"Per non diventare cattivi servono risposte collettive ai problemi."
(Zerocalcare)
Io e Matthias abbiamo visto questa serie alcuni mesi fa.
Tuttavia per me l'autore, con la sua buona dose di acume, è "Zerocalcare", mentre per Matthias è più facile chiamarlo con il suo vero nome all'anagrafe.
Gli apporti di Matthias sono evidenziati in rosso.
Questo mondo non mi renderà cattivo è una serie animata di Michele Rech uscita su Netflix il 9 giugno 2023. Si tratta di una serie composta da sei episodi della durata di mezz'ora ciascuno.
TEMI E CONTENUTI:
In un quartiere di Roma Est viene aperto un centro di accoglienza per profughi e questo fatto crea conflitti tra "neo-fascisti" di estrema destra, che vorrebbero la chiusura del centro, e gli anti-fascisti, come Michele, favorevoli invece all'inclusione sociale dei migranti di altre culture.
Gli estremisti di destra appendono nei pressi del centro di accoglienza manifesti aggressivi nei quali a caratteri cubitali c'è scritto: "No alla sostituzione etnica".
Tra i personaggi di questa seconda serie spicca la figura di Cesare, vecchia conoscenza di Zerocalcare, detto "il Gigante del quartiere": è molto robusto e il suo sguardo è buio e frustrato e a mio avviso è tale soprattutto dopo aver sperimentato un periodo in carcere dal momento che, quando era giovanissimo, è stato coinvolto nel traffico di droga.
Se emotivamente mi ha coinvolto di più Strappare lungo i bordi, mentalmente ho apprezzato molto questa serie animata che parla del disagio giovanile nelle periferie, soprattutto in quelle delle città italiane più grandi e si concentra molto sul problema del razzismo.
Ma è un razzismo che non consiste tanto nell'odio verso un'etnia, bensì nell'astio e nel sensi di frustrazione per mancate scelte economiche e politiche che invece si sarebbero dovute intraprendere al fine di attivare un serio programma di integrazione con conseguente inserimento civile e sociale dei profughi.
Io ho apprezzato molto la comprensione che Zerocalcare dimostra nei confronti di Cesare, il classico "borgataro romano" che non ha avuto né gioie, né soddisfazioni né aiuti nella vita. Oltretutto è molto importante il fatto che il creatore di questa serie animata metta in evidenza altri temi di drammatica attualità come lo spaccio e il consumo di droga e gli scontri, fatti anche di violenza fisica, tra cittadini di diverse parti politiche o di idee diverse. Gli italiani risultano divisi tra loro, non sono soltanto eterogenei.
A me invece sembra che Michele Rech abbia banalizzato, magari senza volerlo, gli altri fascisti che appartengono allo stesso gruppo di Cesare: prima di tutto perché non ha approfondito le loro storie e poi perché qualche volta li definisce "massa di str...". Quindi si dimostra comprensivo ed empatico soltanto con Cesare, suo ex compagno di scuola.
Sì ma... se avesse spaziato nei vissuti degli altri "destroidi" questa serie sarebbe probabilmente venuta lunga il quadruplo del film Novecento di Bertolucci, tra l'altro citato nel corso della serie!
UN RIFERIMENTO MITOLOGICO:
In uno dei primi episodi della serie c'è un riferimento al mito di Orfeo ed Euridice.
Credo che molti di voi lo conoscano: Orfeo convince gli dei degli Inferi a restituirgli Euridice a patto che non si volti mai indietro. Tuttavia Orfeo non riesce a non voltarsi quando, tenendo per mano la moglie, si incammina verso la luce.
Credo proprio che Zerocalcare interpreti questo mito come una storia di incomunicabilità, come un racconto antico il cui tema principale è la diversità di intenzioni che dominano i rapporti umani, e in effetti, mentre Orfeo non vede l'ora di voltarsi, Euridice cammina con passo pesante, come se non volesse uscire dall'Ade.
A questo proposito ricordo una conferenza accademica, svoltasi nel lontano maggio 2015 per gli studenti universitari delle facoltà umanistiche, in cui un docente universitario interpretava così quel "passo pesante" della moglie defunta di Orfeo: dal momento che quest'ultimo ha percepito la natura del passo di Euridice, ha preferito voltarsi e lasciarla andare, avendo intuito in qualche modo di "dover accettare la morte della moglie".
Un paragrafo a parte merita la figura di Sara, il "faro" e la "coscienza morale" di Zero.
SARA:
Quell'istituto scolastico in cui Sara va ad insegnare rischia però di chiudere a causa dei pochi alunni, delle poche iscrizioni e della mancanza di adeguati servizi di trasporto, non certamente per via del centro di accoglienza situato vicino, come sostengono invece gli estremisti anti-accoglienza. Questo fa scoppiare una polemica giornalistica.
Sara non sarebbe favorevole alla soppressione del centro di accoglienza, eppure, davanti ai giornalisti e alle loro telecamere, dichiara che "è meglio chiuderlo per il bene e il futuro della scuola". Ma lo afferma dal momento che non vuole perdere il lavoro che finalmente ha l'occasione di fare.
Tuttavia, l'affermazione che lei fa di fronte ai cronisti sconcerta Zero il quale, quando va a trovarla per chiederle spiegazioni, viene inondato dalle frustrazioni e dalle arrabbiature di un'adulta che ha avuto una carriera lavorativa deludente e assolutamente distante dalle aspettative che coltivava fino a 10 anni prima.
Ecco lo sfogo (un pugno nello stomaco), rigorosamente in romanesco:
Ditemi voi se uno Stato veramente civile europeo può permettere che una persona talentuosa e molto dotata si senta così!!! 🤬
Se da un lato è molto difficile dare a Zerocalcare una medaglia d'oro per ottimismo, dall'altro però ammetto che nel 2023 ho compreso sulla mia pelle cosa significa metaforicamente l'espressione "Strappare lungo i bordi". Anch'io sono partita da un ideale, da un'aspirazione, da un progetto bello chiaro per poi riconoscermi ben disposta e senza rimpianti verso altri tipi di carriera senza sentirmi "congelata" nella quotidianità, anzi... tutt'altro che quello. Se nemmeno io nella vita sto "strappando lungo i bordi", ecco, questo è dovuto ad una serie di circostanze e ad incontri con persone che, in questo ultimo anno e mezzo, hanno avuto un impatto. E sapete che vi dico, con tutta onestà? Sono contenta di aver iniziato a fare un lavoro che non rispecchia affatto le aspettative di familiari e conoscenti, ma che mi fa stare bene.
Le nostre scelte di vita più importanti sono dovute anche a relazioni, a circostanze favorevoli o meno, a bastonate psicologiche o a gratificazioni piacevoli se non addirittura memorabili e quindi non dipendono solo dalla forza di volontà.
Chiuderà il centro di accoglienza del quartiere?
Se avete un account Netflix non vi resta che scoprirlo!
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