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20 giugno 2025

"Resurrezione", Lev Tolstoj (parte seconda):

Riprendo le fila della recensione con un focus sulla figura di Dmitrij Nechljudov: a seguito del processo che condanna ingiustamente Katjusa, il giovane cambia il proprio stile di vita. 
Infatti le sue giornate, da oziose e monotone, divengono molto intense. 

Il principe Nechljudov infatti non ha più tempo per pensare a se stesso: rompe una frequentazione con una ragazza di famiglia aristocratica, si reca presso le carceri ogni giorno per incontrare i prigionieri. 

Inoltra poi le loro richieste agli amministratori, i quali puntualmente le banalizzano ed esortano anzi Dmitrij a rientrare in servizio nell'esercito dello zar e a non essere troppo compassionevole con i delinquenti.

Ad ogni modo, Nechljudov ottiene un piccolo risultato positivo per i carcerati. Infatti riesce a fare in modo che gli incontri settimanali con parenti e familiari avvengano in alcune stanze, non in un parlatorio comune diviso da una doppia grata:

"Come quello degli uomini, il parlatorio delle donne era diviso da una doppia grata, ma meno largo poiché il numero dei visitatori e delle prigioniere era minore. Il gridare e il vociare però non era meno assordante. Anche qui un sorvegliante passeggiava tra le due grate: era un guardiano con galloni sulle maniche della divisa, con risvolti e cintura blu. Anche qui tutti si pressavano contro le grate: da una parte i visitatori vestiti in modo diversi e dall'altra parte le prigioniere (...) Non c'era un posto libero accanto alle grate, anzi alcuni dovevano alzarsi in punta di piedi e gridare sopra la testa delle persone davanti a loro."

Ma come si fa?!! Questa è una grave violazione della dignità e della possibilità di sentire e di poter comunicare!!

Nella Russia zarista i prigionieri non hanno neanche il diritto di usufruire di momenti di vero scambio relazionale con i propri parenti! Praticamente vengono privati anche del conforto esterno! 

Oltretutto, la presenza del sorvegliante tra le due grate appare finalizzata a ricordare costantemente la loro condizione di detenuti, non tanto di persone.

A proposito di Nechljudov: dal momento che inizia a ritenere superflue le sue ricchezze, decide di cedere parte delle proprie terre ai contadini.

Da anziano, Tolstoj voleva attuare il medesimo proposito.

Ecco come si svolge il dialogo con i braccianti, una mattina d'estate:

"Nechljudov fece sforzi per dominare il proprio imbarazzo e cominciò a manifestare ai contadini la propria intenzione di cedere loro la terra. I contadini tacevano e dall'espressione del loro viso non si notava nessun cambiamento.

-Perché io ritengo- disse arrossendo Nechljudov- che ognuno ha uguale diritto di godere la terra.

Nechljudov continuava a dire che il reddito della terra doveva essere distribuito tra tutti loro e che perciò intendeva cedere la sua proprietà dietro pagamento di un canone, fissato da loro stessi, con il quale si sarebbe costituito un capitale sociale per i bisogni generali.

(...) Nechljudov parlava abbastanza chiaro e i contadini erano abbastanza intelligenti, ma non lo capivano, né lo avrebbero potuto capire per la stessa ragione per cui il fattore non l'aveva capito. Essi erano convinti che ogni persona cerca esclusivamente il proprio interesse."

I maltrattati e gli sfruttati dalla società la pensano così ma, d'altronde, anche ai giorni nostri, quanti opportunisti ci sono?

5) EPISODI DI ANGHERIE NELLE CARCERI ZARISTE:

5a)  VASILJEV:

L'episodio relativo a questo detenuto invita i lettori a chiedersi: Può crearsi una forma di solidarietà tra i carcerati?

"In tutte le camerate quel giorno la conversazione era insolitamente animata: si parlava di due detenuti che dovevano essere bastonati per punizione. Uno dei due prigionieri era un giovane intelligente e istruito, un commesso di nome Vasiljev che aveva ucciso l'amante in un eccesso di gelosia. i suoi compagni di camerata gli volevano bene per la sua giovialità, per la sua generosità e la sua fermezza nel tener testa ai secondini. Egli conosceva i regolamenti e ne esigeva l'osservanza. Tre settimane prima un guardiano aveva picchiato un prigioniero adibito al trasporto della minestra che gliene aveva versato un po' sulla divisa nuova. Vasiljev prese le parti del compagno dicendo che il regolamento non ammetteva le percosse ai detenuti. (...) il guardiano si mise ad insultare Vasiljev il quale rispose per le rime e, poiché il guardiano stava per picchiarlo, gli afferrò i polsi e, tenutolo stretto per qualche minuto, lo scaraventò poi fuori dalla porta. Fu fatto rapporto e di conseguenza Vasiljev venne relegato in cella di segregazione. Era questa una fila di celle buie, chiuse a chiavistello dal di fuori. Nell'oscurità umida e fredda non c'erano né giaciglio, né tavolo, né sedia, di modo che il prigioniero doveva sedersi e coricarsi sul sudicio pavimento.

Vasjliev aveva dichiarato di non andare in segregazione perché non si sentiva colpevole, ma vi fu condotto a forza."

"(...) Al governatore fu subito fatto rapporto che nel carcere era accaduto qualcosa di simile ad una sedizione; in risposta era venuto un ordine che condannava il principale colpevole a trenta colpi di bastone."

Questo è il tipico abuso di potere.

Come avrete notato, i regolamenti vengono evasi dalle guardie che esercitano prepotenza.

La cella di segregazione è un ambiente nel quale il detenuto sta senza alcun contatto con gli altri. In Italia, la cella di segregazione è riservata ai detenuti considerati rischiosi per la sicurezza del personale carcerario oppure è anche una sorta di "custodia protettiva" finalizzata a separare alcuni condannati dagli altri carcerati che potrebbero linciarli, in modo tale da evitare la loro morte. Si tratta del caso di Raimondo Caputo, lo stupratore e assassino di Fortuna Loffredo, morta soli sei anni e considerata dal grande ed eccelso Corrado Augias una "bambina vestita in modo provocante". Complimenti per l'uscita perspicace che, all'estero, sarebbe stata premiata prima di tutto con l'estromissione da tutti i canali televisivi e poi anche con l'obbligo di lavori socialmente utili! In Italia no, evidentemente non riconosciamo apporti intellettuali di tal calibro, perché si applaude all'autore di un commento del genere.

Comunque, i detenuti italiani sottoposti alla pena dell'articolo 41 bis si trovano in stato di completo isolamento per aver commesso reati mafiosi o atti terroristici.

Nelson Mandela considerava l'isolamento carcerario l'aspetto peggiore della vita di un prigioniero, dal momento che, a lungo andare, provoca effetti psicologici negativi per la salute mentale: ansia, rabbia, distorsioni percettive, deliri e paranoie.

5b) LE DEPORTAZIONI PER I LAVORI FORZATI IN SIBERIA:

Siamo a buon punto del romanzo quando Tolstoj ci narra le modalità in cui avvengono le deportazioni di massa dei prigionieri dalle carceri ai campi di lavoro in Siberia.

Siamo nel mese di luglio e, inevitabilmente, qualche carcerato muore per colpo di sole:

"Nechljudov scese dalla vettura avvicinandosi al gruppo. Steso sul selciato sconnesso del marciapiede con la testa più bassa dei piedi giaceva un detenuto non più giovane, in divisa grigia, con la barba rossiccia, la faccia congestionata, il naso camuso, le mani allargate, irrigidite e di tanto in tanto sollevava il petto in un faticoso respiro, fissando il cielo con gli occhi immobili, iniettati di sangue. 

(...)

-Prima li indeboliscono tenendoli in prigione e poi li costringono a camminare quando il sole brucia- disse il commesso rivolto a Nechljudov."

Tolstoj si dimostra abile nel descrivere minuziosamente lo stato, la condizione disperata del prigioniero, vittima dell'insensibilità umana.

Successivamente, l'autore esplicita che una parte dei prigionieri sale su un treno, molti altri invece si ritrovano costretti a percorrere centinaia di chilometri a piedi, sotto un sole cocente, ben sorvegliati, mentre Nechljudov, come avrete intuito dalla citazione precedente, li segue in carrozza. 

Tuttavia, nei momenti in cui il principe cerca di interagire con i prigionieri che riconosce sporgendosi dal finestrino della carrozza, viene severamente rimproverato da una delle guardie.

6) I TIPI DI CONDANNATI:

Nel giro di alcuni mesi, Nechljuodv entra a stretto contatto con i prigionieri e giunge alla teoria che li suddivide in cinque categorie:

"Alla prima categoria appartenevano persone assolutamente innocenti, vittime degli errori giudiziari come Mensov, la Màslova e gli altri."

Ecco, a me viene in mente Omar Assan, assolto dopo ben sedici anni di galera. Era stato condannato per aver ucciso la giornalista Ilaria Alpi, quando in realtà era innocente.

"La seconda categoria comprendeva gli individui condannati per delitti commessi in circostanze eccezionali, per ira, gelosia, ubriachezza e simili, delitti che avrebbero probabilmente commesso anche coloro che li avevano giudicati e puniti, se si fossero trovati nelle stesse circostanze."

Io però, da lettrice del XXI° secolo, considero quest'ultima frase come una giustificazione per il femminicidio.

Non si possono assolutamente giustificare uomini eccessivamente possessivi o comunque, assolutamente incapaci di governare le emozioni. C'è qualcosa di bestiale allora, in questi umani che commettono delitti d'onore o stroncano la vita di una persona per rabbia o per aver bevuto troppo.

Però il pensiero di Tolstoj è giustificabile perché figlio del suo tempo.

Intanto però, una donna perde la vita e nessuno potrà mai restituirgliela. E chi l'ha uccisa deve pagare, almeno dal punto di vista legale-giudiziario.

"La terza categoria era costituita da persone condannate per aver commesso atti che ai loro occhi erano normali (...), ma che legislatori e giudici ritenevano delitti."

Qui Tolstoj si riferisce per esempio a chi deruba le chiese e anche a chi vende prodotti senza licenza, per guadagnarsi da vivere in un modo che la legge non considera regolare. 

Questo accade solitamente o per miseria o per mancanza di cultura.

"Della quarta categoria facevano parte coloro che, per essere di una dirittura morale superiore alla media, erano stati messi in prigione."

Questa quarta categoria viene approfondita dall'autore nelle ultime cinquanta pagine del romanzo: si tratta di oppositori politici, di adepti al socialismo, di contestatori del sistema economico e legislativo della Russia zarista. 


Quindi, della quarta categoria fanno parte coloro che dimostrano e manifestano spirito critico verso l'autorità, come ad esempio i giovani iraniani che si stanno ribellando alla dittatura degli Ayatollah oppure... come Navalnij.

"Infine, nella quinta categoria erano inclusi individui colpevoli verso la società, ma verso i quali è ancor più colpevole la società che li abbandona e li opprime (...)".

Io, leggendo questo punto, ho pensato agli adolescenti di Scampia cresciuti solitamente con genitori noncuranti, oppure abusanti e delinquenti. 


Questi ragazzi, maltrattati dapprima dalla famiglia e poi dalla società, abbandonano la scuola prima della fine del percorso scolastico e incappano nella droga o nei giri di criminalità organizzata perché in certe zone d'Italia manca una rete sociale di supporto e l'assistenza sociale non è efficace.

7) FINALE DEL ROMANZO:

Anche Katjusa Màslova finisce in Siberia. 

Tuttavia, anche dentro di lei è avvenuto un cambiamento interiore: smette di considerare il sesso opposto esclusivamente come ricercatore di piacere e accetta la proposta di matrimonio di un prigioniero politico.

A lei basta nutrire una stima pacata per qualcuno e quindi accasarsi. Dopo anni di prostituzione e dopo una condanna umiliante, la giovane donna non desidera altro che un po' di serenità e di quieto vivere.

8) L'INCONTRO DI NECHLJUDOV CON UN MENDICANTE:

Questo vecchio mendicante è una figura anonima che compare soltanto alla fine del romanzo, proprio nelle ultimissime pagine. Viene arrestato e portato in una cella dalle guardie.

Proprio in un corridoio del carcere apostrofa il principe in questo modo, senza timidezza alcuna:

-"Allora, sei venuto a vedere come l'Anticristo tortura gli uomini? Guarda bene. Ne ha presi e ne ha imprigionati tanti quanti un esercito. Gli uomini dovrebbero guadagnare il pane con il sudore della fronte; l'Anticristo invece li tiene imprigionati, li nutre senza farli lavorare, come porci, perché vuol farli diventare bestie."

Le carceri rendono davvero migliori? 

Secondo Zerocalcare no, dato che dovrebbero includere una finalità educativa, di vero riscatto sociale, oltre che garantire condizioni igienico-sanitarie decenti. 

Esistono, in qualche stato del mondo, delle carceri che possano essere anche luoghi educativi? Come renderli tali?

Non lo so. 

A tal proposito mi piacerebbe richiamare all'attenzione un episodio compreso nella seconda stagione della serie britannica Black Mirror. Mi riferisco a White bear, dove Victoria, una donna ancora giovane, non ricorda nulla di se stessa: si sveglia in un villino deserto e, non appena esce in giardino, incappa o in persone che le puntano il fucile contro, oppure in altre che la filmano senza rispondere alle sue domande.

Verso la fine del racconto noi spettatori, come Victoria, scopriamo che la quotidianità della giovane signora consiste in una sorta di teatrino con tanto di pubblico al fine di punirla e umiliarla per il reato di concorso in omicidio: la protagonista avrebbe aiutato il fidanzato a rapire e uccidere una bambina in un bosco, filmando oltretutto il partner mentre bruciava i resti della piccola. 

Il carcere di Victoria è un villino piuttosto asettico e il suo pane quotidiano sono le offese, le minacce di morte, le derisioni che subisce e, oltre a questi, i filmati e le fotografie che le vengono scattate.

Tremenda è la scena in cui Victoria, all'interno di un'auto-carrozza, viene esibita ad un pubblico che deve, su ordine del carceriere, urlarle i peggiori improperi e lanciarle addosso qualsiasi cosa.

Victoria è responsabile di un crimine molto grave, quindi deve pagare a mio avviso con l'ergastolo, deve essere sicuramente punita ma non così orrendamente umiliata. Il suo disagio è pretesto di spettacolo e le persone, sadiche e piene di livore che godono al vederla soffrire non sono affatto esempi di moralità.

A Victoria, attraverso sofisticate tecnologie, è stata cancellata la memoria. Per questo dispone di pochissimi vaghi ricordi del passato.

Ma quanto è inutile un carcere-zoo di questo genere? Che gusto si prova a vivere un'esistenza da prigioniera come questa e che gusto si prova a recarsi in un largo e ampio giardino per riservare angherie a qualcuno?

Il mio episodio preferito della serie Black Mirror è in realtà Fifteen million merits. Ma anche Be right back mi è piaciuto molto, perché la tematica è la stessa del film I'm your man.

Comunque, a conclusione del post, vorrei riportare un monito che questo anziano mendicante rivolge a Dmitrij:

-"E tu interessati dei fatti tuoi e non occuparti degli altri. Dio solo sa chi punire e chi premiare: gli uomini non lo sanno. (...) Ma vai pure per la tua strada. Hai visto come gli Anticristi fanno mangiare dai pidocchi le creature umane?"

A seguito di questo incontro per Nechljudov si apre una nuova fase di vita. Tornato al sua appartamento, il principe inizia a leggere attentamente il Vangelo di Matteo e, da quel momento in poi, continua a rinunciare al lusso, ai viaggi all'estero, alle amanti, ai capricci materiali e sentimentali. 

Inizia a condurre una vita decisamente più sobria, imperniata sulla generosità, sulla sobrietà e sulla carità, gli stessi valori in cui credeva da adolescente, prima di conoscere Katka Màslova.

In questo romanzo, insomma, c'è un personaggio maschile fondamentale che compie un significativo percorso di formazione, finalizzato a farlo ridiventare fedele a se stesso.



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