22 settembre 2022

"Crescendo": è possibile superare odio e aggressività con la musica?

La verità e la non violenza 

sono antiche come le colline.

(Gandhi)

#makemusicnotwar

Crescendo è un film drammatico presentato al Festival del Cinema di Monaco nel 2019 e distribuito nei cinema italiani a partire dall'estate 2020. Il regista è Dror Zahavi, israeliano residente a Tel Aviv. 

Il contenuto ci fa riflettere sull'importanza della pace, dell'armonia tra i popoli e del riconoscersi umani anche in un clima di ostilità come quello che, da decenni, investe lo Stato d'Israele, conteso tra israeliani e palestinesi.

La pace, l'ascolto e il rispetto di se stessi e degli altri, uniti ad un'apertura mentale verso i popoli di mentalità diversa dalla nostra, sono stati, lo scorso anno, i temi principali di diverse delle mie lezioni scolastiche.

Approfitto di questo post per inserire sia le informazioni geografiche più importanti a proposito dello Stato d'Israele sia un riassunto della questione ebraico-palestinese.

1. LO STATO D'ISRAELE: ALCUNE CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO

Lo Stato d'Israele (מדינת ישראל) è una Repubblica parlamentare che fa parte del Medio Oriente e si affaccia sul Mar Mediterraneo. Confina a nord con il Libano e la Siria, ad est con la Giordania, a ovest con l'Egitto e a sud confina sia con il Golfo di Aqaba sia con i territori palestinesi, ovvero, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza.


Il territorio israeliano è in buona parte desertico: il deserto del Neghev (נגב) infatti occupa circa il 60% del territorio israeliano ed è delimitato ad occidente dalla Striscia di Gaza.

Nell'area ovest c'è comunque una pianura molto fertile, denominata HaSharon, e qui risiede il 70% della popolazione. I monti della Giudea attraversano tutto il paese.

Il fiume principale è il Giordano che nasce dal monte Hermon, collocato nel deserto del Neghev, popolato da una fauna formata prevalentemente da asini selvatici e stambecchi. 

Le lingue ufficiali sono l'ebraico e l'inglese. L'arabo è una lingua minoritaria e a statuto speciale.

Il clima dello Stato d'Israele si diversifica in base alle zone: sulle coste è caratterizzato da inverni miti ed estati calde e secche, nell'area desertica è sempre molto caldo con una notevole escursione termica tra giorno e notte. La fascia montuosa invece è caratterizzata da inverni abbastanza rigidi (sull'Hermon ci sono pista da sci) ed estati calde e secche.

2. LA QUESTIONE EBRAICO-PALESTINESE:

Premessa= Alla fine dell'Ottocento è nato il Sionismo, movimento che aspirava a creare lo Stato d'Israele in modo tale che potesse diventare una patria per tutti gli ebrei dispersi nel mondo.

Un buon numero di ebrei, per sfuggire alle persecuzioni naziste, poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale si erano rifugiate in Palestina, terra promessa che nella prima metà del secolo scorso apparteneva al Regno Unito.

Tuttavia, i rapporti tra i popoli arabi e gli ebrei erano pessimi, al punto che erano sorte organizzazioni terroristiche contro ebrei e inglesi. Questi ultimi avevano deciso di affidare la Palestina all'ONU, secondo cui sarebbe dovuta essere suddivisa in due parti: una appartenente alle popolazioni di fede islamica e una invece riservata agli ebrei. Oltre a ciò, Gerusalemme, secondo il piano dell'ONU, sarebbe stata "territorio internazionale", enclave dello Stato Arabo. Questa proposta però è stata respinta dai Palestinesi.

Nel maggio 1948 è stata proclamata dal politico sionista Ben Gurion la nascita dello Stato d'Israele, non riconosciuto dagli arabi che già risiedevano in Palestina. 

E' stata questa la causa del primo conflitto arabo-israeliano, concluso con la vittoria degli ebrei che hanno potuto occupare tutta la Palestina. I pochi arabi residenti in Israele godono tuttora di diritti limitati. 

Le popolazioni arabe e gli ebrei non hanno certamente desistito, nei decenni precedenti, dall'assumere comportamenti aggressivi e violenti gli uni nei confronti degli altri: negli anni Sessanta è stata costituita dai Palestinesi l'O.L.P. (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), un'altra associazione terroristica.

Nel 1967, con la guerra dei Sei Giorni, la Cisgiordania è stata occupata da Israele.

Il 6 ottobre 1973 (giorno dello Yom Kippur) è iniziata la guerra del Kippur: truppe egiziane e siriane hanno attaccato lo Stato d'Israele. I militari israeliani di religione ebraica, attraverso una controffensiva, sono giunti a pochi chilometri dal Cairo. Questo conflitto armato è terminato grazie ad un cessate il fuoco negoziato con le Nazioni Unite.

Nel 1978 il monte Sinai è ritornato sotto il dominio egiziano e l'Egitto ha riconosciuto lo Stato d'Israele. 

Nel 1982 lo Stato d'Israele ha invaso il Libano: l'obiettivo era quello di espellere le forze palestinesi che si sono organizzate in un'associazione paramilitare terroristica chiamata Hezbollah.

Nel novembre 1988 Yasser Arafat, capo dell'O.L.P., ha dichiarato indipendente lo Stato della Palestina. Con gli accordi di Oslo del 1993 si è stabilito il ritiro della forze israeliane dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza. 

Ma, due anni dopo, il primo ministro israeliano è stato assassinato da parte di un nazionalista ebreo.

Da decenni i conflitti e gli scontri armati persistono e sembra non ci sia una soluzione.

E quindi cos'è lo Stato della Palestina?

E' un territorio formato dalla Cisgiordania, dalla Striscia di Gaza e  da Gerusalemme Est. A Gaza vivono quasi due milioni di palestinesi di religione musulmana.

La parte orientale di Gerusalemme comprende posti considerati sacri e importanti da tutte e tre le religioni monoteiste: il Monte del Tempio, il Muro Occidentale, la basilica del Santo Sepolcro, la moschea Al-Aqsa. La Palestina la rivendica come capitale ma, di fatto, è governata da Israele.

Vorrei ora rivolgere una domanda soprattutto alla componente agnostica o non credente del blog: Siete sicuri che siano proprio le religioni e i motivi etnico-religiosi a provocare la maggior parte dei conflitti, delle guerre e dei genocidi?

O è questione più che altro interpretazioni erronee del concetto di Dio e di fanatismi religiosi, non di religioni in generale?  

3. TRAMA DEL FILM:

Eduard Sporck, talentuoso musicista direttore d'orchestra, accetta il compito di creare un complesso musicale formato da adolescenti israeliani e palestinesi.

Il tema dei brani di musica classica che i musicisti professionisti dovranno suonare sono inerenti al tema della pace.

Dopo una giornata di selezioni, tra gli ammessi a far parte dell'orchestra di Sporck, spiccano soprattutto quattro personaggi: i due "galletti" delle fazioni opposte, come li chiamo io, ovvero, l'ebreo Ron e la palestinese musulmana Layla, Omar, ragazzo timido e molto portato per il flauto che è amico di infanzia di Layla e Shira, ebrea, appena più grande di Omar e psicologicamente fragile.

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Layla trascorre gran parte delle sue giornate ad esercitarsi con il violino e, prima di aderire all'audizione pre-selettiva di Sporck, si scontra con la famiglia che aspirerebbe ad un matrimonio e non a potenziare le sue abilità musicali. Al contrario, Omar, che suona in una band tutte le settimane per animare i matrimoni, è supportato dal padre che vorrebbe per lui un futuro migliore.

L'audizione si avolge a Tel Aviv ma, per giungervi, Layla e Omar devono riuscire a superare un posto di blocco occupato da militari ebrei che perquisiscono loro strumenti e borse. 

Ron e Shira, ebrei di famiglie benestanti, hanno potuto coltivare serenamente la loro passione per la musica grazie alle condizioni economiche delle loro famiglie. Oltre a ciò, i giovani israeliani che si presentano all'audizione non hanno dovuto affrontare difficoltà né posti di blocco nel raggiungere Tel Aviv, cosa che a Layla fa molta rabbia. 

Per quasi tutto il film Layla lamenta che le ragazze palestinesi come lei godono di molti meno diritti rispetto alle coetanee ebree. Ha le sue ragioni, ma, nonostante ciò, resta la figura più antipatica del film.

Ben presto, Eduard Spork si rende conto che formare un'orchestra sinfonica ben coordinata è un'impresa difficilissima: già nelle prime prove i ragazzi urlano tra loro, in preda alla loro rabbia e ai loro pregiudizi coltivati a causa del clima di aggressività nel quale sono cresciuti.

Soltanto Shira e Omar vanno molto d'accordo e sono attratti l'una dall'altro.

Spork si rende conto che non sanno ascoltarsi, né mentre parlano né mentre suonano: "Layla, secondo te come mai Ron ha suonato con così tanto coinvolgimento e trasporto questa prima parte di sinfonia?" "Non lo so. Lo ha fatto?".

Ammiro questo direttore d'orchestra dal momento che, oltre ad essere un musicista, è anche un educatore: per qualche giorno decide di rinunciare a dirigere le prove orchestrali, raccomandando comunque ai giovani di esercitarsi sei ore al giorno, a favore di alcune lezioni di umanità.

Eduard raduna i ragazzi che dovrebbero far parte dell'orchestra in una stanza divisa da una linea. A destra mette tutti gli ebrei e a sinistra tutti i palestinesi. "Per cinque minuti urlatevi contro e insultatevi". Questa consegna genera un gran caos. Infine, quando li vede sfiniti e intristiti dal loro malessere, invita entrambe le fazioni a sedersi e a raccontare le violenze e le ingiustizie di cui loro, i loro nonni e i loro genitori sono stati vittime: ed è qui che i giovanissimi musicisti iniziano a condividere pezzi di storia, vicende familiari e personali, commuovendosi  e comprendendo che ebrei e palestinesi sono sia vittime sia oppressori.

Poco dopo Eduard li invita a camminare lungo la stanza, consigliando agli aspiranti orchestrali di osservare bene gli uni gli occhi degli altri: "Incrociate i vostri sguardi e salutatevi. Di fronte a voi dovete vedere non un nemico ma una persona."

Dopo questi esercizi la tensione tra ragazzi ebrei e giovani palestinesi sembra allentarsi. Persino Layla inizia a parlare con tono educato e civile alle ragazze ebree, mentre l'affetto tra Shira e Omar si intensifica.

Ma l'impegno di Sporck riuscirà davvero a formare un'orchestra sinfonica in modo tale da sconfiggere l'odio?

Il film non finisce poi così bene. Tuttavia, i suoi personaggi, le sue dinamiche e i suoi contenuti ci permettono di riflettere non soltanto su questioni storiche, etiche e umane ma anche sull'enorme emergenza educativa emersa e divenuta palese, pensate un po' a che cosa sto per scrivere, grazie alla pandemia di Covid-19! 

Non è certo un bene che la scuola italiana in questo anno scolastico appena avviato sia nel caos: alle primarie la situazione è disastrosa data sia l'incredibile carenza di nuove maestre che la mancanza, da parte di molti insegnanti, di un titolo di studio coerente con la professione.  Nelle scuole secondarie i vincitori del concorso straordinario di quest'anno non sono ancora stati tutti nominati (le prove orali le stanno somministrando adesso e nelle prossime settimane) e quindi ne consegue un enorme danno sia per la continuità didattica sia per l'organizzazione dei singoli istituti italiani. 

Sono indignata! Con tutti questi ritardi e con tutta questa precarietà come fanno le maestre e i professori a pensare ad attività e progetti didattico-educativi contro il bullismo, contro l'abuso di fumo e alcolici e a favore di classi più unite e coese in cui gli elementi più diversi si rispettino e si aiutino? Come si fa a coinvolgere bambini e ragazzi in un percorso educativo che renda vive le informazioni scolastiche da apprendere? Come si fa, con questo precariato, a promuovere il lato umano della scuola pubblica e il valore che hanno le relazioni tra allievi e docenti?

Ci pensate mai a quel che dovrebbe essere il bene per i nostri minori?

Questa che ho scritto io è la verità, non ciò che afferma il ministro dall'alto degli scranni del Miur.

E poi mi indigno ancora di più quando penso non solo alla mia attuale instabilità lavorativa ma anche al fatto che, quando mi vengono affidate delle classi, mi impegno con tutta me stessa per programmare lezioni e contenuti: posso lavorare per i miei alunni anche fino alle 22/23 della sera. Per 1300 euro al mese o per qualche centinaio di euro quando ottengo supplenze di 10/15 giorni.

E simili a me sono anche altre insegnanti che non considerano i soldi il motivo principale per cui lavorano, anche se il denaro è fondamentale per la dignità sociale e per poter fare progetti sull'avvenire. 

4. SI TRATTA DI UNA STORIA VERA?

In realtà questo film è liberamente ispirato alla vicenda della fondazione della West-Eastern Divan Orchestra, gruppo sinfonico composto da giovanissimi musicisti israeliani e palestinesi.

I fondatori di questa orchestra sono lo scrittore Edward Wadie Sa'id, statunitense ma di origini palestinesi, e il pianista Daniel Barenboim, dotato di doppia cittadinanza: israeliana e argentina.

Edward e Daniel sono riusciti, alla fine degli anni Novanta, a radunare musicisti professionisti, tutti intorno ai vent'anni, non soltanto per offrire loro l'opportunità di potenziare le competenze della musica classica ma anche per favorire il dialogo e il confronto tra giovani provenienti da Israele, Egitto, Siria e Palestina.

Il nome del complesso orchestrale deriva dal titolo di una raccolta di poesie di Goethe Divan Occidentale-Orientale: quest'opera letteraria può essere vista innanzitutto come la ricerca di un confronto fra Islam e il cristianesimo, fra Occidente e Oriente

Goethe ammirava l'Islam, al punto tale che, in questa raccolta di poemetti, ha scritto: Se Islam significa "sottomissione a Dio",/ tutti noi viviamo e moriamo nell'Islam.

Tra l'altro, alcune poesie del Divan sono state messe in musica da Schubert, Schumann e Strauss.



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