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10 luglio 2025

POPOLAZIONE, DEMOGRAFIA E PROBLEMATICHE LAVORATIVE: PROSPETTIVE FUTURE

My American Ciccillo came back a few days ago! 💖💛

Queste sono alcune nostre riflessioni e considerazioni, basate su dati oggettivi, al fine di valutare un problema molto attuale.

1) PREVISIONI DI DECLINO DEMOGRAFICO PER L'EUROPA:

La previsione sulla crescita della popolazione dei paesi europei entro il 2100 ipotizza che entro il 2100 l'Italia, come l'Ucraina, perderà 23 milioni di persone.

Anche i paesi dell'Europa dell'est conosceranno una significativa perdita di abitanti. La situazione degli stati del nord non è molto migliore, infatti solo la Svezia sperimenterà un piccolo aumento di alcune centinaia di migliaia di abitanti.

Tutti i paesi europei perderanno popolazione ad eccezione del Regno Unito, che guadagnerà 5 milioni di persone, e della Francia, che crescerà di 2 milioni.

Il basso tasso di fecondità sarà una delle principali cause del declino demografico, insieme all'allargamento della fascia della popolazione di mezz'età e in età da pensione. 

In Francia e in Regno Unito, gli ultimi governi hanno applicato politiche a sostegno della natalità e delle famiglie che comprendono il diritto di ottenere permessi di lavoro e anche sgravi fiscali per le famiglie. 

Il tasso di fecondità francese è infatti di circa 2 figli per donna.

Oltre a ciò, la capitale Parigi contiene un'importante percentuale di immigrati (circa il 15% dei residenti) che ha influito non soltanto dal punto di vista culturale ma anche sull'economia, incrementando il personale del mercato del lavoro francese.

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, gli immigrati trasferiti a Parigi provengono soprattutto dai paesi nord-africani.

Tuttavia, per le istituzioni francesi ultimamente non è facile affrontare il problema dei minori non accompagnati, i cui arrivi risultano in aumento negli ultimi cinque anni.

Le politiche a favore delle famiglie possono mitigare la decrescita demografica di un paese occidentale industrializzato e tecnologizzato ma da sole non sono sufficienti per risolvere la crisi demografica. 

Una qualsiasi società del benessere non fa molti figli per poter crescere demograficamente come popolazione e anche una famiglia con buone possibilità economiche difficilmente ha più di tre figli.

2) GLI ALTI TASSI DI FECONDITÀ SONO UN BENE PER LE DONNE?

Pur essendo una convinta sostenitrice dell'emancipazione culturale femminile, mi trovo costretta ad ammetterlo: uno dei fattori che influenzano la fertilità è proprio l'elevata istruzione della quale anche le donne hanno diritto.

Il conseguimento della laurea è abbastanza spesso correlata ad un'età del matrimonio più tardiva e dunque a tassi di natalità inferiori.

Oltre a lunghi percorsi di studio, soprattutto in Italia, la bassissima natalità (appena un figlio per donna) è influenzata anche dalle inefficaci politiche sociali del lavoro, soprattutto aziendali, dal momento che queste stesse non impediscono affatto ai manager di licenziare una giovane a causa di una gravidanza oppure, che non aiutano le donne a conciliare il diritto di crescere due o tre figli con il sacrosanto diritto all'indipendenza economica dal compagno o dal marito. 

Il costo della vita è aumentato, soprattutto ultimamente, dopo la pandemia e a seguito dapprima della guerra russo-ucraina, poi delle crescenti tensioni tra Israele e Iran.

La disparità salariale tra uomini e donne è soltanto un punto del problema enunciato nel presente paragrafo. 

A mio avviso infatti, l'elevato livello di disoccupazione o di semi-occupazione femminile del nostro paese, dipende in buona parte dai mancati aiuti economici statali a sostegno delle spese per gli asili nido, comunali o privati che siano.

I tassi di fecondità più alti al mondo si trovano nel continente africano: basti pensare al Niger (circa sette figli per donna) o al Mali (6, 3 figli per donna).

I tassi di natalità più elevati corrispondono sicuramente ai paesi asiatici e africani dove le ragazze appena adolescenti subiscono i matrimoni precoci e combinati e in ogni caso sicuramente non possono accedere all'istruzione superiore.

3) RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE LAVORATIVA DEI GIOVANI IN ITALIA RAPPORTATA ALLA SITUAZIONE DEMOGRAFICA:

Nel nostro paese le politiche del lavoro in generale non riconoscono i lavoratori, uomini o donne che siano, come una risorsa. 

E così i giovani, arrivati nell'età idonea per costruirsi una famiglia, si ritrovano disorientati, demoralizzati e senza sicurezze economiche per poter programmare un avvenire in modo chiaro.

Questo fattore incide sulla decrescita demografica italiana.

Per molti laureati, il mondo del lavoro in Italia propone contratti interinali oppure rapporti lavorativi con stipendi insufficienti persino per potersi permettere di accedere a mutui per un bilocale.

Inutile che il signor Forchielli demolisca le facoltà umanistiche, giuridiche e psico-sociali. 

Con scienze del servizio sociale e scienze della formazione primaria il lavoro, in questi ultimi anni, lo si trova abbastanza facilmente. Non si tratterà di stipendi da favola, però, sono facoltà che portano poi ad un'entrata economica costante in tempi non troppo posteriori dal giorno della discussione della tesi.

Per quel che concerne Giurisprudenza è invece necessario un lungo e faticoso iter post-laurea prima di realizzarsi come avvocati, a meno che qualche azienda non assuma molto prima gli studenti usciti da questo tipo di formazione per mansioni impiegatizie che implichino un minimo di formazione legale. 

Per gli ambiti letterari, linguistici o artistici... ci si può ritrovare a dover deviare i propri percorsi e progetti lavorativi da quelli che erano i progetti originari.

Ultimamente però non vedo come un male un percorso professionale non lineare: ogni esperienza lavorativa, breve o lunga, positiva o faticosa, può rivelarsi utile per la propria crescita. Io ad esempio, con l'esperienza da promoter in stazione, ho ulteriormente migliorato la competenza linguistica (un sito britannico mi ha calcolato un livello C1 a seguito di una serie di test) e, indubbiamente, ho imparato ad ascoltare di più le mie emozioni negative e a trovare risposte pronte ed educate alle critiche degli altri, invece di rimuginarci sopra.

Le facoltà caldamente consigliate da Alberto Forchielli (fisica, chimica, biologia, biotecnologie e anche informatica) in questi ultimi anni portano di solito a stage di 500 euro al mese che non garantiscono affatto una definitiva assunzione e comportano anzi una gran fregatura per i contributi pensionistici dei giovani che vi aderiscono, oltre al fatto che non prevedono né le ferie né la tredicesima. 

Per queste ragioni gli studenti che provengono da aree tecnico-scientifiche si trovano costretti ad accettare contratti a chiamata nelle pizzerie, nei negozi di abbigliamento, nei bar o negli alberghi, in attesa che qualche azienda si degni di investire seriamente sulle loro competenze, acquisite mediante grandi sacrifici. Che schifo!

Alberto Forchielli è molto competente per quanto riguarda industrie, attività produttive e infrastrutture, per cui, meglio a mio avviso che si limiti a trattare soprattutto le questioni di sua competenza.

Va da sé comunque che bisognerebbe considerare di riformare le scuole prendendo qualche aspetto positivo vigente in altri paesi europei e va da sé infine che l'Italia è attualmente un paese economicamente depresso.

Comunque: siamo esclusivamente noi i colpevoli della nostra situazione o è marcio il meccanismo di questo cacchio di mondo del lavoro a cui dobbiamo far fronte che non ci permette di realizzare in tempi brevi dei progetti che richiedono un'indipendenza economica?!

Ora porto qualche dato tanto per convincere i lettori che non sto inventando nulla e non sono invidiosa di chi si laurea in materie tecniche o scientifiche:

-In media, secondo Almalaurea, dall'Italia emigra ogni anno il 10% dei laureati in discipline scientifiche. Il nostro balordo paese non sta investendo su di loro, mi sembra evidente!

-In Italia, il tasso di occupazione dei laureati in biologia ad un anno dalla laurea magistrale è appena del 48%, mentre quello dei laureati in lettere è del 73% (e anch'io avevo un lavoro nel mio primo anno da laureata). Per i geologi, la percentuale di occupazione scende tragicamente al 28%. Quindi c'è almeno una facoltà scientifica per la quale praticamente non esiste domanda di lavoro.

-Il tasso di occupazione, a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale, per i laureati in Fisica è del 69%. Per gli assistenti sociali invece è circa del 74%.

-Gli ingegneri occupati ad un anno dalla laurea costituiscono il 91%. Tuttavia i laureati in Ingegneria sono pochi innanzitutto perché non tutti coloro che hanno una mente tecnica e matematica sono portati per questa facoltà. 

Inoltre non mancano insoddisfazioni a proposito di stipendi e condizioni di lavoro: tutti gli "ingegneri sulla carta" sono "ingegneri anche professionalmente"? No, lo so da esperienze che mi sono state riferite: c'è chi diventa impiegato in ditte di ambito elettronico (impiegato addetto alla fatturazione,  non ingegnere) oppure ragazze che, in questo ambito, vengono liquidate dopo mesi di stage.

Un bagaglio culturale di tipo letterario o psico-sociologico fornisce gli strumenti critici necessari per valutare le sfaccettature della realtà e per argomentare le nostre idee. 

Solo che, mentre la Letteratura implica lo studio critico e l'interpretazione di testi d'autore, anche molto antichi, le Scienze sociali comportano conoscenze ampie e un'ottima predisposizione per le problematiche sociali, sia storiche sia contemporanee.

Per quali motivi, nella nostra società, la letteratura è considerata inutile e le scienze sociali, peraltro molto legate alla geo-storia, sono ritenute con disprezzo, le "scienze delle merendine"? Perché, in generale, il mondo in cui viviamo è abitato da persone insensibili, giudicanti e incredibilmente vuote.

Non mi risulta che le facoltà tecnico-scientifiche forniscano queste abilità, fondamentali in un mondo contemporaneo caratterizzato dalla crisi della globalizzazione, dal sorgere dell'AI e da crescenti nazionalismi e imperialismi.

Confido al 1000% nel fatto che il brillante professor Boldrin, le cui considerazioni su scuola e università risultano più lucide, più equilibrate e più lungimiranti, conosca anche meglio di me le questioni appena enunciate. D'altra parte, il declino culturale del nostro paese è imbarazzante e vergognoso.

A volte Forchielli ammette di porsi in tono provocatorio per spingere i suoi interlocutori e chi lo ascolta a pensare, a riflettere a proposito di un determinato tema. 

Anche se non penso che questo modo di porsi sia sempre utile ed efficace, anzi, a volte può essere divisivo.

4) ANDAMENTO DEMOGRAFICO IN ITALIA:

In Italia, dal 1993 i morti hanno superato i nati.

Ecco alcuni dati che dimostrano il declino delle nascite:

-1947: 1.011.490 nati.

-1958: 1.058.051 nati.

-1964: 1.035.000 nati. 

Il 1964 è stato l'ultimo anno in cui si è superato il milione di nati.

Si tratta di un incremento sicuramente favorito dal boom economico del periodo 1950-1965.

-1993: 550.000 nati.

-1995: 526.000 nati.

-2015: 485.780 nati.

-2024: 375.000 nati.

Tuttavia, se fino al 2010 l'immigrazione compensava questo calo, adesso non basta più.

Non appena i nati nei primi anni Sessanta andranno in pensione il nostro paese dovrà affrontare prossimamente un disastro fiscale: per anzianità, i nati in quegli anni andranno in pensione nel 2031 come termine ultimo. 

Già ora mancano i lavoratori a causa del calo demografico che risulta un problema da almeno 30 anni.

Proprio il calo demografico e le politiche a favore del lavoro e dell'immigrazione sono i punti chiave che stanno a cuore a "Comunità democratica", nuovo partito fondato a gennaio da Romano Prodi e Graziano Delrio.

5) REGOLARIZZARE L'IMMIGRAZIONE:

Nei prossimi anni avremo necessità di regolarizzare, in modo ponderato ed efficiente, gli immigrati.

Solo la migrazione può contrastare una decrescita dannosa per l'economia di uno stato.

Infatti si prevede che Francia, Regno Unito e Stati Uniti aumenteranno di popolazione nei prossimi decenni grazie all'ingresso dei migranti. 

In seguito, gli immigrati per due o tre generazioni faranno figli fino a che non raggiungeranno un livello di benessere simile a quello del resto della popolazione.

In Italia, i Decreti Flussi non contrastano l'irregolarità degli immigrati: la burocrazia del nostro paese prevede tempi molto lunghi per regolarizzare un permesso di soggiorno, per questo una buona parte dei migranti si ritrova a vivere e a lavorare in Italia in uno stato di semi-irregolarità, con permessi di soggiorno non più validi. 

Poi, le quote stabilite per l'ingresso dei migranti nel nostro paese non rispecchiano il reale fabbisogno del mercato del lavoro.

Per questo gli immigrati sono più soggetti ai lavori in nero ed è un male: così non si dà loro la possibilità né di assicurarsi un futuro e una pensione e nemmeno di sostenere il sistema previdenziale italiano.

La rete di accoglienza dei migranti in Italia è fragile.

Si dovrebbe:

-Legare l'accoglienza dei migranti a percorsi di lavoro e di integrazione.

-Rafforzare la rete SAI e quindi i servizi sociali nei percorsi di inclusione e di autonomia economica.

-Programmare gli ingressi coordinando Stato, formazione ed esigenze delle imprese affinché il reale fabbisogno del mercato del lavoro venga soddisfatto.

6) I PROFUGHI AMBIENTALI:

Nei prossimi decenni rilevante sarà la problematica del profughi ambientali, ovvero, tutti coloro che dovranno emigrare dai propri paesi perché i cambiamenti climatici dei loro paesi renderanno inabitabili gli ambienti in cui vivono a causa soprattutto di prolungati periodi di siccità e di desertificazione.

Si calcola che nel 2050 circa tre miliardi di persone saranno esposte a rischi ambientali molto gravi a causa dei cambiamenti climatici e dell'aumento delle temperature a livello globale.


7) LA ROBOTICA POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA ALL'IMMIGRAZIONE?

Il Giappone ha uno dei più bassi tassi di natalità al mondo e un'alta speranza di vita.

La destra nazionalista odia gli immigrati, tuttavia, negli ultimi anni le aziende nipponiche stanno puntando a sviluppare la robotica per supplire ai posti di lavoro vacanti.

Così il Giappone è diventato il primo produttore mondiale di robot industriali e buona parte dell'esportazione dell'automazione nipponica è destinata alla Cina.

La robotica a mio avviso non è una soluzione così edificante. 

Gli automi sarebbero un bene se sostituissero gli umani per quel che concerne i lavori con la più alta probabilità di gravi incidenti e a rischio INAIL permanente (muratori, mulettisti e manovali edili).

Sono a favore della complementarietà tra uomini e robotica e tra apporto umano e apporto dell'AI, tuttavia, spererei vivamente che i robot non sostituissero mai e poi mai operatori socio-sanitari, medici o receptionist d'albergo! 

Dove andrebbe a finire un mondo totalmente asettico, automatizzato e senza umanesimo?

Non lo so. 

Comunque, il decremento demografico sarà un problema per tutti gli Stati del mondo a partire dal 2080 quando, secondo le stime dell'Onu, la popolazione inizierà a diminuire a livello globale e quando gli anziani supereranno di numero i bambini e i giovani.

Anzi, secondo alcuni studi, la popolazione mondiale diminuirà già a partire dal 2060.

Comunque i nostri governi dovrebbero iniziare a incentivare i canali regolari per l'ingresso nel nostro paese. 

Già ora in Italia ci si lamenta per la carenza di lavoratori, in parte anche per il fatto che manca una seria riforma delle politiche attive del lavoro: i licenziamenti collettivi sono gestiti male e quindi prevalgono gli ammortizzatori sociali. 

Poi il sistema EPL di protezione occupazionale è rigido perché tende a proteggere chi è già dentro il mondo del lavoro e non chi dovrebbe entrare.

In Italia non manca chi vuole lavorare, italiani o immigrati che siano: manca, nel nostro paese, un'etica del lavoro finalizzata a diminuire le dinamiche di sfruttamento, un'etica che consideri una legge o per l'aumento degli stipendi o magari per un salario minimo che sia a partire dagli 11 euro l'ora per i lavoratori non qualificati, più garanzie di assunzioni definitive e forti limiti ai contratti interinali, severe ammende per chi evade fiscalmente e per chi assume con contratti "in grigio", un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro.

4 luglio 2025

La transizione demografica e le migrazioni nel corso della storia:

13) POPOLAZIONE E MIGRAZIONI

Una panoramica esaustiva sulla transizione demografica e sulle dinamiche migratorie degli ultimi cento cinquant'anni

Gli otto miliardi di persone che vivono nel mondo sono distribuiti in modo disomogeneo sulla superficie del nostro pianeta.

Cina ed India costituiscono, da sole, il 37% della popolazione mondiale.

Il 54% della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che questa percentuale salirà intorno al 67% entro il 2050.

Questo indubbiamente comporterà conseguenze dal punto di vista non soltanto ecologico ma anche della redistribuzione delle risorse alimentari e idriche.

A) LA DENSITA' DELLA POPOLAZIONE:

Con il termine densità si fa riferimento alla pressione esercitata dalla popolazione su un determinato territorio.

La densità demografica può essere aritmetica nel caso in cui si tenga presente il rapporto tra la superficie di un'area e il numero dei suoi abitanti, fisiologica se si considerano invece solo le terre produttive e il numero dei loro abitanti.

B) TASSI DI NATALITÀ E DI MORTALITÀ:

Il tasso di natalità considera il numero annuo di nati vivi ogni mille abitanti, quello di mortalità invece il numero annuo di morti ogni mille abitanti.

Molti paesi dell'Africa sub-sahariana hanno entrambi i tassi molto elevati a causa di fattori di tipo religioso e culturale, di guerre civili, di scarse condizioni igienico-sanitarie, di malattie.

L'indice di mortalità di un paese dipende sia dall'età media della popolazione sia dalla speranza di vita, che possono variare molto a seconda delle zone geografiche.

In particolare, il tasso di mortalità infantile è un importante indicatore della qualità della vita delle persone.

C) LE TRE PIRAMIDI:

La piramide delle età mostra la composizione di una popolazione suddivisa per genere e per classi d'età di cinque anni ciascuna.

L'asse orizzontale indica la percentuale con la quale ciascuna classe di età contribuisce al totale di una popolazione.

Qui riporto tre esempi:

C1) POPOLAZIONE IN FORTE CRESCITA:

Questa era la situazione delle Filippine nel 2021.

Notate l'ampia base riferita all'alta natalità e all'elevato numero di giovani.

Nelle Filippine, gli anziani sono decisamente pochi!

C2) POPOLAZIONE A LENTA CRESCITA:

In Australia le nascite sono in calo e in effetti la base è più ristretta. 

Anche in questo caso, pochi risultano gli anziani , in particolar modo, gli over 80, ma larghe sono le fasce dei giovani-adulti e degli adulti:


C3) POPOLAZIONI IN DECLINO:

L'Italia è l'esempio più idoneo per questa situazione.

I nuovi nati sono pochi, i giovani risultano pochi. Si vede un allargamento per quel che concerne le fasce dai 40 ai 65 anni:


A questo punto ritengo fondamentale enunciare il concetto di "tasso di crescita naturale della popolazione": il tasso è positivo quando in una popolazione il numero delle nascite supera il numero delle morti, nullo quando il numero delle nascite risulta uguale a quello delle morti, negativo quando il tasso di mortalità è superiore a quello di natalità.

D) LE FASI DELLA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA:

La transizione demografica indica in quale modalità cambia il tasso di crescita naturale di una popolazione in relazione ai cambiamenti sociali, determinati dai progressi della medicina e dall'industrializzazione. 

Tuttavia, ha l'enorme limite di ignorare deliberatamente l'apporto delle migrazioni e dunque è solo una parziale rappresentazione dei cambiamenti demografici.

Le fasi della transizione demografica sono quattro:

1) Prima della metà del Settecento la speranza di vita, in qualsiasi parte del mondo, era bassa a causa dell'alta natalità e dell'alta mortalità.

2) In Europa, dal 1750 fino al 1880 circa, il tasso di mortalità risultava in calo e questo era dovuto alla crescente urbanizzazione, ai progressi medici e scientifici e alla diffusione dell'acqua corrente.

3) Dal 1880 fino agli anni '70 del secolo scorso, nel continente europeo la natalità ha conosciuto una significativa diminuzione. La mortalità si è ulteriormente abbassata.

4) Dal 1970 circa ad oggi, nel Vecchio Continente natalità, mortalità e crescita naturale risultano decisamente bassi a causa dell'aumento degli standard di vita.

E) LE MIGRAZIONI E IL TRANS-NAZIONALISMO:

Questo è l'ultimo paragrafo del post, nel quale fornisco una sintetica panoramica relativa all'andamento demografico.

Premetto che, se per buona parte del XX° secolo, molti migranti provenivano dall'Africa, dall'Asia o dall'America Latina, oggi invece avviene non soltanto dall'Africa sub-sahariana all'Europa ma anche dall'America Latina al Messico, stato che attira manodopera.

Le migrazioni comprendono lo spostamento permanente, o di lunga durata, dal proprio paese d'origine a un altro luogo.

Le migrazioni possono essere volontarie, e dunque frutto di una scelta, oppure forzate, nei casi in un una persona si trovi costretta ad emigrare dato che, nel proprio paese, rischia la persecuzione, la tortura o la vita per motivi etnici, politici o religiosi.

Il trans-nazionalismo, favorito dalla globalizzazione dell'inizio del XXI° secolo e quindi da una crescente interconnessione tra i luoghi, concerne innanzitutto i rapporti economici tra i migranti e i loro paesi d'origine.

Tuttavia, è innegabile l'esistenza di un trans-nazionalismo culturale dal momento che le consuetudini dei migranti si riflettono anche nell'edificazione dei luoghi di culto e nelle tradizioni alimentari.

Rientra nel trans-nazionalismo anche la diffusione di associazioni criminali.

E1) MIGRAZIONI IN AMERICA SETTENTRIONALE:


In passato, ovvero, nel XX° secolo, Canada e Stati Uniti, da sempre terre d'immigrazione, costituivano destinazioni migratorie di molti europei. Ora invece la maggior parte degli immigrati provengono dall'America Latina o dal Messico.

E2) MIGRAZIONI IN AMERICA LATINA:

Fino alla metà del XX° secolo, gli immigrati del Brasile e dell'Argentina provenivano dall'Europa meridionale. 

Ora invece, l'America Latina è terra d'origine di molti immigrati dato che la popolazione in cerca di migliori condizioni lavorative e politiche si reca negli Stati Uniti o in Messico.

E3) MIGRAZIONI IN EUROPA:

Nei secoli scorsi l'Europa era terra d'emigrazione perché la maggior parte degli immigrati proveniva soprattutto da Spagna, Italia e Grecia.

Nel nostro secolo l'Europa è principalmente terra d'immigrazione e di migrazioni interne (da sud o sud-est a nord): nel primo caso, ciò è dovuto al fatto che molti rifugiati provenienti dall'Africa o dal Medio Oriente chiedono asilo politico immigrando quindi nel nostro continente, nel secondo invece, perché i giovani italiani o greci oppure originari dei paesi dell'Est, una volta conseguito il Dottorato, decidono di trasferirsi in Germania, in Svezia o in Regno Unito per vedere i loro meriti riconosciuti a livello lavorativo.

E4) MIGRAZIONI IN AFRICA:

L'Africa è terra d'emigrazione.

Per circa cento anni (1880-1980), le migrazioni avvenivano per lo più dagli stati del Sud all'Africa settentrionale.

Negli ultimi anni però, i disordini politici dei paesi dell'Africa mediterranea inducono a sbarcare per l'Europa.

Da non trascurare poi la questione dei profughi interni. 

Un concreto esempio di ciò è il Ruanda che, a causa della guerra civile del 1994, si è spopolato: infatti, circa due milioni di persone si sono rifugiate in Congo o in Tanzania.

E5) MIGRAZIONI IN ASIA:

-Asia orientale: La maggior parte delle migrazioni dei popoli avviene all'interno dei confini dello stesso paese e, molto spesso, da aree rurali a città.

-Sud-est asiatico: Il traffico di esseri umani da uno stato all'altro e la prostituzione sono crimini che coinvolgono circa 3 milioni di persone ogni anno.

-Medio oriente: Milioni di immigrati provenienti dall'Asia Centrale si dirigono in questa zona molto ricca di petrolio. Tuttavia, non mancano rifugiati politici che provengono da paesi di guerra come l'Afghanistan.


27 giugno 2025

"Grazie ragazzi": la cultura può essere una modalità di riscatto?

Grazie ragazzi è un film il cui attore protagonista viene interpretato da Antonio Albanese, figura a  mio avviso di grande talento nel mondo dello spettacolo italiano.

A) CONTENUTI DELLA PRIMA PARTE DEL FILM:

Antonio è un attore  che conduce una vita molto modesta, dato che la sua condizione lavorativa risulta ancora precaria, nonostante sia un adulto vicino alla sessantina

La sua più recente occupazione consisteva nel doppiare scene di film porno.

È vedovo e la sua unica figlia vive e lavora all'estero. 

Si vergogna di rivelare alla figlia, che vede raramente, la propria condizione lavorativa e, all'inizio, appare un personaggio un po' spento e comprensibilmente frustrato. 

A causa di una prolungata carenza di buone offerte lavorative nel suo settore, l'interesse per il suo mestiere sembra essersi smorzato.

Il personaggio principale di questo film vive in una casetta, il cui arredamento è essenziale, vicina ai binari di una ferrovia.

Una mattina Michele, un suo ex collega di recitazione teatrale, nonché amico di lunga data, gli propone di insegnare in un laboratorio di teatro rivolto ad alcuni carcerati di Velletri, convincendolo soprattutto così: "Monta su quel palco e dimostra a tutti che sei ancora vivo! Tu mi ringrazierai: questa è una di quelle esperienze che ti riportano alle radici profonde del nostro mestiere".

Naturalmente anche questa offerta di lavoro è a tempo determinato: si tratta infatti di sole sei ore di lezioni. Le adesioni, da parte dei detenuti, sono pochissime.

Nonostante le difficoltà dovute soprattutto alle tempistiche, i carcerati coinvolti riescono a mettere in scena con buoni risultati la favola della lepre e la tartaruga.

Successivamente Antonio, profondamente colpito da alcune storie di vita dei detenuti, riesce a convincere tutto il personale del carcere a proporre un laboratorio teatrale di maggior durata.

B) RECITARE PUÃ’ ESSERE UN'ESPERIENZA FORMATIVA?

Inizia quindi un'avventura educativa e formativa intensa, faticosa e incredibile: Antonio si dimostra un docente molto determinato, un motivatore che, con metodo e carisma, riesce a far emergere le potenzialità dei suoi attori, i quali devono impegnarsi per imparare bene il testo di Waiting for Godot, l'opera con la quale il loro insegnante aveva debuttato da giovane:

"Reciterete in un teatro vero, ci sarà un pubblico, i vostri amici, le vostre famiglie. Ma dovete lavorare e mai scoraggiarvi. Vi fidate di me?", dice il maestro Antonio all'inizio della prima lezione del nuovo corso di recitazione.


Tuttavia, le prime lezioni del laboratorio teatrale sono in salita, soprattutto per Antonio, che si trova a dover rimproverare con grande amarezza i suoi pochi attori a causa del loro impegno insufficiente e dei loro significativi ritardi.

La figura di Laura, direttrice del carcere, non mi è affatto dispiaciuta: inizialmente scettica riguardo l'idea di Antonio, diviene ben presto una fidata sostenitrice supportandolo in alcuni momenti e facendo notare ai detenuti che Antonio crede in loro; per questo ha spontaneamente voluto dedicare il suo tempo al corso.

A poco a poco, i carcerati imparano a rispettare il tempo di Antonio, arrivando puntuali, ben preparati e più volonterosi.

Il protagonista riconosce, con soddisfazione ma al contempo con concretezza e realismo, i progressi dei suoi allievi:"Damiano non sa scrivere, balbetta. Ma ha imparato un monologo di tre pagine, come scalare l'Everest. Qui l'Everest lo stiamo scalando tutti".

In questo film, sembra quasi che la letteratura stimoli e aiuti i detenuti a responsabilizzarsi a proposito di un impegno preso e sembra anche uno strumento utile sia per affrontare le difficoltà sia per condividere con gli altri e con l'insegnante le proprie emozioni e le proprie risorse.

C) "WAITING FOR GODOT" E LA CONDIZIONE DEI DETENUTI:

Il maestro Antonio e i suoi allievi ottengono il successo: infatti riescono ad esibirsi in più teatri italiani ma... ogni sera, quando rientrano in carcere, i carabinieri sottraggono agli attori qualsiasi omaggio ricevuto dal pubblico, anche oggetti donati da mogli, compagne e figli dei detenuti.

Abbastanza toccanti, a mio avviso, risultano i momenti in cui i detenuti salutano, ritrovano e abbracciano i loro familiari alla fine di ogni performance.

A nulla servono le repliche e le rimostranze di Antonio che chiede ai carabinieri dei turni della notte di trattare i detenuti in modo più umano, dato che per lui non esiste un valido motivo affinché i carcerieri li perquisiscano dopo il termine di ogni spettacolo.

Gli attori, con il tempo, si ritrovano ad essere sempre più insofferenti a queste prassi di controllo che sembrano non riconoscerli in quanto persone che possono ottenere anche soddisfazioni e gratificazioni nelle loro temporanee uscite al di fuori del carcere.

Prima della grande e fatidica rappresentazione presso il Teatro Argentina di Roma, il gruppo di attori decide di fuggire per le strade di Roma.

Radu, anziano di origini rumene, è l'unico che rimane: infatti non ha un luogo in cui poter andare né una famiglia che lo attenda.

Così Antonio si ritrova senza attori ma, invece di infuriarsi, decide di comparire da solo al centro del palcoscenico e, con un magistrale monologo, racconta al pubblico e alle autorità presenti il percorso svolto con i detenuti, non mancando di istituire un parallelismo con la commedia di Beckett.

Riporto qualche frase significativa pronunciata da Antonio:

"Beckett lo abbiamo recitato, ma con questi ragazzi si è riempito di significato. Godot è il primo spettacolo che abbiamo fatto insieme, è la nostra storia, siamo noi."

Infatti, se Godot è un'entità che non si palesa mai davanti a Vladimir ed Estragon, due personaggi in perenne condizione di attesa, i carcerati, privati della loro libertà a causa di errori e azioni pericolose o illegali nei confronti della società, si ritrovano dietro le sbarre delle celle ad attendere sia il giorno e l'ora dei colloqui con i parenti sia il momento in cui saranno liberi di ritornare dalle loro famiglie.

Alla fine del monologo, Antonio dice, commosso: "Grazie ragazzi!".

L'esperienza di insegnante di teatro in un contesto così complicato e così difficile è servita anche al protagonista di questo film dal momento che ha riacquisito serenità e fiducia in se stesso come professionista.

Definirei il finale dolce-amaro: al di là del discorso significativo di Antonio di fronte a centinaia di spettatori, la fuga degli attori fallisce, dato che la polizia li riporta a Velletri e la rappresentazione, salta. Peccato. Sarebbe stata l'unica vera occasione per dimostrare ad alcune personalità del panorama politico e giudiziario che un corso di teatro può far risvegliare le potenzialità di chi, considerato delinquente, è sempre stato socialmente svantaggiato. 

D) UNA FONTE DI ISPIRAZIONE:

Grazie ragazzi è ispirato al film francese Un Triomphe il cui protagonista è l'attore Jonson che, negli anni ottanta, ha organizzato e coordinato un corso di teatro per i detenuti nel carcere svedese di Komla.

Anche per Johnson, prima di accettare il ruolo di insegnante di teatro nel carcere, le difficoltà economiche erano avvilenti e, proprio come Antonio, è riuscito ad instaurare un rapporto di fiducia con gli attori apprendisti.

20 giugno 2025

"Resurrezione", Lev Tolstoj (parte seconda):

Riprendo le fila della recensione con un focus sulla figura di Dmitrij Nechljudov: a seguito del processo che condanna ingiustamente Katjusa, il giovane cambia il proprio stile di vita. 
Infatti le sue giornate, da oziose e monotone, divengono molto intense. 

Il principe Nechljudov infatti non ha più tempo per pensare a se stesso: rompe una frequentazione con una ragazza di famiglia aristocratica, si reca presso le carceri ogni giorno per incontrare i prigionieri. 

Inoltra poi le loro richieste agli amministratori, i quali puntualmente le banalizzano ed esortano anzi Dmitrij a rientrare in servizio nell'esercito dello zar e a non essere troppo compassionevole con i delinquenti.

Ad ogni modo, Nechljudov ottiene un piccolo risultato positivo per i carcerati. Infatti riesce a fare in modo che gli incontri settimanali con parenti e familiari avvengano in alcune stanze, non in un parlatorio comune diviso da una doppia grata:

"Come quello degli uomini, il parlatorio delle donne era diviso da una doppia grata, ma meno largo poiché il numero dei visitatori e delle prigioniere era minore. Il gridare e il vociare però non era meno assordante. Anche qui un sorvegliante passeggiava tra le due grate: era un guardiano con galloni sulle maniche della divisa, con risvolti e cintura blu. Anche qui tutti si pressavano contro le grate: da una parte i visitatori vestiti in modo diversi e dall'altra parte le prigioniere (...) Non c'era un posto libero accanto alle grate, anzi alcuni dovevano alzarsi in punta di piedi e gridare sopra la testa delle persone davanti a loro."

Ma come si fa?!! Questa è una grave violazione della dignità e della possibilità di sentire e di poter comunicare!!

Nella Russia zarista i prigionieri non hanno neanche il diritto di usufruire di momenti di vero scambio relazionale con i propri parenti! Praticamente vengono privati anche del conforto esterno! 

Oltretutto, la presenza del sorvegliante tra le due grate appare finalizzata a ricordare costantemente la loro condizione di detenuti, non tanto di persone.

A proposito di Nechljudov: dal momento che inizia a ritenere superflue le sue ricchezze, decide di cedere parte delle proprie terre ai contadini.

Da anziano, Tolstoj voleva attuare il medesimo proposito.

Ecco come si svolge il dialogo con i braccianti, una mattina d'estate:

"Nechljudov fece sforzi per dominare il proprio imbarazzo e cominciò a manifestare ai contadini la propria intenzione di cedere loro la terra. I contadini tacevano e dall'espressione del loro viso non si notava nessun cambiamento.

-Perché io ritengo- disse arrossendo Nechljudov- che ognuno ha uguale diritto di godere la terra.

Nechljudov continuava a dire che il reddito della terra doveva essere distribuito tra tutti loro e che perciò intendeva cedere la sua proprietà dietro pagamento di un canone, fissato da loro stessi, con il quale si sarebbe costituito un capitale sociale per i bisogni generali.

(...) Nechljudov parlava abbastanza chiaro e i contadini erano abbastanza intelligenti, ma non lo capivano, né lo avrebbero potuto capire per la stessa ragione per cui il fattore non l'aveva capito. Essi erano convinti che ogni persona cerca esclusivamente il proprio interesse."

I maltrattati e gli sfruttati dalla società la pensano così ma, d'altronde, anche ai giorni nostri, quanti opportunisti ci sono?

5) EPISODI DI ANGHERIE NELLE CARCERI ZARISTE:

5a)  VASILJEV:

L'episodio relativo a questo detenuto invita i lettori a chiedersi: Può crearsi una forma di solidarietà tra i carcerati?

"In tutte le camerate quel giorno la conversazione era insolitamente animata: si parlava di due detenuti che dovevano essere bastonati per punizione. Uno dei due prigionieri era un giovane intelligente e istruito, un commesso di nome Vasiljev che aveva ucciso l'amante in un eccesso di gelosia. i suoi compagni di camerata gli volevano bene per la sua giovialità, per la sua generosità e la sua fermezza nel tener testa ai secondini. Egli conosceva i regolamenti e ne esigeva l'osservanza. Tre settimane prima un guardiano aveva picchiato un prigioniero adibito al trasporto della minestra che gliene aveva versato un po' sulla divisa nuova. Vasiljev prese le parti del compagno dicendo che il regolamento non ammetteva le percosse ai detenuti. (...) il guardiano si mise ad insultare Vasiljev il quale rispose per le rime e, poiché il guardiano stava per picchiarlo, gli afferrò i polsi e, tenutolo stretto per qualche minuto, lo scaraventò poi fuori dalla porta. Fu fatto rapporto e di conseguenza Vasiljev venne relegato in cella di segregazione. Era questa una fila di celle buie, chiuse a chiavistello dal di fuori. Nell'oscurità umida e fredda non c'erano né giaciglio, né tavolo, né sedia, di modo che il prigioniero doveva sedersi e coricarsi sul sudicio pavimento.

Vasjliev aveva dichiarato di non andare in segregazione perché non si sentiva colpevole, ma vi fu condotto a forza."

"(...) Al governatore fu subito fatto rapporto che nel carcere era accaduto qualcosa di simile ad una sedizione; in risposta era venuto un ordine che condannava il principale colpevole a trenta colpi di bastone."

Questo è il tipico abuso di potere.

Come avrete notato, i regolamenti vengono evasi dalle guardie che esercitano prepotenza.

La cella di segregazione è un ambiente nel quale il detenuto sta senza alcun contatto con gli altri. In Italia, la cella di segregazione è riservata ai detenuti considerati rischiosi per la sicurezza del personale carcerario oppure è anche una sorta di "custodia protettiva" finalizzata a separare alcuni condannati dagli altri carcerati che potrebbero linciarli, in modo tale da evitare la loro morte. Si tratta del caso di Raimondo Caputo, lo stupratore e assassino di Fortuna Loffredo, morta soli sei anni e considerata dal grande ed eccelso Corrado Augias una "bambina vestita in modo provocante". Complimenti per l'uscita perspicace che, all'estero, sarebbe stata premiata prima di tutto con l'estromissione da tutti i canali televisivi e poi anche con l'obbligo di lavori socialmente utili! In Italia no, evidentemente non riconosciamo apporti intellettuali di tal calibro, perché si applaude all'autore di un commento del genere.

Comunque, i detenuti italiani sottoposti alla pena dell'articolo 41 bis si trovano in stato di completo isolamento per aver commesso reati mafiosi o atti terroristici.

Nelson Mandela considerava l'isolamento carcerario l'aspetto peggiore della vita di un prigioniero, dal momento che, a lungo andare, provoca effetti psicologici negativi per la salute mentale: ansia, rabbia, distorsioni percettive, deliri e paranoie.

5b) LE DEPORTAZIONI PER I LAVORI FORZATI IN SIBERIA:

Siamo a buon punto del romanzo quando Tolstoj ci narra le modalità in cui avvengono le deportazioni di massa dei prigionieri dalle carceri ai campi di lavoro in Siberia.

Siamo nel mese di luglio e, inevitabilmente, qualche carcerato muore per colpo di sole:

"Nechljudov scese dalla vettura avvicinandosi al gruppo. Steso sul selciato sconnesso del marciapiede con la testa più bassa dei piedi giaceva un detenuto non più giovane, in divisa grigia, con la barba rossiccia, la faccia congestionata, il naso camuso, le mani allargate, irrigidite e di tanto in tanto sollevava il petto in un faticoso respiro, fissando il cielo con gli occhi immobili, iniettati di sangue. 

(...)

-Prima li indeboliscono tenendoli in prigione e poi li costringono a camminare quando il sole brucia- disse il commesso rivolto a Nechljudov."

Tolstoj si dimostra abile nel descrivere minuziosamente lo stato, la condizione disperata del prigioniero, vittima dell'insensibilità umana.

Successivamente, l'autore esplicita che una parte dei prigionieri sale su un treno, molti altri invece si ritrovano costretti a percorrere centinaia di chilometri a piedi, sotto un sole cocente, ben sorvegliati, mentre Nechljudov, come avrete intuito dalla citazione precedente, li segue in carrozza. 

Tuttavia, nei momenti in cui il principe cerca di interagire con i prigionieri che riconosce sporgendosi dal finestrino della carrozza, viene severamente rimproverato da una delle guardie.

6) I TIPI DI CONDANNATI:

Nel giro di alcuni mesi, Nechljuodv entra a stretto contatto con i prigionieri e giunge alla teoria che li suddivide in cinque categorie:

"Alla prima categoria appartenevano persone assolutamente innocenti, vittime degli errori giudiziari come Mensov, la Màslova e gli altri."

Ecco, a me viene in mente Omar Assan, assolto dopo ben sedici anni di galera. Era stato condannato per aver ucciso la giornalista Ilaria Alpi, quando in realtà era innocente.

"La seconda categoria comprendeva gli individui condannati per delitti commessi in circostanze eccezionali, per ira, gelosia, ubriachezza e simili, delitti che avrebbero probabilmente commesso anche coloro che li avevano giudicati e puniti, se si fossero trovati nelle stesse circostanze."

Io però, da lettrice del XXI° secolo, considero quest'ultima frase come una giustificazione per il femminicidio.

Non si possono assolutamente giustificare uomini eccessivamente possessivi o comunque, assolutamente incapaci di governare le emozioni. C'è qualcosa di bestiale allora, in questi umani che commettono delitti d'onore o stroncano la vita di una persona per rabbia o per aver bevuto troppo.

Però il pensiero di Tolstoj è giustificabile perché figlio del suo tempo.

Intanto però, una donna perde la vita e nessuno potrà mai restituirgliela. E chi l'ha uccisa deve pagare, almeno dal punto di vista legale-giudiziario.

"La terza categoria era costituita da persone condannate per aver commesso atti che ai loro occhi erano normali (...), ma che legislatori e giudici ritenevano delitti."

Qui Tolstoj si riferisce per esempio a chi deruba le chiese e anche a chi vende prodotti senza licenza, per guadagnarsi da vivere in un modo che la legge non considera regolare. 

Questo accade solitamente o per miseria o per mancanza di cultura.

"Della quarta categoria facevano parte coloro che, per essere di una dirittura morale superiore alla media, erano stati messi in prigione."

Questa quarta categoria viene approfondita dall'autore nelle ultime cinquanta pagine del romanzo: si tratta di oppositori politici, di adepti al socialismo, di contestatori del sistema economico e legislativo della Russia zarista. 


Quindi, della quarta categoria fanno parte coloro che dimostrano e manifestano spirito critico verso l'autorità, come ad esempio i giovani iraniani che si stanno ribellando alla dittatura degli Ayatollah oppure... come Navalnij.

"Infine, nella quinta categoria erano inclusi individui colpevoli verso la società, ma verso i quali è ancor più colpevole la società che li abbandona e li opprime (...)".

Io, leggendo questo punto, ho pensato agli adolescenti di Scampia cresciuti solitamente con genitori noncuranti, oppure abusanti e delinquenti. 


Questi ragazzi, maltrattati dapprima dalla famiglia e poi dalla società, abbandonano la scuola prima della fine del percorso scolastico e incappano nella droga o nei giri di criminalità organizzata perché in certe zone d'Italia manca una rete sociale di supporto e l'assistenza sociale non è efficace.

7) FINALE DEL ROMANZO:

Anche Katjusa Màslova finisce in Siberia. 

Tuttavia, anche dentro di lei è avvenuto un cambiamento interiore: smette di considerare il sesso opposto esclusivamente come ricercatore di piacere e accetta la proposta di matrimonio di un prigioniero politico.

A lei basta nutrire una stima pacata per qualcuno e quindi accasarsi. Dopo anni di prostituzione e dopo una condanna umiliante, la giovane donna non desidera altro che un po' di serenità e di quieto vivere.

8) L'INCONTRO DI NECHLJUDOV CON UN MENDICANTE:

Questo vecchio mendicante è una figura anonima che compare soltanto alla fine del romanzo, proprio nelle ultimissime pagine. Viene arrestato e portato in una cella dalle guardie.

Proprio in un corridoio del carcere apostrofa il principe in questo modo, senza timidezza alcuna:

-"Allora, sei venuto a vedere come l'Anticristo tortura gli uomini? Guarda bene. Ne ha presi e ne ha imprigionati tanti quanti un esercito. Gli uomini dovrebbero guadagnare il pane con il sudore della fronte; l'Anticristo invece li tiene imprigionati, li nutre senza farli lavorare, come porci, perché vuol farli diventare bestie."

Le carceri rendono davvero migliori? 

Secondo Zerocalcare no, dato che dovrebbero includere una finalità educativa, di vero riscatto sociale, oltre che garantire condizioni igienico-sanitarie decenti. 

Esistono, in qualche stato del mondo, delle carceri che possano essere anche luoghi educativi? Come renderli tali?

Non lo so. 

A tal proposito mi piacerebbe richiamare all'attenzione un episodio compreso nella seconda stagione della serie britannica Black Mirror. Mi riferisco a White bear, dove Victoria, una donna ancora giovane, non ricorda nulla di se stessa: si sveglia in un villino deserto e, non appena esce in giardino, incappa o in persone che le puntano il fucile contro, oppure in altre che la filmano senza rispondere alle sue domande.

Verso la fine del racconto noi spettatori, come Victoria, scopriamo che la quotidianità della giovane signora consiste in una sorta di teatrino con tanto di pubblico al fine di punirla e umiliarla per il reato di concorso in omicidio: la protagonista avrebbe aiutato il fidanzato a rapire e uccidere una bambina in un bosco, filmando oltretutto il partner mentre bruciava i resti della piccola. 

Il carcere di Victoria è un villino piuttosto asettico e il suo pane quotidiano sono le offese, le minacce di morte, le derisioni che subisce e, oltre a questi, i filmati e le fotografie che le vengono scattate.

Tremenda è la scena in cui Victoria, all'interno di un'auto-carrozza, viene esibita ad un pubblico che deve, su ordine del carceriere, urlarle i peggiori improperi e lanciarle addosso qualsiasi cosa.

Victoria è responsabile di un crimine molto grave, quindi deve pagare a mio avviso con l'ergastolo, deve essere sicuramente punita ma non così orrendamente umiliata. Il suo disagio è pretesto di spettacolo e le persone, sadiche e piene di livore che godono al vederla soffrire non sono affatto esempi di moralità.

A Victoria, attraverso sofisticate tecnologie, è stata cancellata la memoria. Per questo dispone di pochissimi vaghi ricordi del passato.

Ma quanto è inutile un carcere-zoo di questo genere? Che gusto si prova a vivere un'esistenza da prigioniera come questa e che gusto si prova a recarsi in un largo e ampio giardino per riservare angherie a qualcuno?

Il mio episodio preferito della serie Black Mirror Ã¨ in realtà Fifteen million merits. Ma anche Be right back mi è piaciuto molto, perché la tematica è la stessa del film I'm your man.

Comunque, a conclusione del post, vorrei riportare un monito che questo anziano mendicante rivolge a Dmitrij:

-"E tu interessati dei fatti tuoi e non occuparti degli altri. Dio solo sa chi punire e chi premiare: gli uomini non lo sanno. (...) Ma vai pure per la tua strada. Hai visto come gli Anticristi fanno mangiare dai pidocchi le creature umane?"

A seguito di questo incontro per Nechljudov si apre una nuova fase di vita. Tornato al sua appartamento, il principe inizia a leggere attentamente il Vangelo di Matteo e, da quel momento in poi, continua a rinunciare al lusso, ai viaggi all'estero, alle amanti, ai capricci materiali e sentimentali. 

Inizia a condurre una vita decisamente più sobria, imperniata sulla generosità, sulla sobrietà e sulla carità, gli stessi valori in cui credeva da adolescente, prima di conoscere Katka Màslova.

In questo romanzo, insomma, c'è un personaggio maschile fondamentale che compie un significativo percorso di formazione, finalizzato a farlo ridiventare fedele a se stesso.