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7 settembre 2022

"Il Gattopardo", G. Tomasi di Lampedusa:

Il Gattopardo è un romanzo storico il cui tema principale è il declino dell'aristocrazia italiana.

Tomasi di Lampedusa suddivide quest'opera in otto parti: la prima inizia nel maggio 1860, l'ottava invece termina nella primavera del 1910, molti anni dopo la morte del protagonista.

Il personaggio più importante è il principe Fabrizio di Salina, colto, raffinato, amante dell'astronomia e della matematica, leggermente misantropo. Ha 45 anni e quattro figli: Paolo, Concetta, Caterina, Carolina. Per di più, sotto la sua protezione c'è il giovanissimo e ammirato nipote Tancredi, rimasto orfano dei genitori a 14 anni.

Ho suddiviso questa recensione in quattro paragrafi, in modo tale da potervi illustrare quelli che, a mio avviso, sono i principali temi del romanzo. E' naturale inoltre comunicare a voi lettori che, anche in questo caso (esattamente come ho fatto con La cripta dei cappuccini di Roth), ci saranno importanti collegamenti con le vicende storiche del periodo preso in considerazione dall'autore.

Anzi, forse è meglio che vi riferisca subito qualcosa di interessante che sono riuscita a scoprire attraverso alcune ricerche: in diverse pagine Fabrizio di Salina si lamenta a causa della calura che avvolge la Sicilia tra maggio e agosto 1860. 

Ma com'erano le estati del XIX° secolo?

Tre anni fa, quando ho dato l'esame di storia moderna, ho studiato anche che tra il 1303 e il 1850 il nostro pianeta era stato soggetto ad una piccola era glaciale: in Europa gli inverni erano molto rigidi e prevedevano, quotidianamente, temperature sotto zero anche in pianura e sulle coste, le primavere erano fredde (nel Settecento inoltrato in aprile il Tamigi era una pista di pattinaggio) e le estati fresche e piovose.

Poi, a partire dal 1850, a causa soprattutto dell'estensione dello sviluppo industriale in tutto l'Occidente, le temperature hanno iniziato a subire un rialzo.

Ho scoperto che l'estate 1860 è stata una stagione secca, con piogge rare, sia al Nord che al Sud Italia. Però certamente noi non considereremmo "caldissime" le temperature dell'epoca risorgimentale: il giorno più caldo del 1860 è stato il 3 luglio con i suoi 28°C.

Altra precisazione fondamentale: prima dell'Unità d'Italia il territorio siciliano faceva parte del Regno delle Due Sicilie.

In questa cartina vedete la disposizione degli stati della nostra penisola a seguito della restaurazione post-napoleonica:


A) SFARZO E IMMORALITA' DEGLI ARISTOCRATICI:

Parto da due citazioni.

Nell'affresco del soffitto si risvegliarono le divinità. Le schiere dei Tritoni e dei Driadi che dai monti e dai mari fra nuvole lampone e ciclamino si precipitavano verso un trasfigurata Conca d'oro per esaltare la gloria di casa Salina, apparvero subito colme di tanta esultanza da trascurare le più semplici regole prospettiche; e gli Dei maggiori, i Principi fra gli Dei, Giove folgorante, Marte accigliato, Venere languida, che avevano preceduto le turbe dei minori, sorreggevano di buon grado lo stemma azzurro col Gattopardo.

Ecco a voi invece una parte del momento dedicato alla cena:

Ricoperta da una rattoppata tovaglia finissima, essa (la tavola) splendeva sotto la luce di una potente "carsella" precariamente appesa sotto la "ninfa", sotto il lampadario di Murano. Dalle finestre entrava ancora luce ma le figure bianche sul fondo scuro delle sovrapporte, simulanti dei bassorilievi, si perdevano già nell'ombra. Massiccia l'argenteria e splendidi i bicchieri recanti sul medaglione liscio fra i bugnati di Boemia le cifre F. D. (Ferdinandus dedit) in ricordo di una munificenza regale (...)

Davanti al suo posto (al posto di Fabrizio), fiancheggiati da una colonna di piatti, si slargavano i fianchi argentei dell'enorme zuppiera col coperchio sormontato dal Gattopardo danzante.

Dopo il pasto Fabrizio si reca in uno dei quartieri popolari abbastanza degradati di Palermo per un'avventura sessuale con Mariannina... molto coerente con l'atto del recitare il Rosario ogni giorno! 

Ed è triste che quest'uomo sappia di sbagliare, eppure, persevera in questo errore:

"Sono un peccatore, lo so, doppiamente peccatore, dinanzi alla legge divina e dinanzi all'affetto umano di Stella. Non vi è dubbio e domani mi confesserò a Padre Pirrone."

(...)

"Stella! Si fa presto a dire! Il Signore sa se l'ho amata: ci siamo sposati a vent'anni. Ma lei adesso è troppo prepotente, troppo anziana anche. (...) Sono un uomo vigoroso e come faccio ad accontentarmi di una donna che a letto si fa il segno della croce prima di ogni abbraccio!" 

La principessa Stella è la moglie. Il guaio è che lei sa dei tradimenti di Fabrizio e incassa senza rimproveri, scenate, pianti o allontanamento.

"E' troppo anziana" (l'anzianità, nel XIX° secolo, iniziava poco dopo i 40). E adesso invece la terza età parte dai 65 anni, almeno, stando ai canoni dei biglietti per eventi culturali, opere teatrali, visite a musei, ai battisteri e alle cattedrali.

Per quel che ne so, diversi settantenni hanno una grande energia... E' la generazione di Mario Draghi (i Cinquestelle dovrebbero sotterrarsi dalla vergogna. Non dite che è "il partito che attrae i giovani", perché io nel febbraio 2018 avevo 22 anni ma non li ho votati. Non sono post-ideologici come dicono, sono a-culturali, come dimostra il fatto che abbiano esordito, nel 2013, con i "vaffa-day"). Mario Draghi è un signore in confronto a qualsiasi altro politico. Eticamente superiore a milioni di noi. Forse è sprecato per il ruolo di Presidente del Consiglio. Meglio che nei prossimi anni punti a diventare Presidente della Commissione Europea.

Il giorno del settantacinquesimo compleanno del banchiere attento e sensibile alle lettere dei ragazzini del mio paese, io e il mio ragazzo abbiamo percorso un sentiero di campagna costeggiato dall'Adige. Da sprovveduta indossavo i sandali! Poco dopo l'una abbiamo pranzato abbastanza modestamente in un ristorante di cucina giapponese poco distante da casa mia. Quello è stato il nostro 3 settembre.

Comunque, a me piace scambiare dialoghi con le persone nate tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50: spesso si tratta di ex giovani che venivano da ambienti di povertà, che hanno sudato sette camicie pur di conquistarsi una laurea o un diploma di scuola superiore. I nati nel secondo dopoguerra sono i nonni dei miei alunni che incontravo ai cancelli delle scuole in cui sono stata lo scorso anno, ma sono anche utenti e volontari al mio Emporio della solidarietà: ci sono ritornata all'inizio dell'estate da quando, per l'appunto, una referente che si sta avvicinando a quell'età ha più voce in capitolo rispetto agli anni scorsi per quel che riguarda turni di servizio e coordinamento, ripone rispetto e fiducia in me ed è contentissima che io sia ritornata a farmi coinvolgere da questa meravigliosa forma di servizio sociale. 

Tornando a Fabrizio di Salina: ma sono soltanto la giovinezza e la bellezza esteriore che garantiscono l'amore? In parecchi casi, anche ora nel nostro tempo, sembra essere così.

Eppure ci sono due brani biblici che mettono il focus sulla fedeltà. Uno viene dall'A.T., l'altro dal N.T. e io li adoro:

Cantico dei Cantici:

Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.

San Paolo Apostolo ai Corinzi:

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. (...) La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

Ma, per quel che concerne il principe di Salina, siamo in questo caso distanti dalla CARITA'. Eppure, è la virtù teologale più importante, come ho appreso dal percorso Dialoghi di vita a inizio 2022. Nella parola carità si riassume il comandamento di Gesù: ama il prossimo tuo come te stesso e ama Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Più o meno anche il senso del Vangelo di domenica 4 era questo. La carità (χάρις) è la grazia, in greco antico.

 B) I TEMPI CHE STANNO CAMBIANDO:

E' sempre il maggio 1860. Fabrizio di Salina apre il giornale e trova subito una notizia bomba: lo sbarco dei Mille in Sicilia! L'articolo che il Principe legge dice così:

"Un atto di pirateria flagrante veniva consumato l'11 maggio mercè lo sbarco di gente armata alla marina di Marsala. Posteriori rapporti hanno chiarito esser la banda disbarcata di circa ottocento, e comandata da Garibaldi. Appena quei filibustieri ebbero preso terra evitarono con ogni cura lo scontro delle truppe reali, dirigendosi per quanto ci viene riferito a Castelvetrano, minacciando i pacifici cittadini."

Naturalmente, il cognome "Garibaldi" inquieta molto Fabrizio di Salina.

E' l'11 maggio 1860 quando Giuseppe Garibaldi, con l'intento di liberare la Sicilia dai Borboni, sbarca a Marsala, ad ovest della Sicilia, con poco più di 1100 uomini. Perché proprio in una località così marginale? Perché il generale sapeva che Marsala non era protetta dai soldati nemici. Questa è stata una tappa cruciale per il nostro Risorgimento, avvenuta dopo due guerre di indipendenza che hanno avuto l'effetto di annettere Lombardia, Emilia e Toscana al Piemonte dei Savoia. Lo stato della chiesa era ancora protetto da Napoleone III°, re di Francia. 

"Via Napoleone III°" è una delle vie vicine al centro di Villafranca. Ci sono molte vie in questa cittadina che richiamano al Risorgimento, c'è anche "Via Marsala", la via parallela al mio liceo.

A Custoza (la Battaglia di Custoza è del luglio 1848), frazione di Sommacampagna, c'è un ristorante chiamato "il Tamburino sardo", per ricordare il giovane la cui identità è ancora ignota che, per portare un messaggio all'esercito piemontese, era stato ferito dagli Austriaci.

Nei luoghi in cui vivo quasi tutto evoca il Risorgimento. 

Questa è la cartina che illustra il percorso dei Mille:


C) IL TRIANGOLO AMOROSO:

Stra-odio i triangoli in amore perché sono fonti di amare e velenose illusioni. 

A parte che l'amore vero non è mai "triangolare" ma totalizzante e inclusivo come un cerchio. 

Nella prima metà di questo libro c'è un triangolo fra Tancredi, sua cugina Concetta e Angelica, figlia del sindaco di Donnafugata, Calogero Sedara, borghese arricchito che Fabrizio di Salina disprezza profondamente tra sé: lo critica con il pensiero, ma in realtà è molto civile e sussiegoso con Calogero. 

In parole povere: Concetta stravede per Tancredi ma quest'ultimo non la ricambia, dal momento che è attratto ed anche amato da Angelica. 

Calogero, nel contratto matrimoniale, dà alla figlia tutto ciò che possiede. Ecco a voi alcune parti del dialogo tra il principe e il sindaco. Anzi, qui c'è soprattutto la parte in cui Don Fabrizio dà il suo consenso alle nozze:

"Don Calogero" diceva il Principe "l'amore di questi due giovani è la base di tutto, l'unico fondamento sul quale può sorgere la loro felicità futura. Ma noi, uomini anziani, siamo costretti ad occuparci di altre cose. E' inutile dirvi quanto sia illustre la famiglia Falconeri: venuta in Sicilia con Carlo d'Angiò, essa ha trovato modo di continuare a fiorire sotto gli Aragonesi, gli Spagnoli, i re Borboni." 

"Sono sicuro che vostra figlia con la sua rara bellezza ornerà ancor di più il vecchio tronco dei Falconeri, e con le sue virtù saprà emulare quella delle sante Principesse, l'ultima delle quali, mia sorella buon'anima, certo benedirà dal cielo gli sposi".

D) L'ANNESSIONE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE AL REGNO D'ITALIA:

A Donnafugata tutti i cittadini (borghesi e persino gli aristocratici, rassegnati, come Don Fabrizio, di fronte al grande cambiamento politico) votano "sì" per l'annessione della Sicilia al Piemonte.

Don Fabrizio consegnò il proprio "sì" nelle patriottiche mani del sindaco Sedara.

Poco dopo le votazioni giunge a palazzo il cavaliere Chevalley di Monterzuolo per offrire a Fabrizio la carica di senatore del neonato Regno d'Italia. 

Ma egli rifiuta la proposta, indicando invece Don Calogero come possibile senatore. Dicevo prima che il principe di Salina nutre antipatia per Calogero, ma, al contempo, ne riconosce il pragmatismo.

C'è questo spezzone del film di Visconti, fedelissimo a ciò che scrive Tomasi di Lampedusa, che mi risparmia di scrivere gran parte di una lunga citazione che avrei dovuto prendere dal libro. 


Fabrizio di Salina, in seguito a questo rifiuto da far parte del mondo politico di un tempo di transizione, conduce, fino alla morte, una vita appartata.

Vi riporto poche frasi dal romanzo pronunciate dal protagonista:

In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di "fare". Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà, eterogenee (...), nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il "là". Noi siamo bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia.

Salina, con il suo lungo monologo, allude:

-Ad un atteggiamento di adattamento e non di accoglienza dell'innovazione da parte dei siciliani.

-Stavano veramente meglio i siciliani sotto i Borboni? Non credo. Se leggeste questo romanzo vi accorgereste del fatto che, anche prima dell'Unità d'Italia, sotto i Borboni le ingiustizie sociali erano molte e che le resistenze mafiose generavano già 160 anni fa un clima di intimidazione e di violenza disumana, brutale, orrida.

C'è un passaggio che qui cito e che mi ricorda un altro passo degli Annales di Ennio. Si tratta di una passeggiata che Fabrizio di Salina e Chevalley fanno:

"Questa, caro Chevalley, è la casa del barone Mùtolo; adesso è vuota e chiusa perché la famiglia vive a Girgenti da quando il figlio del barone, dieci anni fa, è stato sequestrato dai briganti. 

(...)

Il ragazzo è stato restituito a rate; pezzo per pezzo. Prima è arrivato l'indice della mano destra. Dopo una settimana il piede sinistro ed infine in un bel paniere, sotto uno strato di fichi (si era in Agosto) la testa: aveva gli occhi sbarrati e del sangue rappreso all'angolo delle labbra."

E la reazione di Chevalley è la seguente:

"Che polizia inetta avevano questi Borboni. Fra poco quando verranno qui  i nostri carabinieri, tutto questo cesserà"

Ora eccovi il passo tratto dagli Annales:

Oscitat in campis caput a cervice revolsum

semianimesque micant oculi lucemque requirunt.

La testa staccata dal collo giace con la bocca aperta in mezzo ai campi e gli occhi semivivi guizzano e cercano la luce.

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BREVI CONSIDERAZIONI FINALI SUI PERSONAGGI PIU' IMPORTANTI:

Al di là di riferimenti storici e di tematiche fondamentali: per nessuno dei personaggi ho provato una particolare simpatia. Nessuno di loro può essere considerato una figura decisamente positiva.

Tutti, a mio avviso, hanno i loro bei difetti, non soltanto Fabrizio di Salina che, al di là del suo sottile cinismo, in ogni caso, è il più lucido nell'accorgersi sia dei cambiamenti socio-politici che dell'inevitabile declino della sua classe sociale.

Stella, il figlio Paolo e le figlie Caterina e Carolina sono figure marginali, quindi risulta difficile tracciare un loro profilo psicologico.

Noi lettori del Gattopardo conosciamo Concetta soltanto per il suo esagerato sentimentalismo e la sua forte delusione d'amore, stato d'animo che è presente anche quando è sola e anziana (non si è mai sposata): essa recava nella propria oppressa vita attuale le cicatrici della propria delusione ormai quasi storica...

Quanto a Tancredi, sin da ragazzino si rivela esuberante, incurante delle regole e malizioso, amante della ricchezza materiale. Angelica è simile: a 18 anni è già un'opportunista di prim'ordine.  

Tancredi diventa, successivamente, senatore del Regno d'Italia. Tomasi di Lampedusa è molto fine nel delineare quel che Tancredi e Angelica provano l'uno per l'altra, dal momento che dice: sono innamorati, ma non amano.

Ritengo questa una considerazione significativa: sono attratti l'uno dall'altra per l'aspetto fisico e, non dimentichiamolo, per le loro reciproche posizioni economico-sociali: Angelica vede in Tancredi una concreta possibilità di inserirsi nel mondo nobile della Sicilia e quindi di ottenere un titolo nobiliare, a Tancredi invece interessano le ricchezze e i possedimenti della famiglia Sedara.


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