23 marzo 2023

"Welcome": film sul dramma di Bilal, ragazzo iracheno

Welcome è un film francese diretto da Philippe Lioret e uscito nel 2009 per le sale cinematografiche.

Si tratta di un'opera cinematografica in cui alcune storie personali si incrociano, anche se l'indiscusso protagonista è Bilal.

1. BILAL:

E' l'inverno 2008.

Bilal, nato l'8 dicembre 1991, è un curdo iracheno proveniente da Mosul. Ha attraversato, nel giro di molti mesi e come molti altri medio orientali, l'Europa a piedi (4000 km in totale!). 

Il ragazzo vive in un campo profughi a Calais, a nord della Francia.

Ma Bilal non vuole rimanere in Francia per diventare cittadino francese. In realtà il suo scopo è arrivare a Londra dove vive Mina, la sua ragazza, il cui padre però ha già programmato le nozze con un cugino, proprietario di un ristorante.

Una notte Bilal decide di provare a raggiungere il Regno Unito nascondendosi con altri due giovani all'interno di un camion. 

Tuttavia, vengono scoperti dal momento che la polizia francese di Calais è dotata di strumenti che misurano l'aria all'interno dei vagoni di tutti i veicoli.

Bilal fallisce quindi il tentativo ma, per il tribunale, non è legalmente perseguibile in quanto minorenne (ha 17 anni) e in quanto rifugiato.

Poco dopo il ragazzo conosce Simon, un istruttore di nuoto. Con i risparmi che ha decide quindi di prendere lezioni di stile libero da quest'ultimo e di esercitarsi ogni pomeriggio presso gli impianti sportivi in cui lavora Simon, in modo tale da poter attraversare la Manica e raggiungere le coste inglesi a nuoto.

Bilal è ammirevolmente tenace. I suoi occhi, per tutta la durata del film, sono profondi e malinconici ma colmi di determinazione. 

Ha dei progetti ben precisi per il futuro: continuare la sua relazione con Mina e iniziare una carriera di calciatore (buona parte della squadra nazionale di calcio del Regno Unito è formata da giovani di colore, non da britannici).

Vorrei soffermarmi su come per me sono gli occhi dei migranti.

Sono sicuramente occhi che nascondono anime ferite, ferite e sanguinanti come se fossero fatte di pelle e come se un pezzo di vetro avesse tagliato l'epidermide.

Sono anime affaticate da lunghi e faticosissimi viaggi forzati, dal momento che nei loro paesi di origine, dove ci sono dittature feroci, guerre, povertà, baraccopoli, forme di Islam fondamentalista e terroristico, non ci possono più stare. 

Sono anime indubbiamente sradicate che, vita natural durante, si porranno domande spinose sulla propria identità socio-culturale. Pensate ad esempio ad un migrante che viene dalla Siria, che scappa dalla guerra a causa della quale ha perduto casa, documenti, lavoro, amici e familiari. Questo migrante investe tutti i suoi risparmi per raggiungere l'Europa e arriva, miracolosamente e per mano di scafisti con pochi scrupoli, prima in Italia e poi in Germania. In Germania, dove i sistemi di accoglienza e di inclusione per gli immigrati sono molto più organizzati di quelli vergognosi che sono in vigore in Italia e in Francia, quest'uomo apprende la lingua nazionale, viene inserito in progetti formativi di avviamento al lavoro, ricomincia a lavorare, lo assumono a tempo indeterminato. Quel che potrà chiedersi sarà: sono siriano o tedesco? Il mio passato l'ho trascorso in Siria, il mio presente e il mio futuro sono qui in Germania. Chi sono veramente io, che porto dentro di me due culture: la cultura e la tradizione siriana islamica e la cultura tedesca laica e liberal-democratica?

E infine, gli occhi dei migranti sono occhi da emarginati, perché, non solo dalla società francese ma anche dalla società europea, sono tenuti ai margini della società.

Nel caso della Francia del 2008, è doveroso ricordare che, per la legge, i cittadini di nazionalità francese che aiutano oppure ospitano gli immigrati clandestini sono punibili con gli arresti domiciliari.

2. SIMON:

Simon è un cinquantenne che sta attraversando un periodo difficile dal punto di vista familiare: si sta separando da Marion, la moglie che, oltre ad insegnare in una scuola primaria statale, è una volontaria che assiste i clandestini nei campi profughi.

Inizialmente Simon è sospettoso e diffidente nei confronti del ragazzo, ma accetta comunque di dargli lezioni di nuoto libero. 

Quando diviene evidente che Bilal esegue molto bene lo stile libero in vasca, decide di prestargli la sua muta per provare ad esercitarsi in mare.

Un piccolo ma utile dettaglio: sembra quasi che Bilal apprenda benissimo questo stile nel giro di tre lezioni. Non è possibile, nemmeno da giovanissimi. Nemmeno con il miglior istruttore d'Europa. La base per svolgere in modo corretto lo stile libero è la coordinazione degli arti e la respirazione esclusivamente laterale. Io l'ho appreso gradualmente e attraverso passaggi che prevedevano a volte l'uso della tavoletta, con un istruttore molto preparato e molto umano, nel giro di tre mesi, come penso anche altri e alcuni di voi lettori. E credo di doverlo perfezionare ancora.

Ad ogni modo, Simon ospita Bilal nel suo appartamento per qualche notte. 

Per questo viene denunciato dal malizioso vicino di casa che chiama la polizia la quale irrompe a sorpresa nell'appartamento dell'istruttore e, pur non trovando Bilal, uscito presto quella mattina, accusa Simon di "traffico di minori clandestini" e gli impone gli arresti domiciliari.

Vi sembrano azioni e provvedimenti degni di uno stato europeo e democratico? O c'è qualcosa che ricorda il nazismo?

Fanno indignare inoltre le insinuazioni del vicino denunciante: "lei, Simon, ospita quel ragazzo, lo fa dormire a casa sua. Ma chissà in realtà che cosa combina con quel clandestino!".

3. MA DOVE E' ANDATO BILAL QUELLA MATTINA?

E' andato sulle rive di Calais per attraversare la Manica. Non ha niente con sé, soltanto la muta di Simon, la sua abilità di nuotatore e un anello, datogli da Simon, da consegnare a Mina.

Il finale del film è proprio una beffa: quando mancano 800 metri per raggiungere la costa inglese il ragazzo viene avvistato da una nave della guardia costiera. 

Così, per non farsi prendere, Bilal si immerge nelle acque del mare fino a non riuscire più a tornare in superficie.

E a questo punto mi fermo con la recensione. 

Al finale del film mancano ancora dieci minuti. Riuscirà Simon a recuperare il rapporto con la moglie? Chi informa Mina della tragica fine di Bilal?

Consiglio caldamente a tutti voi di reperirlo e di dedicare una sera o un pomeriggio alla visione del film, indipendentemente da: orientamento politico, orientamento religioso e dalla considerazione che avete sui migranti.

4. COMMENTO SUL FILM DEL DIZIONARIO "MORANDINI":

Ve ne riporto una parte. Comunque lo condivido pienamente!

Simon diventa un padre amoroso, deciso a tutto per aiutarlo. E' straordinario il quinto film del parigino Lioret: fluido, coeso, emotivamente coinvolgente. Vicende eccezionali e personaggi insoliti, autenticità nel realismo dei luoghi, ambienti e atmosfere. Non filma: dà vita alle inquadrature. Lindon, da sempre attore sottovalutato, non sbaglia una battuta e un silenzio: altrettanto espressiva è Dana, la moglie che ha deciso di lasciarlo. Trovare un ragazzo che parli curdo e inglese, sappia nuotare e giocare a pallone, era difficile: hanno trovato Firat. In Francia c'è una legge che punisce con l'arresto fino a cinque anni i cittadini che aiutano gli immigrati clandestini. Lioret ne mostra le crudeli e assurde conseguenze senza un briciolo di retorica. In "Panorama" di Berlino 2009 questo film ottenne tre premi, tra cui quello del pubblico.

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5. LE MIE CONSIDERAZIONI INERENTI ALL'ATTUALITA':

Il 26 febbraio 2023 è naufragato un barcone di migranti, tutti provenienti dal Medio Oriente, vicino alle coste di Cutro. Sono morte 88 persone, di cui 28 bambini. 

Il nostro ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, tecnico ma molto vicino alle idee delle destre (altrimenti non starebbe dove sta), ha sempre definito i migranti sopravvissuti ai barconi come "carico residuale" e ha commentato così la tragedia di Cutro: "La disperazione non giustifica dei viaggi che mettono in pericolo i propri figli". 

Naturalmente l'Onorevole Meloni si è trovata d'accordo con queste parole. Quando, alcuni giorni fa, ha incontrato i superstiti al naufragio, effettivamente ha chiesto loro prima di tutto se fossero consapevoli dei rischi che comportano viaggi del genere.

Certo che ne sono consapevoli! Ma, come ho già fatto capire durante la recensione di Welcome, queste persone non hanno altre scelte ed altre alternative. Sinceramente questa mi è sembrata una domanda molto inopportuna. Come è inopportuna l'espressione "carico residuale". Non sono merci, non sono spazzatura! Sono persone con storie, vissuti, drammi, pensieri, bagagli culturali, sentimenti, legami familiari e affettivi ed emozioni.

Poi certo, l'Onorevole Meloni avrà avuto anche quel momento di commozione ascoltando le storie di quei migranti ed è anche vero che, alla fine, ha ringraziato i familiari delle vittime del naufragio di Cutro e i superstiti per le testimonianze che le hanno offerto.

Giorgia Meloni, rispetto ad alcuni anni fa, secondo me si è equilibrata nei toni con cui esprime le sue idee decisamente di destra. La vedo meno aggressiva e meno "urlona" rispetto ad alcuni anni fa. 

Non è "insensibile e incapace", come sostiene Elly Schlein, la brillate avvocatessa degli Lgbt. D'altronde, quest'ultima altro non sa fare se non difendere l'unica comunità che le interessa. 

Non ho cambiato idea rispetto a due settimane fa e non cambio idea per i giudizi pesanti, indelicati, polemici e rabbiosi che qualcuno (che ho segnalato ai gestori della piattaforma Blogger e bloccato virtualmente sotto tutti gli aspetti) ha scritto recentemente su questo blog, qualcuno che per anni è stato vicino alla mia famiglia e per anni non ha avuto altro che ospitalità e gentilezza.

L'Onorevole Schlein per me è deficiente nel senso etimologico della parola: de-ficio, "io manco di". 

E' la nuova leader del PD ma manca di soluzioni concrete ed è contagiata di populismo, proprio come il M5S: la Schlein enuncia i problemi, parla per slogan, critica molto pesantemente Fratelli d'Italia e la presidente Meloni ma... che soluzioni pratiche e concrete propone per costruire un'alternativa alla destra di Lega e Fratelli d'Italia? Pensa di risolvere i problemi degli italiani con le manifestazioni i sabati pomeriggio e le critiche pesanti? Le solite frasi retoriche poco utili a risolvere problemi quali il lavoro precario, lo sfruttamento, l'inquinamento?

La signora Giorgia Meloni non è cattiva, è semplicemente una donna che sta facendo la destra politica. Ed è quel che deve fare: è conservatrice, è nazionalista, è diffidente nei confronti di stranieri e migranti, favorirà sicuramente di più i privati e i lavoratori a partita Iva durante questi anni di governo. 

Perché, a mio avviso, lei e i componenti di Fratelli d'Italia, potranno dormire sonni tranquilli fino al 2027, tanto al PD di estrema sinistra e ultra-progressista nei diritti civili non interessa confrontarsi e discutere con le destre. 

Per il PD di Elly Schlein il nemico principale non è la destra, l'avversario da odiare nel profondo è un partito centro-sinistra: Azione di Carlo Calenda, l'unico, se vogliamo ben dire, che con i suoi deputati fa un'opposizione equilibrata e costruttiva. L'unico che spesso propone soluzioni fattibili e pratiche ai problemi sociali di questo paese.

Le idee di Fratelli d'Italia non rappresentano sicuramente la mia idea di politica, visto che sono di visione più liberal-popolare. 

D'altra parte vengo da una famiglia cattolica da sempre di idee centriste o al massimo di centro-sinistra. 

Per parte materna si sono votati il Partito Popolare di Don Sturzo, la DC per decenni e l'Ulivo (antenato di un PD che sarebbe dovuto mantenersi riformista, popolare e di ispirazione demo-cristiana!).

Per parte paterna... il bisnonno paterno era un socialista. I nonni paterni sono sempre stati per la DC. Mio papà da giovanissimo ammirava i movimenti di estrema sinistra come Lotta Continua (l'ho scoperto attraverso i suoi diari). Poi si è dato una calmata e ha dato il voto prima all'Ulivo e poi al PD. 

Ricapitolando per avviarmi verso la conclusione del seguente post: Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Roberto Calderoli fanno la destra con idee talvolta di destra radicale. Giustamente, anche se condivido poco di quel che esprimono.

Dall'altro lato c'è la sinistra estrema di PD- M5S e il centro/centro-sinistra di Calenda-Renzi-Carfagna-Marattin.

E la Chiesa, nel nostro tempo, che ruolo vuole avere? Quali soluzioni vuole ideare e proporre per un mondo pieno di problemi? Come può indirizzare i giovani e le generazioni future tra populismi, destre abbastanza radicali e ignoranza?

La Chiesa e i religiosi devono accontentarsi di un ruolo marginale? Devono proporre soltanto adorazioni eucaristiche e momenti di preghiera oppure devono prendere coscienza che, trasmettendo la persona di Cristo, è possibile allargare il suo messaggio anche oltre la pratica religiosa?

Aiutare i giovani a soffermarsi non soltanto su Bibbia e preghiere, ma anche a riflettere e a dialogare su questioni di geo-politica, su come dovrebbe essere fatta la politica, su quali legami esistono tra gli autori (anche autori non credenti), le loro opere e la fede. 

Ci vuole cultura, cultura, cultura! Che mai male non fa! Anzi... rende più liberi e più consapevoli!

Ecco ciò che dovrebbe fare la Chiesa per riscattarsi dall'impietoso giudizio della società di massa sur-moderna che dice: "Siete anacronistici! Siete retrògradi! Questa società secolarizzata non ha bisogno del vostro moralismo! Meno male che vi state estinguendo!"

Lasciatemi dire che, in Italia, ci sarebbe un estremo bisogno di educazione, sia ai giovani sia agli adulti, alla geo-politica, alla socio-politica e alla spiritualità nelle letterature. 

In Italia, chi si preoccupa di fare un'educazione geo e socio-politica sono solo il movimento laico "Liberi Oltre Le Illusioni" e la "Fondazione Toniolo", che appoggia le dottrine del cristianesimo sociale. Non sono sufficienti! Io sono simpatizzante dell'una e aderente all'altra.

Buone riflessioni!

! Prossimi post !

Nei prossimi due post, gli ultimi due di questo mese, Zerocalcare e i suoi lavori fumettistici avranno rilevanza.

30 marzo: post scritto da me sulla Profezia dell'Armadillo e sulla serie, coordinata da Zerocalcare, intitolata Strappare lungo i bordi.

31 marzo: post con alcune inserzioni di Matthias su due opere di questo fumettista che illustrano alcune situazioni etniche e geografiche del Medio-Oriente: Kobane Calling e No Sleep 'Till Shengal


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