Lucia nasce nel 283 d.C. a Siracusa, quando l'Impero Romano è governato da Diocleziano e quando ormai vi è una presenza piuttosto significativa di cristiani anche in Italia. Lucia è figlia di una famiglia molto ricca. All'età di nove anni rimane orfana di padre e si trova a vivere con una madre, di nome Eutichìa, di salute molto cagionevole.
Madre e figlia, entrambe affascinate dalla straordinaria figura di Gesù, che con la sua morte in croce redime l'umanità, professano di nascosto la religione cristiana per non essere perseguitate dall'Impero.
Nel febbraio del 301, Lucia e la madre si recano in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro di Sant'Agata e proprio in quell'anno Eutichìa guarisce miracolosamente, per intercessione di Sant'Agata, dalle sofferenze fisiche che la tormentavano da molti anni.
Dopo questa esperienza, Lucia decide, con il consenso della madre, di regalare ai poveri tutti i suoi averi. Tuttavia, questa sua generosa azione non è condivisa dalle altre famiglie ricche di Siracusa che la denunciano a Pascasio, l'arconte della città. Pascasio la arresta e la invita caldamente a offrire sacrifici in onore delle divinità romane ma, dal momento che Lucia si rifiuta, dapprima la tortura e poi ordina ad un soldato di decapitarla (alcune fonti dicono con un colpo di spada, altre invece che è stata trafitta alla gola). Aveva soltanto 21 anni.
SANTA LUCIA NELLA LETTERATURA:
E' importante constatare che la figura di questa martire ispirò importanti esponenti della letteratura italiana. Dante Alighieri per esempio la menziona più volte nelle sue opere.
In un passo del Convivio infatti ( III,IX; 15 per la precisione!), il Sommo Poeta sostiene di aver subìto una lunga e pericolosa alterazione della vista a causa del molto tempo dedicato agli studi e alle letture e di aver ottenuto la guarigione dopo aver pregato la Santa. Non dimentichiamo che Santa Lucia è considerata protettrice degli occhi.
Dante stesso inoltre, introduce diverse volte la figura della Santa anche nella Divina Commedia. Nel secondo canto dell'Inferno, Lucia è una Creatura celeste che scende dall'Empireo per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e di un serio pericolo che incombe sul poeta:
« Questa (Maria) chiese Lucia in suo dimando e le disse: Or ha bisogno il tuo fedele di te, ed io a te lo raccomando. Lucia, nimica di ciascun crudele, si mosse... » |
(Dante Alighieri, Inferno II, 92-96) |
« Beatrice, loda di Dio vera, ché non soccorri quei che t'amò tanto, ch'uscì per te de la volgare schiera? Non odi tu pietà del suo pianto? Non vedi tu la morte che 'l combatte Su la fiumana ove 'l mar non ha vanto? » |
(Inferno II, 103-108) |
« Venne una donna e disse: I' son Lucia lasciatemi pigliar costui che dorme; sì l'agevolerò per la sua via »
(Purgatorio, IX, 55-57)
Nel Paradiso, la martire è una creatura celeste che, nel trentaduesimo canto del Paradiso, è vista da Dante nel primo cerchio dell'Empireo vicino a Sant'Anna
« Di contr' a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantare osanna.E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi, a ruinar, le ciglia » |
(Paradiso, XXXII, 133-138) |
Santa Lucia, nella Divina Commedia, simboleggia la "grazia illuminante", dal momento che ha aderito al Vangelo e per esso è stata disposta a sacrificarsi. E' quindi un significativo strumento di cui ogni uomo può servirsi per raggiungere la salvezza eterna.
I MIEI RICORDI DI INFANZIA: |
Ieri, mentre stavo riordinando la mia camera e svuotando scatoloni che contengono una quantità industriale di diari e di piccole riflessioni e racconti che risalgono ancora ai tempi delle elementari, ho trovato anche una lettera del 24 novembre 2003 indirizzata a Santa Lucia scritta su un foglio a righe piegato piuttosto male.
Avevo scritto poche righe in modo però molto chiaro e dicevo:
"Cara Santa Lucia, io quest'anno non voglio regali. Non voglio proprio niente, perché mi sembra di avere già tutto. Ho due genitori belli e bravi, degli zii fantastici che hanno un cuore grande, ho dei buoni amici, vado bene a scuola e piaccio ai miei compagni perché li aiuto sempre a fare i compiti di italiano.
Non portare regali a me, non ne ho bisogno. Portali ai bambini poveri che vivono in Africa e in Asia o ai bambini senza mamma e papà oppure ai bambini che non sono amati dai loro genitori. Loro sì che non hanno niente! Quando di notte guardo il cielo pieno di stelle penso sempre a questi bambini e vorrei tanto che le stelle illuminassero i loro cuori di gioia e di speranza! Ti prego, aiutali tu!"
Quando l'ho letta, ho provato molta tenerezza. Avevo soltanto otto anni ma ero molto sensibile nei confronti delle persone meno fortunate e trovavo molto ingiusta la povertà.
Allora, subito dopo averla letta, mi sono ricordata che in realtà, nella notte del 12 dicembre 2003, avevo ricevuto un transatlantico di regali: due bambole, tre libri di racconti, un pupazzo di stoffa al quale ancora oggi sono molto legata, molti cioccolatini e molte caramelle, una collana e due giochi in scatola. Accanto ai regali, avevo trovato la mia lettera e un bigliettino con scritto: "Ad una bambina sensibile e generosa, con molto affetto, Santa Lucia".
Mi ricordo che ero andata a letto molto contenta e che, il giorno dopo, alla fine delle lezioni scolastiche, mia mamma mi ha proposto di sostenere a distanza Nadia, una bambina georgiana che aveva perso i genitori e che aveva bisogno di soldi per frequentare la scuola. Io ho accettato la proposta con molto entusiasmo.
Ora sono contenta di aver sostenuto per alcuni anni una ragazzina che aveva bisogno di solidarietà. Infatti le condizioni di vita di Nadia sono nettamente migliorate; ha concluso il suo percorso di studi con successo e ora ha iniziato a lavorare.
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