7 aprile 2021

"Una giornata particolare": una critica velata al maschilismo

Dovrei recensire un bel po' di bei film visti in queste tre settimane appena passate di zona rossa. 

Comincio con il più datato. Una giornata particolare è in effetti una pellicola del '77.

Roma, 6 maggio 1938. La capitale d'Italia è in fermento per la visita di Hitler a Mussolini. È organizzata una parata militare in onore del Führer. Siamo in pieno periodo fascista e ad un passo dall'inizio del devastante secondo conflitto mondiale.



Il film, che percorre l'arco di una giornata, è ambientato esclusivamente in un quartiere di Roma non lontano dal centro, dai condomini altissimi.

Antonietta, la protagonista della storia, è madre di sei figli e moglie di un impiegato ministeriale che è un convinto fascista. 

Il film inizia all'alba, quando il marito e i cinque figli si alzano, fanno colazione ed escono per assistere alla parata militare. Per alcuni minuti le strade di quel quartiere di Roma sono veramente affollate, brulicanti di persone di tutte le età che corrono in fretta verso il centro storico.

Antonietta rimane sola nell'appartamento. È l'unica a rimanere a casa.

Alla faccia di chi vanta dei prestigiosi titoli di studio e paragona questa grave emergenza sanitaria ed economica ad una dittatura fascista, dico che negli anni '30 tutti gli italiani erano praticamente obbligati ad assistere ad eventi pubblici e a parate militari. Tutti gli italiani dovevano urlare: "Viva il Duce!" anche se erano a lui contrari, tutti gli italiani, soprattutto i bambini, dovevano inserirsi all'interno di corporazioni dal carattere militaresco come "i Balilla" e "la Gioventù Italiana del Littorio". E si poteva benissimo denunciare alla polizia chi non andava.

La dittatura, signor Fusaro, anche la dittatura del Novecento, costringe le persone ad unirsi in corporazioni che indottrinano e inneggiano ad un'unica ideologia, obbliga ad aggregarsi a folle numerose e ad assembramenti per onorare e compiacere il dittatore. Lo testimoniano non soltanto alcuni manuali dettagliati di storia ma anche le testimonianze letterarie per ragazzi abbastanza recenti di Frediano Sessi e di Teresa Buongiorno (quest'ultima era proprio una bambina in epoca fascista). 

E, per di più, lo si legge abbastanza frequentemente nelle opere distopiche. Ad esempio, nel Mondo Nuovo di Huxley, Bernard è ritenuto un individuo pericoloso, è guardato male da quasi tutti, dal momento che non cerca i luoghi affollati e preferisce la propria solitudine e la propria identità a delle idee imposte alla collettività tutta mediante l'ipnopedia.

Signor Fusaro, lo dico per lei e per quelli come lei che si ostinano a non voler vedere la dura realtà: la dittatura indottrina le folle e le aggrega, l'epidemia (e non parlo dell'influenza ma di qualcosa di ben più grave!) le distanzia o perlomeno, costringe a compiere delle scelte politiche che limitino fortemente o annullino le occasioni sociali. Se non c'è salute non può esserci lavoro né vita sociale particolarmente attiva purtroppo. 

E poi vorrei chiederle, signor Fusaro: ma se lei è profondamente convinto che questa sia una dittatura e che Conte lo scorso anno sia stato l'autore di un colpo di stato, perché lei non si trova in carcere? Lo sa che un corpo di polizia statale che lavora per un dittatore arresta, imprigiona, picchia, tortura e a volte anche uccide gli oppositori del sistema? Perché a lei non è mai successo tutto questo?

Ma dai... un pochino di tatto e di rispetto per quei 110.000 morti, per chi si trova ricoverato in ospedale e per chi soffre in terapia intensiva !!!!!

Comunque, Antonietta resta sola in casa. Ad un tratto Rosmunda, il suo pappagallo femmina, vola via dalla finestra della cucina. E ad Antonietta non resta che chiedere aiuto al suo dirimpettaio, anche lui rimasto a casa. Si tratta di Gabriele, ex radio cronista dell'EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). Ha perso il lavoro a causa delle sue tendenze omosessuali.

Fino ad un attimo prima di conoscere la sua vicina, Gabriele meditava il suicidio. Improvvisamente, l'incontro e la conoscenza di Antonietta gli risollevano il morale (e qui penso al momento in cui ballano dei passi di rumba nell'appartamento di Gabriele). 

Succede a volte anche nelle nostre vite quotidiane, vero? Anche in periodi come questo, c'è sempre qualcuno, o a volte più di qualcuno, che ci risolleva l'animo, che, con il suo calore, ci fa stare bene nei momenti in cui siamo disanimati e privi di speranze.

Gabriele le regala I tre moschettieri di Dumas e prende il caffè nell'appartamento di Antonietta. Di tanto in tanto, fra un discorso e l'altro, bussa alla porta dell'appartamento di Antonietta la portinaia del palazzo che, sussurrando, le consiglia caldamente di non frequentare Gabriele: quello che so è che è un bisbetico, un cattivo soggetto, un antifascista... È un individuo pericoloso! 

Il film prosegue nel corso di quella giornata particolare, inquadrando Antonietta che raccoglie il bucato sul terrazzo del condominio e Gabriele che è con lei. 

... Per qualche istante, Antonietta si sente attratta da Gabriele che le dice ad un certo momento: l'uomo deve essere marito, padre e soldato. E io non sono nessuno dei tre. 

Questa era l'idea di uomo in epoca fascista: padre di famiglia, marito che sottomette (non necessariamente che ama) la moglie e combattente. Ma un uomo adulto vale veramente soltanto se è marito, padre e amante del mondo militare?! Non credo proprio! 

E poi prosegue: È così. Che ti aspettavi? Baci, mozzichi, palpate, mani sotto le vesti? È questo quello che ti aspettavi? È questo che si deve fare quando si resta soli con una donna?

Certo, sono frasi pronunciate da un omosessuale. Ma non dovrebbe valere per tutti coloro che hanno la tendenza opposta?! Da troppo tempo la donna è soprattutto un oggetto di desiderio sessuale. 

Si parla moltissimo del fenomeno del "cat-calling" negli ultimi giorni. L'inglese lo rende benissimo: vuol dire fischiare e chiamare una ragazza o una donna che passa per la strada come fosse il tuo animale domestico, non una creature alla quale il rispetto è dovuto. 

Dà veramente fastidio, io lo so bene perché l'ho vissuto sulla mia pelle più di una volta. C'è stato un periodo, quando ero adolescente, in cui pensavo: "Mi converrebbe girare per le strade con un coltello. Perché si devono sempre minimizzare i fischi degli str****? Io non esisto per farmi dire bella dagli uomini".

Questa è una storia in cui i due personaggi principali del film, pur essendo molto diversi l'uno dall'altra, trovano una sintonia bellissima.

Gabriele è un uomo colto, gentile, medio-borghese, antifascista, solitario, emarginato e per forza non sposato. 

Antonietta è una donna che dispone soltanto di un'istruzione elementare, è una piccolo-borghese che ha fatto molti figli, ha rare occasioni per poter restare da sola. Il suo non è un matrimonio felice: in effetti, al momento del pranzo, lei rivela a Gabriele che il marito la tradisce con un'insegnante che tra l'altro è più giovane di lei. 

Gabriele inizialmente è sorpreso da questa confidenza. Eppure, sono la sua mitezza e la sua gentilezza a confortare la nostra protagonista.

E poi arriva la sera. Il marito e i figli tornano, come anche Antonietta ritorna alla sua squallida e monotona vita di moglie-serva di un uomo che la vede soltanto come una macchina riproduttiva e che riferendosi al cibo le dice: È tutto freddo. Non hai voglia di fare un c****.

Ho scritto "macchina riproduttiva" perché, a quest'uomo gretto, meschino e mediocre interessa concepire il settimo figlio quella sera per ottenere un premio speciale dal Duce. 

Terminati i consueti mestieri senza l'aiuto di nessuno, Antonietta inizia a leggere I tre moschettieri. Due pagine soltanto, legge. Ma, leggendo costantemente due pagine al giorno, pian piano arriverà a raggiungere il finale. Nel momento in cui legge, due gerarchi fascisti entrano nell'appartamento di Gabriele per condurlo al confino, in Sardegna. 

È l'ultimo momento del film, ma è un momento decisamente toccante che mi ha profondamente commossa.


Significativa a mio avviso è quella melodia dal carattere marziale che fa da sottofondo soprattutto quando Gabriele esce dal suo appartamento accompagnato dai due gendarmi.


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