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22 novembre 2012

NOTIZIA FANTASTICA!!!!

Khartoum, la capitale del Sudan
Ho appena letto su una rivista che si occupa molto di trattare la situazione politica, economica e sanitaria dei paesi piu' poveri del pianeta una notizia molto positiva che mi rende davvero felice!!!
E' avvenuto un progresso straordinario in Sudan, uno stato africano molto povero che ha vissuto una storia molto travagliata e caratterizzata da guerre civili, miseria, dittature militari.

Secondo valutazioni  e studi elaborati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, pochi giorni fa, la zona meridionale del Sudan (che, tra l'altro, ha ottenuto l'indipendenza da Khartoum, la capitale del nord, mediante un referendum che si è tenuto nel 2011) , è stato dichiarato "territorio libero dalla poliomielite".

La sconfitta di questa terribile malattia, che purtroppo, ancora oggi, colpisce circa venti milioni di persone, è stata possibile grazie alla campagna di vaccinazioni iniziata nel 1988 e sostenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità presso la popolazione del Sud Sudan.

FANTASTICO!!!!! STRAORDINARIO!!!!! COME SONO CONTENTA!!!!!!
CI VOLEVA PROPRIO UNA NOTIZIA COSI' IN UN PAESE IN CUI LE BUONE NOTIZIE NON SONO MOLTO FREQUENTI!!!!

Io spero proprio che il presidente di questo stato si impegni, durante gli anni del suo governo, a promuovere riforme per il bene pubblico e a tutelare la sanità e l'istruzione.
Oggi, per la prima volta in assoluto, inizio a intravedere per davvero una concreta speranza di miglioramento per alcuni paesi molto poveri!!! Incredibile!!! Mi sembra di toccare il cielo con un dito!!!!
Un piccolo villaggio del Sudan

So bene che la strada è ancora molto lunga, ma, con l'impegno di molti e con speranza e tenacia, probabilmente tra alcuni anni miglioreranno le condizioni di vita di alcuni popoli che hanno sempre conosciuto fame, guerre, epidemie, morte e disperazione. Inizia a realizzarsi il mio desiderio: finalmente, un paese poverissimo, sta vivendo un periodo di cambiamenti significativi e di miglioramento delle condizioni di vita!!!

Sono davvero fuori di me dalla gioia: pensate che da un bel po' sto cantando spensieratamente la celeberrima canzone di Michael Jackson che fa:  "Heal the world... make it a better place... for you and for me and the entire uman race... There are people dying if you care enough for the living... make a better place for you and for me....."



20 novembre 2012

Gli effetti della violenza virtuale sui bambini

Circa cinquant'anni fa, quando la televisione, il computer e i videogiochi erano pressochè sconosciuti, i bambini vivevano l'infanzia in modo profondamente diverso rispetto ad oggi.


Questa grande differenza è causata principalmente dalla rapida e recente diffusione dei mezzi tecnologici; da un lato utili perchè permettono di conoscere in breve tempo notizie importanti che riguardano il  mondo, dall'altro dannosi perchè propinano numerosi atti violenti.

L'uso di strumenti virtuali ha contribuito ad aumentare il numero degli episodi di violenza a cui un bambino è esposto.

All'inizio degli anni novanta, una statistica ha rivelato che un bambino di undici anni aveva già visto circa ottomila omicidi e più di centomila atti di violenza in televisione, mentre circa quarant'anni prima i bambini conoscevano la violenza o nella vita reale oppure, ma in maniera indiretta, nei libri e nei fumetti.
L'enorme potere della televisione e l'industria dei consumi hanno creato una diffusa indifferenza nei confronti di queste violenze mediatiche.
E' quindi mancata la consapevolezza degli effetti negativi poichè  l'aspetto economico prevale su quello educativo e il rispetto per bambini e ragazzi è subordinato agli interessi commerciali. In uno dei suoi saggi, lo scrittore Erri De Luca afferma che "Tutto è regolato dalle leggi economiche; la cultura è un ramo minore dell'economia". Il desiderio di guadagno ha portato quindi a ignorare gli effetti dell'immagine virtuale sulla vita reale.
Sebbene da molti anni eminenti psicologi cerchino di dimostrare la possibilità di apprendere comportamenti aggressivi dalla visione della violenza, i detentori del potere mediatico hanno considerato queste affermazioni infondate e poco convincenti.
Nel 2011, la più illustre società di studio dei comportamenti aggressivi ha istituito una commissione per studiare, anche con strumenti statistici particolari, i comportamenti e le reazioni che vengono causate dalla violenza virtuale. La conclusione a cui si è giunti è che il costante contatto con questo tipo di violenza rende maggiormente aggressivi. L'apprendimento di essa è attivato in particolar modo dai videogiochi che comportano l'addestramento, attraverso la ripetizione, di atteggiamenti aggressivi come l'uccisione dei neri e la violenza sulle donne.
Gli studiosi hanno rilevato che l'esposizione alla violenza virtuale comporta la desensibilizzazione morale e quindi la distorsione nella valutazione delle azioni aggressive. 
Tuttavia, bisogna considerare anche che non tutti i soggetti sono influenzati allo stesso modo da questa aggressività. 
L'esposizione alla violenza nei media è un fattore di rischio per un maggior comportamento aggressivo a breve e a lungo termine. Bisognerebbe considerare questa conclusione per cercare di cambiare la situazione: bambini e ragazzi sono il futuro della società e, una volta riconosciuto questo fattore ad alto rischio si dovrebbe cercare di rimuoverlo con tentativi seri ed efficaci.
Nell'attesa dell'emanazione di una  legge, non resta che consigliare a genitori ed educatori di vigilare attentamente e di intervenire per ridurre questo rischio. E' utile insegnare ai bambini un modo migliore per trascorrere il tempo facendo conoscere loro altri giochi che stimolano la collaborazione di gruppo e le abilità motorie. Inoltre, un altro metodo efficace per allontanare i ragazzi dalla violenza virtuale sarebbe cercare di suscitare in loro un vivo interesse nei confronti dei libri che possono trasmettere molti valori e possono anche essere una modalità efficace di trascorrere il tempo libero.






10 novembre 2012

"The Help" :quando il vento della libertà inizia a soffiare..."

"The help" è un libro straordinario scritto dalla brillante giornalista americana Kathryn Stockett.
Si tratta di un romanzo molto interessante che si svolge a Jackson, una città del Mississippi che purtroppo non gode di una buona fama:è infatti la città con il piu' alto tasso di omicidi tra bande.
  
"The Help" pero' è un racconto ambientato negli anni Sessanta che denuncia la vita difficile e miserevole delle persone di colore e la difficoltà di inserirsi in una società che  le escludeva da tutto e le trattava diversamente rispetto alle persone bianche.
  Il romanzo infatti espone le pesanti condizioni di servitu' a cui erano sottoposte le donne di colore. Queste ultime accudivano i figli delle donne bianche in cambio di pochi soldi. Inoltre non godevano del rispetto e della stima delle loro insensibili padrone pur essendo per loro aiuti indispensabili.

Una figura molto significativa del romanzo è Eugenia Phelan, soprannominata Skeeter. E' una ragazza bianca che aspira a diventare una scrittrice. E' intelligente e sensibile, con idee molto diverse dalle sue coetanee, soprattutto per quanto riguarda i diritti umani e l'uguaglianza sociale.
Le sue idee non vengono condivise nemmeno da sua madre, una donna poco consistente che desidera soltanto un buon marito per la figlia e che considera poco importante il fatto che la figlia si sia laureata con un buon voto.
Un' altra figura molto positiva è il personaggio di Aibileen, una donna nera, molto buona, pura e sincera e con una fede molto salda in Dio che ha allevato diciassette bambini  bianchi e che ha visto morire  il suo unico figlio in un incidente di lavoro (che tragedia terribile, poverina!!!).

Le vite di Aibileen, di Minny, un'altra donna di colore che ha molti figli e un marito che la picchia, e che spesso viene licenziata perché sopporta a fatica i maltrattamenti delle sue padrone, e la vita di Skeeter, s’intrecciano indissolubilmente.

Le tre protagoniste della storia  iniziano così a narrare storie che nessuno aveva mai voluto ascoltare o raccontare fino a quel momento. Si incontrano segretamente (ai bianchi, come Skeeter, era proibito recarsi nelle case dei neri). Le due donne di colore raccontano la storia della loro vita alla ragazza.
 Trovano quindi la forza d'animo di raccontare la frustrazione, il dolore, la rabbia che si prova a non avere diritti, e tra la paura di essere scoperte e la voglia di fare qualcosa per se stesse e i loro figli, rischiano tutto.

In seguito anche le altre domestiche di colore dello stesso quartiere racconteranno la loro travagliata storia a Skeeter, che si impegnerà in seguito a raccogliere le testimonianze di tutte le donne nere di Jackson in un libro.
A sinistra Skeeter con Minny e Aibileen, in una delle ultime scene del film
Prima di concludere la mia recensione, vorrei segnalare un altro personaggio che, anche se di secondaria importanza, ha suscitato in me tenerezza. Mi riferisco a Miss Celia Foote, una donna bianca molto ricca e sposata felicemente con mister Johnny, un simpatico signore che la riempie di attenzioni. Celia è incredibilmente ingenua e poco pratica nei mestieri casalinghi (Minny diverrà la sua domestica) ma è una persona molto generosa immune dall'atteggiamento razzista dell'élite bianca locale, che per altro la critica e la emargina.

Nel suo indiscusso capolavoro, la scrittrice racconta una situazione che ha segnato in modo molto negativo la storia degli Stati Uniti e che ora tutti conosciamo, ma che comunque ci tocca nel profondo, e ci fa schierare dalla parte delle donne che hanno dovuto subire, che non si sono potute ribellare, che hanno perso tutto, ma che infine hanno anche vinto la battaglia per l'affermazione dei diritti umani.

Comunque, consiglio vivamente anche il film, che è uscito all'inizio del 2012: è fatto molto bene e si attiene abbastanza alla storia.

8 novembre 2012

Il secondo trionfo di Obama nelle elezioni politiche

 "IL MONDO E' CAMBIATO"

Quattro anni fa, precisamente il 7 novembre 2008, su una delle prime pagine del giornale nazionale "La repubblica"  era scritto a caratteri cubitali questo titolo. Ricordo che avevo criticato molto questa frase e chiudendo il giornale avevo pensato: "Il mondo sarebbe cambiato soltanto perchè è stato eletto Obama? Ma che senso ha un' affermazione di questo genere? Obama non è un mago dotato di superpoteri, è un uomo normale proprio come i suoi elettori e quindi il fatto che abbia vinto le elezioni non significa che il mondo è cambiato!! Nessuno è in grado di cambiare  il mondo e i numerosi problemi degli Stati Uniti d'America non sono affatto risolti per la vittoria di Obama!!"

Avevo appena tredici anni, ero proprio una ragazzina, non potevo capire l'enorme progresso storico che era avvenuto in quel giorno. Ora invece conosco meglio la complessa realtà sociale degli Stati Uniti, la vita difficile delle persone con la pelle nera e lo spirito razzista che, fino a pochi decenni fa, caratterizzava la società americana e quindi comprendo che avere come presidente degli Stati Uniti un afroamericano sia un traguardo davvero eccezionale. 
Ora è stato rieletto. Sono stata molto contenta di questo, anche perchè un politico che desidera attuare riforme al fine di migliorare economia e sanità merita la fiducia del popolo e ritengo anche sia un uomo di pace.
 Apprezzo molto il programma politico di Barack Obama che prevede l'uguaglianza tra i cittadini e il rilancio dell'economia per uscire dalla crisi finanziaria e sono convinta che debba svolgere molto lavoro per migliorare alcuni aspetti della società americana. In effetti, non basta soltanto la vittoria per superare gli ostacoli e per risolvere la crisi economica. E' necessario anche che i cittadini americani collaborino con il governo e che gli avversari politici siano seri, propositivi, responsabili e aperti nei confronti delle generazioni future. Come ha ricordato Obama ieri durante il suo discorso, il compito dei cittadini non finisce dopo le elezioni e quindi non si limita alle elezioni.
Spero davvero che, con l'aiuto dei suoi collaboratori e con la fiducia dei cittadini, il leader del partito democratico degli Stati Uniti riesca a realizzare i suoi progetti molto positivi e a rappresentare nel miglior modo possibile tutte le etnie che convivono in quell'enorme territorio formato da cinquanta stati.

1 novembre 2012

Alba luminosa

Nel candore
della bianca brina
il riverbero
di un pallido sole
che lentamente sorge
allietato
dal dolce canto
di piccoli uccelli in volo.


Esili ramoscelli
dondolano lievi
al soffio
di una gelida brezza
che sfiora
le mie guance
e inumidisce
i miei occhi cristallini.


Ammiro
il chiarore
di questa fredda mattina invernale.