Il giudizio non è un argomento facile sul quale riflettere, me ne rendo conto, ma se stasera sono davanti allo schermo con il mal di testa e con i boccoli "sfatti" è perché ci tengo.
Forse non tratterò l'argomento in maniera totalmente esauriente, forse vi annoierò già con le etimologie, ma servirmi delle lingue e delle parole a volte è l'unico modo che ho di "chiarirmi" argomenti abbastanza complessi e delicati.
A) LE LINGUE CLASSICHE:
Devo ammettere che le lingue classiche mi hanno aiutata molto.
Per voi il "giudizio" ha soprattutto un'accezione negativa?
E' possibile vivere immuni e lontani dai giudizi della gente?
Quando penso al nostro verbo italiano "giudicare" mi vengono in mente alcune parole antiche, sia greche che latine.
Dico la verità ma, per via degli studi che ho fatto, ultimamente fatico a concepire greco e latino come due discipline a sé stanti, senza possibilità di collegamenti.
Il nostro "giudicare" deriva dal latino "iudico". Tuttavia, questo non è l'unico modo che la lingua latina ha di esprimere il concetto e l'azione del "giudicare". C'è anche il verbo deponente "reor".
Che differenza c'è tra i due?
"Iudico", che ha dato origine al termine italiano, nella maggior parte dei casi veniva utilizzato in riferimento alle sentenze dei magistrati, ed effettivamente sui dizionari compaiono espressioni fatte riconducibili alla sfera politico-giudiziaria, del tipo: "aliquem hostem iudicare"="giudicare qualcuno un nemico pubblico"/ "aliquem exulem iudicare"= "condannare qualcuno all'esilio"/ "alicui capitis pecuniae iudicare"= "richiedere un'ammenda al posto della pena di morte".
"Reor" è invece, nella sua precisa sfumatura di significato, molto simile a "existimo"(=ritenere), dal momento che ingloba i significati di giudicare, valutare, credere.
E in greco? In greco c'è κρίνω.
E' dal primo mese della prima liceo che ho una particolare simpatia per questo lemma, che racchiude diversi significati affascinanti oltre al "giudicare", ovvero: distinguere, scegliere, pensare. Da questo stesso verbo deriva l'aggettivo "κριτικός", cioè: "capace di discernere".
A questo punto mi è venuto naturale domandarmi: ma giudicare è sempre sentenziare oppure anche valutare per poi compiere delle scelte?
B) IL PREGIUDIZIO:
A questo punto ho pensato al pregiudizio. Chi di noi non ha mai avuto dei pregiudizi?
Il pregiudizio, lo dice la parola stessa, è "giudicare prima di conoscere".
E' parlare di qualcuno o di qualcosa senza conoscerlo a fondo.
In una società come la nostra, nella quale la superficialità regna sovrana, i pregiudizi sono all'ordine del giorno.
A volte, il pregiudizio si riesce a sconfiggere, nei casi in cui si facciano esperienze significative o si instaurino rapporti umani particolarmente profondi.
Ma diverse volte, rappresenta un vero e proprio ostacolo nemico del dialogo e persino del rispetto che si dovrebbe avere per gli altri.
Il pregiudizio può essere, realisticamente nella nostra vita quotidiana, una barriera, un muro che atrofizza il nostro cervello, la nostra abilità di pensiero critico e la nostra capacità di umanità e di accoglienza.
So che sto per affermare qualcosa di piuttosto banale e di risaputo, ma i pregiudizi sono molto frequenti tra i popoli del mondo che formulano giudizi basati su stereotipi largamente condivisi.
Già non è per nulla facile l'impatto dell'incontro tra italiani settentrionali e italiani meridionali! Lo dico anche pensando al mio vissuto, e vi cito ora un esempio tratto dalla mia vita.
Qualche tempo fa ho aderito a un campo di volontariato di "Libera". Ero a Campolongo Maggiore (provincia di Venezia, 10 km circa di distanza da Dolo). Per certi versi non è stata proprio un'esperienza "fantastica". Il responsabile del campo era un calabrese "trapiantato" in Veneto per motivi di lavoro. Non appena ha saputo da dove venivo, ha subito detto che i veronesi sono tutti dei razzisti, degli egoisti pieni di soldi e dei "chiusi" nei confronti della gente del Sud. Mi ha catalogata come quella che "era lì soltanto per poi potersi vantare con gli amici di aver fatto un'esperienza con Libera subito dopo il suo ritorno".
Al di là del fatto che mi ha ferita... è un pregiudizio senza senso e stupido, questo.
Intanto, dovrebbe venire per un po' a Verona città e in provincia per capire quante iniziative di solidarietà ci sono verso i poveri e verso gli stranieri, sia a livello laico che a livello religioso.
Le vanterie sono molto ma molto lontane dal mio modo di essere.
Noi come famiglia, staremo anche economicamente bene, ma mia mamma è decisamente una donna che, oltre ad avere cultura accademica, ha anche una cultura economica del buonsenso. Sapete che ho fatto un incidente in auto quest'inverno, una settimana prima dell'esame sulla "Gerusalemme Liberata"? A me non è successo nulla (e questa era la cosa più importante), ma sulla vernice color crema della panda c'è qualche graffio (devo dire, invisibile a molti) su una delle parti laterali. Abbiamo deciso di tenerci la macchina così com'è, perché dovevamo affrontare già diverse spese: le mie rate universitarie, le bollette, alcuni libri di testo, il frigorifero nuovo, il forno nuovo e i condizionatori nelle nostre camere per l'estate.
"Non ghemo mia i tacquini che i par fisarmoniche", è stato il nostro pensiero.
C) GIUDIZIO ED EQUILIBRIO:
Occhio però: per equilibrio non intendo "cancellare qualsiasi sentimento".
E non intendo nemmeno "l'essere impassibili di fronte alle vicende della vita".
Nella mia ottica, "equilibrio" significa "ascoltare attentamente gli altri per cercare di comprendere". Conoscere per formarsi certamente un'opinione, ma non per dare giudizi impietosi e lapidari (quelli lasciamoli agli adolescenti, che sono nel pieno della crescita).
E' chiaro che tutti noi ci facciamo delle opinioni, positive o negative, sulle persone che incontriamo nel nostro cammino.
Ma questo non è necessariamente sinonimo di "giudizio" o di "stereotipo".
Sarebbe l'ideale riuscire a capire bene "di che pasta sono fatti gli altri". Ma non in veste di giudici indelicati, quanto piuttosto in qualità di umili viandanti di passaggio.
La capacità di equilibrio è tener presente che tutti coloro che conosciamo hanno una storia, un vissuto alle loro spalle, fatto anche di momenti bui, in certi casi di veri e propri drammi.
La capacità di equilibrio comprende anche una specie di "empatia" che implica lo sforzo di immedesimarsi mentalmente nelle situazioni altrui: "Fossimo stati al loro posto, come avremmo reagito? Che cosa avremmo fatto?
D) GIUDIZIO E SCELTA:
Con la considerazione di quest'ultimo paragrafo chiudo il post.
Se, sia in greco che in latino, alcuni verbi portano i significati di giudicare nel senso di "pensare", "ritenere", è importante rilevare che le scelte che ognuno di noi compie nel corso della vita sono dettate da nostri pensieri, stati d'animo e inclinazioni.
Fare una scelta, proprio come ci rimanda il greco antico, significa sostanzialmente riflettere su se stessi, giudicare con un'analisi di coscienza le proprie risorse, valutare vantaggi e svantaggi che comportano determinate decisioni e poi decidere, imboccare una via, possibilmente, quella che porta al nostro bene e al bene di chi ci sta intorno.
Dunque, è bene giudicare nel senso di discernere, controproducente è invece costruire dei muri, che a poco a poco divengono invalicabili, con dei preconcetti che ci rendono ignoranti e forse anche abbastanza "impauriti" di fronte a ciò che è altro e diverso da noi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.