Dedico volentieri la recensione a due cervelli di questo film a tutti coloro che svolgono lavori di pulizie oltre che di sistemazione di rifiuti: le loro mansioni sono preziosissime e fondamentali.
Perfect Days è un film candidato all'Oscar 2024.
Lo scorso anno ha vinto il Festival di Cannes.
1.TRAMA:
Tokyo, 2023.
Il protagonista di questo film è Hirayama, un uomo di mezz'età che lavora come addetto alle pulizie dei bagni pubblici cittadini. Svolge molto bene e con meticolosità il suo lavoro. Le sue giornate seguono una precisa routine: si sveglia prima dell'alba, si lava, indossa la divisa da lavoro e percorre ogni giorno la tangenziale che lo porta in una determinata zona in cui è tenuto a lavorare.
Nei primi tre quarti d'ora mi è sembrato un film abbastanza scialbo dal momento che i dialoghi sono davvero molto rari e Hirayama sembra un protagonista muto. Oltre a ciò, in questo lasso di tempo, la cinepresa ci fa vedere soltanto i momenti in cui l'uomo compie con regolarità le solite azioni.
Nella seconda metà, a mio avviso, questo film si riscatta meravigliosamente: compare qualche personaggio interessante come ad esempio la ricca sorella del protagonista, la sveglia e simpatica nipote Nikko e la libraia con la quale Hirayama fa brevi conversazioni sui classici giapponesi.
Takashi, il giovane collega di Hirayama, ragazzo vivace, allegro ed estroverso, rappresenta l'unica nota comica e leggera del film.
Negli ultimi 70 minuti del film si mettono maggiormente in evidenza gli interessi che Hirayama coltiva nelle ore in cui non lavora: legge, coltiva piccole piante, scatta fotografie di alberi e parchi, si reca piuttosto spesso al bar del suo quartiere.
Tra i brani della colonna sonora c'è anche La casa del sole dei Los Marcellos Ferial.
2.LE RELAZIONI E GLI INCONTRI:
Prima delle considerazioni di Matthias mi piacerebbe mettere in luce, con il seguente paragrafo, le persone che Hirayama incontra nel corso della narrazione del film.
-Takashi sente il bisogno di valutare da uno a dieci tutte le esperienze che fa. Ad ogni modo, il giovane considera Hirayama "il suo collega mentore".
-Una giovane madre che non ringrazia Hirayama quando quest'ultimo fa uscire il figlio di pochi anni da un bagno e lo tiene per mano in attesa che lei arrivi e lo ritrovi. Anzi, la signora passa una salvietta sulle mani del figlio, come se Hirayama non fosse altro che un essere immondo.
-Un senzatetto che sembra avere delle visioni e abbraccia i tronchi degli alberi di un parco.
-La nipote Nikko, adolescente che ammira la semplicità dello stile di vita dello zio materno e che si rifugia da lui per alcuni giorni. Nikko ha fame di futuro e di esperienza. Durante una pedalata, la ragazza propone allo zio di allungare il giro in bicicletta in modo tale da poter raggiungere il parco pubblico che a lei piace molto. Ma Hirayama le suggerisce di rimandare in un'altra occasione, dicendole una frase apparentemente banale: "Lo faremo un'altra volta. Un'altra volta è un'altra volta, adesso è adesso".
Hirayama è una persona che svolge un lavoro umile a causa del quale, secondo molte persone che usufruiscono delle toilette pubbliche, non è degno nemmeno di un saluto.
Eppure il protagonista del film tratta chiunque con rispetto e si dimostra sia capace di ascoltare sia in grado di apprezzare le piccole cose di ogni giorno.