15 maggio 2024

"PERFECT DAYS": FILM DI INCONTRI E RELAZIONI:

Dedico volentieri la recensione a due cervelli di questo film a tutti coloro che svolgono lavori di pulizie oltre che di sistemazione di rifiuti: le loro mansioni sono preziosissime e fondamentali.

Perfect Days è un film candidato all'Oscar 2024.

Lo scorso anno ha vinto il Festival di Cannes.

1.TRAMA: 

Tokyo, 2023.

Il protagonista di questo film è Hirayama, un uomo di mezz'età che lavora come addetto alle pulizie dei bagni pubblici cittadini. Svolge molto bene e con meticolosità il suo lavoro. Le sue giornate seguono una precisa routine: si sveglia prima dell'alba, si lava, indossa la divisa da lavoro e percorre ogni giorno la tangenziale che lo porta in una determinata zona in cui è tenuto a lavorare.

Nei primi tre quarti d'ora mi è sembrato un film abbastanza scialbo dal momento che i dialoghi sono davvero molto rari e Hirayama sembra un protagonista muto. Oltre a ciò, in questo lasso di tempo, la cinepresa ci fa vedere soltanto i momenti in cui l'uomo compie con regolarità le solite azioni.

Nella seconda metà, a mio avviso, questo film si riscatta meravigliosamente: compare qualche personaggio interessante come ad esempio la ricca sorella del protagonista, la sveglia e simpatica nipote Nikko e la libraia con la quale Hirayama fa brevi conversazioni sui classici giapponesi.

Takashi, il giovane collega di Hirayama, ragazzo vivace, allegro ed estroverso, rappresenta l'unica nota comica e leggera del film.

Negli ultimi 70 minuti del film si mettono maggiormente in evidenza gli interessi che Hirayama coltiva nelle ore in cui non lavora: legge, coltiva piccole piante, scatta fotografie di alberi e parchi, si reca piuttosto spesso al bar del suo quartiere.

Tra i brani della colonna sonora c'è anche La casa del sole dei Los Marcellos Ferial.

2.LE RELAZIONI E GLI INCONTRI:

Prima delle considerazioni di Matthias mi piacerebbe mettere in luce, con il seguente paragrafo, le persone che Hirayama incontra nel corso della narrazione del film.

-Takashi sente il bisogno di valutare da uno a dieci tutte le esperienze che fa. Ad ogni modo, il giovane considera Hirayama "il suo collega mentore".

-Una giovane madre che non ringrazia Hirayama quando quest'ultimo fa uscire il figlio di pochi anni da un bagno e lo tiene per mano in attesa che lei arrivi e lo ritrovi. Anzi, la signora passa una salvietta sulle mani del figlio, come se Hirayama non fosse altro che un essere immondo.

-Un senzatetto che sembra avere delle visioni e abbraccia i tronchi degli alberi di un parco.

-La nipote Nikko, adolescente che ammira la semplicità dello stile di vita dello zio materno e che si rifugia da lui per alcuni giorni. Nikko ha fame di futuro e di esperienza. Durante una pedalata, la ragazza propone allo zio di allungare il giro in bicicletta in modo tale da poter raggiungere il parco pubblico che a lei piace molto. Ma Hirayama le suggerisce di rimandare in un'altra occasione, dicendole una frase apparentemente banale: "Lo faremo un'altra volta. Un'altra volta è un'altra volta, adesso è adesso".

Hirayama è una persona che svolge un lavoro umile a causa del quale, secondo molte persone che usufruiscono delle toilette pubbliche, non è degno nemmeno di un saluto. 

Eppure il protagonista del film tratta chiunque con rispetto e si dimostra sia capace di ascoltare sia in grado di apprezzare le piccole cose di ogni giorno.

HIRAYAMA:

Io non dividerei il film in due parti.

Sembra che Hirayama viva in un mondo analogico e la nipote si accorge di questo: "Zio, tu vivi in un mondo diverso da quello di mamma"

Per Hirayama "nel mondo ci sono diversi mondi". Per questo l'umanità è ricchezza.

Perfect Days è un film sul "non esplicitato": gli occhi di Hirayama, personaggio principale con problematiche relazionali, comunicano le emozioni che prova, soprattutto nell'episodio in cui, una sera, incontra la sorella che viene a prendere la figlia. 

Le battute della benestante madre di Nikko, in lacrime quando rivede il fratello dopo molto tempo, consistono in queste poche frasi:

"Papà sta molto male. Andrai a trovarlo qualche volta? Non è più come un tempo. So che adesso pulisci i bagni".

Hirayama appare molto triste durante l'incontro con la sorella, dal momento che riapre ferite interiori mai del tutto guarite. 

In questo momento del film ho ipotizzato qualcosa a proposito del suo passato: Hirayama ha avuto un padre autoritario che nutriva numerose ed alte aspettative su un figlio maschio fragile e ipersensibile. E così, il nostro addetto alle pulizie, da ragazzo ha rotto i legami familiari per svolgere con scrupolo un lavoro modesto e per vivere ogni frammento di vita quotidiana. Infatti i suoi occhi sorridono quando il sole tramonta.

Apprezzo molto i film sul "non esplicitato" e con pochi dialoghi: i registi che creano questi capolavori non considerano idioti gli spettatori e confidano nella loro capacità di intuire il non detto e il non raccontato.

Non è un film monotono. Ho notato che le giornate di Hirayama non sono tutte uguali. Ad esempio, nel suo giorno libero di lavoro, si alza più tardi e si muove prevalentemente in bicicletta.

IL FINALE:

Negli ultimi minuti del film la cinepresa insiste sugli occhi commossi di Hirayama mentre guida il suo furgoncino. Perché sembra che pianga, nonostante il sorriso sulle labbra? 

Forse, con quest'ultima inquadratura prolungata, il regista ha voluto sottolineare che quest'uomo, probabilmente allontanatosi in modo drammatico dalla famiglia di origine, ha scelto il suo stile di vita consapevolmente: il lavoro che svolge gli dà infatti la possibilità di coltivare i suoi interessi e di dare valore, ogni giorno, al rispetto per gli altri e per la natura.


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