-Cronaca del mio giorno di laurea-
... finalmente ho un attimo di libertà per potervi raccontare in modo abbastanza sintetico il giorno della mia laurea!
Inizio dalla notte.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio devo aver fatto più di un sogno, dal momento che non riesco a legare in un'unica narrazione tutti gli episodi creati dalla mia diabolica mente la notte prima di questo grande evento.
Mi ricordo che andavo in Università su un calesse trainato da due cavalli e che per questo motivo arrivavo in aula in vergognoso ritardo.
E questa è soltanto la prima immagine che sto rievocando in modo nitido, a distanza di circa una settimana.
Ho inoltre anche una vaga idea della mia discussione in un altro piccolo sogno, che racchiude in particolar modo i particolari dei volti molto seri dei membri della commissione che, invece di ascoltarmi, borbottavano tra loro: "Che argomento strano! Ma la signorina non poteva svolgere una tesi d'altro genere, una tesi più normale, più consona al suo percorso di studi?"
(A Lettere, l'affascinante disciplina chiamata Storia della musica è molto poco scelta dai laureandi).
E infine, mi ricordo che rubavo i confetti a una che aveva preso 100/110.
Ma dai, poveraccia!!!
Perché avrei dovuto fare una cosa così crudele??
Prendere 100 in una laurea che riguarda discipline umanistiche significa concludere il ciclo degli esami con una media che sta circa un punto al di sotto della mia, quindi, significa essere degli studenti medio-alti.
Io ho terminato gli esami con 27, 54 (ora che è finito questo primo ciclo di studi universitari intensi, impegnativi ma gratificanti posso rivelarvi con precisione anche la mia media esatta).
Il martedì mattina è passato in un lampo: oltre a farmi sistemare i capelli sono stata dalla fiorista per ritirare la corona d'alloro e infine ho terminato di raggruppare i confetti per amici e parenti.
Stranamente, pur essendo tesa, avevo fame a pranzo.
Poi siamo partiti per giungere alla meta.
Sono entrata in aula alle 14.40 esatte. La mia discussione è durata ben 20 minuti.
Più che un'interrogazione mi è sembrata una specie di chiacchierata: sono riuscita a mostrarmi sicura di me stessa nell'esposizione degli argomenti della tesi.
Ho parlato a ruota libera, ho spiegato senza intoppi e con tutta sincerità il mio "metodo" di analisi delle fonti, ho lodato (e se lo meritava eccome!) il mio relatore per la sua premura e per il suo zelo nelle correzioni, ho illustrato in modo chiarissimo le differenze tra un madrigale e l'altro...
Persino il controrelatore ha rilevato "una capacità critica notevole e una maturità molto profonda nei collegamenti."
Dio mio, conviene proprio credere in ciò che si studia!!!
Come è terminata la mia discussione??!!
Il professor Chiecchi, docente con il quale ho affrontato il primo esame di letteratura italiana durante il primo anno di corso, visibilmente interessato alla figura di Sigismondo D'India, poeta-compositore protagonista della mia trattazione, ha iniziato ad avanzare delle supposizioni sul suo operato...
Alle 15 non vedevo già l'ora di andarmene in trattoria a festeggiare. I miei avevano gli occhi lucidi per l'orgoglio, mia cugina si è complimentata dicendomi: "Accidenti, Anna, li hai stesi con la tua proprietà di linguaggio!!"
Senza contare che pochi minuti dopo il mio relatore, il signor Vincenzo Borghetti, signore per età anagrafica e anche e soprattutto per indole, mentre io e i miei familiari ci trovavamo nel corridoio del piano terra dell'edificio, mi è venuto incontro con espressione decisamente simpatica: "Come sta? Si è rilassata ora che la discussione è finita? Lei non se ne andrà subito da qui, vero??! La aspettiamo alla proclamazione e, mi raccomando, lo festeggi questo risultato, lo festeggi!"
E anche il momento della proclamazione degli esiti finali è arrivato, circa un'ora dopo che io ero uscita dall'aula.
Ecco, strano a dirsi, ma ero più tesa al momento della proclamazione che non al momento della discussione!
Essendo abbastanza timida, per me non è stato proprio il massimo che oltre un centinaio di persone presenti in aula magna sapessero il mio risultato finale!
Quando sono stata invitata a salire sul palco per le strette di mano finali ai docenti, ero come in trance.
Credevo di sognare e invece no, invece no, mi stavo realmente laureando, per davvero alcuni membri di un eminente istituto dello stato italiano riconoscevano il mio elevato livello culturale.
Inoltre, per davvero ho terminato in tre anni e otto mesi un percorso decisamente tosto e "selettivo".
Raggiungono il traguardo della laurea in Lettere (classiche e moderne) meno studenti di quanti ne immaginiate.
E' vero, non ci sono formule fisiche o nozioni di anatomia, ma i "pacconi" di manuali da studiare per ogni singolo esame ci sono eccome! Bisogna impegnarsi e concentrarsi per arrivare al titolo di studio.
Non ho praticamente ascoltato la formula ufficiale di proclamazione. Per caso ho captato la parola "centocinque", ma per puro caso.
Ero come trasognata. Mi hanno dato il massimo dei punti che potevano dare ad una tesi triennale secondo il regolamento della mia facoltà.
Mentre scendevo dal palco dell'aula pensavo: "Cavolicchio, praticamente sono ad un passo dal massimo dei voti!"
Che poi, a mio avviso, essere ad un passo dal 110 non vuol dire esattamente aver preso 109.
Significa essere arrivati al termine del percorso con un voto molto alto che rappresenta piuttosto bene le capacità e le passioni di una ragazza che ha impiegato molte energie sui libri, per arricchirsi interiormente, oltre che per coronare il sogno di divenire insegnante.
La mia tensione sta leggermente scendendo soltanto ora, a pochi giorni dall'evento.
La cena al ristorante è andata benone, questo anche grazie a cugini e zii paterni che hanno avuto la brillante idea di sottopormi a un cruciverba divertente nella quale venivano riassunte le mie abitudini di vita, i miei interessi e le mie esperienze.
Ma sapete qual'è stato il complimento più bello che ho ricevuto?
Quello di mio zio Vincenzo, uno dei miei zii materni.
Eccovi le sue testuali parole: "Mi hai superato di due punti, io avevo preso 103. Con la tua brillante discussione mi hai fatto venire voglia di ritornare all'Università!"
Questa è stata la torta che ho scelto: era un cheesecake ai frutti di bosco molto fresco e squisito.
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Se qualcuno di voi mi chiedesse i passaggi e i procedimenti specifici che si devono affrontare per svolgere l'elaborato finale, saprei certamente rispondervi in modo chiaro, ampio e soddisfacente.
Questa "appendice" al post è stata pensata per lo più sia per tutti i futuri studenti universitari sia per chi programma di laurearsi nel 2019.
Gli step inseriti valgono per ogni tipo di facoltà.
PRIMO STEP:
Superare la maggior parte degli esami previsti dal percorso di studi.
Ogni triennale consta in 180 CFU (crediti formativi universitari). Io ho chiesto la tesi al mio docente di Storia della Musica subito dopo aver raggiunto i 150 CFU. Era la metà di ottobre, mi mancavano ancora 4 esami da dare per cui ero sicura di potercela fare entro luglio.
La facoltà di Lettere a Verona consente agli studenti triennali di scegliere il relatore e l'argomento della tesi già quando si sono raggiunti i 120 CFU.
Allora, è pur vero che 120 corrisponde ai 2/3 di 180, ma io ho ritenuto opportuno ritardare di un pochino la scelta per non trovarmi con l'acqua alla gola.
A febbraio 2017 avevo raggiunto i 120 CFU, ma ho preferito far passare tutta l'estate prima di dedicarmi seriamente alla fase di consultazione delle fonti.
Se avete conseguito 120 CFU significa che al completamento del vostro curriculum accademico mancano circa 6 o 7 esami... Non molti, è vero, ma non proprio pochissimi!!
Per cui, il mio personale e "affettuoso" consiglio sarebbe quello di conseguire tra i 140 e i 155 CFU prima di iniziare a dedicarsi seriamente all'elaborato finale di laurea.
SECONDO STEP - FASE DI CONSULTAZIONE:
Noi universitari, pensate un po' che bello sfizio, ci scegliamo alcune discipline da inserire nel piano di studi, scegliamo quando dare gli esami e infine, scegliamo docente e disciplina della nostra tesi.
Una volta raggiunto un buon numero di crediti si deve dunque prenotare, tramite posta elettronica, un colloquio con un docente in modo tale da poter concordare l'argomento.
Se andate a colloquio con qualche idea meglio, il mio era molto disponibile ad accogliere idee e spunti.
Solitamente il docente offre anche delle precise indicazioni bibliografiche per la ricerca iniziale.
A questo punto, si inizia a cercare i titoli dei manuali e delle monografie suggerite dal docente su pagine online come Internet culturale.
Internet culturale è molto conveniente, sia perché indica la precisa collocazione geografica dei libri, sia perché dispone di cataloghi elettronici scientifici, linguistici, artistici, storici e letterari.
Un indice di bibliografia di musica profana pubblicata tra 1500 e 1700 che mi conveniva sfogliare si trova alla Biblioteca Comunale di Vicenza.
Grazie a questo indice, il cui principale autore è Emil Vogel, sono riuscita a farmi un'idea abbastanza precisa sulle opere musicate da Sigismondo D'India.
Per me sono stati indispensabili soprattutto Sigismondo D'India "drammaturgo" di Andrea Garavaglia, Il Seicento di Lorenzo Bianconi (opera di storia della musica del Seicento nella quale erano inserite alcune pagine su D'India) e Con che soavità: studies in Italian opera, song and dance 1580-1740 di Tim Carter, filologo musicale australiano.
Non stupitevi troppo nel caso in cui il professore inserisse tra i consigli bibliografici qualche titolo straniero, magari in lingua inglese. Succede. Perciò in questa sede è caldamente consigliato di mantenere i rapporti con una lingua straniera (attraverso film, letture e ascolti) dopo la maturità.
Altro avvertimento! Può succedere (ed è facile che accada durante la preparazione di una tesi!) anche che all'interno di un manuale non riusciate a trovare notizie inerenti all'argomento o importanti o comunque interessanti. Come nella mia consultazione del manuale della Balsano intitolato Tasso, la musica e i musicisti.
All'inizio volevo soprattutto concentrarmi sui madrigali di Tasso musicati da D'India ma poi, approfondendo le conoscenze, ho saputo evidenziare aspetti decisamente più originali di questo compositore... Più che i madrigali di Tasso egli preferiva mettere in musica brani di favole pastorali come l'Arcadia di Sannazaro e il Pastor Fido di Guarini.
Per cui, durante la fase di consultazione (che dev'essere svolta con grande attenzione!!) può accadere di dover decidere di modificare i contenuti dell'argomento.
E così, io sono passata da "I madrigali di Tasso musicati da Sigismondo D'India" a "La produzione musicale di Sigismondo D'India" per poi arrivare al titolo definitivo "Sigismondo D'India e i madrigali drammatici".
In ogni caso siete tenuti a inserire in bibliografia ogni fonte scritta, anche quelle che avete soltanto sfogliato.
Consiglio mio: iniziate a scrivere la tesi dalla bibliografia!
TERZO STEP- STRUTTURA CONTENUTISTICA:
Una volta consultate e lette delle fonti serie e attendibili si deve progettare un piano di lavoro.
Ecco, l'indice per me è la seconda pagina che si deve scrivere!
In questa fase è importante chiedersi: che cosa posso mettere in evidenza dell'autore? (sempre se fate una tesi musicale o letteraria) Quali sono gli elementi più originali con i quali egli ha arricchito la storia della cultura occidentale?
Ovviamente, in questa fase bisogna pensare a quanti capitoli suddividere la trattazione, ai titoli da attribuire ai capitoli, ai paragrafi per ogni capitolo e ai contenuti da inserire in ogni paragrafo.
Naturalmente la vostra struttura di lavoro deve essere controllata e approvata dal docente-relatore.
Questa è stata la mia:
QUARTO STEP- SCRITTURA:
Si scrive la tesi facendo molta attenzione alla forma grafica, dal momento che oltre ad un testo la tesi deve avere delle note a piè di pagina che indicano in modo chiaro e preciso titolo del libro, autore, luogo di edizione e casa editrice, anno di pubblicazione e numero esatto delle pagine a cui si fa riferimento.
Per interlinea, margini del testo, note a piè di pagina, numeri delle note a piè di pagina e caratteri fate riferimento alle indicazioni del docente o ad un eventuale regolamento di istituto.
La stesura della tesi è per lo più una rielaborazione delle teorie esposte dagli autori studiati.
Si scrive con parole proprie ciò che altri autori hanno affermato.
Ci sono, è vero, anche delle citazioni letterali, ma devono essere limitate. (non più del 10% del totale)
Eccovi due esempi:
In caso di citazioni letterali: Bianconi, Il Seicento, Torino, EDT 1991, cit., p.19
In caso di citazioni indirette, si deve sempre accompagnare le notizie bibliografiche sopra enunciate con espressioni come: "Si veda", "Vedi":
Si veda Garavaglia, Sigismondo D'India "drammaturgo", Torino, EDT 2005, cit. pp.11-13
Un buon relatore si interessa del lavoro del proprio laureando per cui i singoli capitoli andranno inviati per posta elettronica, in modo tale che li possa correggere per migliorare la qualità del lavoro.
QUINTO STEP-RILETTURA:
Dopo aver scritto il proprio elaborato, è necessario rileggerlo più di una volta per controllare errori, imperfezioni, violazioni involontarie di norme grafiche, numeri di pagine....
La tesi conclusa la si fa rilegare.
Questo è il momento in cui il laureando deve consegnare in segreteria: domanda ufficiale di laurea firmata e, successivamente, alcune copie della sua tesi.
SESTO STEP-DISCUSSIONE!!!
....e poi finalmente si è dottori "inghirlandati"...!!!
...Per informazioni sui contenuti specifici della mia tesi, al prossimo post!!
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