20 aprile 2022

"La traversata", F. D'Adamo: un romanzo per ragazzi contro l'indifferenza

Si tratta di una favola contemporanea per preadolescenti. E' una storia a lieto fine, inverosimile, un po' fantastica ma molto umana e toccante. Tuttavia, prima di iniziare la recensione non posso fare a meno di constatare che, in queste due settimane di stop, sono rimasta piacevolmente stupita del fatto che, negli ultimi quindici giorni, siano state letti e riletti soprattutto i miei post più impegnativi: la IV° ecloga di Virgilio, l'epistola VI° e il Carpe diem di Orazio, i due post sull'opera di Pasternak, Rifugio di uccelli notturni di Quasimodo, il Canto XXVI° del Paradiso di Dante e anche le mie analisi su alcune poesie di Vittorio Sereni. Questo lo so perché accedevo una volta al giorno alla pagina che mi indirizzava alle notifiche delle vostre visualizzazioni. Benissimo! Vorrà dire che il 29 aprile gratificherò questa fetta di lettori con un post sul tema della contrapposizione fra città e campagna e inevitabilmente ci sarà un rimando abbastanza importante a Orazio. 

 

Chi è deserto non vuole

 che qualcosa fiorisca in te. 

E so che non è una fantasia, 

non è stata una follia, 

quella stella lontana laggiù, 

perciò io la seguo e adesso so

che io la raggiungerò

perché al mondo

ci sono anch'io! 

(Ci sono anch'io, Max Pezzali)

LA TRAVERSATA, FRANCESCO D'ADAMO:

A) TRAMA DEL LIBRO

Scuglizzi, coste della Sicilia meridionale. 

Una mattina di giugno, alle prime luci dell'alba, alcuni clandestini provenienti dal continente africano giungono a riva, dal momento che i loro gommoni si incagliano in prossimità della costa. Dopo pochi istanti però, fuggono verso le dune, rifiutando così l'aiuto che gli abitanti di quel paesino sarebbero disposti a offrire loro. 

Ezechiele, l'anziano protagonista della storia, dal momento che si è alzato dal letto un po' prima del solito, assiste di persona all'arrivo degli immigrati. 

La storia di Ezechiele è fatta di fatica, di semplicità, di solitudine e di malinconia: era un pescatore che per alcuni anni ha provato ad ambientarsi e a lavorare come operaio a Milano, è vedovo da qualche anno e suo figlio risiede in Svizzera, paese in cui è cresciuto anche il nipote.

Più volte, nel corso della narrazione, emerge la forte nostalgia per la moglie Caterina. 

La situazione di Ezechiele mi richiama un racconto dei Sillabari di Parise del quale non ricordo più il titolo, ma so che era una vicenda ambientata nel pieno degli anni '70 in una spiaggia in provincia di Venezia. La protagonista, nel caso di Parise, era una donna anziana, anonima, vedova, sola quasi tutto il giorno, con il figlio lontano. E' sera e la signora rischia uno scippo da parte di un gruppetto di adolescenti.

Ad ogni modo, Ezechiele è una figura molto positiva dal momento che è dotato di un cuore d'oro. Alla luce del sole appena sorto si accorge che sulla sabbia è rimasto uno zainetto che appartiene ad un bambino, scappato insieme agli adulti che sono riusciti per miracolo a sbarcare in Sicilia. L'anziano, con l'aiuto di un compaesano di origini arabe riesce a scoprire che lo zainetto appartiene a Omar, un ragazzino tra i 10 e gli 11 anni. Apre lo zaino e vede, al suo interno, sia i quaderni di scuola sia una fotografia che lo ritrae con la madre.

A questo punto, Ezechiele decide di compiere un gesto molto particolare e apparentemente folle: andare al di là del mare e riportare lo zainetto alla madre per rassicurarla che suo figlio è arrivato vivo in Italia. Così inizia il viaggio a bordo della sua Esmeralda, nome del suo vecchio peschereccio, immaginando di avere accanto a sé Tonino, il nipote con l'aspetto che aveva quando era bambino, e Spaghetti, un cane cucciolo che gli apparteneva anni prima.

Da qui in poi iniziano i dialoghi immaginari tra Ezechiele e Tonino e le descrizioni, meravigliose, del mare di notte.

Questa storia rievoca un pochino Up, altro film per ragazzini che insiste sul confronto e sulla relazione fra giovanissimi e anziani.

In un paese sconosciuto, probabilmente in Tunisia, visto che è il paese più settentrionale del continente africano e il più vicino alla Sicilia, Ezechiele deve riuscire ad addolcire le guardie costiere, a comunicare con le persone che incrocia per trovare la famiglia di Omar. Ezechiele è appena alfabetizzato, non è mai stato al di fuori dell'Italia e quindi non sa né l'inglese, né il francese, né l'arabo. Francese e arabo sono le due lingue ufficiali della Tunisia e le uniche due lingue menzionate dal narratore-autore nei capitoli che riguardano l'approdo alla riva e la ricerca del protagonista. 

B) DESCRIZIONE DEL MAR MEDITERRANEO DI NOTTE:

In questo romanzo risultano incredibilmente suggestive le descrizioni del mare visto di notte. Ribadisco ancora una volta che Ezechiele è in viaggio in mare aperto con Tonino e il cagnolino Spaghetti. A questi tre personaggi è riferito il "loro" degli estratti che riscrivo qui sotto.

-Ezechiele si affacciò a prua. La luna era così immensa, davanti a loro, che sembrava fossero diretti proprio là, come se l'Esmeralda all'improvviso fosse diventata una nave interstellare che viaggiava nelle profondità dello spazio. Ezechiele pensò che forse sarebbero approdati in uno dei suoi crateri asciutti da milioni di anni e che l'Esmeralda sarebbe rimasta là, inclinata nella polvere eterna, col comignolo che non fumava più e le reti inutilmente sparse attorno.  Lui, Tonino, Spaghetti, le patelle attaccate alla chiglia e un granchio che si era impigliato a poppa sarebbero stati i primi abitenti della luna.

- (...) il mare attorno a loro era luminoso e fosforescente, luccicava, baluginava, cambiava colore, si poteva scrutare fino nel profondo degli abissi come per una magia. C'erano i blu, i viola, i gialli, c'erano tutti i colori che si mescolavano, era come se si fossero accese di colpo le luci di Atlantide o di un'altra misteriosa città sommersa là sotto nel profondo.


C) RIFERIMENTO ALLA MITOLOGIA GRECA E A ULISSE:

Il viaggio di Ezechiele, Tonino e Spaghetti prosegue per qualche giorno... e il loro navigare è accompagnato da soavi melodie che ricordano le antiche sirene.

Cominciarono a sentire il canto. Andava e veniva col vento, ora sembrava più vicino, ora più lontano. Era un canto dolcissimo e malinconico, sembrava un rimpianto, sembrava che parlasse di cose antiche e mai dimenticate, quelle che ci portiamo dentro e non lo sappiamo, sembrava un pianto di bambini, sembravano vici di donne sole nell'oscurità della notte, sembrava che in quella melodia ti ci potevi perdere per sempre. (...) 

"Che cos'è nonno?", chiese Tonino, che ascoltava incantato, e con lui Spaghetti e gli uccelli tutti che si erano radunati sulla tolda.

"Ascoltalo bene, perché non sono in molti ad averlo sentito. Tra noi marinai se ne parla come di un evento raro, come di un incanto che ti capita una volta nella vita. Ma questa è una notte di magie. Ascolta: questo è il canto delle sirene." gli disse Ezechiele.

(...)

Non gli disse che, secondo gli antichi le sirene, metà donna e metà uccello, ammaliavano i marinai con la loro melodia, li attiravano sulle scogliere da cui cantavano, li facevano naufragare e poi li divoravano. Avrebbe voluto raccontare a Tonino il viaggio di Ulisse come l'aveva sentito raccontare lui, tanti tanti anni prima, da un cantastorie, sulla piazza principale di Scuglizzi.

(...)

Ulisse era un marinaio greco- quindi ficcanaso e impiccione quasi quanto un marinaio siciliano- che, per poter ascoltare impunito il canto delle sirene, si era fatto legare all'albero maestro della nave dagli uomini del suo equipaggio e a loro aveva tappato le orecchie con la cera perché non cadessero vittime della malìa.

Quando avrò una classe prima media dall'inizio alla fine dell'anno scolastico potrò permettermi una serie di collegamenti grazie a questo libro!

Per quel che riguarda italiano parto subito bene: in epica è prevista anche l'Odissea, quindi leggerò in classe la traduzione del canto XII° che richiama proprio all'episodio del canto delle sirene, farò un riferimento a questo romanzo considerando anche il capitolo sull'Isola che Non C'è e facendoli riflettere su questo: che cos'è l'indifferenza? 

E poi collego le descrizioni del paesaggio marino con i paesaggi d'acqua in geografia e con le migrazioni dalle campagne alle città a partire dall'anno Mille in storia.  Ci stanno tutte e tre le mie materie, wow!

D) LAZARO E L'ISOLA CHE NON C'E':

Ma Ezechiele, Spaghetti e Tonino arrivano subito alle coste africane oppure attraversano qualche altra tappa?

Arrivano, senza prevederlo nemmeno lontanamente, presso un'isola fatta di spiagge, foreste, tende da accampamenti e colline. Ad accoglierli c'è Lazaro, un uomo dall'aria malinconica circondato da alcuni bambini. 

Si tratta dell'Isola che Non C'è. Ma non ha nulla a che fare con il desiderio di Peter Pan di rimanere per sempre bambino e divertirsi. Non ci sono fate e non c'è nessun crudele capitan Uncino.

In questa Isola che Non C'è ci sono i naufraghi defunti, cioè,  tutti coloro che hanno tentato la traversata nel Mediterraneo ma sono annegati prima di giungere in Italia.

Lazaro racconta ad Ezechiele alcune storie, tra cui questa che riporto sotto. Chissà che non serva da scossone a qualcuno!

"Lo vedi quell'uomo?", gli disse Lazaro mentre continuavano la loro passeggiata sulla spiaggia. "Sì, quello. Aveva moglie e figli e una casetta in muratura alla periferia di Quetta. Viveva la sua vita. Quando cominciarono a sentire lo scoppio delle bombe e il fischio delle granate che colpivano i quartieri orientali della città, né lui né i suoi vicini sapevano che nel paese ci fosse la guerra, e non sapevano la guerra di chi contro chi. Né tantomento per che cosa si combatteva quella guerra. Ti meravigli? Certe cose ai poveri non le dicono mai. Ma la guerra era ogni giorno più vicina, consumava un quartiere dopo l'altro, e poi arrivarono gli aerei a bombardare, colonne di fumo che bruciavano il cielo. (...) Un mattino arrivarono gli uomini della milizia, avevano giacche mimetiche e scarpe sfondate e anche quelli della milizia sembravano non sapere molto bene chi combatteva contro chi e perché, ma non importava. Erano armati e barbuti e lo obbligarono a lasciare tutto, la sua casa, la sua famiglia, e ad andare a combattere con loro. Avevano preso tutti gli uomoini del quartiere che quel mattino erano in casa, e poi rastrellarono anche i ragazzi, perfino quelli che ancora non si radevano. "Non voglio combattere", diceva lui, ma lo arruolarono con la forza e gli diedero una giacca mimetica e un vecchio fucile che non sapeva usare. Dopo mesi di odore di fumo e di sangue è riuscito in qualche modo a scappare.  Ha cercato la sua casa ma non c'era più, c'erano solo mozziconi della sua città bombardata. E allora ha preso la via del mare... Aveva scelta?"

 E, qualche pagina dopo, sempre Lazaro confida al nostro pescatore protagonista:

 "La vita ci manca. Ma quello che ci pesa di più è l'indifferenza. Tutti quelli che non vogliono sapere, che non vogliono capire. Ma un giorno cambierà, ne sono sicuro, se in tanti faranno dei piccoli gesti importanti come quello che stai facendo tu. Per questo ti abbiamo voluto conoscere."

Brutta bestia l'indifferenza. Perché è indice o di superficialità o di insensibilità.

E) FRANCESCO D'ADAMO, LO ZAINO E I VIAGGI:

Ritengo opportuno consigliarvi un breve video in cui l'autore spiega il senso di aver scritto questo libro e invita, con le sue domande finali, a mettersi in empatia con gli stati d'animo e con le situazioni che riguardano gli immigrati clandestini, completamente dimenticati da stampa e telegiornali in questi ultimi due anni... Eppure sarete d'accordo con me che è un dramma della nostra contemporaneità, spero!! Ultimamente conta soltanto la guerra in Ucraina e la positività a quella polmonite che proviene dai laboratori cinesi e che i nostri medici mezze-cartucce non sono in grado di curare. Le popolazioni del continente africano soffrono moltissimo a causa di fame, povertà, sottocultura, guerre civili, mancanza di igiene, dittature che gli occidentali e i cinesi favoriscono... e noi europei sottraiamo le loro risorse di petrolio e metalli e consideriamo quelle vite umane soltanto e unicamente dei "problemi" quando, dopo una serie di travagli nel loro viaggio, giungono nei nostri territori con il desiderio di una vita migliore.

Dopo questo video e dopo questo post facciamoci tutti un esame di coscienza! Sono di "Pax Christi" e sto aderendo anche ad una corrente socio-culturale che incoraggia l'impegno civile e sociale dei credenti nelle comunità. 

E vi dico che non è lecito, a mio avviso, considerarsi cristiani quando si invocano le chiusure dei porti e si coltivano insistentemente pregiudizi nei confronti del diverso da noi!!!!

Non è giusto considerarsi cristiani quando in parrocchia ci si comporta come un "gruppo chiuso" basato su menzogne e superficialità!!!!

Non ci si può ritenere dei bravi sacerdoti se ci si autoesclude, ad esempio, da riunioni e incontri programmati da un gruppo di adulti laici volonterosi e non ci si può ritenere dei parroci attenti all'ascolto se ci si imbestialisce (al punto di far allontanare definitivamente le persone) con un giovane che in parrocchia si impegna e riesce ad assumersi  il 90% gli impegni e a fare il 90% di ciò che gli viene richiesto ma non il 100%!!!!!

E' deleterio proclamarsi cristiani quando si svolgono servizi di volontariato con i soli intenti di ottenere visibilità e di essere lodati, apprezzati!!!

Tutto questo non è essere cristiani, mi permetto candidamente di affermarlo. Soltanto Gesù Cristo è verità, non la Chiesa con tutte le persone difettose che ne fanno parte, da religiosi o da laici.

IMPARATE LA COERENZA E LA CARITA' NEI COMPORTAMENTI... ALLORA FORSE SI POTRA' PARLARE DI CRISTIANESIMO!!!!

Sentite, sentite qui cosa dice Don Diego a proposito dei poveri!!!! I poveri hanno bisogno di volontari in ascolto, non di un'organizzazione Caritas che assomigli alla passerella di un palcoscenico!

https://www.youtube.com/shorts/ZGNDq2go2MI

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F) PASSIONE DI GESU' SECONDO MATTEO:

Non ha a che fare con La traversata ma sono riflessioni che vorrei condividere alla fine della recensione a proposito degli episodi della Passione. Ci ho riflettuto la mattina del venerdì santo.

Ma se volete potere leggerlo in un momento diverso... Anzi, ve lo consiglio per la vostra salute. Lockdown, DaD, DDI, meeting su Zoom, su Jitsi o su Meet... in due anni ne abbiamo piene le b*ll* direi del virtuale, anch'io che sono dentro, per un pelo, alla Gen Z.

https://drive.google.com/drive/folders/1Un9E1XCEiYahZxw3T7hB9UDly4D69KwK



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