Il rapporto tra uomo e ambiente è la tematica prevista per queste due settimane.
In questo post presentiamo i contenuti e i significati fondamentali dei film più conosciuti di Hayao Miyazaki, regista conosciuto da tutto il pianeta oltre che figura molto incisiva per la storia dello studio Ghibli.
IL CASTELLO NEL CIELO:
Il castello nel cielo è il terzo film di Miyazaki, uscito in Giappone nel 1986.
Il film inizia in cielo dove Lusheeta (Sheeta), la ragazzina protagonista femminile, mentre cerca di fuggire dai Pirati dell'Aria, cade dall'aereo in cui vive e si salva levitando delicatamente nell'aria. Cade accidentalmente tra le braccia di Pazu, un coetaneo che vive in un villaggio di minatori.
I principali luoghi in cui si svolge la vicenda di questo film sono tre:
-Il villaggio di Pazu, circondato da campagne, i cui abitanti vivono in semplicità e in povertà. Probabilmente Miyazaki ha voluto ambientare questa sua opera nel Regno Unito di fine XIX° secolo.
-Il cielo, luogo in cui avvengono i combattimenti tra Pazu e Lusheeta da un lato e i miliziani al servizio del malvagio Muska dall'altro.
Muska, uomo viscido e malvagio discendente della stirpe reale di Laputa, desidera impadronirsi di una magica pietra azzurra che la ragazzina porta al collo.
*Buona parte del film si svolge nel cielo e i personaggi sono a bordo di aeronavi ed elicotteri, a rimando del grande interesse di Miyazaki per l'aviazione.
-Laputa, isola sospesa nel cielo, proprio come nell'opera di Swift intitolata I viaggi di Gulliver. Come nel libro, anche in questo film Laputa è una roccia volante.
Tuttavia, mentre in Swift quest'isola può essere manovrata attraverso un magnete dai suoi abitanti, dal momento che questi stessi hanno un solido bagaglio di competenze scientifiche; in Miyazaki Laputa è semplicemente un mondo bellissimo, un "locus amoenus" pieno di alberi, prati verdi e fioriti. È una natura che a mio avviso rispecchia l'affetto genuino e sincero tra Pazu e Sheeta.
Laputa mi ha un po' ricordato la Bersabea delle Città Invisibili di Calvino: infatti anche Bersabea è "sospesa nel cielo" e, oltre a ciò, esiste: "un'altra Bersabea, dove si librano le virtù e i sentimenti più elevati della città, e che se la Bersabea terrena prenderà a modello quella celeste diventerà una cosa sola con essa".
La Laputa di Miyazaki sembra una rappresentazione dell'Eden, ovvero, un mondo estraneo a fatica, dolore, guerre, sete di potere.
Sheeta e Pazu, circondati da adulti meschini, opportunisti e avidi, sono gli unici personaggi del film che instaurano un rapporto di armonia, di meraviglia e di rispetto con la natura.
Credo che la scena più significativa del film sia rappresentata dal gesto di un robot gigante che, proprio a Laputa, porge un fiore a Sheeta, alludendo al bisogno di una relazione di equilibrio tra uomo, tecnologia e natura.
A me Il castello nel cielo è piaciuto molto, lo trovo un film molto chiaro e facilmente comprensibile nei suoi contenuti, scevro da complicati simbolismi, proprio come Il mio vicino Totoro, uscito due anni dopo.
Sono sincera: a gennaio ho visto con Matthias anche Il ragazzo e l'airone... non l'ho capito. E ultimamente, abbastanza spesso, impallidisco di fronte alle riflessioni cinematografiche (oltre che geopolitiche) di Matthias: nel 2025 dovrà esserci spazio anche per riportare le sue considerazioni a proposito di quest'ultimo film di Hayao.
*Una curiosità: Lusheeta non è un nome giapponese, bensì un nome lapuziano che significa "vera sovrana".
DIFFERENZA FONDAMENTALE CON "IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL":
Il castello nel cielo non mi ha entusiasmato. L'aspetto più riuscito per me consiste nella realizzazione dei disegni e dei paesaggi, probabilmente dipinti ad acquerello.
Non sono riuscito a simpatizzare con i personaggi, nemmeno con i due protagonisti: non appena Pazu e Sheeta si incontrano sembra si conoscano da sempre, non viene rappresentata una relazione in evoluzione perché il loro rapporto sembra una favola romantica.
Un altro lato che mi lascia perplesso è la netta contrapposizione tra bene e male.
In questo film bene e male sono sempre in antitesi: Pazu è sempre buono, Muska è sempre malvagio e per lui non ci sarà mai una possibilità di riscatto.
Nel Castello errante di Howl invece, bene e male coesistono nello stesso personaggio che può anche vivere una maturazione psicologica.
Howl è ambiguo: è molto bello e giovane quando è accanto a Sophie, diventa mostruoso quando si trova costretto a combattere.
Howl ha però un percorso di maturazione: all'inizio è inconsistente e immaturo, perché non si impegna con le ragazze che corteggia, è viziato visto che si dispera per una tinta di capelli che non gli piace, è infantile perché chiede a Sophie di andare al posto suo a incontrare la regina Suliman. Verso la fine diventa un ragazzo di buon senso e più equilibrato, che ama veramente Sophie.
Sophie all'inizio del film è giovane ma vecchia dentro, senza vita sociale, senza interessi e molto malinconica. Poi, quando la Strega delle Lande, invidiando la sua giovinezza, la trasforma in una novantenne gobba, Sophie diventa più energica e dimostra molto più spirito di iniziativa.
Calcifer in questo film è il demone del fuoco un po' brontolone. Tuttavia è motore del castello semovente ed è utile per cucinare e per scaldarsi.
La Strega delle Lande è vendicativa e molto antipatica all'inizio, poi, con un incantesimo, diventa una vecchietta docile e innocua.
Persino la regina Suliman, sebbene sia molto autoritaria, ha del buono dentro di sé: si preoccupa per il futuro del suo popolo e dimostra un forte senso di giustizia.
Tuttavia Il castello errante di Howl non ha come tema principale il rispetto della natura. Casomai con questo film Miyazaki ha voluto mettere in risalto la contrapposizione tra apparenza e sostanza.
Però mi chiedo se Il castello errante di Howl possa essere considerato un film antimilitarista, dato che il mondo di Sophie e di Howl è violento e caratterizzato da conflitti. Miyazaki ha forse voluto condannare la guerra? Anche altri suoi film come La città incantata, Si alza il vento e Il porco rosso costituiscono una ferma condanna dei conflitti. Per quali motivi il regista sembra insistere su questo intento? Forse perché da bambino ha subito un trauma (aveva pochi anni durante il secondo conflitto mondiale)? O forse perché, anni fa, era particolarmente contrariato per l'inizio della guerra in Iraq?
Non condivido nessuna delle due ipotesi. Miyazaki è nato nel '41, aveva quattro anni quando la guerra è finita, dubito ricordi qualcosa dei bombardamenti, anche perché, essendo di famiglia altoborghese, ha avuto la possibilità di abitare in campagna. Comunque è probabile che sia stato suggestionato dalle conseguenze drammatiche e disastrose che il dopoguerra ha comportato per il Giappone.
Miyazaki ha condannato l'iniziativa americana in Iraq ma questo, oltre che La città incantata, Si alza il vento e Il porco rosso, non sono gli unici film anti-militaristi. Anche L'Airone e Nausicaa nella valle del vento lo sono.
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE CON "NAUSICAA NELLA VALLE DEL VENTO":
Anche in Nausicaa nella valle del vento l'inizio del film è in alta quota, in cielo.
Nausicaa nella valle del vento, film contro le armi nucleari, è ambientato in un futuro distopico in cui una guerra termo-nucleare ha devastato e danneggiato la natura e, nella superficie del Mare della Putrefazione, vivono insetti pericolosi mentre, nelle sue profondità, l'acqua è ancora pura.
Non si tratta certamente di un mondo un po' magico e un po' reale che può rimandare al tardo Ottocento: in Nausicaa nella valle del vento la foresta è diventata mutante, gli abitanti del regno di Nausicaa indossano maschere per proteggersi dall'aria inquinata.
In questo mondo del futuro, solo gli scarafaggi giganti con mille occhi sono a loro agio, mentre gli uomini vivono in piccole comunità diffidenti le une verso le altre.
Nel Castello nel cielo c'è un protagonista maschile e una femminile, mentre in Nausicaa nella valle del vento c'è un'unica protagonista femminile che rappresenta l'importanza di cercare armonia con la natura.
Nausicaa è riuscita, in una stanza all'interno della reggia, a coltivare piante non velenose alimentandole con acqua pulita. La ragazza è dotata di poteri extra-sensoriali che le consentono di comunicare con gli animali. È lei l'unica, all'interno del drammatico contesto in cui vive, che può riportare la pace.
*Nausicaa nella valle del vento è ispirato alla tragedia della baia di Minamata del 1956: una fabbrica di fertilizzanti aveva versato abusivamente nelle acque marine grandi quantità di metilmercurio, uccidendo i pesci che a loro volta venivano mangiati dai pescatori, i quali di conseguenza si ammalavano di gravi forme tumorali.
I contenuti del film Nausicaa nella valle del vento può far riflettere anche sui risvolti positivi dell'energia nucleare.
Noto molta disinformazione in Italia riguardo al nucleare.
Se entro il 2050 vogliamo azzerare le emissioni nette di anidride carbonica, dovremmo utilizzare una maggior quantità di energia elettrica, che potrebbe servire a riscaldare case e appartamenti oltre che alimentare le automobili, prodotta con emissioni molto basse o nulle.
Fare affidamento soltanto sulle fonti rinnovabili come ad esempio il fotovoltaico e l'eolico non è una decisione realistica perché si tratta di fonti stagionali e ne servirebbero quantità enormi, insieme con grandi impianti di accumulo per far fronte a molti giorni dell’anno con poco sole e poco vento e alla mancata produzione notturna. Inoltre, come ricorda la Commissione Europea, occorre considerare aspetti di geopolitica, dato che molte materie prime e anche diverse tecnologie per le rinnovabili sono di monopolio extra-Europeo.
Sarebbe meglio considerare la realizzazione delle centrali nucleari visto che hanno emissioni sei volte inferiori al fotovoltaico, generano elettricità in modo continuo e quindi non necessitano di sistemi di accumulo.
Esiste una prova concreta che smonta i pregiudizi legati alla sicurezza delle centrali: il nucleare è impiegato in modo efficace in tutti i paesi più sviluppati del nostro pianeta con l'eccezione della Germania. Tra l'altro la Tassonomia Verde Europea considera il nucleare, al pari delle altre tecnologie a fonte rinnovabile, “privo di rischi significativi” in tutte le fasi della filiera e oltretutto anche idoneo alla decarbonizzazione.
SOMIGLIANZE CON "IL PORCO ROSSO":
Film contro le guerre e, soprattutto, contro il nazi-fascismo, anche nel Porco rosso è molto evidente la passione di Miyazaki per l'aviazione: Marco, il protagonista, esperto di aviazione, durante la prima guerra mondiale sperimenta la condizione di pre-morte e si risveglia con il volto sfigurato, identico al muso di un maiale.
Nel periodo tra le due guerre, Marco si ritira sulla costa dalmata dove con un idrovolante combatte contro i pirati dell'aria, figure presenti anche qui.
CONFRONTO CON "LA PRINCIPESSA MONONOKE":
Lo ritengo il miglior film di Hayao Miyazaki. L'animazione è fatta soltanto di fotogrammi disegnati a mano.
Il periodo storico a cui si riferisce è l'era Muromachi, nel Giappone del Cinquecento.
Anche qui i protagonisti sono un ragazzo e una ragazza. La protagonista femminile è Mononoke, ragazza allevata dai lupi che nutre astio e avversione per gli umani.
La figura maschile principale è Ashitaka, guerriero del popolo degli Emishi, che, durante una battaglia per difendere il suo villaggio, viene infettato da un cinghiale furioso e indemoniato.
Si dirige allora verso Ovest in cerca di una cura. Come nell'Odissea Ulisse aveva l'obiettivo di ritornare ad Itaca, anche il viaggio di Ashitaka ha come fine il riscatto dell'umanità dalla colpa di sfruttare eccessivamente la natura e di uccidere gli animali.
Durante il suo viaggio, il guerriero si imbatte in conflitti: uno tra gli animali e gli dei della foresta, l'altro tra gli abitanti della Città del Ferro e le divinità della foresta: Eboshi, regina della città, vuole uccidere il dio Cervo per costruire miniere e demolire gli alberi.
Tuttavia, la sovrana non è del tutto negativa, dal momento che desidera l'emancipazione femminile: le donne della Città del Ferro lavorano e cooperano tra di loro nelle fabbriche, non dipendono dai padri o dai mariti. Inoltre, i lebbrosi trovano accoglienza nella Città del Ferro proprio grazie alla regina.
Il regista si serve di Eboshi per trasmettere un monito agli spettatori: da secoli la scienza e la tecnologia sono impiegate dagli umani per ottenere maggior potere, per soddisfare l'avidità di denaro e per attuare la sopraffazione sulle specie animali e sugli alberi.
Diventa importantissimo trovare una conciliazione tra tecnologia ed ecologia, proprio come nel Castello nel cielo.
In questo film i personaggi sono molto espressivi mentre la natura è meravigliosa ma al contempo inaccessibile alla ragione umana, terrificante e vendicativa, oltre che molto più forte delle altre creature del film.