Un gioiello, situato in provincia di Ferrara tra Codigoro e Comacchio, che fa parte del nostro patrimonio artistico medievale e che vale la pena visitare e ammirare. Ci sono stata all'inizio del mese scorso.
1) STORIA DELL' ABBAZIA:
Nel VI° secolo d.C è sorto un insediamento benedettino su quella che era l'Insula Pomposia, un'isola boscosa circondata da due rami del fiume Po e protetta dal mare.
La chiesa è stata edificata con materiale architettonico proveniente da Ravenna a partire dal 751. Tuttavia, in questa fase storica, questo edificio religioso era solo in parte coincidente con l'attuale.
Dopo il Mille la chiesa, riconosciuta abbazia imperiale non soggetta all'autorità ecclesiastica, è diventata centro monastico destinato ad una vita di preghiera e lavoro, la cui fortuna è dipesa anche dalla figura dell'abate San Guido.
San Guido è stato, per i suoi confratelli monaci, un modello di riferimento dal punto di vista morale e della fede.Divenuto abate di Pomposa nel 1008, applicava e faceva applicare le regole benedettine con molta severità ed era dotato di molto carisma anche presso i nobili e altre autorità religiose importanti. Un esempio di ciò è indubbiamente l'episodio che riguarda l'allora arcivescovo di Ravenna Eriberto che aveva deciso di attaccare, con le sue schiere armate, l'abbazia di Pomposa al fine di impadronirsi dei suoi beni: al suo arrivo Guido, con un comportamento diplomatico, era riuscito a convincerlo a recarsi in chiesa per pregare e, durante la preghiera, l'arcivescovo si era pentito di quel che voleva fare ed era così diventato un sostenitore della comunità monastica di Pomposa.
Durante l'XI° secolo la chiesa è stata allungata con la costruzione di due campate (spazi compresi fra due strutture di sostegno) e con l'aggiunta del nartece che precede l'ingresso principale.
Il monastero pomposiano ha accolto illustri personaggi del tempo, tra i quali è da ricordare Guido d'Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note. Fra il 1040 e il 1042 vi è dimorato anche Pier Damiani al fine di istruire i monaci. Pier Damiani tra l'altro condivideva con l'abate Guido un'idea politico-religiosa che esigeva sia un rinnovamento morale sia un cambiamento istituzionale della Chiesa in modo tale da poterla liberare dalla corruzione.
Nel 1152 le acque del Po, dopo aver rotto gli argini a Ficarolo, hanno sconvolto l'assetto idrogeologico di tutta l'area del delta e questo ha dunque comportato il saldamento dell'isola alla terraferma e lo spostamento del ramo principale del fiume verso nord.
Questi mutamenti delle condizioni geografiche hanno avuto, tra le conseguenze, la decimazione dei monaci, soggetti alla malaria e ad altri virus che circolavano causa l'impaludamento del territorio.
Nel 1553 Pomposa dipendeva dal convento di San Benedetto di Ferrara, luogo in cui tra l'altro erano stati trasportati i libri della biblioteca e gli arredi sacri. Papa Innocenzo X° ha poi ordinato la soppressione del monastero nel 1663.
Nell'epoca napoleonica l'abbazia è stata messa in vendita attraverso le aste pubbliche quindi Alessandro Guiccioli, nobile ravennate, si è aggiudicato la chiesa e i terreni circostanti.
Poco dopo il risorgimento, le bonifiche alle paludi di Pomposa hanno migliorato le condizioni ambientali della zona e, verso la fine del XIX° secolo, gli storici e i cultori dell'arte medievale hanno iniziato a manifestare interesse per la chiesa e i suoi affreschi.
2) FACCIATA DELLA CHIESA:
La chiesa presenta una facciata a capanna con due finestre che danno luce alla navata centrale. L'ingresso è preceduto da un nartece rettangolare a tre archi, riccamente decorato con fregi in cotto e sculture di ambito bizantino con soggetti animali.
3) IL CAMPANILE:
Il campanile, alto 48 metri, è stato eretto nel 1063 dall’architetto Deusdedit. E’ diviso in nove moduli, ciascuno dei quali, dal basso verso l'alto, presenta finestre sempre più larghe e numerose che conferiscono all’edificio una particolare leggerezza e uno slancio verso l’alto sottolineato dall’alta copertura a cuspide.
4) INTERNO DELLA CHIESA:
E' costituito da tre navate e un abside, poligonale all'esterno e semicircolare all'interno. Il soffitto è a capriate lignee.
Nell'abside c'è un ciclo di dipinti murali ad affresco, realizzati nella prima metà del XIV° secolo da Vitale da Bologna, che rappresentano:
•nel catino absidale, Gesù Cristo Redentore tra angeli e santi. Il Redentore tiene un libro con la mano sinistra dove c'è scritto: pacem meam do vobis.
•sulle pareti, le Storie della vita di Sant'Eustachio. Questa è la scena del martirio del santo: lui e la famiglia sono stati arroventati dentro un bue di bronzo.
Lungo le pareti laterali della navata centrale corre una lunga decorazione ad affresco, eseguita tra il 1361 e il 1380 da Andrea de' Bruni, disposta su tre registri, dove sono raffigurati:
•nel registro superiore, Storie dell'Antico Testamento. In alto a sinistra, non distante dall'affresco del catino absidale, ci sono Adamo ed Eva e l'assassinio di Abele da parte di Caino.
•nel registro mediano, Storie del Nuovo Testamento. Come esempi vi riporto la Presentazione di Gesù al tempio di Simeone (a destra) e l'Ultima Cena (a sinistra).
•nel registro inferiore, tra le arcate sorrette dalle colonne, ci sono gli Episodi dell'Apocalisse. Come esempio vi ho riportato la raffigurazione delle dodici tribù d'Israele.
La parete della controfacciata è invece decorata dal Giudizio Universale (1361-1380), affresco di Andrea de' Bruni.
Qui, attorno a un Cristo giudice seduto a braccia aperte, ci sono in alto le schiere degli angeli musicanti e in basso i dodici apostoli seduti in atteggiamento di preghiera.
6) PAVIMENTO DELLA CHIESA:
Il pavimento è ricoperto da mosaici di differenti epoche e stili. Vi si trovano parti decorate con elementi geometrici, altre con cerchi intersecati tra loro, altre ancora con elementi fitomorfi e figure di animali.
7) SANT'EUSTACHIO:
Sant'Eustachio è ignoto alle fonti antiche. Le uniche notizie sulla sua vita sono state desunte da leggende.
Vissuto durante il regno di Traiano, prima di convertirsi al Cristianesimo era pagano e perseguitava i primi cristiani. Si chiamava Placido.
Secondo la Legenda Aurea, un giorno Placido stava inseguendo un cervo mentre andava a caccia, quando questo si era fermato di fronte ad un burrone e si era rivolto a lui mostrando tra le corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva: "Placido, perché mi perseguiti?"
Placido, la moglie e i due figli si erano recati il giorno successivo dal vescovo, si erano convertiti e si erano fatti battezzare. Per questo Placido ha ricevuto il nome di Eustachio (dal greco Eustáchios, cioè, "che dà buone spighe").
Richiamato sotto le armi come generale dall'imperatore Traiano, aveva ripreso servizio e si era comportato con valore combattendo contro i Barbari.
Invitato a Roma per ricevere i debiti onori, si era scoperto che era cristiano e per questo motivo l'imperatore Adriano lo aveva fatto arrestare e condannare a morte insieme alla moglie e ai figli.
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COMACCHIO:
Questo paesino si trova a dieci minuti di auto dall'abbazia. E' un paese semplice, pieno di chiesette che risalgono per lo più all'età moderna, come il duomo e la Chiesa del Santo Rosario, che sono entrambe del XVII° secolo.
Tuttavia, Comacchio è suggestiva dal momento che, alcune vie del centro, attraversate dai canali del Delta del Po, possono ricordare Chioggia o Venezia: a mio avviso la via più bella è Via Edgardo Fogli:
Altre due strutture abbastanza interessanti sono la Loggia del grano, edificata nel periodo della legazione ferrarese del cardinale Giacomo Serra (1615-1623) per accogliere un granaio pubblico e offrire un luogo di incontro tra gli agricoltori della zona. La Loggia è stata edificata dall'architetto Giovan Battista Aleotti ed è costituita da colonne in pietra d'Istria:
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