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4 luglio 2025

La transizione demografica e le migrazioni nel corso della storia:

13) POPOLAZIONE E MIGRAZIONI

Una panoramica esaustiva sulla transizione demografica e sulle dinamiche migratorie degli ultimi cento cinquant'anni

Gli otto miliardi di persone che vivono nel mondo sono distribuiti in modo disomogeneo sulla superficie del nostro pianeta.

Cina ed India costituiscono, da sole, il 37% della popolazione mondiale.

Il 54% della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che questa percentuale salirà intorno al 67% entro il 2050.

Questo indubbiamente comporterà conseguenze dal punto di vista non soltanto ecologico ma anche della redistribuzione delle risorse alimentari e idriche.

A) LA DENSITA' DELLA POPOLAZIONE:

Con il termine densità si fa riferimento alla pressione esercitata dalla popolazione su un determinato territorio.

La densità demografica può essere aritmetica nel caso in cui si tenga presente il rapporto tra la superficie di un'area e il numero dei suoi abitanti, fisiologica se si considerano invece solo le terre produttive e il numero dei loro abitanti.

B) TASSI DI NATALITÀ E DI MORTALITÀ:

Il tasso di natalità considera il numero annuo di nati vivi ogni mille abitanti, quello di mortalità invece il numero annuo di morti ogni mille abitanti.

Molti paesi dell'Africa sub-sahariana hanno entrambi i tassi molto elevati a causa di fattori di tipo religioso e culturale, di guerre civili, di scarse condizioni igienico-sanitarie, di malattie.

L'indice di mortalità di un paese dipende sia dall'età media della popolazione sia dalla speranza di vita, che possono variare molto a seconda delle zone geografiche.

In particolare, il tasso di mortalità infantile è un importante indicatore della qualità della vita delle persone.

C) LE TRE PIRAMIDI:

La piramide delle età mostra la composizione di una popolazione suddivisa per genere e per classi d'età di cinque anni ciascuna.

L'asse orizzontale indica la percentuale con la quale ciascuna classe di età contribuisce al totale di una popolazione.

Qui riporto tre esempi:

C1) POPOLAZIONE IN FORTE CRESCITA:

Questa era la situazione delle Filippine nel 2021.

Notate l'ampia base riferita all'alta natalità e all'elevato numero di giovani.

Nelle Filippine, gli anziani sono decisamente pochi!

C2) POPOLAZIONE A LENTA CRESCITA:

In Australia le nascite sono in calo e in effetti la base è più ristretta. 

Anche in questo caso, pochi risultano gli anziani , in particolar modo, gli over 80, ma larghe sono le fasce dei giovani-adulti e degli adulti:


C3) POPOLAZIONI IN DECLINO:

L'Italia è l'esempio più idoneo per questa situazione.

I nuovi nati sono pochi, i giovani risultano pochi. Si vede un allargamento per quel che concerne le fasce dai 40 ai 65 anni:


A questo punto ritengo fondamentale enunciare il concetto di "tasso di crescita naturale della popolazione": il tasso è positivo quando in una popolazione il numero delle nascite supera il numero delle morti, nullo quando il numero delle nascite risulta uguale a quello delle morti, negativo quando il tasso di mortalità è superiore a quello di natalità.

D) LE FASI DELLA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA:

La transizione demografica indica in quale modalità cambia il tasso di crescita naturale di una popolazione in relazione ai cambiamenti sociali, determinati dai progressi della medicina e dall'industrializzazione. 

Tuttavia, ha l'enorme limite di ignorare deliberatamente l'apporto delle migrazioni e dunque è solo una parziale rappresentazione dei cambiamenti demografici.

Le fasi della transizione demografica sono quattro:

1) Prima della metà del Settecento la speranza di vita, in qualsiasi parte del mondo, era bassa a causa dell'alta natalità e dell'alta mortalità.

2) In Europa, dal 1750 fino al 1880 circa, il tasso di mortalità risultava in calo e questo era dovuto alla crescente urbanizzazione, ai progressi medici e scientifici e alla diffusione dell'acqua corrente.

3) Dal 1880 fino agli anni '70 del secolo scorso, nel continente europeo la natalità ha conosciuto una significativa diminuzione. La mortalità si è ulteriormente abbassata.

4) Dal 1970 circa ad oggi, nel Vecchio Continente natalità, mortalità e crescita naturale risultano decisamente bassi a causa dell'aumento degli standard di vita.

E) LE MIGRAZIONI E IL TRANS-NAZIONALISMO:

Questo è l'ultimo paragrafo del post, nel quale fornisco una sintetica panoramica relativa all'andamento demografico.

Premetto che, se per buona parte del XX° secolo, molti migranti provenivano dall'Africa, dall'Asia o dall'America Latina, oggi invece avviene non soltanto dall'Africa sub-sahariana all'Europa ma anche dall'America Latina al Messico, stato che attira manodopera.

Le migrazioni comprendono lo spostamento permanente, o di lunga durata, dal proprio paese d'origine a un altro luogo.

Le migrazioni possono essere volontarie, e dunque frutto di una scelta, oppure forzate, nei casi in un una persona si trovi costretta ad emigrare dato che, nel proprio paese, rischia la persecuzione, la tortura o la vita per motivi etnici, politici o religiosi.

Il trans-nazionalismo, favorito dalla globalizzazione dell'inizio del XXI° secolo e quindi da una crescente interconnessione tra i luoghi, concerne innanzitutto i rapporti economici tra i migranti e i loro paesi d'origine.

Tuttavia, è innegabile l'esistenza di un trans-nazionalismo culturale dal momento che le consuetudini dei migranti si riflettono anche nell'edificazione dei luoghi di culto e nelle tradizioni alimentari.

Rientra nel trans-nazionalismo anche la diffusione di associazioni criminali.

E1) MIGRAZIONI IN AMERICA SETTENTRIONALE:


In passato, ovvero, nel XX° secolo, Canada e Stati Uniti, da sempre terre d'immigrazione, costituivano destinazioni migratorie di molti europei. Ora invece la maggior parte degli immigrati provengono dall'America Latina o dal Messico.

E2) MIGRAZIONI IN AMERICA LATINA:

Fino alla metà del XX° secolo, gli immigrati del Brasile e dell'Argentina provenivano dall'Europa meridionale. 

Ora invece, l'America Latina è terra d'origine di molti immigrati dato che la popolazione in cerca di migliori condizioni lavorative e politiche si reca negli Stati Uniti o in Messico.

E3) MIGRAZIONI IN EUROPA:

Nei secoli scorsi l'Europa era terra d'emigrazione perché la maggior parte degli immigrati proveniva soprattutto da Spagna, Italia e Grecia.

Nel nostro secolo l'Europa è principalmente terra d'immigrazione e di migrazioni interne (da sud o sud-est a nord): nel primo caso, ciò è dovuto al fatto che molti rifugiati provenienti dall'Africa o dal Medio Oriente chiedono asilo politico immigrando quindi nel nostro continente, nel secondo invece, perché i giovani italiani o greci oppure originari dei paesi dell'Est, una volta conseguito il Dottorato, decidono di trasferirsi in Germania, in Svezia o in Regno Unito per vedere i loro meriti riconosciuti a livello lavorativo.

E4) MIGRAZIONI IN AFRICA:

L'Africa è terra d'emigrazione.

Per circa cento anni (1880-1980), le migrazioni avvenivano per lo più dagli stati del Sud all'Africa settentrionale.

Negli ultimi anni però, i disordini politici dei paesi dell'Africa mediterranea inducono a sbarcare per l'Europa.

Da non trascurare poi la questione dei profughi interni. 

Un concreto esempio di ciò è il Ruanda che, a causa della guerra civile del 1994, si è spopolato: infatti, circa due milioni di persone si sono rifugiate in Congo o in Tanzania.

E5) MIGRAZIONI IN ASIA:

-Asia orientale: La maggior parte delle migrazioni dei popoli avviene all'interno dei confini dello stesso paese e, molto spesso, da aree rurali a città.

-Sud-est asiatico: Il traffico di esseri umani da uno stato all'altro e la prostituzione sono crimini che coinvolgono circa 3 milioni di persone ogni anno.

-Medio oriente: Milioni di immigrati provenienti dall'Asia Centrale si dirigono in questa zona molto ricca di petrolio. Tuttavia, non mancano rifugiati politici che provengono da paesi di guerra come l'Afghanistan.


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