"Il luogo da cui veniamo è chi siamo,
ma scegliamo ogni giorno chi vogliamo diventare".
(cit. tratta dal film)
Questo film si concentra soprattutto sull'infanzia e sulla giovinezza di Vance, mettendo bene in luce fragilità ed errori di alcuni membri della sua famiglia di origine.
Mi interessava molto vederlo per poter conoscere la vita di un politico di destra radicale e per riflettere sui motivi per cui un uomo ancora giovane e che ha sperimentato il riscatto sociale abbia idee molto reazionarie.
Strano comunque che Hollywood, considerato un ambiente progressista, abbia girato un film proprio sulla vita di J.D. Vance.
NOTIZIE ESSENZIALI SU J.D. VANCE:
J.D. Vance è nato il 2 agosto 1984 a Middleton, in Ohio. Lui e la sorella sono stati cresciuti soprattutto dalla nonna materna Bonnie.
Si è diplomato nel 2003 alla Middletown High School.
Dal 2003 al 2007 è stato un marine durante la guerra in Iraq: nel film compare anche la scena in cui parte per l'incarico di corrispondente di guerra.
Si è laureato con il massimo dei voti e la lode presso la Ohio State University nel 2009 e, subito dopo, ha frequentato la Yale Law School. Proprio in questo ambiente una dei suoi docenti lo ha persuaso a scrivere un libro autobiografico pubblicato nel 2016, Hillibilly Elegy, ovvero, Elegia Americana.
Nel maggio 2022 ha vinto le primarie del Partito Repubblicano in Ohio e nel novembre dello stesso anno è stato eletto senatore.
Ora Donald Trump vuole candidarlo come Vicepresidente degli Stati Uniti d'America.
PERSONAGGI PRINCIPALI DEL FILM:
BONNIE VANCE: Posso definirla una figura motivante per J.D.: con il nipote si dimostra decisa e autorevole dato che crede nelle sue doti. Lo incita a studiare per uscire da una situazione di disagio sociale e di trascuratezza emotiva. Da sottolineare però che questa donna non è stata una madre per sua figlia: non si preoccupava, da giovane, delle conseguenze che i suoi violenti litigi con un marito alcolizzato potevano avere sulla salute mentale della figlia.
Si tratta di una figura che non riesco a condannare in quanto incredibilmente fragile, oberata di responsabilità sin dai 18 anni e terribilmente infelice.
SORELLA DI VANCE: Nel film lavora come commessa in un negozio, è sposata e ha due figli. Con J. D. ha un buon rapporto ma negli anni della sua adolescenza la relazione con la madre risulta estremamente conflittuale. Eppure, con la sua grande bontà, invita il fratello a perdonare la loro figura materna considerandone il vissuto infantile drammatico.
USHA VANCE: Nel film, ambientato negli anni 2010-2011 con frequenti flashbacks relativi all'infanzia e all'adolescenza di Vance, Usha assume il ruolo di fidanzata, alleata e sostenitrice della carriera e degli studi di J.D.
DISCORSO INIZIALE DEL FILM:
Sin dalle prime scene il film cita valori tipicamente di destra, estrapolando una citazione del romanzo:
... per alcuni di noi la speranza del sogno americano rimane irraggiungibile. E anche se gli altri disprezzano il nostro credo, manteniamo la fede non solo in Nostro Signore ma in noi stessi, nella nostra abilità di rialzarci e di volare. Fate in modo che questa fede non crolli mai.
DIO, PATRIA E FAMIGLIA. Questo slogan è stato coniato da Giuseppe Mazzini, il quale sosteneva che tutti, pur godendo di libertà individuali, devono osservare determinati doveri. Dio ci ha creati liberi, la Patria è il regno della legge, uguale per tutti, mentre la famiglia è la patria del cuore, è il primo luogo di educazione dei cittadini.
Lo slogan è stato successivamente assimilato dai fascisti e adattato dai nazisti con la deleteria e blasfema frase: "Gott mit Uns" , cioè, "Dio è con noi".
In queste iniziali parole del film vedo prima di tutto un senso di enorme insoddisfazione nel constatare che il benessere negli Stati Uniti non è goduto e non è fruibile da tutti. Infatti una parte di americani e di famiglie americane vivono in povertà.
Ma in queste parole interpreto anche una chiusura mentale nei confronti del multiculturalismo, dell'interculturalità, del "diverso che minaccia la tradizione". Vance qui parla di fede... ma si tratta di vera fede oppure dell'ostinazione a conservare in modo formalistico una tradizione religiosa che ci contraddistingue da altri popoli?!
Le destre difendono le tradizioni. Io non metto in discussione l'importanza di conoscere e osservare culture e tradizioni locali, mi spaventa il fatto che queste possano divenire causa di fermenti nazionalisti e populisti piuttosto aggressivi. Non metto in discussione la rilevanza delle nostre radici cristiane, tuttavia, queste non devono costituire un pretesto per emarginare e per disprezzare il diverso: dobbiamo ricordare che Gesù prestava sensibilità e attenzione verso il povero, l'emarginato e l'ammalato. Dobbiamo ricordare che la dignità di ogni vita umana è preziosa.
Poi personalmente concordo sul fatto che la questione immigrati non dev'essere l'unica questione alla quale il centrosinistra deve prestare sensibilità e attenzione.
Io non potrò mai votare a destra, soprattutto a seguito di un'esperienza di lavoro in stazione, dove ho visto diverse forme di disagio sociale. Anche se mi trovo abbastanza d'accordo con chi afferma che negli ultimi anni "la sinistra ha perso se stessa", dato che i suoi temi fondamentali sembrano limitarsi al contrasto all'omofobia e all'accoglienza dei migranti. La sinistra ha forse smarrito se stessa perché si è imborghesita, è diventata molle, non sa dare soluzioni ad una piaga sociale, soprattutto italiana, che a me colpisce molto ed è questa: i figli di famiglie povere sia economicamente che culturalmente sono ingabbiati in lavori precari o incappano per molti anni nei contratti di lavoro "in grigio" o "in nero", sono molto facilmente destinati allo sfruttamento perché non hanno gli strumenti per poter raggiungere una posizione lavorativa perlomeno discreta e dignitosa. Questo è un paese demograficamente in crisi che non aiuta né i giovani né le famiglie già costituite né gli anziani, è un paese in cui persino i cinquantenni, disoccupati dopo anni di lavoro, si trovano costretti a re-inventarsi e addirittura a ricominciare a studiare. Eppure un modo per migliorare questa situazione, dopo anni di governo, il Pd non lo ha trovato.
La squadra di Donald Trump, J.D. Vance per primo, dovrebbe leggere il saggio storico di Patrick O'Geary intitolato Il mito delle nazioni, il cui contenuto, ripercorrendo le tappe della storia medievale europea, dimostra come i popoli d'Europa siano entità in continuo divenire proprio a causa di contatti e relazioni con identità diverse da loro. Anche il popolo del continente americano è un'entità in continuo divenire, dal momento che è molto eterogeneo.
Riporto una citazione che può risultare significativa anche per voi lettori tratta proprio dal saggio di O'Geary che costituiva uno dei libri del mio programma d'esame universitario di Storia Medievale:
La ricostruzione offerta non implica di immaginare una storia europea «senza popoli», ma semplicemente di accettare l'evidenza che i popoli d'Europa sono stati e restano «un progetto in corso, un cantiere aperto», riconoscendo come il perdurare di etichette etniche tradizionali nasconda decisive discontinuità culturali, sociali e biologiche: «I Franchi nati con il battesimo di Clodoveo non sono i Franchi di Carlo Magno o quelli del popolo francese che Jean-Marie Le Pen sperava di riunire intorno al suo movimento politico. I Serbi che comparvero sulle macerie dell'impero degli Ávari non erano il popolo che fu sconfitto nella battaglia di Kosovo del 1389 e non erano nemmeno i Serbi chiamati da Slobodan Miloševi? a partecipare al suo progetto di megalomania nazionalista»
COSA SPINGE UNA PERSONA CHE PROVIENE DA UNA SITUAZIONE DI POVERTA' E SPERIMENTA IN PRIMA PERSONA IL PROGRESSO SOCIALE, CULTURALE ED ECONOMICO A PENSARE IN MODO REAZIONARIO?
Partiamo dalla certezza che Vance è conservatore e tradizionalista. È legato ad una concezione patriarcale della famiglia: secondo lui le donne che non vogliono figli e che pensano soltanto alla carriera lavorativa o all'indipendenza economica sono "da ricoverare in psichiatria". Eppure è sposato con una donna di origini indiane... ma, quando i giornalisti glielo fanno notare, Vance risponde che "Usha non ha grilli per la testa ed è una buona madre. Tutte le donne devono aspirare ad essere madri".
È stato J.D. Vance a inventare e a far circolare bufale ridicole a proposito degli haitiani di Springfield, facendo affermare anche a Trump che "mangiano i gatti domestici". Oltretutto, per lui gli immigrati irregolari sono "persone sporche, dannose", perché hanno reso ancora più grave il problema del traffico di droga negli Stati Uniti e la loro presenza ha contribuito ad abbassare gli stipendi degli operai americani bianchi. Per questo supporta l'idea di Trump di effettuare le deportazioni di massa (ma si rendono conto?! Questo è neonazismo, non vera politica!).
Rimango così colpito da affermazioni del genere che a volte mi chiedo se Vance pensi veramente a tutto quello che dice oppure se i suoi discorsi siano finalizzati prima di tutto alla propaganda e ad acquisire voti.
In politica internazionale J.D. appoggia appieno le istanze della Russia nel conflitto russo-ucraino. Inoltre è a favore dell'isolazionismo statunitense, per cui dell'Europa non gli importa molto.
J.D. Vance è un uomo consapevole delle dinamiche elettorali di questi ultimi anni: sa che ultimamente i politici vengono votati se esprimono diffidenza verso i migranti e se si aggrappano al concetto di nazionalismo, sa che le persone residenti nel mondo industriale americano non si sentono rappresentate dai democratici e approfitta del loro disagio visto che l'industria pesante negli Stati Uniti è in forte crisi.
Molti americani che faticano ad arrivare a fine mese si sentono trascurati dal Partito Democratico, visto come un covo di radical chic socialmente agiati e soprattutto difensori di LGBT+ e migranti. Trump e Vance rappresentano bene la rabbia di operai e industriali.
Questo però fa pensare anche all'Italia degli anni Novanta e al fatto che gli operai del Veneto e della Lombardia simpatizzavano di più per la Lega che non per i partiti di Centrosinistra perché gli esponenti leghisti rappresentavano meglio il loro malcontento.
Ad ogni modo, quest'anno anche molti latinos hanno dato fiducia a Trump perché è assolutamente contrario all'aborto e ai diritti delle comunità LGBT+. I latinos sono in genere cattolici conservatori che, in alcuni casi, hanno sperimentato le dittature di estrema sinistra.
NIKKY HALEY RAPPRESENTA LA "COMPONENTE SANA" DEL PARTITO REPUBBLICANO AMERICANO?
Nikky Haley, governatrice del Sud Carolina dal 2011 al 2017, avrebbe potuto fare la differenza nel Partito Repubblicano: è una moderata pro-life, è a favore del divieto per i legislatori di riscuotere pensioni legislative durante il loro mandato, è a favore dell'inserimento lavorativo degli immigrati regolari (😒a questo punto sarei curiosa di capire che razza di idea si è fatta degli immigrati clandestini, che non sono nati delinquenti, ma si trovano costretti a delinquere e a divenire elementi di fastidio a causa di politiche di accoglienza e di integrazione inefficaci e poco umane!).
Tuttavia si è ritirata dalle primarie sospendendo, nel marzo 2024, la sua campagna elettorale risultata a tutti gli effetti fallimentare: infatti ha vinto le primarie solo nel Vermont.
E quest'autunno, purtroppo, anche lei ha dichiarato di aver votato per Donald Trump, nonostante le pesanti offese ricevute mesi prima da quest'ultimo.
Non è detto che un politico di destra o comunque un elettore di destra siano necessariamente persone negative. Però pensando alla Haley inviterei i lettori del presente post a chiedersi: se da una parte il centro-sinistra non risulta più efficace e si ha la sensazione che sia distante dai problemi della gente, dall'altra che cosa sta succedendo alla destra moderata? Per quali motivi il centro-destra non è più incisivo negli ultimissimi tempi?
Il centro-destra ha idee europeiste e tendenzialmente sostiene il libero mercato. Si preoccupa del lavoro? Si è occupata soprattutto dell'economia di aziende di privati e di imprenditori. La destra moderata non è fascista e aborrisce il nazismo. Esiste una rilevante differenza tra personaggi come Maurizio Lupi, Antonio Tajani e personaggi come Matteo Salvini e Giorgia Meloni: i primi sono in grado di esprimersi in modo civile e le loro frasi possono essere prese in considerazione per confronti, i secondi sbraitano e approfittano di qualche evento drammatico di cronaca per fomentare l'odio verso le minoranze, facendo leva sulle paure delle persone e sconfinando nel neo-nazismo. Ma, se negli anni Trenta erano gli ebrei e gli zingari i capri espiatori, oggi sembra esserlo lo straniero, l'africano in particolare. L'africano è colpevole della mentalità patriarcale, l'africano ruba e delinque, l'africano approfitta dell'assistenzialismo italiano, l'africano non ha voglia di lavorare, e chi più ne ha più ne metta di queste castronerie alimentate da certa destra.
Credevo che la Presidente Meloni avesse perduto il vizio di urlare e avesse acquisito un minimo di capacità di ascolto e mediazione una volta assunto un ruolo così importante ma mi sbagliavo.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI SULLA VITTORIA DI DONALD TRUMP:
Pochi giorni fa Matthias mi ha passato via whatsapp una parte della newsletter ricevuta per mail da Massimo Polidoro, docente universitario a Milano, scrittore e divulgatore scientifico al quale abbiamo fatto degli accenni in qualche post. Ci sarebbero due suoi saggi interessanti da trattare all'interno del blog, forse ci riusciremo più avanti.
Ad ogni modo, Polidoro è titolare di un canale youtube. Vorrei quindi passarvi il link che rimanda ad un video di dieci minuti circa a proposito del suo pensiero sulle ultime e recentissime elezioni americane. I contenuti di questo video assomigliano molto al contenuto della newsletter:
https://youtu.be/cOi2wb_893o?si=hsTve_hpFgGg9qWq
Le argomentazioni di Massimo Polidoro, al quale anch'io ho stretto la mano dopo aver partecipato alle presentazioni di due suoi libri, hanno suscitato in me una serie di pensieri che qui riporto:
-Reagiamo sulla base dei sentimenti in una società hi-tech di consumismo e di apparenze. Dilaga una mentalità che, esaltando le emozioni, vuole banalizzare o ignorare il pensiero critico.
-La vittoria di Trump mi ha abbastanza stupita, credevo che Kamala potesse vincere anche se di stretta misura. Ecco chi è veramente Donnie Trump: fedina penale sporca, misogino, negazionista del cambiamento climatico, razzista, filo-hitleriano. Dunque l'esito di queste elezioni è solo una questione di ignoranza e mancanza di razionalità da parte di molti americani oppure deriva da frustrazioni, senso diffuso di abbandono da parte delle istituzioni in situazioni di degrado e povertà, atteggiamenti di timore e sfiducia verso il futuro?
-Con Trump il mondo occidentale andrà verso un'involuzione autoritaria? Sui social imperversano commenti inquietanti di cittadini italiani come questo: "Viva Trump!" che sembrano ricalcare il vecchio ma mai completamente superato: "Viva il Duce!".
-La seconda vittoria di Trump può rispecchiare un'estrema conseguenza di queste ultime crisi economiche che hanno reso gli americani "più incattiviti", più vulnerabili alle influenze di quei non-politici che parlano alle loro viscere, non alla loro parte più razionale, e quindi più soggetti a pregiudizi come questo: "l'immigrato è un criminale e ci ruba la possibilità di trovare e di mantenere un lavoro?".
-E ora cosa succederà? Nessuno lo sa. In un mondo di profonde disuguaglianze e pieno di continui cambiamenti è difficile prevedere persino quel che accadrà tra due anni. Ma quanti di noi saranno in grado di riconoscere l'estrema complessità del reale? Quanti di noi sapranno servirsi di una facoltà che Guicciardini chiamava "capacità di discrezione"?
-Come costruire un mondo migliore? Forse tenendo a mente un aforisma poetico di Ungaretti che dice: "Tra un fiore colto/ e l'altro donato/ l'inesprimibile nulla".