Questo libro è stato un altro regalo di Matthias. Mi ha detto che alcuni aspetti del modo di essere della protagonista Gea gli ricordavano me.
"Non possiamo evitare gli ostacoli, né pensare di non fallire mai, ma i nostri limiti sono la nostra ricchezza: ci dicono chi siamo e dove possiamo arrivare se troviamo il coraggio. Raccontano la nostra storia e ci aiutano a scrivere il seguito.
Sbagliamo, a volte per proteggerci, altre per farci spazio, facciamo del male agli altri, spesso a noi stessi, non riusciamo a lasciar andare il passato, manchiamo il presente, perdiamo la speranza nel futuro, ma sappiamo anche ascoltarci, tenderci la mano, credere in un progetto e, magari, provare a realizzarlo. In qualsiasi caso, esserci l'uno per l'altro. Queste, ora lo so, sono le cose che ci salvano."
(Eccovi uno degli estratti più significativi di questo romanzo).
TRAMA:
Gea vive da sola in un quartiere di Milano vicino ai Navigli, all'interno di un appartamento che, fino a cinque anni prima, era della nonna paterna.
Ha 27 anni e aggiusta oggetti, crede nel riciclo e nell'economia di quartiere, non nel consumismo. Fa origami, le piacciono le poesie e gli aforismi.
Una mattina, quando la serranda rossa di una vecchia bottega rimasta chiusa per anni e chiamata "Nuovo Mondo" si rialza, nella vita di Gea inizia a cambiare qualcosa... il locale infatti è stato rilevato da un'agenzia immobiliare che vuole venderla all'asta il prima possibile.
Il negozio vintage apparteneva alla signora Dorothy, originaria del Regno Unito, donna energica e appassionata nel corso della sua vita.
Riuscirà Gea a salvare il "Nuovo Mondo" da un antipatico e scorbutico tabaccaio che vuole trasformarlo in un locale di slot machines? Troverà delle alleate che la sosterranno nel realizzare questo suo sogno?
2) TEMI DEL ROMANZO:
Vorrei illustrarveli attraverso alcune citazioni.
-Le relazioni:
C'è chi passa le giornate sulla circonvallazione trascinando dietro borse di tutti i tipi con dentro la propria vita perché non ha più dimora; gente risucchiata dalla metropoli e poi sputata via. Sono soli e abitudinari come fantasmi. Hanno sempre una storia da raccontare. Lo so da Angelina, perché quando passano dalla sua tavola calda, "Il Nulla", lei rimane ad ascoltarli. E' un modo per farli tornare ad esistere, le ho fatto notare un giorno, e lei era d'accordo.
A volte, quando trascorro un'intera giornata senza che qualcuno mi abbia guardato negli occhi, me lo chiedo, se sono ancora al mondo. Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa rumore? Io penso di no: il mondo non può esistere se non c'è nessuno a percepirlo.
In questo passaggio si rileva l'importanza degli sguardi in qualsiasi relazione quotidiana.
L'ascolto può essere sia attivo che passivo: è attivo quando si presta attenzione anche al linguaggio non-verbale dell'altro, a come dice ciò che dice, mettere a tacere eventuali pregiudizi.
Non è detto che l'ascolto passivo sia sempre negativo. In ogni caso implica l'accogliere le frasi dell'altro con pazienza e senza interrompere.
Tuttavia essenziale è lo sguardo sull'altro mente si interagisce, dal momento che ascoltare significa accettare e creare empatia.
Quanto siamo capaci di ascoltare?
-L'ambiente cittadino:
Milano si annunciava già nelle campagne circostanti. Grappoli di palazzi e stabilimenti ti saltavano incontro. Dopo la barriera ho preso a guardare in su, verso il cielo, perché a Milano si abitava anche lì, al trentesimo piano, e forse più in alto ancora. Ho sorriso ripensando a Bianciardi e ai suoi sopralluoghi nel "torracchione". "La vita agra" era uno dei pochi film che piacevano pure a papà: ce lo aveva fatto vedere più volte per spiegarci che la città corrompe ogni desiderio, promettendo il successo e la ricchezza per poi lasciarti solo e svuotato. In città perdi te stesso, diceva.
Accenno al fatto che La vita agra è anche un romanzo, pubblicato all'inizio degli anni '60, in cui l'autore critica con ironia amara l'espandersi dei centri commerciali, luoghi anonimi che, al contrario delle piccole botteghe, non favoriscono le relazioni tra clienti e operatori.
Ad ogni modo, in questo passo Gea vede la città di Milano per la prima volta quando, con i genitori e il fratello maggiore, vanno a visitare la nonna. E' già un'adolescente. la ricchezza, l'ambiente cittadino e il consumismo moderno-contemporaneo sono in contrapposizione con uno stile di vita semplice e frugale.
Tuttavia uno stile di vita da completi isolati dalla società civile è preferibile? La dimora in aperta campagna in un luogo montuoso in cui Gea è vissuta per molti anni si chiamava "La Rocca".
Questa domanda mi permette di introdurre un personaggio problematico: il padre di Gea.
-Il padre di Gea:
Non ci avrebbe cresciuto, aggiungeva nostro padre, come i nostri coetanei, schiavi inconsapevoli della Terribile Illusione, di una società del consumo dove non si pensava più, non si sapeva più fare niente, non si poteva essere se stessi, solo semplici varianti di un modello base.
Si tratta indubbiamente di una figura autoritaria (io direi anche "un pazzo") che quotidianamente mette alla prova i due figli applicando le sue idee assurde per accrescere la loro determinazione, la loro capacità di riflettere e la loro forza interiore: farli rimanere per un giorno intero senza bere, abbandonarli nel bosco affinché trovino da soli la strada di casa, rinchiuderli per ore nel pensatoio, stanza buia, ogni volta che davano una risposta che a lui non piaceva o che si dimostravano incapaci di trovare una soluzione ad un problema:
Il tempo nel pensatoio non passava mai. Non mi veniva in mente niente, chiusa là dentro. Era come non esistere. Era peggio di morire.
Diversi sono i capitoli in cui l'autrice sviluppa vari flashbacks sull'infanzia e sull'adolescenza di Gea.
-Il tempo, il rapporto presente-futuro e la vita:
Sono temi che compare in diverse pagine del romanzo anche attraverso citazioni di Ursula Le Guin (scrittrice), Charlie Chaplin (attore e regista). Ecco a voi alcuni esempi:
a) Rifiutare la morte significa rifiutare la vita. Ripenso alla Rocca. A come abbiamo vissuto per tanti anni, architettando sempre nuovi modi per sfuggire alle fatalità.
b) Il tempo è un grande autore. Trova sempre il finale giusto.
c) Il mondo ci ferisce, il futuro è incerto, ma il presente è tutto ciò che abbiamo, e allora ti chiedo: perché non provare?
Onestamente, quanto siete d'accordo con la citazione c)? Il presente secondo me è il tempo che ci scorre sotto il naso ad ogni secondo, ma non possiamo permetterci di vivere alla giornata. Vivere nel rimpianto e nella memoria nostalgica del passato è struggimento, vivere attendendo solo il futuro è spreco di sé. Vivere confidando solo nel presente è mancanza di ideali, di progetti e di valori.
d) La mia vita è quella che ho vissuto, non quella che immaginavo. Il possibile ci sembra sempre meglio di ciò che abbiamo, ma ciò che abbiamo è reale: è questo il suo vero valore.
e) Le persone sono semi. Ognuna ha dentro di sé tutto ciò di cui avrà bisogno al momento opportuno, il suo vero destino ha già sedimentato nell'intimo. Non importa quanto tempo ci vuole: il momento della crescita, alla fine, arriva.
3) CARATTERIZZAZIONE SINTETICA DEI PERSONAGGI:
Dai, ci ritornerò sull'argomento dell'Enneagramma, (peraltro già accennato altre volte nei mesi e negli anni scorsi), con un progetto estivo.
Quanti di voi sanno che l'Enneagramma ultimamente viene utilizzato anche dai recruiter al fine di trovare figure professionali idonee a svolgere determinate mansioni per soddisfare delle precise esigenze aziendali?
Ad esempio, sia un E9 sia un E1, se sono entrambi di livello sano, hanno spesso una buona predisposizione per attività di back office o, al progredire di carriera, per mansioni di coordinamento, mentre un E3 è tendenzialmente portato per le vendite e il marketing. L'E3 viene spesso considerato idoneo ad iniziare attività imprenditoriali ma ciò non toglie che anche un E8 e un E9, se sani e maturi, possano divenire ottimi imprenditori.
Invece sia gli E2, gli E6 di livello sano e anche gli E7 di livello sano sono considerate personalità adeguate per svolgere attività di reception, di front office e di segreteria amministrativa.
Poi, è sempre bene dapprima cercare di comprendere le caratteristiche principali, fragilità comprese, di tutti gli Enneatipi.
Mi affascinano particolarmente i meccanismi della triade istintiva (E8, E9, E1) e le loro differenti modalità di rapportarsi con la rabbia.
Però anche le "ali" sono importanti a mio avviso, e condizionano nel profondo la personalità di molti di noi. Quasi tutti hanno un'ala decisamente più sviluppata dell'altra.
Un E9w8 è molto diverso da un E9w1: il primo infatti è assertivo, ha un modo di esprimersi sintetico, chiaro e diretto, è forte e indipendente ed è più in contatto con la sua rabbia, il secondo invece è tendenzialmente introverso, decisamente mite, conciliante, paziente, autodisciplinato, serio.
La mia struttura è una personalità molto complessa, è un Enneatipo mentale (alla fine sono E6w5) ma vado in genere molto d'accordo con i Nove e con gli Uno.
Avere questi ultimi come colleghi è un piacere tra l'altro: collaborazione equa, rapporti chiari, responsabilità ben suddivise, interdipendenza.
Dei Nove adoro la loro grande capacità di ascolto, la loro pazienza, la loro larghezza di vedute. C'è solo una loro caratteristica che di loro mi piace molto meno: pur di mantenere la loro maschera di persone concilianti non prendono una netta posizione per difendere qualcuno in un conflitto... l'Uno invece lo fa, con l'Uno fai squadra (almeno io) soprattutto se anche tu prendi le sue difese.
Il modo degli E1 di correggere chi amano o coloro a cui vogliono bene veramente è piacevole... Non è vero che io non sono in grado di accettare critiche: da loro le accetto eccome, visto che quando me le rivolgono mi trattano come un'essere umana e non come una minorata o come un animale da deridere o a cui sbraitare dietro!!
Tuttavia, molto meglio non vederli infastiditi: l'E1 reprime le sensazioni di rabbia diventando un blocco di ghiaccio (irrigidendosi anche fisicamente) che o sentenzia oppure vomita commenti sarcastici. La rabbia è la loro emozione invalidante.
E comunque, anche quando si esprime con toni irritati a proposito di quel che non è andato bene o che bisogna migliorare, in ciò che dice trovo sempre una buona parte di ragione.
Alla fine credo che il modo di essere di Matthias sia più vicino all'Uno che non al Nove.
Come me, l'E1 ama la ricerca della verità.
GEA (E6) = Insicura, diffidente, sempre sul chi vive ma leale, onesta, riflessiva e dotata di senso pratico.
ADELAIDE (E7)= Ottimista, estroversa, vivace, fiduciosa nella realizzazione dei progetti.
PRISCILLA (E1)= Avvocatessa divorziata. Si presenta come una signora molto ordinata, molto seria, affidabile e precisa.
ANGELINA (probabile E9)= Generosa, conciliante, solidale con gli altri, mite ma passivo-remissiva con il marito.
ACHILLE (probabile E5)= Ragazzo che vive nello stesso condominio di Gea e Adelaide. E' solitario, introverso, studioso analitico, sensibile.