25 agosto 2022

Storia della novella italiana:

Vengono qui riassunte le tappe più significative degli sviluppi della novella in Italia.

Che cos'è la novella, innanzitutto?! 

Durante la frequentazione dell'insegnamento di Storia del romanzo italiano a me è piaciuta molto la definizione di Cesare Segre: la novella è una breve narrazione in prosa con personaggi umani ma di solito non storici. I contenuti sono verosimili.

Gli studiosi della nostra letteratura sostengono inoltre che la novella sia diversa sicuramente dalla favola la quale, sin dai tempi di Esopo, ha per protagonisti esclusivamente gli animali, ma anche dalla fiaba, la cui principale caratteristica è l'elemento magico.

Nelle novelle non ci sono né eroi né eroine, al contrario del genere epico. I personaggi delle novelle hanno estrazioni sociali diverse gli uni dagli altri, visto che possono essere dei nobili e dei mercanti ma anche artigiani, contadini e membri del clero.

1) QUANDO NASCE LA NOVELLA ITALIANA? 

La novella italiana nasce in Toscana alla fine del Duecento con il Novellino, costituito da un prologo e da 99 testi brevi. L'autore di questa raccolta ci è tuttora sconosciuto ma si presume sia stato attivo dal punto di vista letterario tra il 1281 e il 1300. Gli argomenti e i contenuti di queste novelle sono tratti sia dal mondo cavalleresco, sia dalla mitologia greca sia dalle leggende del ciclo bretone. 

Ad ogni modo, la novella diviene, nell'epoca del Basso Medioevo, dapprima un'alternativa all'exemplum, brevissimo racconto a scopo didattico e morale diffusosi nella letteratura latina medievale e legato alla fondazione di nuovi ordini religiosi. L'exemplum viene poi incorporato nelle novelle e ha queste caratteristiche: un'estrema sintesi nella forma e nei contenuti, lo scopo sia di istruire che di dimostrare la validità di una tesi o di un insegnamento.

2) LA BREVITAS DELLE NOVELLE: 

La brevità di una novella non si misura con il numero di pagine o con la quantità delle parole impiegate. 

Consiste semmai in una sorta di economia narrativa che presuppone innanzitutto un ritmo del racconto scorrevole, fluido e rapido e poi anche una certa chiarezza espositiva: mai dire più di quanto occorre!

Nel Medioevo il procedimento stilistico della brevitas era un precetto retorico molto impiegato in ambito forense, contrapposto all'amplificatio

I maestri di retorica, come ad esempio Quintiliano, hanno indicato il modo di ottenere l'effetto brevità: il racconto di un evento deve iniziare di scorcio e procedere sinteticamente e in modo conciso, senza lunghe digressioni e senza mettere l'accento sui particolari. Questo comportava sicuramente un andamento paratattico nei periodi e inoltre anche l'eliminazione di ripetizioni inutili che potevano annoiare gli ascoltatori.

Nel comporre il Decameron, Boccaccio accoglie la caratteristica della brevitas elogiandola in qualche passaggio.

Penso ad esempio alla sesta giornata, quando Filomena, una delle narratrici, definisce la brevitas come prerogativa femminile e narra la novella di Madonna Oretta, storia caratterizzata dal tema del motto, una frase ad effetto ironica finalizzata a concludere una novella.

Madonna Oretta è molto spiritosa e si prende gioco di un occasionale corteggiatore: durante una passeggiata a piedi il cavaliere dice di volerla "portare a cavallo con una novella" per renderle più piacevole il percorso. Però, mentre racconta, si rivela un narratore goffo, che continua a ripetere le stesse frasi. Così ad un tratto, Oretta prega il corteggiatore di "lasciarla scendere da cavallo".

D'altra parte, nelle sue Lezioni americane, Calvino paragona la novella ad un cavallo che trasporta le parole a una certa velocità. Quindi i narratori e gli autori di novelle non possono permettersi di essere maldestri!

3) LA CORNICE DEL DECAMERON


Ritengo importante soffermarmi sulla cornice del Decameron. 

I dieci narratori (sette ragazze e tre ragazzi) che, a causa dell'imperversare della peste a Firenze, si trovano in aperta campagna, rappresentano l'elite intellettuale che testimonia il proprio tempo e che trasmette alcuni valori, quali la solidarietà, l'amicizia, la semplicità, utili per attuare una vita comunitaria ideale.

La cornice del Decameron ha due funzioni: mette ordine alle tematiche proposte nelle novelle ed inoltre esiste affinché i narratori siano i mediatori tra Boccaccio autore e i lettori di ogni tempo.

Nel prologo sembra proprio che Boccaccio promuova l'otium, ovvero, una narrazione fondata sul piacere dell'ascolto. Per questo egli si rivolge alle donne oziose che trascorrono il loro tempo leggendo o ascoltando novelle.

4) LA NOVELLA NELL'OTTOCENTO:

Negli anni '30 e '40 del XIX° secolo fiorisce la novella tedesca i cui contenuti fondamentali sono essenzialmente o la casualità degli eventi o il fatto inaudito (unerhorte Begebenheit). Soprattutto Goethe ricorre al fatto inaudito inteso sia come il soprannaturale, sia come il non quotidiano, sia come la narrazione di un qualcosa di mai sentito prima.

Ad ogni modo, in Italia e in epoca risorgimentale, i termini "racconto" e "novella" vengono utilizzati come sinonimi. Ma, dopo Pirandello, il termine "novella" cade in disuso e la parola "racconto" predomina.

C'è inoltre differenza tra "racconto" e "bozzetto", dal momento che quest'ultimo è soltanto un testo privo di conclusione e senza intreccio.

Nella letteratura italiana, dopo secoli di poemi (L'Orlando Furioso, La Gerusalemme Liberata, L'Adone) e di liriche (i poeti rinascimentali e barocchi e i poeti dell'Arcadia), risorge, negli anni Sessanta del XIX° secolo, la novella, con i contenuti anche inquietanti. Un esempio di ciò è la novella più famosa di Arrigo Boito intitolata L'Alfiere Nero. 

Eccovi i contenuti dell'Alfiere Nero:

Siamo in montagna, in una stazione termale svizzera. Ci sono due giocatori: Anderssen, americano bianco, e Tom, schiavo nero originario delle Antille. I due uomini si sfidano in una partita a scacchi che sembra non finire mai. Tuttavia, tramite l'alfiere nero, Tom ad un certo punto dà scacco matto al re di Anderssen. Il giocatore bianco uccide Tom a colpi di pistola ma... con una conseguenza: non riuscirà mai più a vincere una partita, tormentato dal rimorso.

Di poco successiva è la novella di Caterina Percoto, friulana, intitolata Un episodio dell'anno della fame. Qui si raccontano le travagliate vicende di una famigila di contadini durante un periodo di carestia. Il protagonista è Pietro, giovane bracciante sposato e con un figlioletto piccolo a cui muore la madre di inedia. L'autrice interviene spesso per giudicare chi non esercita la carità cristiana e per compatire i poveri. Tuttavia, in questa novella, l'intervento della Provvidenza è ancora possibile (mentre in Verga no!): il parroco del paesino al quale sta simpatico Pietro riesce a trovare un lavoro a quest'ultimo.

Poi, sempre nella seconda metà dell'Ottocento, arriva Verga che adotta l'impersonalità nella narrazione: scompare quindi il punto di vista dell'autore, le strutture linguistiche ricalcano il parlato e viene illustrata la condizione degli umili senza che l'autore parteggi apertamente per loro. Così viene annullata la distanza culturale e linguistica tra il narratore e i personaggi.

Quello delle novelle (e dei romanzi) di Verga è un mondo soggetto alla fiumana del progresso materiale e tecnico che minaccia e smantella le forme del vivere comune (famiglia, chiesa e comunità). 

Significativo è l'esempio di Rosso Malpelo. 

Malpelo lavora in una cava e, a causa dell'ignoranza e della superstizione di chi lo circonda, è ritenuto "cattivo e malizioso". Rimasto orfano di padre (l'unico che lo amava), Malpelo reagisce assimilando la violenza che gli altri minatori esercitano su di lui: per questo assume un carattere duro. Il ragazzo, alla fine della novella, si perde per sempre all'interno di un tratto inesplorato di cava.

5) NOVELLE DI PIRANDELLO: 

Nelle novelle di Pirandello il caos e l'irrazionale prevalgono sulla ragione: la conoscenza del reale perde ogni oggettività per diventare frammentata e soggettiva. 

I personaggi di Pirandello sono degli attori di vita sociale. 

Pirandello rifiuta l'impersonalità verghiana ricorrendo a delle conclusioni epifaniche.

D'altra parte, Luigi Pirandello è contemporaneo al modernismo e i temi delle novelle moderniste europee riguardano le nevrosi, l'inettitudine, la vita in ambienti cittadini, la dimensione onirica. 

E, nei Dubliners di James Joyce, compaiono le "epifanie letterarie", ovvero, delle rivelazioni improvvise che scaturiscono da contesti di banalità quotidiana.

Un esempio di conclusione epifanica è la novella Ciàula scopre la luna: l'apparire della luna crea un effetto di sospensione e di improvvisa rivelazione in un contesto quotidiano:

Con le mani tra i capelli, si voltò a guardare verso la casa campestre: ma fu colpito negli occhi improvvisamente dall'ampia faccia pallida della luna sorta appena dal folto degli ulivi lassù; e rimase atterrito a mirarla. (...) E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva per il cielo, la luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco...

... A questo blog ultimamente mancano gli argomenti cinematografici. Sono effettivamente alla ricerca di film significativi.

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