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10 luglio 2025

POPOLAZIONE, DEMOGRAFIA E PROBLEMATICHE LAVORATIVE: PROSPETTIVE FUTURE

My American Ciccillo came back a few days ago! 💖💛

Queste sono alcune nostre riflessioni e considerazioni, basate su dati oggettivi, al fine di valutare un problema molto attuale.

1) PREVISIONI DI DECLINO DEMOGRAFICO PER L'EUROPA:

La previsione sulla crescita della popolazione dei paesi europei entro il 2100 ipotizza che entro il 2100 l'Italia, come l'Ucraina, perderà 23 milioni di persone.

Anche i paesi dell'Europa dell'est conosceranno una significativa perdita di abitanti. La situazione degli stati del nord non è molto migliore, infatti solo la Svezia sperimenterà un piccolo aumento di alcune centinaia di migliaia di abitanti.

Tutti i paesi europei perderanno popolazione ad eccezione del Regno Unito, che guadagnerà 5 milioni di persone, e della Francia, che crescerà di 2 milioni.

Il basso tasso di fecondità sarà una delle principali cause del declino demografico, insieme all'allargamento della fascia della popolazione di mezz'età e in età da pensione. 

In Francia e in Regno Unito, gli ultimi governi hanno applicato politiche a sostegno della natalità e delle famiglie che comprendono il diritto di ottenere permessi di lavoro e anche sgravi fiscali per le famiglie. 

Il tasso di fecondità francese è infatti di circa 2 figli per donna.

Oltre a ciò, la capitale Parigi contiene un'importante percentuale di immigrati (circa il 15% dei residenti) che ha influito non soltanto dal punto di vista culturale ma anche sull'economia, incrementando il personale del mercato del lavoro francese.

A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, gli immigrati trasferiti a Parigi provengono soprattutto dai paesi nord-africani.

Tuttavia, per le istituzioni francesi ultimamente non è facile affrontare il problema dei minori non accompagnati, i cui arrivi risultano in aumento negli ultimi cinque anni.

Le politiche a favore delle famiglie possono mitigare la decrescita demografica di un paese occidentale industrializzato e tecnologizzato ma da sole non sono sufficienti per risolvere la crisi demografica. 

Una qualsiasi società del benessere non fa molti figli per poter crescere demograficamente come popolazione e anche una famiglia con buone possibilità economiche difficilmente ha più di tre figli.

2) GLI ALTI TASSI DI FECONDITÀ SONO UN BENE PER LE DONNE?

Pur essendo una convinta sostenitrice dell'emancipazione culturale femminile, mi trovo costretta ad ammetterlo: uno dei fattori che influenzano la fertilità è proprio l'elevata istruzione della quale anche le donne hanno diritto.

Il conseguimento della laurea è abbastanza spesso correlata ad un'età del matrimonio più tardiva e dunque a tassi di natalità inferiori.

Oltre a lunghi percorsi di studio, soprattutto in Italia, la bassissima natalità (appena un figlio per donna) è influenzata anche dalle inefficaci politiche sociali del lavoro, soprattutto aziendali, dal momento che queste stesse non impediscono affatto ai manager di licenziare una giovane a causa di una gravidanza oppure, che non aiutano le donne a conciliare il diritto di crescere due o tre figli con il sacrosanto diritto all'indipendenza economica dal compagno o dal marito. 

Il costo della vita è aumentato, soprattutto ultimamente, dopo la pandemia e a seguito dapprima della guerra russo-ucraina, poi delle crescenti tensioni tra Israele e Iran.

La disparità salariale tra uomini e donne è soltanto un punto del problema enunciato nel presente paragrafo. 

A mio avviso infatti, l'elevato livello di disoccupazione o di semi-occupazione femminile del nostro paese, dipende in buona parte dai mancati aiuti economici statali a sostegno delle spese per gli asili nido, comunali o privati che siano.

I tassi di fecondità più alti al mondo si trovano nel continente africano: basti pensare al Niger (circa sette figli per donna) o al Mali (6, 3 figli per donna).

I tassi di natalità più elevati corrispondono sicuramente ai paesi asiatici e africani dove le ragazze appena adolescenti subiscono i matrimoni precoci e combinati e in ogni caso sicuramente non possono accedere all'istruzione superiore.

3) RIFLESSIONI SULLA SITUAZIONE LAVORATIVA DEI GIOVANI IN ITALIA RAPPORTATA ALLA SITUAZIONE DEMOGRAFICA:

Nel nostro paese le politiche del lavoro in generale non riconoscono i lavoratori, uomini o donne che siano, come una risorsa. 

E così i giovani, arrivati nell'età idonea per costruirsi una famiglia, si ritrovano disorientati, demoralizzati e senza sicurezze economiche per poter programmare un avvenire in modo chiaro.

Questo fattore incide sulla decrescita demografica italiana.

Per molti laureati, il mondo del lavoro in Italia propone contratti interinali oppure rapporti lavorativi con stipendi insufficienti persino per potersi permettere di accedere a mutui per un bilocale.

Inutile che il signor Forchielli demolisca le facoltà umanistiche, giuridiche e psico-sociali. 

Con scienze del servizio sociale e scienze della formazione primaria il lavoro, in questi ultimi anni, lo si trova abbastanza facilmente. Non si tratterà di stipendi da favola, però, sono facoltà che portano poi ad un'entrata economica costante in tempi non troppo posteriori dal giorno della discussione della tesi.

Per quel che concerne Giurisprudenza è invece necessario un lungo e faticoso iter post-laurea prima di realizzarsi come avvocati, a meno che qualche azienda non assuma molto prima gli studenti usciti da questo tipo di formazione per mansioni impiegatizie che implichino un minimo di formazione legale. 

Per gli ambiti letterari, linguistici o artistici... ci si può ritrovare a dover deviare i propri percorsi e progetti lavorativi da quelli che erano i progetti originari.

Ultimamente però non vedo come un male un percorso professionale non lineare: ogni esperienza lavorativa, breve o lunga, positiva o faticosa, può rivelarsi utile per la propria crescita. Io ad esempio, con l'esperienza da promoter in stazione, ho ulteriormente migliorato la competenza linguistica (un sito britannico mi ha calcolato un livello C1 a seguito di una serie di test) e, indubbiamente, ho imparato ad ascoltare di più le mie emozioni negative e a trovare risposte pronte ed educate alle critiche degli altri, invece di rimuginarci sopra.

Le facoltà caldamente consigliate da Alberto Forchielli (fisica, chimica, biologia, biotecnologie e anche informatica) in questi ultimi anni portano di solito a stage di 500 euro al mese che non garantiscono affatto una definitiva assunzione e comportano anzi una gran fregatura per i contributi pensionistici dei giovani che vi aderiscono, oltre al fatto che non prevedono né le ferie né la tredicesima. 

Per queste ragioni gli studenti che provengono da aree tecnico-scientifiche si trovano costretti ad accettare contratti a chiamata nelle pizzerie, nei negozi di abbigliamento, nei bar o negli alberghi, in attesa che qualche azienda si degni di investire seriamente sulle loro competenze, acquisite mediante grandi sacrifici. Che schifo!

Alberto Forchielli è molto competente per quanto riguarda industrie, attività produttive e infrastrutture, per cui, meglio a mio avviso che si limiti a trattare soprattutto le questioni di sua competenza.

Va da sé comunque che bisognerebbe considerare di riformare le scuole prendendo qualche aspetto positivo vigente in altri paesi europei e va da sé infine che l'Italia è attualmente un paese economicamente depresso.

Comunque: siamo esclusivamente noi i colpevoli della nostra situazione o è marcio il meccanismo di questo cacchio di mondo del lavoro a cui dobbiamo far fronte che non ci permette di realizzare in tempi brevi dei progetti che richiedono un'indipendenza economica?!

Ora porto qualche dato tanto per convincere i lettori che non sto inventando nulla e non sono invidiosa di chi si laurea in materie tecniche o scientifiche:

-In media, secondo Almalaurea, dall'Italia emigra ogni anno il 10% dei laureati in discipline scientifiche. Il nostro balordo paese non sta investendo su di loro, mi sembra evidente!

-In Italia, il tasso di occupazione dei laureati in biologia ad un anno dalla laurea magistrale è appena del 48%, mentre quello dei laureati in lettere è del 73% (e anch'io avevo un lavoro nel mio primo anno da laureata). Per i geologi, la percentuale di occupazione scende tragicamente al 28%. Quindi c'è almeno una facoltà scientifica per la quale praticamente non esiste domanda di lavoro.

-Il tasso di occupazione, a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale, per i laureati in Fisica è del 69%. Per gli assistenti sociali invece è circa del 74%.

-Gli ingegneri occupati ad un anno dalla laurea costituiscono il 91%. Tuttavia i laureati in Ingegneria sono pochi innanzitutto perché non tutti coloro che hanno una mente tecnica e matematica sono portati per questa facoltà. 

Inoltre non mancano insoddisfazioni a proposito di stipendi e condizioni di lavoro: tutti gli "ingegneri sulla carta" sono "ingegneri anche professionalmente"? No, lo so da esperienze che mi sono state riferite: c'è chi diventa impiegato in ditte di ambito elettronico (impiegato addetto alla fatturazione,  non ingegnere) oppure ragazze che, in questo ambito, vengono liquidate dopo mesi di stage.

Un bagaglio culturale di tipo letterario o psico-sociologico fornisce gli strumenti critici necessari per valutare le sfaccettature della realtà e per argomentare le nostre idee. 

Solo che, mentre la Letteratura implica lo studio critico e l'interpretazione di testi d'autore, anche molto antichi, le Scienze sociali comportano conoscenze ampie e un'ottima predisposizione per le problematiche sociali, sia storiche sia contemporanee.

Per quali motivi, nella nostra società, la letteratura è considerata inutile e le scienze sociali, peraltro molto legate alla geo-storia, sono ritenute con disprezzo, le "scienze delle merendine"? Perché, in generale, il mondo in cui viviamo è abitato da persone insensibili, giudicanti e incredibilmente vuote.

Non mi risulta che le facoltà tecnico-scientifiche forniscano queste abilità, fondamentali in un mondo contemporaneo caratterizzato dalla crisi della globalizzazione, dal sorgere dell'AI e da crescenti nazionalismi e imperialismi.

Confido al 1000% nel fatto che il brillante professor Boldrin, le cui considerazioni su scuola e università risultano più lucide, più equilibrate e più lungimiranti, conosca anche meglio di me le questioni appena enunciate. D'altra parte, il declino culturale del nostro paese è imbarazzante e vergognoso.

A volte Forchielli ammette di porsi in tono provocatorio per spingere i suoi interlocutori e chi lo ascolta a pensare, a riflettere a proposito di un determinato tema. 

Anche se non penso che questo modo di porsi sia sempre utile ed efficace, anzi, a volte può essere divisivo.

4) ANDAMENTO DEMOGRAFICO IN ITALIA:

In Italia, dal 1993 i morti hanno superato i nati.

Ecco alcuni dati che dimostrano il declino delle nascite:

-1947: 1.011.490 nati.

-1958: 1.058.051 nati.

-1964: 1.035.000 nati. 

Il 1964 è stato l'ultimo anno in cui si è superato il milione di nati.

Si tratta di un incremento sicuramente favorito dal boom economico del periodo 1950-1965.

-1993: 550.000 nati.

-1995: 526.000 nati.

-2015: 485.780 nati.

-2024: 375.000 nati.

Tuttavia, se fino al 2010 l'immigrazione compensava questo calo, adesso non basta più.

Non appena i nati nei primi anni Sessanta andranno in pensione il nostro paese dovrà affrontare prossimamente un disastro fiscale: per anzianità, i nati in quegli anni andranno in pensione nel 2031 come termine ultimo. 

Già ora mancano i lavoratori a causa del calo demografico che risulta un problema da almeno 30 anni.

Proprio il calo demografico e le politiche a favore del lavoro e dell'immigrazione sono i punti chiave che stanno a cuore a "Comunità democratica", nuovo partito fondato a gennaio da Romano Prodi e Graziano Delrio.

5) REGOLARIZZARE L'IMMIGRAZIONE:

Nei prossimi anni avremo necessità di regolarizzare, in modo ponderato ed efficiente, gli immigrati.

Solo la migrazione può contrastare una decrescita dannosa per l'economia di uno stato.

Infatti si prevede che Francia, Regno Unito e Stati Uniti aumenteranno di popolazione nei prossimi decenni grazie all'ingresso dei migranti. 

In seguito, gli immigrati per due o tre generazioni faranno figli fino a che non raggiungeranno un livello di benessere simile a quello del resto della popolazione.

In Italia, i Decreti Flussi non contrastano l'irregolarità degli immigrati: la burocrazia del nostro paese prevede tempi molto lunghi per regolarizzare un permesso di soggiorno, per questo una buona parte dei migranti si ritrova a vivere e a lavorare in Italia in uno stato di semi-irregolarità, con permessi di soggiorno non più validi. 

Poi, le quote stabilite per l'ingresso dei migranti nel nostro paese non rispecchiano il reale fabbisogno del mercato del lavoro.

Per questo gli immigrati sono più soggetti ai lavori in nero ed è un male: così non si dà loro la possibilità né di assicurarsi un futuro e una pensione e nemmeno di sostenere il sistema previdenziale italiano.

La rete di accoglienza dei migranti in Italia è fragile.

Si dovrebbe:

-Legare l'accoglienza dei migranti a percorsi di lavoro e di integrazione.

-Rafforzare la rete SAI e quindi i servizi sociali nei percorsi di inclusione e di autonomia economica.

-Programmare gli ingressi coordinando Stato, formazione ed esigenze delle imprese affinché il reale fabbisogno del mercato del lavoro venga soddisfatto.

6) I PROFUGHI AMBIENTALI:

Nei prossimi decenni rilevante sarà la problematica del profughi ambientali, ovvero, tutti coloro che dovranno emigrare dai propri paesi perché i cambiamenti climatici dei loro paesi renderanno inabitabili gli ambienti in cui vivono a causa soprattutto di prolungati periodi di siccità e di desertificazione.

Si calcola che nel 2050 circa tre miliardi di persone saranno esposte a rischi ambientali molto gravi a causa dei cambiamenti climatici e dell'aumento delle temperature a livello globale.


7) LA ROBOTICA POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA ALL'IMMIGRAZIONE?

Il Giappone ha uno dei più bassi tassi di natalità al mondo e un'alta speranza di vita.

La destra nazionalista odia gli immigrati, tuttavia, negli ultimi anni le aziende nipponiche stanno puntando a sviluppare la robotica per supplire ai posti di lavoro vacanti.

Così il Giappone è diventato il primo produttore mondiale di robot industriali e buona parte dell'esportazione dell'automazione nipponica è destinata alla Cina.

La robotica a mio avviso non è una soluzione così edificante. 

Gli automi sarebbero un bene se sostituissero gli umani per quel che concerne i lavori con la più alta probabilità di gravi incidenti e a rischio INAIL permanente (muratori, mulettisti e manovali edili).

Sono a favore della complementarietà tra uomini e robotica e tra apporto umano e apporto dell'AI, tuttavia, spererei vivamente che i robot non sostituissero mai e poi mai operatori socio-sanitari, medici o receptionist d'albergo! 

Dove andrebbe a finire un mondo totalmente asettico, automatizzato e senza umanesimo?

Non lo so. 

Comunque, il decremento demografico sarà un problema per tutti gli Stati del mondo a partire dal 2080 quando, secondo le stime dell'Onu, la popolazione inizierà a diminuire a livello globale e quando gli anziani supereranno di numero i bambini e i giovani.

Anzi, secondo alcuni studi, la popolazione mondiale diminuirà già a partire dal 2060.

Comunque i nostri governi dovrebbero iniziare a incentivare i canali regolari per l'ingresso nel nostro paese. 

Già ora in Italia ci si lamenta per la carenza di lavoratori, in parte anche per il fatto che manca una seria riforma delle politiche attive del lavoro: i licenziamenti collettivi sono gestiti male e quindi prevalgono gli ammortizzatori sociali. 

Poi il sistema EPL di protezione occupazionale è rigido perché tende a proteggere chi è già dentro il mondo del lavoro e non chi dovrebbe entrare.

In Italia non mancano lavoratori, italiani o immigrati che siano: manca, nel nostro paese, un'etica del lavoro finalizzata a diminuire le dinamiche di sfruttamento, un'etica che consideri una legge o per l'aumento degli stipendi o magari per un salario minimo che sia a partire dagli 11 euro l'ora per i lavoratori non qualificati, più garanzie di assunzioni definitive e forti limiti ai contratti interinali, severe ammende per chi evade fiscalmente e per chi assume con contratti "in grigio", un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro.

Con i post ci fermiamo fino al 2 agosto.

Le prossime due settimane siamo fuori Verona. 

In particolare, la terza settimana di luglio io sarò tenuta a frequentare una scuola civica in un Campus ad Urbino, dal momento che rientro tra i neo-delegati e quindi tra le persone alle quali diversi associati del Movimento Drin Drin hanno dato fiducia.💥 Matthias mi starà vicina durante questa esperienza, utile anche a chi, come lui, da mesi fa parte della segreteria territoriale-regionale dell'Associazione. 

Si tratta di un'occasione unica, meravigliosa perché come altri giovani e adulti otterrò le competenze giuste per avere un impatto sul territorio. 

Sono bella carica, soprattutto in prospettiva di un futuro che sembra contenere ottime premesse.


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