAVA GIULIA! SEI STATA DELICATA A RACCONTARE CIO' CHE HAI RACCONTATO SU UNA SEMPLICE STORIA.

Manchi come personaggio pubblico. Manca la tua sensibilità fatta di semplicità e di lacrime facili. Manca anche la tua perfetta pronuncia dello spagnolo. Torna in radio e in televisione appena finita la pandemia. Per il momento... Stamm fort

La storia Ig di Giulia mi ha permesso di ricordare che, diversi anni fa, non ero contenta del mio modo di essere, mi sentivo a disagio. 

Sono stata una bambina malinconica, con molta fantasia sì, con voti alti a scuola sì, ma ero anche quel tipo di bambina che stava bene da sola per molto tempo. In certe giornate ero malinconica, non sapevo per quale motivo. Sapevo soltanto che, quasi ogni giorno, avvertivo il bisogno di rinchiudermi nel sottoscala o in camera per piangere o anche per leggere e per inventare racconti con alberi e animali parlanti. Già all'epoca delle elementari pensavo in una lingua insolita: parlavo della malinconia come "la nebbia negli occhi", della rabbia come "un vento fortissimo che scuote i fili d'erba e porta con sé gli alberi", della gioia come "il calore del sole di luglio".

Da bambina e anche a inizio adolescenza consideravo negativo il mio carattere; e in effetti ricordo che a mia mamma avevo detto una volta che con il mio tipo di personalità si fa fatica a vivere perché capita di stare male, forse anche troppo, per ciò che di brutto accade agli altri e nel mondo. 

Lei ha replicato che la mia personalità era una delle più belle che si potessero avere, visto che, secondo lei, vivere pienamente significa essere molto sensibili.

Poi sono cresciuta e... devo ammettere che alla fine ci si affeziona ad una personalità sensibile, riservata, empatica, riflessiva. Ci si affeziona perché ci si rende conto che è qualcosa di vero, di autentico, pur con tutte le conseguenti fragilità e difficoltà che comporta l'essere così. 

Durante una presentazione del mio libro fuori Verona, in periodo pre-pandemico naturalmente, una signora vicentina con una particolare propensione per la pittura era intervenuta per una riflessione alla fine della serata. Mi aveva detto che probabilmente, il mio riconsiderare un periodo difficile in chiave un po' ironica e anche un po' malinconica mi aveva, a suo parere, portato a intensificare la mia empatia verso gli altri e anche la mia capacità di ascolto. Ha avuto ragione a dirmi questo.

Quando sto veramente male io? Quando mi sento trattata come un'aliena dagli altri, ma solo per il fatto che so pensare con la mia testa ed essere me stessa... sono questi i momenti in cui vorrei poter scomparire o almeno, vorrei poter avere un paio d'ali per volare via lontana.

 


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E' un tempo di avvento indubbiamente difficile questo. E sarà un Natale diverso dagli altri, per motivi che tutti conosciamo. 

Io per questo mese e su questa mia piattaforma digitale attuerò un'idea che sto elaborando da fine settembre.

Sarebbe un'idea che a Don Giampaolo ad esempio piacerebbe moltissimo, perché, se iniziasse a leggere questo blog a partire da ora, rileverebbe il mio interesse e la mia curiosità anche per le culture e le società extraeuropee, cosa che gli farebbe decisamente piacere.

Nei mesi scorsi in Africa sono accaduti dei grossi drammi: in Mali è stata purtroppo di nuovo instaurata una dittatura militare, in Etiopia la guerra civile è dietro l'angolo. 

Avevo intenzione di scrivere nelle scorse settimane un post anche sull'attuale situazione del Mali... L'ho pensato ma non l'ho fatto: tipico mio.

L'incapacità di curare una nuova malattia, l'aggressiva propaganda elettorale Biden/Trump, le elezioni americane, le furibonde competizioni tecnologiche e commerciali fra Cina e Stati Uniti hanno distratto il mondo da ciò che succede di tragico e spaventoso in Africa, il continente più povero del mondo. 

Non dobbiamo dimenticarci dei più poveri del mondo come non dobbiamo MAI dimenticarci del prossimo in difficoltà, del prossimo che ha bisogno di noi. Magari il nostro prossimo si trova di fianco a noi ed ha soltanto e semplicemente bisogno di qualche minuto di ascolto.

Dunque, per questo blog, DICEMBRE 2020 sarà "IL MESE AFRICANO". Chiamiamolo così, per favore. 

Prima del 25 dicembre conto di presentarvi alcune parti (in lingua) dell'opera di Ralph Ellison intitolata Invisible man, il romanzo Neyla, unico romanzo del medico italo-togolese Kossi Komla Ebri, alcune poesie della raccolta Parole clandestine di Elisa Kidané, poetessa comboniana italo-eritrea.

L'Invisible man è un uomo di colore che vive nelle squallide periferie di una metropoli americana. Non vi anticipo altro.

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A PROPOSITO DELL'ASPETTO RELIGIOSO DEL NATALE:

Ultimamente sto cercando di ripetermi quel che Simone mi aveva detto pochissimi giorni prima del mio compleanno. Stavamo parlando proprio delle questioni Dio/umanità, Dio/male. Lo so, dovrei tenermelo per me, ma almeno questo penso sia giusto trascriverlo qui, perché può essere utile ai lettori che si fanno le mie stesse domande. 

Mi aveva detto che non posso pensare ad un Dio indifferente o a un Dio debole, visto che Dio non è fatto per accontentare né tutti i desideri umani (come il Dio di Bruce Almighty nel famigerato film!) né la mia idea di umanità. E' un Dio che permette il male perché ci ha resi liberi e ci lascia scegliere. Non per tutto ciò che accade c'è una spiegazione  razionale. Allora dovrei cercare di fidarmi. 

Sì dai, Dio non è il genio della lampada di Aladino, questo è verissimo. 

Però è una cosa che ho capito con il cervello, ma ancora non riesco ad accettarla con il cuore. Questo significa che, pur con tutto il mio impegno, sono ancora molto lontana dall'essere una cristiana valida.

E' un Dio che mi fa rabbia, perché permette i crimini della mafia e la violenza sulle donne, perché non ferma la ferocia di certi padri che massacrano di botte i loro figli, perché lascia che le guerre si protraggano e perpetuino distruzioni, stragi e genocidi, perché sì, ci lascia scegliere, ma al contempo sceglie come suoi ministri anche degli uomini che si rivelano sessualmente sporchi o corrotti. Fossi in Dio mi vergognerei di certe "scelte". Spero che questi preti, un giorno non lontano, si trovino costretti a rendere conto a un Dio giusto, non ad un Dio troppo permissivo, di tutto il male che stanno facendo ora che sono in vita! C'è di tutto nella Chiesa: c'è grano e zizzania. 

È vero che il nostro mondo è malato di divisioni, di corruzione, di arroganza e di cattiveria. Ed è anche vero che dei semi del bene non parla quasi nessuno dal momento che sono quasi invisibili; ma, proprio come ci ha suggerito la frase di Giulia a inizio post, dobbiamo cercare di seminarli noi, con il desiderio e la volontà di rendere il mondo migliore di come lo abbiamo trovato.

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CONCLUDO IL POST CON UNA MIA BREVE LIRICA:

Delicate gocce di pioggia,

adagiate

su fragili ramoscelli tremanti,

contemplano

la luna piena

che sussurra loro

un soave canto di pace,

mentre le nubi

camminano 

nella buia immensità del cielo.

Ho iniziato, nei primi tre versi, con un'immagine che costituisce un richiamo alla fragilità, sia delle piccole cose della natura che umana. Ma nella fragilità a volte c'è anche della bellezza, la bellezza dell'umiltà.

Unico elemento decisamente positivo è la luna piena, connessa alla pace. Pace intesa sì come pace nel mondo ma anche e soprattutto come tranquillità interiore. 

E le nubi percorrono questo cielo oscuro, vasto, troppo vasto per la mente umana, come pensavano Leopardi e Zanzotto.


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