1 aprile 2022

"The woman in white", Wilkie Collins:

Ho letto un adattamento di questo romanzo conforme al mio livello B2, non quindi la versione integrale che probabilmente contiene qualche ulteriore dettaglio. 
Ad ogni modo, si potrebbe definire The woman in white un romanzo noir uscito a puntate tra il 1859 e il 1860 sulla rivista All the year round, coordinata da Dickens, amico e quasi coetaneo di Collins.

Si tratta di una storia in cui, nello sviluppo delle vicende narrate, ha un ruolo centrale la somiglianza fisica di due ragazze.

WALTER HARTRIGHT E I MANICOMI IN EPOCA VITTORIANA:

Walter Hartright, insegnante di disegno, si trasferisce nel nord dell'Inghilterra, nella contea di Cumberland. Un amico gli ha trovato un lavoro che consiste nell'insegnare a disegnare e a dipingere alle due nipoti di Mr Frederick Fairlie. E' l'estate del 1849. 

Prima di partire però, Walter decide di salutare la madre e la sorella ma, mentre sta attraversando un incrocio, gli compare improvvisamente davanti una giovane bionda, pallida, vestita di bianco e con l'aria angosciata che gli chiede la strada per raggiungere Londra. Walter le dà alcune indicazioni e la aiuta a reperire una carrozza e un cocchiere per arrivare in città...

La ragazza è fuggita da un manicomio. In lingua inglese in realtà il vocabolo corrispondente è asylum.  

In epoca vittoriana questi tipi di ricoveri venivano istituiti per chi manifestava instabilità mentale e malattie psicologiche, come ad esempio gli isterici, i depressi, gli schizofrenici, ma anche gli epilettici. C'erano anche diverse donne, ragazze e bambini, spesso rinchiusi in queste strutture a causa di medici corrotti e di mariti e padri che consideravano mogli e figli troppo problematici e troppo ribelli per tenerli a casa con loro. 

I medici che all'interno vi lavoravano ritenevano che una severa disciplina e una routine quotidiana caratterizzata da molte ore di lavoro al giorno fossero tra le migliori tattiche di trattamento e di cura. 

Questi ricoveri erano sovraffollati (overcrowded) e, al loro interno, caratterizzati da stanze molto piccole, che erano le camere da letto dei pazienti.

C'è una storia abbastanza interessante e toccante a proposito dei manicomi in Regno Unito nel XIX° secolo che vorrei riassumervi: nel 1864 Elisabeth Clafton, appena dodicenne, figlia della "middle-class", era stata internata in uno di questi manicomi. Eccovi i motivi: incapacità di contenere le risate, dialoghi con persone immaginarie, alcuni episodi di auto-lesionismo. Adesso li si sostiene e li si aiuta in altri modi i ragazzi così! Lei è uscita dopo 4 anni.

Valeva nel XIX° secolo ma vale anche ora a mio avviso: la formazione ampia, sicura e solida dei medici è indispensabile anche perché comporterebbe un netto miglioramento del benessere nella società occidentale. DEVONO ESSERE PIU' PREPARATI DI COME SONO ORA!!!! Fossi al governo farei sudare ai futuri medici 14 camicie, così in qualche modo vendicherei la morte di mia nonna che per me è stata importantissima, era la mia grande alleata in famiglia: l'ho vissuta per 26 anni, per 26 anni viveva a casa con me, nessuno di voi può immaginare cosa significa e non lo capirete mai. 

Walter arriva a casa Fairlie e conosce sia Marian che Laura, le due sorelle. Sono orfane di madre da tempo. Marian è la più grande e la più saggia, Laura la più giovane (19 anni), la più ingenua e la più dolce. A dire il vero non sono figlie dello stesso padre: Marian era figlia di Mr Halcombe, primo marito della madre, mentre Laura è proprio figlia di Mr Fairlie. E' di lei che Walter si innamora subito:  

I, a humble drawing teacher with no money, fell in love with the rich and beautiful Miss Laura Fairlie as soon as I saw her. That evening, after dinner, Miss Fairlie went outside to walk in the garden. I started to follow her, but then Miss Halcombe called me, and I returned to the drawing room. Beyond her, through the window, I could see Miss Fairlie walking in the moonlight.

L'aspetto fisico di Laura è molto simile a quello della giovane ragazza che, la sera prima, Walter ha incontrato per la strada: bionda e pallida.

Walter riferisce a Marian il suo incontro con la ragazza che gli ha chiesto indicazioni per arrivare a Londra e, con sua sorpresa, scopre che Marian la conosce: si chiama Anne Catherick è stata un'alunna di sua madre che, quando era in vita, era un'insegnante.

Il tempo scorre. Marian intuisce che Walter è attratto dalla sorella, per questo gli rivela che Laura è fidanzata, per volere di suo padre, con Mr Percival Glyde, ricco proprietario terriero dello Hampshire. Pochi giorni dopo, Mr Percival giunge presso la villetta dei Fairlie: inizialmente adotta un atteggiamento tenero nei confronti di Laura ma, dopo il matrimonio, cambierà modo di porsi.

MARIAN HALCOMBE:

Mi è piaciuta molto come figura dal momento che rivela molto buonsenso, una notevole sensibilità e dal momento che si mostra protettiva verso sua sorella.

Da lei e dagli estratti dei suoi diari, nel quali racconta le vicende di vita familiare, i lettori apprendono che il matrimonio tra Laura e Percival Glyde avviene il 22 dicembre 1849 e che il viaggio di nozze prevede un soggiorno in Italia di diverse settimane. Ed è qui che Mr Glyde inizia a cambiare nei confronti della sua giovane moglie, rivelandole che l'ha sposata soltanto per i suoi soldi e per la sua eredità. Percival è indubbiamente irritato, perché sa che Walter è realmente innamorato di Laura.

Ma, malgrado ciò, si sono celebrate le nozze, anche se Laura ricambia i sentimenti di Walter che, il 28 novembre, si trasferisce in una località dell'America Centrale per poter lavorare sulla sua arte e per potersi concentrare su una serie di disegni nei quali realizza generi di piante e specie animali.

Nelle pagine di diario di Marian compare anche il Conte Fosco, personaggio di origini italiane che ha una notevole influenza su Percival e sulla sua vita. Dopo il viaggio di nozza Percival, Laura, Marian e il Conte Fosco si trasferiscono in una villetta di campagna vicina al villaggio di Blackwater.

IL CONTE FOSCO:

Così scrive Marian di lui: He looks like a man who could tame a tiger.

Si tratta di una persona fredda, arida, cinica, insensibile (e più o meno così è anche sua moglie!) che sembra non temere nulla e nessuno.

Il Conte Fosco appoggia i maltrattamenti verbali e psicologici che Percival riserva a Laura e, per di più, persino lui controlla ogni movimento della ragazza.

Un giorno d'estate, durante una passeggiata sulle rive di un laghetto, Laura incontra Anne Catherick. Quel che entrambe non sanno è che il Conte Fosco le sta spiando poco lontano e, non appena Laura ritorna, rivela tutto a Percival che prende un provvedimento crudele: la chiude a chiave in una stanza della villetta in cui abitano, con Madame Fosco e con Marian.

Ma che cosa ha detto Anne Catherick a Laura? Ecco qui l'estratto:

She looks like a paler, thinner version of myself! She says that she is dying. She spoke of how kind mother had been to her and said that she wanted to die and be buried beside mother. Then she spoke of Percival! How she hates him! She said that her mother had told her a secret- Percival's secret- and when he discovered that Anne knew it, he put her in the asylum.

Ma qual'è il segreto di Percival?! Prima di arrivare a scoprirlo, i lettori devono andare incontro a diverse altre vicende che accadono nel libro.

Alcuni giorni dopo Marian sente una conversazione a dir poco inquietante tra Percival e il conte Fosco: vorrebbero eliminare Laura, così Sir Percival, dal suo patrimonio, otterrebbe 20.000 sterline e il conte Fosco con sua moglie altre 10.000.

Poi Marian si ammala di una brutta influenza e i due uomini biechi, approfittando di ciò, mentono a Laura dicendole che sua sorella è partita per Londra e che ha raccomandato a loro di riferirle di raggiungerla il prima possibile. Laura parte e, alcune settimane dopo, Walter ritorna dall'America. 

Appena tornato, apprende la dolorosa notizia della morte improvvisa della giovane. 

E qui avviene un colpo di scena: quando l'artista si reca, angosciato e addolorato, presso la tomba di Laura, al cimitero incontra sia Marian che sua sorella, più magra e più sciupata! Ma com'è possibile?!

E Mr Hartright si chiede: ma è davvero Laura oppure è Anne Catherick? Sì, visto che la ragazza morta è Anne Catherick.

Mr Walter Hartright riesce a rintracciare Mrs Catherick, la madre di Anne. Quest'ultima gli rivela che i genitori di Sir Percival non erano mai stati sposati, quindi Sir Percival non ha diritti giuridici sulle sue proprietà e non può godere del titolo nobiliare di "barone". Anche i registri matrimoniali, consultati da Walter dopo la visita a Mrs Catherick, confermano questo segreto, ma il disegnatore non avrà l'occasione di sfruttare questi registri come prove in un processo contro Sir Percival perché quest'ultimo, nel tentativo di distruggere i documenti matrimoniali parrocchiali, ha provocato un incendio all'interno dell'abbazia, incendio che tra l'altro lo fa morire.

Nel frattempo il conte Fosco ha dilapidato molte delle ricchezze di Laura. Attraverso altre indagini, Walter scopre che il conte Fosco faceva parte di una società segreta politica che ha tradito. Per questo vive in Inghilterra, per sfuggire alla morte ( i suoi ex compagni lo farebbero giustiziare se lo scoprissero). Hartright lo minaccia di consegnarlo agli altri membri della società, per questo Fosco scrive una confessione nella quale ammette di aver ingannato Laura con la complicità di Sir Percival. 

Dopo aver consegnato a Walter questo scritto, il conte Fosco lascia il Regno Unito e si rifugia in Francia, dove viene pugnalato, sulle rive della Senna, da uno dei suoi ex-compagni.

Alla fine di tutte queste peripezie, Laura e Walter si sposano e dalla loro unione nasce un figlio. 


LA VERA MARIAN:

 The woman in white è diventata quasi subito un'opera molto popolare nell'Inghilterra del XIX° secolo. Molti lettori apprezzavano il personaggio di Walter, così, tra il 1862 e il 1880 circa, questo nome si è diffuso ancora di più. Risulta però che alla componente maschile dei lettori fosse particolarmente piaciuta la figura di Marian, proprio perché rappresentava un modello femminile di intelligenza e forza interiore. 

Ma da chi ha preso spunto Collins per creare le caratteristiche e l'indole di Marian Halcombe? E' abbastanza probabile che abbia preso spunto da Marian Evans, autrice meglio conosciuta con lo pseudonimo di George Eliot (molte donne scrittrici in tutta Europa, duecento anni fa si firmavano con pseudonimi maschili affinché sul mercato librario i loro libri venissero considerati sul mercato librario).

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Si tratta di una trama decisamente complessa.

D'altra parte, a mio avviso, i classici della letteratura inglese sono tutt'altro che semplici: Thomas Eliot per me è complicato e altri autori, come ad esempio Jane Austen, Emily Bronte, Thomas Hardy (al di là delle vicende di Tess d'Urbervilles), Charles Dickens e Wilkie Collins, sono romanzieri che fanno attraversare ai loro protagonisti e alle loro protagoniste numerose difficoltà prima di ottenere giustizia e di raggiungere la felicità agognata.

 

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