14 luglio 2021

"Lo hobbit", J. R.R. Tolkien, pt.1+ una riflessione su Gollum

Svolgo la recensione del libro soffermandomi su sei punti principali. Tre verranno approfonditi stasera, gli altri tre a data da destinarsi, non ho tempo per star dietro a tutto.

Ad ogni modo, Lo hobbit è un fantasy proprio come il Signore degli Anelli.

*A fine Grest, quindi a fine luglio, caricherò sul Drive il mio testo teatrale adattato per bambini sul quale sto lavorando. Devo mettere a posto la quarta settimana e, cavolicchio santissimo, siamo  quasi alla fine della seconda. Lo carico in pdf il mio adattamento. Si tratta proprio di un racconto facilmente fruibile nel quale ho valorizzato più il bene e più i personaggi positivi che il male. 

Oggi ho corso quasi tutta la mattina: abbiamo rappresentato il racconto, ho aiutato le signore durante i laboratori, ho pulito i pavimenti di alcune stanze del secondo piano del centro, ho aiutato a distribuire le merende, ho pensato con una mia fidatissima collaboratrice e corresponsabile a costruire la scenografia per la prossima settimana visto che dobbiamo rappresentare il Bosco Atro con la natura malata e sofferente... Mi sarò seduta soltanto per appena due minuti.

1) BILBO BAGGINS:

In un buco della terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco- hobbit, vale a dire comodo. Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo.

Questo appena citato è il paragrafo di apertura del romanzo. La prima frase è stata tradotta in molte lingue, eccone alcune:

-Francese: Dans un trou vivait un hobbit.

-Tedesco: In einer Höble in der Herde, da lebte ein Hobbit.

-Spagnolo: En un agujero en el suelo vivìa un hobbit.

-Svedese: In en hala under jorden boddle en hobbit.

Dunque, Bilbo Baggins è uno hobbit... Ma chi sono gli hobbit? Lo spiega l'autore alla pagina successiva:

Gli hobbit sono (o erano) gente piccola, alta all'incirca la metà di noi, e più bassa dei barbuti nani. Gli hobbit non hanno barba. In loro c'è poco o niente di magico, a parte quella magia di tipo comune e quotidiano che li aiuta a sparire silenziosi e rapidi quando persone ingombranti e stupide come me e voi gli capitano intorno, con un rumore da elefante che essi sono in grado di sentire a un miglio di distanza. Tendono a metter su un po' di pancia, vestono di colori vivaci (soprattutto verde e giallo); non portano scarpe, perché i loro piedi sviluppano piante naturalmente coriacee nonché una fitta e calda peluria castana simile alla roba che hanno in testa (che è riccioluta); hanno lunghe dita abili e scure, facce gioviali, e le loro risate sono profonde e pastose (soprattutto dopo il pranzo, che consumano due volte al giorno quando ci riescono).

Un filologo inglese ha notato che "Baggins", il cognome del protagonista, deriva probabilmente dal verbo bagging, utilizzato prevalentemente a nord del Regno Unito soltanto per indicare cibo mangiato tra un pasto principale e l'altro. Si tratta del tè pomeridiano, che Bilbo prende ogni giorno alle 16.

Recentemente un'ex collega di mia mamma, insegnante di Lettere presso una scuola media, mi ha regalato Lo hobbit annotato e mi ha anche inviato il link di una conferenza che si è svolta, in periodo pre-pandemico, presso la Facoltà di Lingue e Lettere dell'Università di Perugia. Uno dei docenti ad un certo punto ha detto qualcosa di molto interessante: gli hobbit siamo noi. 

Intendeva dire che noi siamo simili agli hobbit per due motivi sostanzialmente: come loro siamo longevi: diverse persone ormai superano i 90 anni e alcuni arrivano oltre i 100. Bilbo ha 111 anni. 


E poi, come Bilbo Baggins all'inizio di questa storia, noi non viviamo per davvero. Non ci mettiamo seriamente in gioco nella vita reale: ci nutriamo (al di là della pandemia) di relazioni prevalentemente virtuali, le nostre case sono piene di schermi (televisore, computer, smarthphone). Ma siamo veramente disposti ad uscire dalla comoda porta di casa per affrontare la ricchezza, l'imprevedibilità, il dolore e la varietà del mondo esterno?! Quante volte vinciamo la tentazione di spegnere gli schermi per affrontare invece faccia a faccia le persone?!

Stare a casa farebbe comodo. Ma vivere è anche rischiare. Sebbene soltanto il tempo presente, tempo che scorre ad ogni istante, ci appartenga. 

Bilbo Baggins nel primo capitolo è un "comodone": non vuole avventure, crea gli anelli di fumo con la sua pipa all'ingresso di casa sua. Ma un giorno, il buon stregone Gandalf con Thorin, re dei nani e altri 13 nani irrompono a sorpresa a casa sua. Thorin vuole ritornare in possesso di un prezioso tesoro che si trova all'interno della Montagna Solitaria. L'enorme ricchezza è custodita dal terribile drago Smaug che, tempo prima, aveva incendiato Conca, la città degli uomini. Smaug si era in seguito impadronito di tutti i beni dei nani, dopo aver incendiato con il suo fuoco i loro territori, al tempo del re Thror, nonno di Thorin.

Gandalf sceglie Bilbo come accompagnatore dei nani e di Thror: In te c'è molto più di quanto tu creda, gli dice. Così lo convince a partire, in un mattino di primavera, per l'avventurosa e pericolosa spedizione.

2) I TROLL:

Bilbo, Gandalf, Thorin e i nani attraversano le terre degli hobbit e quelle degli uomini, si arrampicano lungo tortuosi sentieri di montagna, con qualsiasi tempo.

Finché una notte non si imbattono nei troll, che li imprigionano. Anzi, prima legano Bilbo, che avanza davanti a tutti, poi gli altri nani.

Spesso nelle favole i Troll vengono raffigurati con molte teste. In una nota della mia edizione si dice che l'approccio di Bilbo ai tre Troll (rispettivamente: Berto, Maso e Guglielmo) che stanno cucinando della carne di montone alla brace rievoca una scena della fiaba L'esperto cacciatore dei fratelli Grimm. In questo racconto, un abile cacciatore si addentra nella foresta e, nel vedere il debole chiarore di un fuoco in lontananza vi si dirige. Nell'avvicinarsi scopre tre giganti che stanno arrostendo un bue.

I tre Troll di Tolkien rimandano sicuramente ad una ricerca filologica che Helen Buckhurst, sua collega all'Università, aveva svolto a proposito delle leggende popolari delle saghe islandesi. Secondo il folklore islandese infatti, i Troll sono creature enormi, deformi, che vivono in montagna, per lo più in caverne. Tuttavia, i Troll hanno potere soltanto nelle ore della notte, quando scendono nelle fattorie per rapire animali, uomini, donne e bambini. Di giorno devono rimanere nascosti nel buio di grotte e caverne, dal momento che la luce del sole li rende pietre.

Chi salva Bilbo e i nani? Gandalf che, con un incantesimo, fa apparire le luci dell'alba dietro la collina: L'alba vi prenda tutti e sia di pietra per voi!, esclama.

Che cosa rappresentano i Troll? Probabilmente il "male non studiato e non premeditato". I Troll non sanno pensare né riflettere. Sono grezzi, rozzi. E imbecilli.

3) GOLLUM:

Eccolo qui, l'incrocio fra l'homo habilis e l'urlo di Munch. Ecco il viscido scheletro ambulante. 

Ecco il corrotto.


Dai, la smetto con il sarcasmo. Ad ogni modo, per essere vecchio è vecchio: ha 500 anni e non muore mai!

Gollum vive in una galleria scura sotterranea:

Qui, nel profondo presso l'acqua scura, viveva il vecchio Gollum, un essere piccolo e viscido. (...) Era Gollum, scuro come l'oscurità stessa, eccezion fatta per due grandi occhi rotondi e pallidi nel viso scarno. Aveva una barchetta e silenziosamente la spingeva sul lago; perché di un lago si trattava, profondo e terribilmente freddo. Come remi egli usava i suoi larghi piedi, che spenzolavano fuori dal bordo, ma non produceva mai un'increspatura. Coi suoi pallidi occhi cercava pesci ciechi che afferrava con le lunghe dita, veloci come il pensiero.

Pensate che nell'edizione svedese illustrata del 1947 Gollum era stato realizzato come una roccia scura e grande il quadruplo di Bilbo, nell'edizione portoghese del '62 Gollum è una figura barbuta grande il doppio del nostro hobbit e, nell'edizione giapponese del '66, Gollum è un enorme rettile. Interessante, veramente.

Gollum è insidioso e subdolo come un serpente. Almeno nello Hobbit.

Altri due appunti culturali interessanti:

A) Il nome "Gollum" sembra latino, ma deriva in realtà dallo svedese antico "goll", che porta due significati: "tesoro" e "anello". Gollum rappresenta tutte quelle persone che, in ogni epoca storica, sono rimaste affascinate dal male, dal potere, dalla ricchezza e quindi dai beni materiali. Gollum è l'emblema di tutti coloro che, preoccupandosi di "avere" e di "accumulare", sono rimasti soli e sono divenuti infelici. Perché hanno perso di vista ciò che conta per davvero; l'amicizia, la fedeltà, l'amore, l'onestà, la semplicità. Questo vuol dire essere veri e autentici.

Aggiungo inoltre anche che Gollum non soltanto è affascinato dal male ma lo compie: di tanto in tanto assale gli orchi nel sonno. Nel film Un viaggio inaspettato, Gollum è presentato come una figura deleteria sin dai primi istanti in cui compare, prima ancora di incontrare Bilbo, visto che assale un orco dormiente all'interno della caverna e lo mangia.

B) Gollum chiama se stesso "mio tesoro", o meglio: "mio tesssoro"! My precious, nell'inglese di Tolkien. A Bilbo tocca affrontare Gollum in quell'oscura caverna. Deve batterlo in una gare di indovinelli se vuole uscire da quell'ambiente freddo e squallido e se vuole ritrovare i nani. Se leggete il romanzo e se andate a cercare il film vi accorgerete che Gollum non sa instaurare un rapporto con chi ha di fronte. Si rivolge sempre a se stesso in prima persona plurale (ma sì, che razza di miserie). Non dice mai "tu" a Bilbo, come qui ad esempio:

"Indovina cosssì facilmente? Deve fare a gara con noi, mio tesssoro! Se il tesoro domanda e lui non risponde, lo mangiamo, mio tessoro. Se lui domanda e noi non rispondiamo, allora facciamo quello che vuole, eh? Noi gli faremo vedere la via d'uscita, sì!"

Fino a poco fa, dopo aver visto il film e dopo aver letto il capitolo sulla gara di indovinelli fra Bilbo e Gollum io per Gollum provavo soprattutto disprezzo.

Ora non lo detesto più: fa abbastanza pena persino a me. 

Mi è stata data in prestito l'intera saga del Signore degli Anelli: ho tutti e tre i film. Quello che mi piace di più è Le due torri, perché è lì che risulta chiara la doppia personalità di Gollum che parla con se stesso. In passato Gollum non era Gollum ma Smeagol, una creatura pura, ingenua e incontaminata dal male, simile ad uno hobbit. Il potere e il fascino dell'anello lo ha rovinato fino a renderlo una creatura orribile, falsa e insidiosa. Ma comunque intelligente (purtroppo). 

Nelle Due torri Gollum fa pena: tutti lo trattano malissimo, fa schifo a chiunque. Soltanto Frodo crede di poterlo "salvare" dal suo doppio. Io sono fresca della visione del film, quindi posso porvi una domanda, anzi due?

-In una scena Smeagol/Gollum è nello stagno del territorio di Faramir. Sta cercando di catturare dei pesci e canticchia. L'esercito di Faramir sta per massacrarlo con dei colpi di freccia (e Frodo, già prigioniero di quell'esercito, li convince a non uccidere Gollum). Però Smeagol/Gollum viene arrestato e un pochino pestato. D'altra parte, Faramir lo odia a morte. In quella creatura scheletrica rannicchiata in un angolo che per qualche minuto piagnucola non vi sembra di vedere lontanamente gli adolescenti in questi quasi due anni di pandemia: soli a casa, impossibilitati a imparare bene le discipline scolastiche, e sempre più immersi in depressione, dipendenza da social e mondo virtuale? Oppure non vi sembra di scorgere, in uno Smeagol/Gollum avvilito, quel povero o quel lavoratore calpestati nella loro dignità?

Gollum è indubbiamente il male subdolo che si nasconde dietro sussurri fini a se stessi e dietro il fascino del potere. Tuttavia, porta con sé e dentro di sé una storia, che soltanto Frodo e Gandalf rispettano e comprendono.

Frodo mi somiglia. Somiglia a quello che sono diventata io da qualche anno a questa parte: abbastanza spesso mi astengo dal giudicare reazioni e comportamenti, soprattutto se conosco i vissuti di alcuni. A tavola o in qualche altra occasione, quando mia mamma tende a giudicare in modo piuttosto duro qualcuno con me presente io tendo a replicare: "Mamma dai... Sai che quella persona ha la sua storia. Del passato non ci liberiamo mai del tutto. Certi comportamenti sono il riflesso di ciò che abbiamo sperimentato e subìto".

Come prosegue la narrazione?

Bilbo deve affrontare una gara di indovinelli contro Gollum e la vince. Più o meno la vince: Gollum non ha saputo indovinare che cosa avesse in tasca. Ma, pochi istanti dopo, intuisce che in tasca Bilbo ha il preziosissimo anello, "il suo tesssoro". E si dispera. Lo rincorre per ucciderlo ma Bilbo si salva: mette l'anello al dito e diviene momentaneamente invisibile mentre cerca di uscire dalla grotta. Potrebbe uccidere Gollum che non lo vede, ma non lo fa perché è mosso da compassione e da misericordia. Si chiede: "ma chi sono io per decidere della vita di un altro?". Se lo chiede perché vede la solitudine e la miseria morale di Gollum.

Ad ogni modo, gli anelli dell'invisibilità li troviamo anche nella Repubblica di Platone (Tolkien conosceva bene il greco antico): è un aneddoto in cui si dice che un anello d'oro rende invisibile chi lo indossa soltanto quando il castone è girato verso l'interno della mano. Si ritorna visibili soltanto se lo si gira all'esterno.

*Altro appunto culturale: le tradizioni delle gare degli indovinelli risalgono all'epoca anglosassone. Nel The Exeter Book, compilato dal cardinal Leofric nel 1072, ci sono circa 100 indovinelli. Si tratta di una delle più grandi raccolte di indovinelli sopravvissute fino ai giorni nostri. Ma, molti degli indovinelli che Bilbo e Gollum pronunciano sono in rima, al contrario di quelli dell'Exeter Book.

TEMI PER I RAGAZZI (TEMI DA PRIMO BIENNIO):

Dall'episodio della gara di indovinelli ho già tratto diverse tracce di temi:

1) Il potere e la ricchezza che logorano e corrompono gli uomini: collegamento con la favola del Pesciolino d'oro e con il Vangelo di Luca: "Anima mia, hai molti beni a disposizione: mangia, bevi, divertiti".

2)I giovani e i mali del nostro tempo (abuso di alcolici, droghe, pornografia): per quali motivi i giovani e gli adolescenti sono attratti da queste forme di male? 

(Perché si sceglie ciò che è facile e a portata di voglie e di click, non ciò che è giusto: è più semplice andare su Pornhub o Pornalia e godere lì piuttosto che provare a invitare una volta la ragazza che ti piace/ è più facile aderire ad un binge drinking con gli amici piuttosto che affrontare dolore e difficoltà quotidiane. Il binge i problemi te li cancella per alcune ore, a prezzo di sboccate poi. Ma non te li risolve.

3) Cos'è la compassione? C'è differenza fra empatia, compassione e pietà? (Etimologie delle tre parole + confronto con la sezione dei Promessi Sposi di Manzoni dedicata all'Innominato e alla cattura di Lucia).

4) Che cosa nella vita quotidiana è "vero bene"? I soldi, le auto? Oppure i rapporti umani? (Confronto con il saggio della Ginzburg I rapporti umani).



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