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9 agosto 2016

Il circo triste:


Tematica originale e un po' pazza, se volete, ma è una mia idea nata in seguito alla visione di un episodio della "Casa nella prateria" che pochi giorni fa trasmettevano in televisione.
Mia madre è una patita di quella serie e giovedì, mentre dipingevo, con la coda dell'occhio ho seguito anch'io la trasmissione.
L'episodio rappresentato aveva per protagonista un uomo-nano, un clown chiamato Lu divenuto vedovo subito dopo la nascita della figlia: sua moglie, fisicamente molto provata per il parto, poco prima di morire aveva detto al marito: "La vita del circo non è adatta per una bambina. Una bambina ha il diritto alla stabilità. Lascia l'attività di clown. So che ti chiedo tanto, ma fallo per lei. O almeno provaci."
Con tutta la sua buona volontà, Lu si era recato nella cittadina di Walnut Grove per cercare lavoro.
Non immaginate il clown analfabeta che sa soltanto esibirsi in numeri divertenti ed esilaranti, dal momento che Lu, per un certo periodo della sua vita, aveva assunto il ruolo di contabile al circo. Quindi, aveva perlomeno l'istruzione elementare!
Purtroppo però, nonostante gli fosse stata riconosciuta più volte l'abilità e la rapidità nel far di conto, non era riuscito a trovare un posto di lavoro a causa dell'antipatica signora Olleson. La odio a morte: detestabile al punto tale da far innervosire chiunque con la sua arroganza e vittima dei suoi stessi pregiudizi su Lu, in particolare, sulla sua bassissima statura.
Per sopravvivere e per nutrire sia la piccola sia la madre anziana, a Lu non era rimasto altro che rubare all'emporio. Per questo, una volta sorpreso, era stato arrestato.
Ma tutte le ministorie in quella serie televisiva finiscono bene: mentre l'uomo-nano era in attesa di processo, Nancy, la frivola figlia della signora Olleson, era caduta accidentalmente in un pozzo e Lu si era rivelato l'unico in grado di farla uscire.
Tutto si era dunque concluso nel modo migliore: il processo era stato annullato, la signora Olleson si era scusata con Lu, che aveva ottenuto tra l'altro anche un lavoro in banca e una fissa dimora.

Ho ripensato a film e a dipinti relativi alla tematica circense e mi è balenato un pensiero nella mente: pur essendo considerato un luogo di divertimento per gli spettacoli rappresentati, il circo è stata una delle realtà sociali più tristi e più precarie che siano mai esistite nei secoli scorsi.
Naturalmente sono le varie manifestazioni culturali che mettono in luce questo aspetto, come il cinema e l'arte. 



IL CIRCO NEL CINEMA:

A) Avete mai avuto l'occasione di vedere sul grande schermo "Il circo" di Chaplin?
E' un film muto ma sottotitolato con immagini in bianco e nero. Ciò non toglie però la sua efficacia nel delineare la dura vita degli artisti e la precaria condizione economica di un circo che risente molto anche dello scarso livello qualitativo degli artisti e della conseguente noia del pubblico.
Graziosa la figura di Merna, la figlia del proprietario, picchiata dal padre a causa dei suoi ripetuti fallimenti nelle esibizioni come cavallerizza.
Charlot in questa storia si trova nelle vesti del vagabondo in cerca di un lavoro onesto per vivere.
Dopo essere stato assunto, egli viene inizialmente istruito all'arte del clown ma con risultati assolutamente deludenti e controproducenti. Per questo il padrone del circo lo licenzia, arrabbiatissimo.
Un giorno però, a causa dello sciopero degli inservienti del circo, il vagabondo Charlot viene reintegrato nella struttura come attrezzista. Durante una rappresentazione, gli si presenta involontariamente l'occasione di rivelare la sua capacità di far ridere il pubblico. Accortosi della comicità inconsapevole di Charlot, il proprietario del circo decide di sfruttarlo come buffone in modo tale da aumentare l'affluenza agli spettacoli, ma senza mai pagarlo.
Nel frattempo, Charlot e Merna instaurano un buon rapporto di amicizia. Proprio la ragazza cerca di spingerlo a reclamare sia la propria dignità sia la paga.
Merna però è innamorata dall'equilibrista Rex, cosa che provoca tristezza nell'animo del protagonista il quale però, con grande generosità, aiuta i due giovani a sposarsi in segreto, di notte e con una fuga.

Questo film è un capolavoro e il finale riesce sempre a farmi piangere; ma vi assicuro che un significativo contributo alle mie lacrime lo danno anche le melodie di sottofondo.



Nell'ultimo minuto, come potete vedere, il nostro vagabondo assiste alla partenza dei carri e, una volta che questi scompaiono all'orizzonte, si rialza e si avvia risolutamente verso nuove avventure.
Ad ogni modo, quest'opera cinematografica mette in risalto la povertà, la precarietà e l'emarginazione sociale in cui i membri di una compagnia circense sono costretti a vivere.


B) In alcune storie il circo è lo sfondo nel quale si proiettano vicende tristi.
Eccone una: "Dumbo"!
Era il mio cartone animato preferito, ricordo di aver trascorso il capodanno 2003 da sola in salotto a vederlo. E' stato un capodanno stupendo: ero con i miei amici immaginari impersonati da tre pupazzi: un enorme gatto bianco, un riccio e un cavallino magro magro.
Ad ogni modo, presumo che la storia la sappiate, e bene anche!
Qui però i protagonisti sono gli animali.
Avvolto in un fagottino trasportato da una cicogna, una volta atterrato all'interno di una carrozza, Dumbo viene subito deriso dalle elefantesse per le sue enormi orecchie. E, nei giorni successivi, ci si mettono anche quei ragazzini maleducati che si recano in visita al circo. Soltanto la madre lo ama e lo coccola.
Proprio come una vera madre umana ama il proprio figlio, nonostante i suoi difetti e le sue stranezze.
In questo cartone la Disney ha utilizzato la realtà del circo per sviluppare la storia di un elefantino il quale a poco a poco apprende che ciò che quasi tutti considerano un suo difetto è in realtà una risorsa da sfruttare per ottenere successo nella vita. 
Quelle enormi orecchie infatti gli permettono di volare, con grande stupore del pubblico e del personale del circo.

Devo però precisare che qui, più che le misere condizioni di clown e acrobati, sono presentate le tematiche dell'emarginazione e della sofferta lontananza madre-figlio. Infatti, come già accennavo sopra, in questo lungometraggio il circo è l'ambientazione in cui si dipana un dramma individuale che però alla fine si risolve.

Nel film di Chaplin erano certamente presenti sia la tragedia individuale di un vagabondo privo di sicurezze che aspira ad una vita decente, sia le misere condizioni di vita dei lavoratori del circo, sia la difficile vita di una ragazza maltrattata dal padre e carente di affetti familiari.




IL CIRCO NELL'ARTE DI PICASSO:

Vi presento qui tre opere appartenenti al periodo pre-cubista (1901-1905), fase pittorica in cui questo artista si dimostra particolarmente sensibile alla rappresentazione della dura quotidianità degli artisti circensi, mettendo in evidenza la loro vita di poveri girovaghi.

1)

"Due acrobati e un cane", 1905
In primo piano sono raffigurati due saltimbanchi con un cane. Il più alto è travestito da Arlecchino, personaggio carnevalesco molto amato da Picasso per le losanghe. Notate la profonda malinconia dei due ragazzi dovuta sicuramente alla loro condizione di emarginazione sociale. L'espressione triste dei loro volti viene messa in risalto da tonalità molto scure, in cui blu e rosa si mescolano.
Il paesaggio sullo sfondo, delineato con tratti essenziali, contribuisce a sottolineare il cupo stato d'animo dei due personaggi.


2)


"Famiglia di acrobati con scimmia", 1905



Questo dipinto rappresenta una famiglia di acrobati colta in un momento di tenerezza, o meglio, di pausa dalle esibizioni.
Il giovane uomo, la cui tuta aderente mette in risalto la sua notevole magrezza, è seduto vicino alla sua compagna che tiene in braccio il loro figlioletto.
In basso a destra, una scimmia volge teneramente lo sguardo verso il bambino sul quale tra l'altro è rivolta l'attenzione di tutti i personaggi dipinti. La dolcezza dello sguardo della scimmia appare quasi umana.
I colori predominanti sono il rosa e il bianco.  Il verde chiaro e il rosso vermiglione caratterizzano invece il pavimento.  

3)

"Famiglia di saltimbanchi", 1905

Il quadro propone il tema di una famiglia composta da tre adulti e tre bambini, colti in un momento di silenziosa attesa. Tutti hanno un'espressione seria, in contrasto con i costumi colorati che indossano. Il paesaggio desolato contribuisce a sottolineare la mestizia e la solitudine dei personaggi, i quali, nonostante si trovino vicini gli uni agli altri, si trovano comunque soli con i propri pensieri.


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