2 febbraio 2024

La chiesa dei "Santi Nazaro e Celso" a Verona e la cappella di San Biagio:

Ho appena aperto la pagina delle statistiche e per la giornata di oggi sto vedendo una grande affluenza di lettori che stanno ripescando addirittura alcune mie recensioni pubblicate 1, 2, 4 o 7 anni fa (che soddisfazione per me poter essere ancora di impatto dopo anni che coltivo l'attività!). Considerato ciò faccio uscire adesso i post che erano stati invece programmati per domani. 

La chiesa dei Santi Nazaro e Celso si trova nel quartiere di Veronetta in Via Muro Padri, poco distante da Porta Vescovo.

 A) CENNI SULLA FACCIATA:

Il recinto esterno ellittico con portale è stato fatto aggiungere dall'architetto Antonio Saletti nel 1688. Sulle colonne sono stati posti i sudari detti “i ninsoi (=dal veronese all'italiano "lenzuola") dei frati”.



La facciata è di aspetto tardo gotico con pinnacoli. La base è in pietra ma la costruzione risulta prevalentemente in cotto. Il rosone ha contorni rinascimentali. 

Il portale, sormontato da un arco a sesto acuto, è affiancato da colonne con capitelli corinzi.



L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate delineate da file di pilastri e da archi a tutto sesto.

Le navate sono coperte da volte a crociera.



B) IL PRESBITERIO- SPIEGAZIONE SINTETICA:


Il presbiterio viene introdotto da una croce trilobata appesa che scende dal soffitto, risalente al XIV°secolo.

I dipinti di Paolo Farinati presenti nella zona dell'altare risalgono al periodo compreso tra il 1555 e il 1575 ed illustrano le agiografie dei Santi Nazaro e Celso.

Sul fondo di quest'area è presente un affresco che raffigura i santi Celso e Nazaro, martirizzati entrambi nel 76 d.C., in gloria con l’Eterno e gli angeli musicanti.


C) LA CAPPELLA DI SAN BIAGIO:


Questa cappella ospita le reliquie di San Biagio, vescovo di Sebaste (Palestina), donate poco dopo la terza crociata dal cavaliere tedesco Bonifacio all’allora abate di San Nazaro.

La Cappella, edificata tra il 1487 e il 1499, è interamente decorata da affreschi di diverse personalità artistiche: tra queste Gian Maria Falconetto e i fratelli Morone.


L'abside poligonale presenta una pala di Francesco Bonsignori, datata 1519, nella quale sono stati rappresentati la Madonna con il Bambino e, ai lati, Santa Giuliana, San Biagio e San Sebastiano.


A lato dell’altare si trovano affreschi di Bartolomeo Montagna relativi alla vita di San Biagio, in particolare, la tortura inflittagli con un pettine utilizzato per togliere il pelo delle pecore e poi la decapitazione.




I dipinti della cupola di questa cappella sono così strutturati:

Nell’oculo centrale è rappresentato l’Eterno. Nella seconda raggiera vi sono invece dodici angeli con i simboli della Passione, mentre nella terza sono stati raffigurati i profeti.

La calotta della cupola è affrescata dalle figure dei dodici apostoli.

Agli angoli della cupola sono raffigurati i 4 evangelisti: tra questi, San Luca nell’atto di dipingere una Madonna.




Approfitto per segnalarvi altre due realizzazioni pittoriche molto belle all'interno di quest'area:


-La figura di San Biagio che tiene in mano la chiesa dei Santi Nazaro e Celso secondo quel che sarebbe dovuto essere il progetto originario.


-Un'Annunciazione (che a me piace moltissimo) di Paolo Morando risalente al 1509 o 151o: le pieghe delle vesti della Madonna e anche quelle delle vesti dell'angelo appaiono molto realistiche e il paesaggio collinare, lontano dal primo piano, è "tinto d'azzurro", cioè proprio secondo le regole della buona prospettiva espresse da Leonardo da Vinci.


Vi sono due cappelline laterali racchiuse in questo spazio:


-Una cappellina che contiene un trittico di Mocetto nel quale sono dipinti la Madonna con il Bambino, Santa Giuliana e San Benedetto.


-La Cappella del Gaio ha un soffitto ottocentesco. 


Tuttavia, al suo interno ci sono tre dipinti di Palma il Giovane relativi all’infanzia di Gesù: la Natività, la Presentazione al Tempio e la Circoncisione.




D) "LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO", BERNARDINO D'INDIA:


E' un dipinto che si trova nella navata laterale destra, al di sopra di un altare.

Indubbiamente si tratta di un'opera caratterizzata da dramma e dinamismo e dunque per questo la si ritiene vicina al Manierismo del Tardo Cinquecento.



Dal momento che il 25 gennaio si ricorda, nella liturgia cristiana, l'episodio della Conversione di San Paolo, vi proporrei una breve riflessione su questo dipinto:

-Per quale motivo l'artista ha dipinto di bianco il cavallo al centro della composizione? Quale simbologia può avere questo colore per voi nell'arte sacra?

-Lo sguardo di Saulo (=in seguito Paolo) è rivolto verso il Cielo. Quali stati d'animo potrebbe provare scorgendo quello squarcio giallo-oro aperto nel cielo?



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