2 febbraio 2017

Gli orrori del nazismo:


Da pochissimo è passata la giornata della memoria. Io stessa su questo blog ho cercato di valorizzare il settataduesimo anniversario del giorno in cui alcuni soldati sovietici aprirono i cancelli di Auschwitz e, nel liberare coloro che vi erano internati, scoprirono gli orrori hitleriani.
Si deve continuare a ricordare il 27 gennaio 1945. Bisogna educare le nuove generazioni (intendo i ragazzini di 11-12 anni) a rispettare le differenze culturali e religiose, che sono la forza e la bellezza di questo mondo. Bisogna stimolarli a riflettere sull'odio razziale che nel secolo scorso ha prodotto guerre, violenze e stermini di massa.
Ero in prima media. Ricordo bene che, nella mattina del 27 gennaio, la nostra insegnante di scienze motorie (grande donna molto autorevole!) aveva fatto, di fronte a circa 60 alunni tutti raggruppati in un'aula, una bella riflessione sul genocidio ebraico. Dopodiché ci aveva imposto un minuto di silenzio. Alla fine di questo, aveva detto: "E' molto lungo un minuto trascorso da fermi, senza dire una parola. Ma in questo minuto si pensa e intanto immaginiamo le sofferenze delle vittime della shoah nei campi di concentramento e nelle camere a gas".
Era riuscita a farci stare in perfetto silenzio! Incredibile!

Qui presento brevemente altri due film che, a mio avviso, delineano molto bene il clima di terrore della Germania nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

A) LETTERE DA BERLINO:

E' un film molto recente. I protagonisti sono due coniugi, Anna e Otto Quangel. Otto è un capo officina, professione che gli permette di vivere dignitosamente in un semplice e piccolo appartamento di Berlino. E' il 1940, anno in cui gli eserciti di Hitler dichiarano guerra sia alla Francia sia al Regno Unito con la speranza di iniziare a realizzare il sogno di conquistare il mondo.
I due coniugi, distrutti dal dolore a causa di una lettera che annuncia loro la morte in battaglia del figlio Hans, decidono di diffondere per tutta la città delle cartoline che criticano aspramente il nazismo e che inneggiano alla libertà di stampa, di parola e di pensiero.
L'idea è di Otto, ma Anna diviene presto la sua fedele complice.
Per circa tre anni riescono a portare avanti questo coraggioso atto di ribellione. Fino al momento in cui vengono arrestati dai membri della Gestapo, processati e infine giustiziati.
Una domanda che, almeno a me, è sorta spontanea: "I nazisti volevano fermamente realizzare il loro desiderio di conquista del mondo. Dunque, se a causa della loro perversa brama di potere erano così impegnati in politica estera, perché dovevano trovare anche il tempo di cercare l'autore di piccole cartoline contenenti messaggi di rivolta contro la loro dittatura?"
Facile! Alfieri docet. Vittorio Alfieri, aristocratico piemontese vissuto nella seconda metà del Settecento, oltre a scrivere un'autobiografia, diverse tragedie e alcuni sonetti, ci ha lasciato un trattato interessante intitolato: "Della tirannide". Nella prima parte, l'autore afferma che un governo autoritario e dispotico genera certamente paura nel popolo sottomesso ma anche nell'animo del tiranno stesso, il quale, nell'imporre il suo potere con la violenza, teme continuamente delle congiure e delle ribellioni. Per questo la delazione, in uno stato retto da una dittatura, diviene addirittura un dovere civico. Devo però precisare che Alfieri non è mai stato un pensatore politico: in quel trattato c'è infatti tutta una simbologia che paragona il tiranno al male nel mondo e la tirannide a tutto ciò che accende l'angoscia di vivere nell'uomo.

Significative a mio avviso sono state le frasi che Otto aveva scritto nella prima cartolina: "Madre, Hitler ha ucciso mio figlio. Madre, egli ucciderà anche il tuo!"
In queste due esclamazioni sta il senso del suo progetto: un padre che ha perduto il suo unico figlio in guerra sente un gran vuoto dentro di sé e un'enorme delusione verso il governo del suo paese. La sua vita è divenuta insignificante e insapore, al punto tale che egli mette in atto un'intelligente strategia di rivolta, anche se sa che prima o poi questa strategia lo porterà alla morte.

Vi lascio il trailer. Se vi ispira, forse su Torrent c'è già il file scaricabile ma non ne sono sicura:



B) LA ROSA BIANCA:
Sophie Scholl a 20  anni

Probabilmente molti di voi lo conoscono già o comunque lo hanno visto una volta.
Anche questo film è ambientato nella Germania nazista.
I protagonisti sono tre giovani, ovvero, i fratelli Sophie e Hans Scholl e il loro amico Christoph Probst. Sono membri della "Rosa Bianca", organizzazione di studenti cristiani che cercavano di contrastare con la non violenza il regime nazista. L'associazione morì all'inizio del 1943, quando tutti i suoi membri vennero arrestati e decapitati.
I tre ragazzi, studenti universitari a Monaco, decidono di distribuire dei volantini anti-nazisti in ambiente accademico, ma vengono immediatamente arrestati mentre li lanciano da un balcone.
La maggior parte della pellicola narra i loro ultimi giorni di vita, ovvero, il breve periodo trascorso in carcere, gli interrogatori della polizia, il processo e l'esecuzione.
Il film si concentra però soprattutto sulla ragazza, Sophie Magdalena Scholl.
Sophie studiava Lettere all'università di Monaco. Aveva soltanto 21 anni quando è stata ghigliottinata.

Vi metto la scena del processo perché vale proprio la pena che la vediate/rivediate.
Il giudice è un convinto nazista.


Come dicevo sopra, il giudice chiamato a decidere la tragica sorte dei tre giovani è un convinto nazista. E' indemoniato: urla, sbraita e talvolta non permette alla ragazza di finire le frasi, umiliandola anche con ingiuste parole di rimprovero.
Notate un particolare puramente tecnico (da quando seguo il corso di storia del cinema all'università  sto attenta anche a cose di questo genere): la ragazza è nitidamente inquadrata in primo piano dalla cinepresa. Gli ufficiali presenti al processo che stanno dietro di lei invece sono sfuocati. Questo perché il regista vuole mettere ben in evidenza la profondità morale della protagonista e i valori nei quali lei ha sempre creduto: la pace, il rispetto tra i popoli, la misericordia di Dio.
Lei, Sophie, è una giovanissima ragazza che in quel momento difende le sue idee in un tribunale, mentre alle sue spalle stanno degli ufficiali tutti conformati all'ideologia hitleriana, incapaci di senso critico.
Abbastanza straziante è poi il punto in cui i genitori dei due ragazzi entrano in aula per poter difendere i loro figli ma vengono respinti sia dal magistrato sia dai soldati che li trascinano fuori.

"Senza Hitler e il suo partito avremmo ancora giustizia e ordine. Hitler ci ha trascinato in una guerra sanguinaria dove ogni singola vittima muore invano. (...) Io seguo la mia coscienza. Sono rimasta sconvolta quando ho scoperto che i nazionalsocialisti uccidono i bambini ritardati con il gas e con il veleno!  In nessuna circostanza ci si può arrogare il diritto di un giudizio che spetta soltanto a Nostro Signore. Nessuno sa cosa accade nell'anima di un ritardato, come nessuno sa quanta saggezza può derivare dalla sofferenza. Ogni singola vita è preziosa." 

(Sophie Scholl durante un interrogatorio)


Programma del blog da qui fino alla fine dell'inverno:

Ho dato due esami la settimana scorsa e ho ottenuto voti molto alti che mi mantengono la media maggiore del 27. Ne porto altri due nei prossimi giorni e poi, a partire dal 16 febbraio, pubblicherò un articolo dedicato alle vittime di mafia, la recensione del film "Wild" e l'intrigante questione della figura del bambino nel cinema.
In occasione del giorno 8 marzo, scriverò di Euripide, tragediografo greco che aveva inserito come protagoniste delle sue opere delle figure femminili forti, determinate e passionali.




2 commenti:

  1. Capito qui seguendo il filo della Pasqua e... scopro il tuo interessante blog. Tornerò, ciao.

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  2. Grazie! Sono contenta che lo trovi interessante :-)

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