Ho letto un racconto davvero particolare e poetico, tratto dalla raccolta di Davide Bernasconi intitolata :"Le parole sognate dai pesci".
Mi ha colpito molto il contenuto e la ricchezza di similitudini. Mi ha fatto riflettere e più volte mi sono soffermata a rileggere alcune parti per cercare di interpretare le frasi che mi sembravano significative.
La storia, ambientata in Lombardia in un paesino sul lago di Como, inizia con il descrivere il lavoro di stiratrice di Nora, una donna modesta, riservata e abituata ad essere indipendente. Una persona che traeva soddisfazioni esclusivamente dal suo lavoro, da lei svolto sempre con molta disinvoltura. "Pilotava il vapore e percorreva i tessuti con la malizia del navigante, che conosce ogni onda e ogni scoglio da evitare.Viaggiava su diversi colori e spessori e trattava capi pregiati e fazzoletti rattoppati con la stessa grazia di una libellula."
Nora era praticamente sola al mondo; non si era mai sposata e i pochi parenti ancora vivi abitavano in Sardegna e le scrivevano lettere piene di tenerezza, che però la facevano sentire molto lontana da loro e dal suo paese natale.
Le donne che lavoravano con lei si comportavano da pettegole e "muovevano le loro bocche con lo stile di una forbice, che può cambiare il ritmo ma non il risultato finale". Io sono convinta che qui il narratore abbia voluto esprimere un concetto interessante e veritiero: la velocità con cui i pettegolezzi vengono trasmessi può essere diversa, ma non cambia mai il risultato, che è sempre comunque negativo perchè ferisce i sentimenti della vittima dei pettegolezzi e soprattutto è intriso di malizia.
Pur rimanendo indifferente nei confronti delle compagne di lavoro e dei loro discorsi indiscreti, Nora nutriva tuttavia una simpatia particolare per Elena, una ragazza giovanissima, sorridente, dolce ma un po' frivola e ingenua.
La ragazza riponeva molta ammirazione nei confronti di Nora, quasi imbarazzata nel sentirsi dire da una giovane che era una bella donna.
Ho trovato curioso che tra due persone molto diverse, una un po' civetta e l'altra molto riservata e seria, sia nata un'amicizia molto sincera.
In una sera di ottobre, Elena aveva rivelato a Nora la sua intenzione di scendere alla riva del lago per un appuntamento con un ragazzo. Mentre la giovane contemplava il tramonto, viene assalita alle spalle da "una sagoma che puzzava di tabacco e di follia, travestita da uomo". Ma Nora, che l'aveva seguita da lontano, la difende sferrando un colpo all'orco con il suo ferro da stiro.
Nel racconto, compaiono spesso due frasi che meritano di essere valorizzate. La prima è: "Soltanto la luna non si può stirare, tutto il resto si può sistemare". La luna rappresenta i sentimenti dell'essere umano, che non possono essere ignorati (non possono essere stirati), perchè sono spontanei e quindi sono già perfetti così come sono. L'altra, più profonda:" Ma ora, come i pesci, anche se non parlo non vuol dire che non so". La parola non sempre è conoscenza..... in effetti io ho sempre pensato che i ricordi, belli o brutti, siano delle prove concrete di conoscenza, come le esperienze molto forti che fanno maturare l'essere umano e che lo inducono a un saggio silenzio e a un comportamento di riflessione sulla propria vita.