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4 settembre 2025

"Mai, raramente, a volte, sempre"- il dramma di Autumn, adolescente ferita

 16) ABORTO

Non si intende, né con questo post né con il successivo, prendere una posizione netta a proposito di questo tema, troppo delicato e troppo complesso.

Esporrò soltanto le caratteristiche di alcuni personaggi e qualche mia riflessione.

Mai, raramente, a volte, sempre è un film uscito nel 2021 e disponibile al noleggio sulla piattaforma "Amazon Prime".

Non è stato doppiato in italiano: infatti, lingua e sottotitoli, sono in inglese americano.

A) AUTUMN CALLAHAN:

Autumn ha 17 anni, vive in Pennsylvania con la madre, il suo nuovo compagno e due sorelle ancora bambine.

Dopo la scuola, la protagonista della storia lavora nello stesso supermercato della cugina Skylar: sono entrambe cassiere che, alla fine di ogni turno, subiscono le viscide avances del loro manager.

Nel corso del film Autumn parla pochissimo: risulta silenziosa, cupa, molto introversa. Sappiamo che le piace cantare e che ha un pessimo rapporto con il convivente della madre, il quale la disprezza ritenendola una "malata mentale".

Di nascosto dalla madre, Autumn si sottopone ad un test di gravidanza presso un consultorio e scopre di essere incinta.

Il film non chiarisce l'identità del padre di questo bambino che non nascerà mai.

B) SOLITUDINE ADOLESCENZIALE:

Autumn non ha confidenza con la propria madre: il rapporto è praticamente inesistente, come d'altronde quello tra lei e le due sorelle.

D'altro canto, questa figura materna sembra non preoccuparsi minimamente per sua figlia nemmeno quando questa stessa, con la cugina poco più grande, intraprende un viaggio di più giorni per recarsi in una clinica di New York, città in cui la legge consente l'aborto fino alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Autumn è alla diciottesima. 

La madre dell'adolescente protagonista non verrà mai a conoscenza né della gravidanza di sua figlia né del conseguente aborto.

Il comportamento di questa figura adulta può sconcertare: mai una volta, nei giorni di assenza della figlia, ha provato a contattarla o comunque, mai si è rivolta alla polizia per l'assenza della figlia in casa.

Poco dopo l'operazione in clinica, nei bagni della stazione metropolitana di New York, Autumn telefona alla madre con l'intenzione di riferirle di aver abortito ma, dopo aver preso un respiro profondo, non ci riesce e riattacca.

Oltretutto, questa ragazza sembra non avere amiche. 

L'unica persona con la quale ha una buona relazione è la cugina: pur non comportandosi come amiche, entrambe si rispettano profondamente.

Il rapporto tra la protagonista del film e il sesso opposto è pessimo: in una delle prime scene, ambientate in un bar-ristorante, vediamo Autumn rovesciare una tazza di tè bollente sul viso di un coetaneo che la osserva insistentemente da lontano.

Chi è quel ragazzo? Uno sconosciuto che, con gli occhi, sta infastidendo la figura principale della storia? Uno dei sei ex di Autumn? Oppure il mancato padre del bambino?

Lo spettatore, inevitabilmente, si pone diverse domande: il feto di Autumn è la dolorosa conseguenza di una relazione finita, oppure è frutto di una violenza subita?

Poco prima di effettuare l'operazione, un'infermiera del consultorio si ritrova a porre alcune domande particolarmente spinose alla ragazza, tenuta a rispondere scegliendo, volta per volta, una delle quattro opzioni seguenti: mai, raramente, a volte, sempre.

Così scopriamo che Autumn, oltre ad essere sessualmente attiva dai 14 anni, ammette tra le lacrime di essere stata costretta, a volte, ad avere un rapporto sessuale.

E la famiglia di Skylar? 

Sembra non esistere, dal momento che non compare mai nel film e considerando tra l'altro anche che la stessa Skylar non li nomina mai. 

Forse, il legame tra la cugina della protagonista e i suoi genitori è molto debole o comunque, disfunzionale.

Noi spettatori non conosceremo mai le dinamiche familiari e affettive di Skylar.


C) SPUNTI DI RIFLESSIONE SUGGERITI DAL CONTENUTO DEL FILM:

1) L'educazione all'affettività è ancora un tabù nel nostro tempo?

In questo film sembra che affettività e sessualità siano ritenute ancora dei tabù: gli adulti non ne parlano mai con gli adolescenti, lasciati a loro stessi.

Nessuno si prende l'impegno di far capire agli adolescenti che le prime cotte e le prime attrazioni verso qualcuno, durante l'adolescenza, molto spesso non sono preludio di un vero amore. 

Eppure, senza guide educative che si dimostrino comprensive ma al contempo autorevoli, i ragazzi traducono queste pulsioni in esperienze sessuali con il rischio di conseguenze serie e con la quasi inevitabilità di essere sommersi da amarezza, malinconia e angoscia una volta che l'innamoramento sbollisce.

L'educazione affettiva era un tabù per i genitori degli attuali Millennial (anni '80, primi anni '90) o Tardo-Millennial ('93-'96)?

Forse. 

Comunque con mia mamma ne ho parlato abbastanza. 

Ero in quinta elementare quando il mio bravissimo pediatra mi aveva regalato dei libretti simpatici in cui i paragrafi alternati a vignette si rivelavano molto arricchenti dato che erano relativi sia al corpo in cambiamento nella pre-adolescenza che al saper dare un nome alle emozioni di quella fase di vita. 

Così sono arrivata consapevole al mio menarca nel giugno 2008,  momento che ha segnato il mio passaggio dall'infanzia all'adolescenza. È stato un pochino prima dei tredici anni, sotto questo aspetto sono stata l'ultima della classe.

Ho un bel ricordo, per quel che concerne il mio secondo anno di liceo, di un mini-corso in alcune ore curricolari nelle quali una bravissima psicologa sottolineava quanto fosse importante un dialogo e un confronto con il sesso opposto, focalizzato su piccole confidenze a proposito di gusti di gelato, dei propri hobby, dei propri desideri e delle proprie aspettative per il futuro.

La psicologa che ha proposto a tutte le classi seconde quella formazione insisteva sull'opportunità di instaurare un legame affettivo con un ragazzo o una ragazza che implicasse anche la condivisione di idee e di valori.

Secondo me aveva ragione: non pensate che questa modalità di affrontare l'educazione all'affettività andasse bene fino a dieci o quindici anni fa. Può essere istruttiva ed edificante anche adesso.

Comunque, è molto meglio che la persona con cui si sceglierà di condividere la vita abbia anche un ruolo permanente di "miglior complice", perché i genitori e i parenti invecchiano e prima o poi scompaiono, gli eventuali fratelli e cugini, pur volendo il nostro bene, realizzano la loro strada di vita ed è giusto così, i figli e le figlie crescono e diventano indipendenti.

Oltre a ciò, in questi ultimi anni in cui il mondo e gli scenari geopolitici cambiano in fretta e influenzano sia le relazioni sia gli ambienti lavorativi, i colleghi spesso non possono essere amici ma solo dei collaboratori e le amicizie, in generale, risultano durature in rari casi. 

Ad ogni modo, gli amici, anche quando sono ottimi e affidabili, non possono diventare né la nostra ombra né la nostra stampella dal momento che hanno priorità quali lavoro e magari anche una famiglia.

Chi ci rimane, quindi, come valido termine di alleanza, di conforto e di confronto se non il coniuge o il compagno di vita?

2) Ignoranza giovanile (in Italia ma anche negli negli Stati Uniti) in materia sessuo-fisiologica:

Autumn ha un cattivo rapporto con la propria dimensione affettiva e con il proprio corpo.

Noi spettatori appuriamo quasi subito che non monitora mai le proprie mestruazioni. Non sa quando le ha avute l'ultima volta e, per di più, dice all'infermiera del consultorio della Pennsylvania: "I'm a kind of irregular".

E qui ho pensato: ma stiamo scherzando?! Se sono irregolari a maggior ragione devono essere segnate su un'agenda, su un calendario o su un'App!

Probabilmente Autumn non sa nemmeno quando è iniziata la sua maturità fisiologica.

Riconosco inoltre che esiste, almeno nel nostro paese, una discreta dose di ignoranza della componente maschile sulla fisiologia femminile: gli uomini si avvicinano ai trent'anni con le loro menti notevoli e iperlogiche, le loro lauree, i loro Erasmus in Svezia, Irlanda o Canada, i loro master specialistici e le loro notevoli esperienze di lavoro ma, in alcuni casi, non hanno idea di che cosa sia la "finestra fertile", non distinguono il ciclo ovarico da quello mestruale e hanno una visione riduttiva a proposito di sessualità che comprende anche i vissuti e gli aspetti culturali e sociali, non soltanto l'atto sessuale, altrimenti non saremmo molto diversi da questo esserino poco sveglio che vive di puri istinti:

Non so esattamente da che cosa dipenda questa loro carenza che, vorrei sottolineare, constato senza giudicare né ridicolizzare, ma credo si possano avanzare diverse ipotesi: forse risentono della mancanza di serio dialogo con figure educative durante l'età evolutiva oppure sono reduci di rigidi moralismi impartiti durante la loro adolescenza.

Eppure, a partire dalla loro prima relazione stabile, questi argomenti li riguardano eccome!

Abbastanza triste e sconcertante inoltre risulta il recente fenomeno dei gruppi Telegram "Incel", frequentati dai "celibi involontari" i quali manifestano tramite chat opinioni discriminatorie e sessiste, trovandosi a vivere una condizione di isolamento sociale e di insoddisfazione sentimentale o dopo una serie di esperienze negative e dolorose con le donne oppure a causa di una vergognosa incapacità di relazionarsi in maniera interpersonale.

3) Ulteriori domande:

Solo la scuola deve farsi carico dell'educazione alle relazioni, alla parità di genere, dell'educazione sessuo-affettiva? 

Quanta parte di responsabilità dovrebbero avere le famiglie? 

Come sarà possibile, in futuro, promuovere un approccio ad un'affettività consapevole? 

Che ruolo potrebbe avere la Chiesa a tal proposito? 

Sarà mai fattibile uno stanziamento di fondi da parte del Ministero della Cultura in modo tale da poter garantire, in tutta Italia, serate, webinar e corsi in materia di parità di genere, rivolti a tutte le età?

Mi auguro riflettiate su tutte queste mie domande spinose.

Tuttavia, l'educazione alle relazioni e all'affettività dovrebbe coinvolgere molte istituzioni e comunità e dovrebbe certamente implicare non soltanto la collaborazione tra scuole e altre figure professionali rispettabili quali psicologhe, ginecologhe, ostetriche e operatori di consultori, ma anche tra biblioteche e amministrazioni comunali da un lato e consulenti familiari e assistenti sociali dall'altro.

Nel film Mai, raramente, a volte, sempre la scuola non compare mai, né come istituto né come strumento didattico-educativo.  

Oltretutto, sarebbe proprio il momento di progettare percorsi parrocchiali e vicariali riservati agli adolescenti che includano anche un periodo finalizzato sia a soffermarsi sulla pericolosa concatenazione tra digitale e sessualità sia a proporre la lettura di alcuni brani della Bibbia, magari su un'emozione complessa come la gelosia o su un valore ai nostri tempi poco diffuso: la fedeltà. 

Bisognerebbe rendere obbligatori in ogni contesto di pastorale adolescenti parrocchiale, vicariale e diocesana alcuni dialoghi e incontri con coppie di fidanzati e con coniugi ben realizzati nella loro dimensione affettiva.

Ma forse la Chiesa non avrà futuro, perché nel presente non c'è veramente la voglia né la motivazione di riformare le attività vicariali. 

A mio avviso istituire il "ministero della prossimità" in tutte le realtà diocesane e vicariali d'Italia sarebbe una grande idea e dimostrerebbe una maggior apertura mentale da parte della Chiesa-istituzione, con la creazione sia di gruppi di supporto per chi vive situazioni di malattia, sia di occasioni in cui i giovani, credenti e anche non, si confrontino in modo edificante, lasciando completamente perdere quelle che io definisco "innovazioni-sciocchezze" come il diaconato e il sacerdozio alle donne e il motto, oltremodo stupido: "liberiamoci del prete dittatore in nome della sinodalità". 

Ma quale dittatore, dato che i sacerdoti sono diventati figure marginali nella società (secondo diverse mie esperienze è stato così).

Concludo definitivamente con questa piccolissima, ma assolutamente non marginale, riflessione: per quale oscuro motivo molte donne non imparano a darsi valore? 

Con questa domanda mi riferisco prima di tutto a quelle ragazze che pubblicano video, reel e messaggi pieni di allusioni sessuali: ma non pensano mai di valere più di così? Sono sicure per davvero che quella componente maschile dotata di sale in zucca le apprezzi dopo aver espresso le loro stra-volgarità e i loro ignorantissimi luoghi comuni a proposito degli uomini?

Ma mancano di rispetto persino a loro stesse! Le clip e i reel che postano sono merda.

Io per queste ragazze invoco l'obbligo di sei mesi di volontariato nelle miserie dell'entroterra messicano, per mettere la testa a posto!!

Farebbero molto meglio ad aprire pagine di zoologia, di arte, di antropologia, almeno chi le ascolta imparerebbe qualcosa di carino!

E poi penso, con  molto sconcerto, a donne che trovano normali le discriminazioni di genere, subendole e dandosi colpe che non hanno, a causa di partner prepotenti, sadici e magari anche pornomani.

Che mondo cattivo e deleterio, che degrado, culturale e morale!

Se siete genitori di figli piccoli o se state per diventarlo, siate forti, determinati, perché, come diceva Fra' Cristoforo a Renzo e Lucia: "Verranno in un tristo mondo, in tristi tempi, in mezzo ai superbi e ai provocatori: dite loro che perdonino sempre, sempre!".

Non riesco in questo periodo ad essere positiva, faccio dei sogni con immagini molto forti: io e Matthias che cerchiamo l'uscita nei corridoi poco luminosi di alberghi labirintici oppure che assistiamo, vestiti elegantemente a bordo piscina, ad una lezione di nuoto acrobatico con mosse che sono esplicite allusioni sessuali, io che scappo sconvolta e vestita da sposa dopo che una donna minimizza l'aborto dicendo: "Tanto il feto è solo un grumo di cellule". 

E infine, siamo al lago di Levico e il cielo è plumbeo: io sono preoccupata, Matthias mi prende per mano e corriamo verso una zona illuminata dal sole.

Certo, l'abito bianco-panna con perline in questa fase di vita posso sognarlo, non mettermelo. 

Mi colpisce il fatto che, in questi sogni, in mezzo alle difficoltà, Matthias si dimostra concreto e impulsivo, io invece sono angosciata. Guardate che solo su questo blog sembriamo due personalità quasi uguali, nella realtà saremmo due caratteri non diversi ma assolutamente complementari.

Dal momento che per certi versi sono un caso pietoso, ho chiesto a Gemini AI di interpretare queste immagini... le sue spiegazioni sono ben argomentate e non fanno intendere un futuro buio.

Ad ogni modo, dite sempre ai vostri figli di coltivare valori, di essere semplici e genuini, raccomandategli di perdonare senza dimenticare perché "quando niente ti sa offendere èsolo allora che sai veramente essere", cantava Tiziano Ferro anni fa. Consigliate loro di vivere "alla Max Pezzali", grati per qualsiasi cosa e opportunità: "Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo che sto vivendo: grazie mille".


29 agosto 2025

"VIVERE": AKIRA KUROSAWA

Vivere è un film di Akira Kurosawa ambientato a Tokyo negli anni Cinquanta.

Secondo il Time, Vivere rientra nella classifica dei 100 più grandi film.

I temi di quest'opera sono la precarietà della vita, lo scorrere del tempo, la ricerca della felicità e l'importanza di fare del bene per la collettività.

1) INIZIO DEL FILM:

La prima scena è la radiografia dello stomaco del signor Watanabe, il protagonista, affetto da un cancro incurabile.

Gli restano poco più di sei mesi di vita ma la sua vera amarezza non è la grave malattia, è la presa di coscienza di aver vissuto, per molti anni, una vita monotona come impiegato comunale negli uffici di Tokyo.

Il suo modo di lavorare, privo di entusiasmo e di iniziativa, si conforma alla lentezza della burocrazia statale giapponese degli anni Cinquanta. 

Questo aspetto del film è messo in evidenza soprattutto con il ricorso di diversi flashback sulla vita del protagonista.

Quando il radiologo gli chiede dove sente male, Watanabe mette una mano sul cuore, non sullo stomaco, forse perché si rende conto di non avere né amicizie né rapporti confidenziali con la propria famiglia: la moglie è morta anni prima e l'unico figlio sembra essere interessato unicamente all'eredità.

Dopo questa visita medica, Watanabe ritira tutto il denaro dalla banca e decide di iniziare finalmente a vivere.

2) CONTRASTI VOLUTI DALLA REGIA:

Colpisce il contrasto tra l'amarezza di Watanabe, causata in parte da un triste bilancio di vita e in parte dalla malattia, e l'indifferenza nei suoi confronti da parte del mondo circostante che, mentre sta vivendo una fase di crescita economica e di sviluppo urbano e industriale, sembra ignorare l'inevitabilità della morte.

3) L'ULTIMA FASE DI VITA DI WATANABE:

Watanabe va in un locale dove conosce un giovane scrittore e gli pone una domanda esistenziale: Che senso ha vivere? Se la vita non ha senso, come evitare di non uccidersi?

Il ragazzo lo convince a frequentare, le sere, dei locali jazz e dei night club. In questo modo, Watanabe sperimenta alcol e gioco d'azzardo.

Insoddisfatto di questa strada, una sera, Watanabe canticchia in un bar La canzone della gondola, riuscendo a mettere in imbarazzo gli altri clienti del locale, dato che si tratta di un brano sul cogliere l'attimo:

"La vita è così breve,
affréttati ad amare
finché le tue labbra sono ancora rosse,
prima che tu non possa amare più:
perché non ci sarà un domani."

In seguito, si avvicina a Toyo, una giovane ex-collega vivace, espansiva e spontanea che riesce a trovare la felicità nelle cose più semplici del quotidiano, come ad esempio una passeggiata o una pista di pattinaggio. 

Il rapporto tra Toyo e Watanabe suscita pettegolezzi tra i rispettivi conoscenti. Persino il figlio e la nuora lo criticano duramente, convinti che Watanabe abbia una relazione con una ventenne.

Comunque, tra i due si instaura soltanto un legame di amicizia: Watanabe è un po' attratto da una persona giovane che, a differenza sua, ha un approccio appassionato ed entusiastico alla vita: "Mi piacerebbe essere come te anche solo per un giorno" le dice un giorno.

Quando lavorava in comune, Toyo aveva dato un soprannome a tutti i suoi colleghi e quello per Watanabe era "la mummia".

Nel momento in cui si frequentano, la ragazza lavora in una fabbrica di giocattoli, preferendo questa mansione agli uffici comunali: "É un lavoro più faticoso, la sera sono stanca ma, vedendo i giocattoli, mi sembra di abbracciare i bambini che li avranno. In ufficio non succedeva mai niente, sono accadute solo due novità: che lei un giorno non si è presentato al lavoro e che ha cambiato il cappello".

In seguito la ragazza gli consiglia di dimettersi dal proprio posto di lavoro e di dedicarsi a iniziative utili per la collettività, come ad esempio qualche attività di volontariato.

Invece di dimettersi, Watanabe approfitta degli ultimi mesi che gli restano per concretizzare un progetto archiviato tra molti documenti in comune: trasformare una zona paludosa in un parco giochi per bambini.

Watanabe elabora una bozza per un progetto, per un breve periodo si scontra ogni giorno con un vicesindaco piuttosto svagato per attuare la costruzione del parco giochi, contrasta con successo i componenti di un'associazione che al posto del parco vogliono edificare un night club nella stessa zona.

Una sera esce dal proprio ufficio comunale e si sofferma, dopo trent'anni, ad ammirare il tramonto del sole.

Le persone attorno a lui si accorgono che Watanabe è cambiato e suppongono sia a causa della relazione con Toyo.

4) IL FINALE:

Il parco giochi viene ultimato cinque mesi dopo, in inverno.

Watanabe è stato trovato una sera assiderato nel parco.

Il funerale di Watanabe è appena stato celebrato nel momento in cui l'area viene inaugurata con una cerimonia organizzata dal comune: mentre il sindaco cerca, di fronte ai giornalisti, di appropriarsi dei meriti dell'iniziativa di bonifica, le madri dei bambini invece ricordano molto bene la figura di Watanabe e il suo impegno per il bene comune. 

Infatti portano dei fiori sulla tomba di Watanabe, iniziativa che fa irritare le autorità municipali.

5) SOMIGLIANZE E DIFFERENZE CON SCROOGE:

Il riscatto di Watanabe mi ricorda la figura di Ebenezer Scrooge.

Scrooge non è malato ma è molto avaro e insensibile. Non sa vivere veramente e il suo modo di relazionarsi con gli altri è disastroso. 

I tre spiriti che lo visitano la notte di Natale lo costringono dapprima a fare un rendiconto della sua vita e infine, lo spirito del Natale futuro, è un ammonimento: se Scrooge non cambia, a nessuno dispiacerà la sua morte, nemmeno il nipote Fred, che sarà contento di ereditare il suo patrimonio.

Dopo la visita dei tre Spiriti Natalizi che rappresentano le epoche della vita di Ebenezer (il Passato l'infanzia e la giovinezza, il Presente la vecchiaia e il Futuro la morte), a partire dalla mattina seguente Scrooge cambia i suoi comportamenti e inizia a vivere dando più importanza alle relazioni e al bene collettivo.

Anche la certezza di dover morire è un ammonimento per Watanabe e lo induce, dopo un esame di coscienza, a ricercare e a trovare il vero senso del vivere.


22 agosto 2025

"Anonimo veneziano", G. Berto:

15) VIVERE!

Romanzo breve e tuttavia... uno dei più tristi che io abbia mai letto. 

Da un omonimo film, l'autore Giuseppe Berto ha tratto ispirazione per un romanzo.

"That's the problem of the pain: it demands to be felt."

"È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito."

(Augustus Waters, "The fault in our stars")

A) I DUE PERSONAGGI PRINCIPALI:

Nella stazione, il rapido delle ore dodici da Milano arrivò a fermarsi con innaturale dolcezza sul finire del binario numero quattro, senza un rumore proprio, finché non si sentì il soffiare dell'aria compressa che apriva le porte automatiche.

Venezia, novembre, fine anni Settanta.

I due personaggi principali sono anonimi. 

In ogni caso, sono un uomo e una donna, entrambi al di sotto dei quarant'anni.

Anche se l'autore descrive che cosa indossano non possiamo tuttavia farci un'idea precisa del loro aspetto fisico:

(...) Lei scese per ultima, dalla vettura di coda, e s'incamminò senza esitazione palese, ma a testa bassa, come volutamente incurante di vedere se fossero venuti a prenderla. Vestiva con sobrietà ricercata, un tailleur di lana tra il verde e il marrone, una grande borsa di cuoio, un ombrello che, chiuso, aveva minuscole dimensioni. Al collo, sulla camicetta color tabacco, portava un semplice filo di perle, che forse non erano neanche vere.

(...) Lui (...) la stava aspettando lì, cioè in testa al marciapiede numero quattro, da dove lei sarebbe necessariamente dovuta passare, si capisce, se fosse venuta. Era venuta. Ora la guarda quasi a sfida, lei troppo bella ed elegante, mentre lui nei capelli, nelle pieghe del viso, nell'impermeabile gualcito, nelle scarpe non nuove né pulite, esibisce a sufficienza i segni d'un genio che non ha avuto molta fortuna.

L'uomo e la donna in questione risultano sposati solo per legge, dal momento che lei se ne è andata otto anni prima con il loro figlio Giorgio, all'epoca di tre anni. 

Il motivo della fine dell'amore? 

L'anonima protagonista non sopportava più uno stile di vita frugale e precario con un musicista di oboe di notevole talento che, malgrado le notevoli capacità e la solida formazione presso il Conservatorio "Benedetto Marcello", non ha trovato il giusto contesto e le giuste conoscenze per poter emergere.

Si sono conosciuti da giovanissimi quando lei studiava Lingue alla Ca' Foscari.

La donna ora convive a Milano con il ricco Attilio e ha avuto un'altra figlia.

B) COME TRASCORRONO LA GIORNATA?

Camminano per le vie e le calli di Venezia fino a raggiungere un motoscafo e a quel punto lui adotta un atteggiamento sarcastico: le rinfaccia di essere stata e di risultare tuttora troppo affascinata dal denaro, le dà praticamente dell'opportunista insensibile dato che, dopo la loro separazione non legale, ha preferito convivere con un uomo molto più ricco invece di provare a salvare il loro rapporto. 

Oltretutto, l'uomo è infastidito anche dal suo perbenismo da cristiana, dal momento che lei stessa pretendeva l'annullamento del loro matrimonio e non il divorzio. 

Sapete in quale caso la Chiesa permette l'annullamento? Solo se uno dei due coniugi, dopo aver detto "sì" davanti a dei testimoni e alla domanda del sacerdote relativa alla procreazione dei figli, nella vita matrimoniale rifiuta completamente la dimensione sessuale ed esclude anche di volere dei figli. Casi rarissimi oramai!

Al momento del pranzo i due protagonisti decidono di entrare nella taverna che frequentavano anni prima, da studenti. 

In quel luogo, il suonatore di oboe le rivela la tremenda paura che nutriva, nel momento in cui erano amanti, di poterla perdere. Per questo sperava che con l'arrivo di un figlio la ragazza si legasse a lui per sempre.

La replica della donna a questa confidenza è, a mio avviso, demenziale: "E con questo vorresti sostenere che Giorgio è più tuo che mio?"

A questo commento un po' indignato volevo aggiungere altre brevi riflessioni: 

1) Secondo me esiste anche un intuito maschile, oltre che una grande sensibilità spesso nascosta da convenzioni sociali interiorizzate da bambini. 

(Mi sembra di essere trasparente per il sesso opposto dato che negli ultimi anni non posso più permettermi di nascondere alla componente maschile alcun pensiero né alcuna emozione, positivi o negativi che siano).

2) Comunque, se un giovane uomo teme che, dopo gli appuntamenti, spesso caratterizzati da manifestazioni di natura sessuale, la ragazza con cui sta possa sparire prima o poi, forse dentro di sé ha già intuito di essere considerato soprattutto come uno strumento di ricerca di piacere.

3) Ad ogni modo, l'arrivo di un figlio non risolve mai i problemi di comunicazione di una coppia, e crederlo è stato uno degli errori del musicista del romanzo. Quindi probabilmente la loro relazione, esclusivamente passionale, alimentava le insicurezze del musicista di oboe e costituiva un amore tormentato.

4) Il musicista ammette che loro due, negli anni della loro storia, non hanno mai condiviso la loro interiorità: "Non abbiamo mai parlato molto." 

Non solo: l'uomo, nel corso di quel pomeriggio, ammette le proprie colpe verso la donna dato che sa di aver avuto atteggiamenti possessivi e irresponsabili verso di lei, sa talvolta di essere tagliente e tremendo con le parole.

Lei no: appare una borghese viziata che crede di essere soltanto dalla parte della ragione. Si dimostra insofferente verso di lui nelle prime ore di questo loro incontro. 

C) LA DONNA DI QUESTO ROMANZO:

-"Fariseista": vuole l'annullamento del matrimonio ma il suo caso non vi rientra. Considera che solo il suo ex amante sia dalla parte del torto, vede solo una piccola parte della realtà.

-Contraddittoria: lo lascia in un momento di crisi economica, proprio quando, con una laurea in Lingue, avrebbe dovuto trovarsi lei stessa un lavoro e stargli vicino e spronarlo nella sua carriera, se lo avesse davvero amato. In epoca analogica i laureati in Lingue lavoravano come dannati alle traduzioni, spesso prima di diventare insegnanti.

-Cerca solo il piacere sensuale del momento presente.

-Puntigliosa nel rinfacciare le mancanze altrui.

-Teatrale nel suo atteggiamento: non mancano, nel corso della narrazione, momenti in cui lei urla contro il suo "legale marito" davanti a molte persone.

D) PER QUALE MOTIVO IL MUSICISTA DI OBOE L'HA FATTA VENIRE?

Per rivederla un'ultima volta dal momento che, pochi mesi prima, gli è stato diagnosticato un cancro al cervello:

"(...) il segnale della fine, voglio dire, sarà che non ci vedrò più. Così mi hanno detto. Una mattina magari apro gli occhi e sarà buio. Oppure capiterà a poco a poco.

Tuttavia, quando l'artista glielo confida, lei reagisce in modo orribile:

"Vorrei che fossi già morto. Da te non ho avuto altro che male".

Ma che scatole enormi come i grattacieli!! Vedete? Pensa soltanto a se stessa, alla propria sofferenza, come le primedonne.

Malgrado ciò, il professionista di oboe probabilmente la ama ancora:

(...) Ti sei accorta di come ti ho guardata tutto il giorno? Col tormento di non perdere niente di te. Quando non vedrò più nulla, voglio vedere te, occhi, capelli e bocca, e le piccole rughe, fino all'ultimo istante.

A questo punto, la donna scoppia in lacrime: improvvisamente e stranamente è mossa a compassione e manifesta l'intenzione di rimanere con lui a Venezia per un po' di giorni, ma il musicista rifiuta questo proposito per due ragioni.

La prima consiste nel fatto che non desidera essere compatito, la seconda invece, è relativa all'accettazione di lei come una donna diversa da come l'aveva idealizzata anni prima, per di più con delle responsabilità di madre.

E) COME IL MUSICISTA SPENDE I SUOI ULTIMI GIORNI DI VITA?

Li spende bene! 

Con un gruppo di ragazzi del Conservatorio che hanno fondato un'orchestra da camera, il protagonista maschile di questo romanzo sta registrando, nel suo appartamento, un concerto presentato come Anonimo Veneziano.


Nella sua ultima fase di vita avviene un miglioramento di tipo morale dato che ammette sinceramente le proprie colpe e i propri difetti, facendo un revival della propria esistenza in maniera alquanto consapevole e percettiva.

Da non trascurare però che il musicista, con questo concerto, si concede una sorta di riscatto artistico, in modo tale da poter continuare a vivere in un'opera musicale e da lasciare qualcosa di sé al figlio che non ha potuto crescere.

F) L'ANONIMATO NEL LIBRO:

Introduco quest'ultimo paragrafo della recensione con una clip.

D'altra parte, pensatela come volete, dite pure che The fault in our stars è sdolcinato e strappalacrime, che ha per protagonisti due adolescenti molto lontani dagli adolescenti della vita reale e troppo maturi. 

Per me non è così. Mi commuovo ancora quando vedo quel film.

The fault in our stars è un capolavoro relativo ai temi della malattia, del dolore e della morte e dà anche un'enorme importanza sia all'unità familiare sia a quelli che sono i veri valori della vita, fondamentali per essere ricordati:

Concentriamoci per qualche attimo sull'aggettivo anonimo nel libro di Giuseppe Berto:

- Anonimo è l'aggettivo dell'opera di Alessandro Marcello, musicista e compositore attivo nel XVIII° secolo.

-Per quali motivi i due protagonisti non hanno nome?

Per quel che riguarda lei, questa scelta da parte di Giuseppe Berto è facile da spiegare: è una donna che non ha talenti speciali, ma solo potenzialità che, dopo l'università, non ha voluto sviluppare. 

Non ha sentimenti profondi e, ad una vita semplice, preferisce la vita da perfetta mantenuta che, oltretutto, di tanto in tanto tradisce il  compagno con altri uomini. Dunque, la protagonista è anonima, piuttosto insignificante. Assolutamente non paragonabile alla ricchezza interiore di Hazel Lancaster! Hazel è altruista, molto intelligente e molto lucida, sia nel libro sia nel film si preoccupa del futuro dei genitori una volta che lei non ci sarà più.

Invece, il protagonista di Anonimo veneziano, con la registrazione del concerto evita l'oblio dato che vuole lasciare un segno di sé come di un uomo che, seppur imperfetto e difettoso sotto certi aspetti, ha avuto una meravigliosa inclinazione artistica. 

Se Augustus Waters non è diventato famoso come sognava ma è stato comunque amato profondamente per il suo ottimo carattere, l'anonimo musicista di oboe ha vissuto relazioni che o non lo hanno valorizzato come persona oppure non sono state coinvolgenti: dopo la separazione, ha infatti goduto soltanto di relazioni fisiche con prostitute.

Oltretutto, pur con il suo grande talento, non ha potuto instaurare le giuste amicizie che lo aiutassero a raggiungere il successo nazionale o internazionale. Egli dunque è anonimo per questioni di sfortuna e per una mancata realizzazione in ambito affettivo.

Significativa infine è l'ultima pagina: prima che la donna se ne vada, lui le regala la sua copia del libro del Qohelet, come implicito invito a valorizzare il presente e a non sprecare quel che le resta della vita.

Qui se volete rispolverare o leggere le mie riflessioni sul Qohelet:

https://riflessionianna.blogspot.com/2020/07/il-libro-del-qohelet-spunti-di.html


16 agosto 2025

I CYBORG IN "ONE PIECE":

Intorno a metà luglio, poco prima che partissimo per l'isola d'Elba (in copertina ho immortalato i resti dello stabilimento termale romano del I° secolo d.C. sopra Portoferraio), Matthias ha voluto anticiparmi, con la visione dell'anime, l'intera storia di Kuma Bartolomew, il suo personaggio preferito e, a mio avviso, la figura interiormente più ricca che sia mai stata creata da Oda.

*Io preferisco denominarlo con il nome meramente giapponese (Kuma), Matthias preferisce la traduzione italiana della parola (Orso).

Cliccando sul link sottostante potrete avere una panoramica dei protagonisti:

(https://riflessionianna.blogspot.com/2024/04/one-piece-saga-di-manga-sui-sogni-e.html)

Prima di esporre le dolorose e travagliate vicende di Kuma, sono necessarie alcune premesse e definizioni.

1) DEFINIZIONI DI ROBOT, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CYBORG:

Un robot è una macchina, non sempre di aspetto antropomorfo, che può svolgere lavori professionali attualmente sotto la supervisione di esseri umani. 

Più tecnicamente, potremmo dire che ogni robot è costituito da una parte hardware elettronica che viene programmata tramite software.

I cyborg presenti in One Piece sono personaggi le cui abilità e capacità fisiche risultano potenziate oltre le normali facoltà umane. 

I cyborg di questa saga sono: 

  • Franky, che dopo essere stato investito dal treno marino Puffing Tom, ha trasformato la parte anteriore del corpo con parti meccaniche.
  • Kuma che, nell'ultimo periodo della sua vita, viene potenziato dal Governo Mondiale per reprimere la pirateria.

Si potrebbe quindi dire che mentre Franky, il carpentiere della ciurma di Cappello di Paglia, è un cyborg auto-costruito, Kuma viene reso uno strumento meccanico dopo una serie di operazioni di potenziamento da parte dello scienziato Vegapunk.

L'intelligenza artificiale è un linguaggio di programmazione che fornisce traduzioni, suggerimenti e analisi di dati, simulando capacità di pensiero umane.

Un'esercitazione per il potenziamento linguistico che ho svolto recentemente chiedeva di riempire gli spazi vuoti adattando al contesto le parole fornite in elenco. 

Si tratta di un testo sulle odierne questioni che pone ad ognuno di noi il sorgere dell'AI:


(Trovo decisamente più difficili le prove in cui il birbante docente madrelingua toglie delle frasi da un articolo di psicologia o di attualità per esigere che il corsista individui i punti esatti del brano nei quali vanno re-inseriti. In quei frangenti faccio ancora dei mezzi-disastri. L'altro tallone d'Achille è l'ascolto, soprattutto dei dialoghi degli interlocutori di origine statunitense).

2)L'ASPETTO DI KUMA NEL TEMPO:

Kuma (Orso) è sempre stato molto alto, imponente e robusto, le cui orecchie ricordano quelle di un orso. Il suo mento è sporgente.

A nove anni era uno schiavo con i capelli rasati, i vestiti logori e i sandali di legno, somigliante a Ninomiya Sontoku, un filosofo giapponese dell'Ottocento.

Dopo il periodo di schiavitù, i suoi capelli ricrescono e il suo abbigliamento cambia a seconda dei ruoli che si trova ad assumere: a vent'anni anni indossa una tonaca nera da pastore.

Pochi anni dopo invece, quando istituisce l'Armata Rivoluzionaria, porta un mantello verde e una divisa beige, oltre ad un cappello.

3) IL FRUTTO PAD PAD:

Anche Orso ha i poteri di un frutto del diavolo.

Il frutto Pad Pad è di tipo Paramisha dato che influenza l'ambiente circostante: Kuma è in grado di spingere e respingere oggetti e persone alla velocità della luce, trasportandoli anche molto lontano dal luogo in cui si trova.

Da quando ha mangiato il suo frutto del diavolo, gli sono spuntati dei cuscinetti sui palmi delle mani.

Con il frutto Pad Pad, Orso riesce a trasferire su di sé la fatica e il dolore dopo averli estratti, sotto forma di sfere, dai corpi delle persone che provano questi sentimenti.

4) LA VITA DI KUMA BARTOLOMEW:

Preparatevi psicologicamente a leggere una vita immeritatamente e ingiustamente piena di disgrazie, praticamente dall'inizio alla fine.

Kuma Bartolomew era figlio di un bucaniere e di un'umana. 

Nato nel regno di Sorbet, Kuma ha quattro anni quando viene catturato fatto schiavo dai nobili mondiali (i Draghi Celesti) proprio come i genitori.

Secondo le regole del mondo di One Piece, i bucanieri, con le loro mogli e i loro figli, devono essere sottoposti ad una vita di schiavitù a seguito di un crimine di cui si sono resi colpevoli tempo prima. 

Non viene mai specificato di quale crimine si tratti.

Il bucaniere non è proprio un gigante: è una creatura enorme ed è molto più forte degli umani ma non ha una vita particolarmente lunga. I giganti di Erbaf Dori e Brogi hanno rispettivamente 107 anni e 160 anni.

A nove anni, Kuma Bartolomew era già orfano di entrambi i genitori: i fan di One Piece intuiscono che la figura materna è morta con ogni probabilità a seguito di lavori particolarmente usuranti mentre il padre Klap, con il quale aveva un ottimo rapporto, è stato ucciso sotto i suoi occhi.

Klap raccontava a Kuma bambino la storia del guerriero Nika, figura leggendaria appartenente alla tradizione orale dei bucanieri. 

Nika praticamente era un mezzo per consolare il figlio dalla sua condizione di mancata libertà e infatti Klap gli dà una speranza dicendogli: "Nika verrà a liberarti un giorno per portarti lungo i mari, libero e felice".

Durante la schiavitù Bartolomew, frequentemente maltrattato dai padroni per la sua lentezza nonostante riesca a trasportare carichi pesanti, conosce Ginny, una ragazza umana, durante il Festival della purificazione dei nativi a God Valley.

Entrambi, fino a quel momento, sono stati schiavi dei nobili mondiali.

Questo Festival ha cadenza triennale e, in questa occasione, i nobili mondiali annettono, mediante delle corazzate, una nazione non affiliata a loro, oltre a far partecipare gli schiavi come prede. 

Ginny e Kuma fuggono da God Valley, con l'aiuto di Emporio Ivankov, un altro schiavo che poi diventa il re di Kamabakka (in un'espressione più facile e prosaica: "il regno delle Stragazze"), per vivere nella chiesa cristiana del regno di Sorbet. 

La struttura architettonica del Santuario di Madonna di Monte a Marciana, paesino collinare a nord-ovest dell'Isola d'Elba, mi ricordava un pochino la chiesa di Sorbet.

(La nostra è stata una vacanza in cui l'aspetto culturale e paesaggistico era conciliato con quello balneare: abbiamo visitato tutta la parte nord dell'Isola che comprende Portoferraio, Rio d'Elba e Marciana e quest'ultima richiama il paesaggio di Manarola, una delle cinque terre).


Sorbet è un'isola tropicale con palme e foreste sul mare meridionale del regno di One Piece: a nord c'è Castle Town, governata da un re tiranno con edifici altissimi, a sud-ovest un villaggio di anziani e a sud-est la chiesa e il cimitero con Orso, leader molto conciliante ma comunque autorevole.

Bartolomew legge la Bibbia e diventa pastore oltre che sovrano della parte meridionale del regno di Sorbet.

Orso e Ginny  vivono all'interno della chiesa per un po' di tempo ma, nonostante Orso ami  davvero Ginny, si rifiuta di sposarla temendo che lei possa subire lo stesso destino della madre, schiavizzata solo per il fatto di essere sposata con un bucaniere.

Per sconfiggere il re di Castel Town che ha catturato alcuni anziani del villaggio di sud-ovest per renderli schiavi, a 25 anni Orso fonda l'Armata Rivoluzionaria con Iva e Monkey D. Dragon, il padre di Rufy, mentre Ginny, rimasta sola a Sorbet, viene rapita e stuprata da un nobile mondiale. 

Da queste violenze nasce Bonney, fisicamente somigliante alla madre.

Due anni dopo la ragazza muore durante il viaggio di ritorno per mare a Sorbet a causa di una malattia ritenuta incurabile. 

Con la preghiera, Kuma si prefigge, dopo aver seppellito Ginny di prendersi cura di Bonney, adottandola e amandola come un padre biologico.

Già nella prima infanzia però, la bambina manifesta i chiari segni di una malattia analoga all'XP e grave quanto l'XP (xeroderma pigmentoso): sulle guance le spuntano delle particolari gemme blu che la rendono particolarmente sensibile alla luce del sole.

In realtà è la stessa malattia che ha colpito Ginny, è "la scaglia di zaffiro".

Per dedicare più tempo a Bonney, Kuma lascia l'Armata Rivoluzionaria.

Kuma è un padre delizioso e meraviglioso: oltre ad essere molto protettivo e attento, quando una notte Bonney gli confida, arrabbiata, di essere stata presa in giro da altri bambini, il padre la tranquillizza dicendole: "Sono invidiosi delle tue bellissime gemme blu sulla guancia".


Orso le promette di regalarle un viaggio una volta guarita: Bonney gli confida di voler visitare sia l'Isola del Cielo sia l'Isola degli uomini-pesce. 

Ma i medici non sono ottimisti a proposito della guarigione di Bonney e pensano che la bambina non arriverà ai dieci anni.

Dal momento che non esistono cure per la scaglia di zaffiro, si palesa soltanto un modo per far guarire Bonney: Vegapunk, lo scienziato al servizio del Governo Mondiale, propone a Kuma di diventare un cyborg senz'anima a servizio del Governo e questo comporta la graduale perdita della memoria e, purtroppo, della propria umanità.

Orso accetta la proposta: per far guarire la figlia dalla malattia, è disposto a rinunciare alla propria anima e ad allontanarsi da Bonney, non vederla mai più, per sottoporsi ai trattamenti.

A quel punto, venuto a conoscenza della decisione, Vegapunk, che non è affatto cattivo, scoppia in lacrime dicendo a Kuma: "Sei un santo!".

Sono strazianti gli ultimi momenti dell'anime in cui Kuma osserva a distanza, con un sorriso leggero, commosso e affettuoso la figlia adottata nei suoi spostamenti, prima di diventare un mero strumento del Governo.

Vegapunk lascia a Orso un briciolo di coscienza quasi fino alla fine della sua vita: quando gli viene ordinato di sterminare i membri della Ciurma di Cappello di Paglia non obbedisce all'ordine e, invece di ucciderli, li disperde in luoghi diversi con le capacità del suo frutto Pad Pad.

Orso vede per l'ultima volta Bonney dalla finestra di un ristorante prima di perdere del tutto la coscienza e di far morire la sua individualità.

5) DIFFERENZE TRA L'ANIME E IL MANGA:

Di base, manga e anime condividono la stessa trama. Ci sono alcune differenze tra l'uno e l'altro nel narrare le vicende di vita di Orso:

  • Nel manga i cuscinetti sulle mani di Orso sono neri, come quelli degli orsi, mentre nell'anime sono rosa come quelli dei gatti.
  • Nell'anime sono stati estesi i momenti felici vissuti da Orso con i genitori nei primi anni di vita e il narratore rivela subito che la famiglia è stata deportata in schiavitù quando Kuma aveva quattro anni, dilungandosi nel mostrare i momenti in cui padre e figlio sono schiavi.
  • L'anime si sofferma di più sulla fase di vita in cui Orso e Ginny vivono all'interno della chiesa.
  • Nell'anime è più lunga la scena in cui Orso assorbe il dolore degli anziani.
  • Vengono aggiunte ulteriori scene del periodo in cui Orso vive con Bonney: quando sa della malattia di quest'ultima sbarra tutte le finestre della chiesa, in modo che non possa essere colpita dalla luce del sole. 

6) KUMA INCARNA I VALORI DEL CRISTIANESIMO?

A mio avviso sì, ed è questo l'aspetto che colpisce in un manga giapponese molto ampio e contenente centinaia di personaggi.

Kuma Bartolomew richiama la solidarietà e l'altruismo, oltre ad essere dotato di grande senso di integrità.

Ripercorrendo mentalmente le sue scelte di vita soprattutto nei momenti più complicati, la definirei una figura vicina alla carità a cui San Paolo si riferiva nella sua Lettera ai Corinzi:

"La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto perdona, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta."

Questo personaggio ha spirito di sacrificio: la sua tendenza ad aiutare il prossimo è già visibile ad esempio quando a God Valley si offre volontario rischiando la vita per offrirsi come esca durante la corazzata oppure nel caso in cui, dopo essere riuscito a mettere in salvo oltre cinquecento persone dal festival della purificazione dei nativi, si sente in colpa per non essere riuscito a salvarne di più.

Come pastore del Regno di Sorbet, ogni domenica dopo aver celebrato la messa, Orso si fa carico dei dolori degli abitanti di Sorbet, ascoltandoli e assorbendo le loro angoscia e i loro problemi con i cuscinetti delle mani. 

Questa straordinaria capacità di Kuma mi richiama altri passi biblici che qui trascrivo:

Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. (Mt 7:1-2). Kuma infatti non giudica mai il prossimo.

-Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. (Rm 12:15). Kuma assorbe il dolore degli altri, i quali escono dalla chiesa con animo confortato, addirittura sereno. Tuttavia, una sera, per quel che fa vedere l'anime, scoppia in pianto sulle gradinate della Chiesa. Lo si potrebbe definire l'emblema di un'assoluta empatia.

-Siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili. (Prima lettera di Pietro, 3:8). Dove c'è Kuma c'è fraternità.

Kuma Bartolomew ha vissuto per anni in una chiesa: Dio è da sempre dentro di lui.

7) KUMA BARTOLOMEW PUO' ESSERE PARAGONATO A OLIVER TWIST?

Per me sì: nonostante le ingiustizie subite, nonostante la sua storia oltremodo drammatica, rimane sempre mite, gentile, buono e paziente.

Naturalmente, è bene evidenziare che da bambino Kuma ha più forza fisica rispetto a Oliver.

Mai una volta che si arrabbi. 

Oltretutto, non prova né desideri di vendetta né sentimenti negativi per chi gli ha fatto del male quando era schiavo e nemmeno per ciò che è accaduto a Ginny. 

8) DUE DIVERSE PERCEZIONI DEI PRIMI ANNI DUEMILA, EPOCA IN CUI L'AI E LA ROBOTICA ERANO SOLTANTO FANTASCIENZA:

In un periodo storico come quello presente e all'alba di quella che oramai viene comunemente chiamata la "quarta rivoluzione industriale", mi sento di chiudere il post con una mia impressione: se da un lato è un diritto-dovere della mia generazione documentarsi e interessarsi tramite articoli e conferenze a proposito delle possibili implicazioni, tecniche ed etiche, che comporteranno l'AI e la robotica, dall'altro, ammetto che dentro di me si acuisce una nostalgia un po' dolente dei primi anni Duemila.

Devo pensare al futuro, e ci penso, ma in quest'ultimo periodo ho anche voglia di ricreare mentalmente il periodo della mia infanzia e pre-adolescenza.

Nei primi anni Duemila esisteva ancora la compresenza tra l'analogico e il digitale: i DVD in una casa coesistevano sia con le video-cassette sia con gli i-Pod, c'erano le sale giochi, le taverne e i giardini delle case divenivano non di rado luoghi di raduno o locali in cui si festeggiavano compleanni, anniversari, diplomi, l'inizio o la fine di un anno scolastico.

Era "l'epoca" dei Looney Tunes, dei lungometraggi animati educativi e costruttivi ("Shrek"), erano il periodo in cui sorgevano talenti come quelli di James Blunt, di Jim Morrison, di Avril Lavigne, dei "The Script", dell'emergere della dolce e giovanissima Michelle Branch, cantautrice americana cattolica.

Le parrocchie erano ancora dei validi centri di raduno. 

Intorno a Natale, con un gran sorriso e una stretta di mano, ci si scambiavano gli auguri anche tra sconosciuti. E, oltretutto, a mio parere, c'era meno razzismo, più passione educativa, più serenità nel relazionarsi.

Gli insegnanti ci educavano all'attenzione per le situazioni di fame nel mondo, di guerre, di conflitti religiosi. E soprattutto, maestre e professori rigettavano l'idea di entrare in confidenza con gli alunni: insegnavano e trasmettevano valori, secondo quel che dovrebbe essere un rigoroso codice etico per i docenti di ogni ordine e grado! 

Mi dispiace che tuttora non esista formalmente un documento di deontologia professionale per gli insegnanti.

A proposito dei primi anni Duemila,  mi rendo ultimamente conto di non essere l'unica a pensarla così: se avessi una macchina del tempo tornerei volentieri indietro di 20 anni.

Ad oggi invece, resto sconcertata, un po' scandalizzata e molto amareggiata a causa dell'aggressività di molte persone... è una società paradossale, contraddittoria: da un lato mitiga le distanze con le nuove e sempre più evolute tecnologie, dall'altro si constata una certa incapacità di ascoltarsi e di immedesimarsi, sia online che faccia a faccia, anche solo per qualche secondo, nella mente, nelle opinioni, nei sacrifici e nei vissuti altrui.

Per me non era tutto più semplice e tutto migliore in quegli anni: siamo stati ciechi perché abbiamo ampiamente sottovalutato quelle che poi sono state le conseguenze per l'Europa delle azioni di Putin in politica estera, in Occidente era viva la presunzione, che ci veniva insegnata anche nelle ore di geografia, di giudicare e di classificare gli Stati con i termini di "primo", "secondo," "terzo mondo" sulla base dello sviluppo economico e industriale dei continenti, l'attentato alle Torri Gemelle ha comportato guerre e distruzione in Afghanistan e in Iraq con il pretesto della lotta contro il terrorismo e non c'erano movimenti di sensibilizzazione per il cambiamento climatico.

Nei primi anni Duemila non esistevano cure efficaci per le forme di cancro, l'omosessualità era considerata solo un'anomalia e le comunità della Chiesa non vedevano affatto di buon occhio separazioni e divorzi, e infatti, quando si è separata, mia mamma si è sentita giudicata ed emarginata all'interno della Chiesa. 

Adesso, nelle parrocchie, sembra esserci maggior spazio anche per chi ha subito matrimoni andati male.

Con chi concordate di più? Oppure in entrambi i nostri pensieri c'è una parte di verità? Quale visione del periodo tra il 2000 e il 2010-2011 trovate più "limitata"?

9) ULTERIORI PICCOLI SPUNTI DI RIFLESSIONE:

Ci sono alcune domande che la storia di Kuma Bartolomew invita a porsi riguardo l'avvenire:

-Che importanza avrà la coscienza individuale in un mondo che, a metà del nostro secolo, potrebbe prevedere la coesistenza tra umani e robot? Rimarremo consapevoli dell'importanza dei ricordi, della spiritualità, dell'interiorità?

-La scienza arriverà a sviluppare sempre più un prototipo di uomo-robot magari dotato di arterie sintetiche?

-Quanto è importante dimostrare senso di responsabilità e fedeltà al proprio modo di pensare di fronte a situazioni particolarmente difficili o anche, nel correre il rischio di manipolazioni esterne?