Ed è arrivato anche il 1° gennaio 2015. Nell'aria limpida si diffonde il gioioso canto del vento. Gli uccelli si rincorrono e la neve brilla alla luce di un sole luminoso che splende alto nel cielo.
E' una bellissima giornata, ma fa molto freddo, ovviamente.
Ieri è stata una giornata particolarmente significativa per me: ho partecipato alla 47° marcia per la pace che quest'anno è stata organizzata a Vicenza dall'associazione cattolica "Pax Christi". Ho condiviso questa esperienza con una ragazza che negli ultimi mesi si sta rivelando un'amica davvero molto sincera per me.
La marcia è iniziata di fronte alla basilica di Monte Berico, suggestiva località collinare. In questa prima tappa, abbiamo recitato una preghiera scritta da Papa Francesco, un pensiero che invita noi cristiani ad adottare sentimenti di solidarietà e di fraternità nei confronti del diverso. Le frasi che mi sono rimaste impresse nella mente sono state:
"(...) Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti..."
Subito dopo, è stato letto un passo dall' "Elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam. Vorrei riportarlo tutto, perché lo ritengo molto profondo:
"Quale preghiera, vorrei sapere, recitano i soldati durante le messe? Il "Pater noster"? Faccia di bronzo! Osi chiamarlo "padre", tu che vuoi tagliare la gola al tuo fratello? "Sia santificato il tuo nome". Che cosa c’è che disonori il nome di Dio più che queste vostre risse? "Venga il tuo Regno". Preghi così tu, che con tanto sangue hai edificato la tua tirannide? "Sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra". Lui vuole la pace e tu prepari la guerra? "Dacci il nostro pane quotidiano". Chiedi al Padre comune il pane quotidiano tu, che incendi le messi del fratello e preferisci morire di fame tu stesso, piuttosto che egli se ne giovi? Con che fronte pronunci queste parole: "E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori", tu, che ti appresti alla strage fraterna? "E non ci indurre in tentazione". Scongiuri il pericolo della tentazione tu, che con tuo rischio provochi il rischio del tuo fratello? "Ma liberaci dal male". Chiedi di essere liberato dal male tu, che dal male sei ispirato a ordire il male estremo del tuo fratello?"
Naturalmente è stato ricordato anche il centesimo anniversario dall'inizio della Prima Guerra Mondiale, drammatico evento e "inutile strage" (come diceva Benedetto XV).
Sentivo che mio cuore batteva più velocemente quando è stata letta anche la poesia "Veglia" di Ungaretti.
"Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita"
La seconda tappa si è svolta a Campo Marzo, parco che si trova nelle vicinanze della stazione ferroviaria. Per me e per la mia amica questa seconda fase della marcia è stata la più divertente, innanzitutto per il fatto che ci è stata consegnata una lunga fiaccola (con la sua fiamma accesa davanti ai nostri occhi abbiamo attraversato tutto il parco) e poi anche perché abbiamo pregato cantando:
"Quante volte i cannoni dovranno sparar e quando la pace verrà? Quanti bimbi innocenti dovranno morir e senza sapere perché? Quanto giovane sangue versato sarà finché un'alba nuova verrà? -Risposta non c'é, o forse chi lo sa, perduta nel vento sarà.-".
Sono le domande che negli ultimi tempi mi sto facendo anch'io: quanti bambini innocenti moriranno ingiustamente a causa dei bombardamenti provocati dall'odio e dalla violenza? Quanti giovani ragazzi dovranno perire a causa della cattiveria?
Naturalmente vi sarà facile intuire che ho ripensato alla Strage di Srebrenica del 1995. Io sono nata in uno degli anni più bui della Storia Europea. E non ne vado fiera. Nel luglio del 1995 mia mamma era al settimo mese di gravidanza e mio zio Vincenzo si era laureato in teologia. Nella nostra famiglia regnava la felicità... e dall'altra parte dell'Adriatico dominava l'orrore, dal momento che si stava attuando un gravissimo massacro, a causa del quale si erano spente molte giovani vite.
"Addio ragazzo!
Le tue braccia
non potranno
mai più
stringere
le persone che ami.
(...)
Addio ragazzo!
Del tuo limpido sorriso
non godrà più
la brillante luna
che risvegliava
i tuoi innocenti desideri."
Ho recitato mentalmente due delle strofe che compongono la mia poesia "Addio ragazzo!", premiata ad un concorso letterario e pubblicata su questo blog proprio l'11 luglio 2014. L'ho composta con le lacrime agli occhi. L'ho letta diverse volte, silenziosamente, con le lacrime agli occhi. Sono una poetessa dilettante che cerca di esprimere i suoi stati d'animo e i suoi sentimenti con i versi, non sono una critica letteraria e non pretendo di diventarlo; anche se credo che siano soprattutto gli avverbi "mai più" e la correlazione "non...più" a conferire drammaticità al mio componimento.
Poi, nella mia mente ho formulato una specie di equazione: odio=guerra=violenza=dolore. L'odio è la principale causa della guerra. La violenza è generata dalla guerra. In un certo senso, è figlia della guerra. E violenza significa dolore.
Di fronte al "Busto di Gandhi" di Campo Marzo abbiamo ascoltato il famosissimo brano della Genesi che narra l'omicidio di Abele.
A seguire: una sosta nel Tempio di San Lorenzo, un'altra presso il Seminario Diocesano e infine la messa in Cattedrale.
E' stato il miglior 31 dicembre che abbia mai trascorso! Anche se, ad essere sincera, non ho partecipato alla messa in Cattedrale (anche se mi sarebbe piaciuto moltissimo!!!) perché dovevamo prendere il treno prima di mezzanotte.
Ma l'anno prossimo, se il Presidente di "Pax Christi" deciderà di organizzare la 48° marcia per la pace al di fuori del Veneto, ci fermeremo in un albergo per una notte!
... Un buon 2015 a tutti i miei lettori!!
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