Parto da una fotografia. Questo piccolo paese incastonato tra verdi colline, protetto da grandi e ombrosi alberi e accarezzato dalla brillante luce del sole è Téolo, situato nella parte settentrionale dei Colli Euganei. A circa una decina di chilometri da Abano Terme e a circa venti chilometri da Padova. Praglia è una frazione di Téolo e in questo posto, circondato da vasti campi di olivi e viti, si trova un'abbazia benedettina costruita nell'XI secolo. Conosco bene questa zona, dal momento che alcuni parenti di mia madre ci vivono. Vi consiglio di andarci, sono luoghi che meritano di essere visti, almeno una volta nella vita, ricchi anche di testimonianze storiche, artistiche e letterarie. Questa zona è stata visitata da Petrarca molti secoli fa ed è stata testimone, sempre durante il Medioevo, della fioritura dello stile romanico. L'abbazia di Praglia è divenuta centro di restauro dei manoscritti medievali.
Ma il romanzo di Hawthorne non è ambientato nelle campagne venete, bensì in Massachussetts, a nord-est degli Stati Uniti.
Che attinenza ha il paesaggio collinare padovano con quello stato americano?
Io finora non sono mai andata dall'altra parte dell'Atlantico, però, nella mia mente bizzarra, ho provato ad immaginare che questa storia potesse essere ambientata in un paesaggio simile a quello presentato sopra. E' stato un modo, abbastanza efficace tra l'altro, per farmi dispiacere meno il romanzo.
E' la prima volta in sei anni di blog che provo a recensire un libro che non mi ha per nulla entusiasmata, né dal punto di vista dello stile, ampolloso e prolisso, né dal punto di vista dei contenuti e delle tematiche rappresentate. Eppure, Hawthorne è considerato il miglior scrittore nella storia della letteratura americana.
Le vicende narrate sono collocate nel pieno del XVII secolo, periodo in cui si stava diffondendo il puritanesimo in America.
IL TERMINE "PURITANO":
Non è molto utilizzato nelle lingue contemporanee, anche se questo termine, quando lo si pensa o lo si pronuncia, fa sempre riferimento a una persona di mentalità chiusa ("narrow-minded" rende meglio dell'espressione italiana), di strette vedute a proposito della sessualità, troppo rigida e sempre pronta a criticare duramente gli errori altrui.
Alcuni secoli fa invece, il termine "puritano" indicava i seguaci del puritanesimo, movimento religioso nato nel XVI secolo in Inghilterra, in seguito all'avvento del calvinismo. Gli obiettivi del puritanesimo erano sostanzialmente due: purificare la chiesa inglese da tutte le forme letterarie profane, ovvero, diverse dalle Sacre Scritture ed evitare ogni contatto con il cattolicesimo. A quell'epoca, luterani, puritani e calvinisti consideravano il Papa di Roma come il simbolo dell'Anticristo, dal momento che questa autorità, nei secoli precedenti al nostro, abusava spesso del proprio potere. Qui in effetti non avevano tutti i torti: basti pensare a pontefici come Alessandro VI Borgia e Giulio II, nobili italiani assetati di potere e di ricchezza.
I PRINCIPI ETICI E RELIGIOSI DEL PURITANESIMO:
1) Le celebrazioni liturgiche, dovevano essere caratterizzate dalla massima semplicità e austerità.
In particolare: enfasi sul sermone del sacerdote dopo le letture, abolizione di canti e di strumenti musicali, rifiuto di decorazioni, di sculture e di immagini sacre. Persino le rappresentazioni teatrali e le feste pubbliche erano vietate, per motivi dedotti da interpretazioni teologiche distorte.
2) Affermazione della potentissima e suprema volontà di Dio sulle questioni umane. Questa idea spinse i puritani a ricercare la purezza morale in ogni loro azione. Per loro, ogni persona doveva essere continuamente riformata dalla grazia di Dio, in modo tale da poter combattere contro le tentazioni del peccato.
Mmm... diciamo che i seguaci di questa corrente non erano proprio tutti così candidati e votati alla santità anzi... c'era molta ipocrisia, nel senso che la teoria della morale la conoscevano, e anche bene, ma non tutti e non sempre si impegnavano a concretizzarla.
3) La sessualità come tabù, aspetto che si ritrova anche nel periodo vittoriano due secoli dopo, in Inghilterra. Sentimenti di orrore e di avversione verso le pulsioni sessuali. L'adulterio era considerato un peccato gravissimo, molto più grave sia del furto che dell'omicidio.
4) Come accennato sopra, la produzione letteraria, sia in prosa che in poesia, era guardata con sospetto, soprattutto se in essa vi erano tematiche e argomenti non attinenti con la Bibbia.
ALCUNI CONTENUTI DEL ROMANZO:
La protagonista del romanzo è la giovane Hester Prynne, la quale, essendo giunta nel Massachussetts prima del marito, anziano medico inglese, ha avuto una figlia da un amore illegittimo.
Per questo motivo viene punita molto duramente dalle leggi puritane: messa alla gogna su un palco eretto nella piazza di un piccolo paesino, deve portare per tutta la vita ricamata sul petto la lettera "A" di adultera, ritagliata in un panno scarlatto.
« I discorsi di quelle donne erano così franchi e arditi che, a ritrovarli oggi sulle labbra delle loro discendenti, ne saremmo tutti sconcertati.
"Comari"- diceva una cinquantenne matrona dai lineamenti duri e maschi-"Ecco quel che penso. Sarebbe molto utile, per l'esempio da darsi alla città, che una delinquente come questa Hester Prynne fosse affidata a noi, donne di età matura e di sicura fede religiosa. Se fossimo state noi a giudicarla, non se la sarebbe cavata con la condanna che le hanno inflitto i magistrati."
"I magistrati"- uscì a dire un'altra donna, piuttosto vecchia- "sono tutti inclini ala pietà, questo è il fatto. Essi avrebbero dovuto bollare con un ferro rovente la fronte di questa Hester Prynne: allora sì che l'avremmo veduta affranta! Che cosa volete che importi a una svergognata come lei di vedersi cucita sul corpetto una lettera! " (...) "Questa donna ha gettato la vergogna sopra di noi e dovrebbe dunque morire!"- gracchiò un'altra donna- "Non vuole così la nostra legge? Tanto il Vangelo quanto la nostra legge? I magistrati non hanno voluto applicarla e sarà colpa loro se le loro mogli e le loro figlie andranno in perdizione!". »
La definizione di questi discorsi come "franchi e arditi" mi sembra sinceramente fuori luogo, inappropriata! Da notare che sono le donne a parlare e non gli uomini. Ciò è significativo per il fatto che loro, come donne prima che come cristiane praticanti, non hanno né rispetto né compassione verso la Prynne. Il rispetto è un concetto molto vasto, non significa soltanto non alzare le mani contro qualcuno e non insultarlo. Io credo che il rispetto, oltre a implicare la sincerità nei rapporti con gli altri e a bandire falsità, sotterfugi e ipocrisie, dovrebbe contenere anche una buona dose di equilibrio. Non basta una vita per imparare ad assumere un certo equilibrio psicologico nelle relazioni. E questo vale per gli uomini di ogni epoca storica. Soprattutto ora, con i tempi che corrono, è facile offendere una persona. Le parolacce stanno sulla lingua di tutti, anche sulla mia (perché, lo ammetto, io spesso non parlo come scrivo). Sono "fatta di fuoco": mi basta vedere un'ingiustizia, mi basta un torto subìto per farmi andare in escandescenza. E' facile giudicare male che sbaglia, mentre invece è difficile trattenere la rabbia e trasformare le critiche pesanti, i pensieri cattivi e le offese in ipotesi intelligenti. Per ipotesi intelligenti intendo provare a immaginare i motivi per cui qualcuno è spinto o è stato spinto a fare del male o comunque a fare qualcosa di scorretto e di immorale.
E Dio chi è per queste donne??! Una specie di padre-padrone che non perdona agli uomini i peccati commessi, ecco chi è. Ma Dio vuole davvero il male dell'umanità? Non lo so. E' un Dio che per un certo verso non mi piace, nel senso che permette tutto: i genocidi, le guerre, le condanne a morte degli innocenti, il razzismo, la pedofilia, le violenze sessuali, le indicibili sofferenze fisiche dei malati di cancro... Perché non manda i suoi angeli a bloccare le mani dei violenti e a cancellare pensieri diabolici nelle menti di alcuni leader politici??!!
Nei momenti più grigi mi viene da pensare al fatto che sia un Dio indifferente, relegato nell'alto dei Cieli in un paradiso idilliaco e incurante del dolore. "Dio ti prende in braccio nei momenti più difficili", recita un proverbio brasiliano. Mi piacerebbe averne l'inconfutabile certezza, perché, se ce l'avessi, allora potrei vivere davvero con un sorriso perenne stampato in faccia fino alla fine dei miei giorni.
C'è una parte di me che non vuole credere a un Dio che sembra indifferente, lontano o, come dice mio zio e come affermavano alcuni padri della Chiesa, "troppo umile".
Ma c'è anche una parte di me che vuole credere, anzi, che vede il riflesso della bontà di Dio in alcune persone. E' proprio questa parte della mia anima che mi induce a formulare un ragionamento del genere: Dio ha creato la Natura e gli esseri umani e li ha sempre amati. Il suo sacrificio sulla Croce è simbolo della gratuità di questo amore, disposto persino alla perdita della vita...
La logica di Dio allora, non sarebbe quella dell' "io ti ho dato la vita, io te la tolgo quando voglio", ma piuttosto, la logica, la folle logica, di un amore di cui nessuno di noi è degno.
E allora non sarebbe un Dio che gode del male, o un Dio insensibile che vuole il male dei peccatori.
Un altro aspetto da considerare è questo: per secoli, gli uomini hanno creato la cultura e la mentalità sociale. Per secoli in Occidente, la donna è stata considerata un essere inferiore, la quale aveva come principale dovere la fedeltà verso il marito.
Dall'età antica fino al primo Novecento si è coltivato un sentimento di odio profondo verso le donne che intessevano relazioni esterne al matrimonio.
Nella mentalità puritana inoltre, in cui si poneva l'accento sulla gravità dei peccati di sesso, le adultere erano emarginate, insultate e umiliate, mentre gli uomini, ovvero, i loro amanti complici nel tradimento del marito, potevano rimanere impuniti e nascondersi con la loro codardia e ipocrisia, proprio come ha fatto il reverendo Dimmesdale, l'amante di Hester.
Tanto le conseguenze di un rapporto sessuale le subiva (e le subisce) la donna, per questo gli uomini si sentivano liberi di fare tutte le porcate che volevano. Imponevano alle donne la fedeltà coniugale, ma sovente loro non si attenevano a questo principio morale.
Perché quelle donne parlano in modo così impietoso? Perché influenzate da dottrine morali che una società di maschi incoerenti impone loro.
Hester Prynne, in seguito a un periodo di prigionia, decide di non allontanarsi dal paesino in cui si è guadagnata la pessima fama di adultera, stabilendosi dunque in una casetta in riva al mare con la figlioletta Pearl, bambina vivacissima e dotata di un'intelligenza molto precoce.
Da non dimenticare che i puritani, oltre ad essere molto superstiziosi, erano fissati con il diavolo. Lo nominavano ogni volta che si presentava a loro un'occasione. Pearl, in quanto frutto di una relazione esterna al matrimonio, era considerata "la figlia del Demonio" ed era esclusa dai giochi di gruppo con gli altri bambini. Proprio quest'aspetto aveva incattivito e intristito la bambina.
«Poiché le era impedito di giocare con altri bambini, ella si sfogava a crearsi chimeriche compagnie; ma le sue invenzioni non erano mai ispirate alla fraternità umana, né dalla sua immaginazione era mai uscita una creatura che le fosse amica. Si sarebbe detto che la fantasia della piccola godesse a seminare il terreno con i denti del drago della favola, da ciascuno dei quali germogliava un nemico (...)»
Della terribile condizione sociale della madre ne risente anche la figlia, questo è chiaro.
Ad ogni modo, lo stile con cui è scritto il romanzo è altisonante, pesante, ma così pesante che farebbe saltare i nervi anche a un monaco miniaturista, sul serio: tre capitoli per descrivere i rapporti tra il reverendo Dimmesdale e il signor Chillingworth (il marito di Hester, giunto in America durante il periodo di prigionia di Hester)... una palla assurda!!
Il finale non lo svelo, ma solo perché il post è già molto lungo. Ma meriterebbe davvero anch'esso una riflessione. Ad ogni modo, non mi sono piaciute nemmeno le pagine conclusive: Hester Prynne viene sepolta e, sulla sua lapide, anziché nome, cognome, data di nascita e di morte, viene scritta la lettera "A" di adultera.
Eeeeh, quanto accanimento sui peccati altrui e mai sui propri!!!!!!
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