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25 novembre 2022

"Nei cimiteri, fonti/dell'acqua e del verde" A. Zanzotto:

 A te, cara nonna.

Domani sarà il primo anniversario dalla tua scomparsa.

Questa è una poesia dello Zanzotto ventenne, inclusa nella raccolta che il poeta stesso, una volta giunto alla maturità, ha intitolato A che valse?


La poesia è ambientata in autunno, presumibilmente a settembre. 
Effettivamente l'autore parla, all'inizio della secondo strofa, di affannate vendemmie e di gelide stelle. 


Quest'ultimo sintagma sta ad indicare che a inizio autunno si avverte l'escursione termica tra giorni e notte, quindi le giornate sono ancora soleggiate e abbastanza calde, mentre invece le notti risultano molto fresche.

Tuttavia vorrei ritornare alla prima strofa.

I cimiteri sono fonti dell'acqua e del verde. 
Trovo questa espressione davvero molto suggestiva, dal momento che l'ho sempre interpretata così: il paese natale di Zanzotto, ovvero, Pieve di Soligo, riceve vita dalla comunione con i suoi morti. 
Qui i cimiteri non hanno una connotazione negativa ma  fanno parte della realtà, anzi, proprio da essi sgorga la vita e, dal legame costantemente rinnovato con i morti, scaturisce la serenità degli abitanti del paese.
Poi ci sono le erbe che si offrono in pascolo alla sera, la quale non manca di rinnovare la propria presenza: si tratta di un'analogia zoomorfa, probabilmente ispirata ad un'immagine presa da un componimento del poeta tedesco Holderlin, ammirato dallo Zanzotto studente. 
In una poesia della raccolta Menmosyne di Holderlin era scritto: e pascono/i greggi del cielo.
L'autunno è gravido di frutti (grave autunno) e i laghi riflettono il paesaggio autunnale, i colori dell'autunno.
Quanti e quali tipi di frutti vengono raccolti e mangiati nella stagione autunnale?


Ve li elenco, da buona ragazza di campagna:

-Settembre, prima metà: PERA, FICO, UVA, MIRTILLO E LAMPONE

-Settembre, seconda metà: UVA, MANDORLA, MELOGRANO, MIRTILLO E LAMPONE

-Ottobre, prima metà: NOCI, MANDORLE, MELE, LIMONI, LAMPONE E MIRTILLO

-Ottobre, seconda metà: KIWI, LIMONI, MELE E CACHI

-Novembre: CASTAGNE, LIMONI, MANDARINI E ARANCE

Non ha a che fare con la poesia ma, dato che ci sono, elenco anche gli alberi che fioriscono nei tre mesi primaverili, in ordine cronologico:

-Marzo: MIMOSA, MANDORLO, CAMELIA, MAGNOLIA

-Prima metà di aprile: MELO, PESCO, CILIEGIO, ALBICOCCO

-Seconda metà di aprile: TIGLIO, BIANCOSPINO

-Prima metà di maggio: SAMBUCO, GLICINE, CALLA E AZALEA.

-Metà maggio: SAMBUCO, ROSA, LAVANDA, ORTENSIE, PEONIE

-Fine maggio: ORTENSIE, VITI E ULIVI

La strofa successiva, come anticipavo prima, è costituita dalle caratterizzazioni tipiche dell'autunno: ci informa che è iniziata la caccia, praticata di solito dai benestanti (case gentili) e che la natura, rispetto alla stagione estiva, sta cambiando connotazione, già a partire dalle temperature che calano e dal sole meno forte.

Di rosse bacche si macchia il vento= Fruttano le bacche e il vento sembra trasportarne il colore rosso.


Nella terza strofa i colli e le valli paiono entità arcadiche, edeniche. Le selve dormono. Qui ci sono due immagini sovrapposte: i fanciulli che corrono e i boschi addormentati.

In un componimento anche Quasimodo scriveva Dormono selve/di verde serene/di vento. 
Zanzotto conosceva bene i componimenti di Salvatore Quasimodo? E' possibile, ad ogni modo, qui traspare un po' di animismo.

Nella quartina finale, il sangue scorre, come se fosse ravvivato dal contatto con la realtà evocata: la terra qui si offre come farmaco (cibo santo) ai dolori dell'io e dà ristoro.
Gli studiosi Maurizio Cucchi e Matteo Giancotti ipotizza, per quest'ultima strofa, un'analogia con l'eucaristia, che gli viene suggerito proprio dal verbo si offre.

Nelle strofe domina il tempo presente. Unica eccezione è il passato remoto al verso 11, perirono che sembra segnare l'istantaneità della morte che viene assorbita dalla natura.

Si insiste molto, in questa poesia, sui sintagmi formati da aggettivo-sostantivo: benigne erbe, antica sera, grave autunno, affannate vendemmie, gelide stelle, ignare selvaggine, rosse bacche, semplici colli.

Piuttosto evidenti sono i casi in cui compare la costruzione aggettivo-sostantivo-verbo: benigne erbe pascono, gelide stelle donano, ignare selvaggine perirono, semplici colli corsi.

L'andamento è prevalentemente paratattico: c'è una sola subordinata relativa ai versi 21-22: valli innocenti dove odora il sonno delle selve.

La poesia presenta una metrica irregolare, strofe di diversa lunghezza e versi sciolti (si va infatti dal trisillabo all'endecasillabo): le uniche due parole in rima sono giardini e confini.

Il ricercatore Dal Bianco giudica questa poesia come dotata di un ritmo lento che dipende in larga parte dalla paratassi. Sospetta inoltre che  questo quadro sintattico dipenda dalle influenze di Holderlin su Andrea Zanzotto.
Si calcola che questa poesia sia stata scritta nel 1940 e quindi, nel pieno del periodo di formazione universitaria del poeta e professore trevigiano, periodo nel quale indubbiamente era affascinato dalla letteratura tedesca del XIX° secolo.

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Ieri è uscito, sul principale giornale della mia provincia (L'Arena di Verona), un articolo sul libro Le avventure di una liceale invisibile

Mi è molto piaciuta la scelta della giornalista: mettere bene in risalto che in un periodo di vita complesso e difficile come l'adolescenza, l'immaginazione non serve a creare un mondo parallelo ma a rafforzare tenacia e motivazione sugli obiettivi da raggiungere.

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Inizia a partire dal 3 dicembre una rassegna di post, già appositamente programmati durante le ore libere di questo mese, i cui contenuti richiamano all'importanza del concetto di umanità
Li ho già programmati con le seguenti date e i seguenti argomenti:

1) 3 dicembre 2022= Film su Rosario Livatino: "Il giudice ragazzino". (Mettiamo noi stessi a servizio dell'umanità e a servizio del bene pubblico!)

2) 10 dicembre 2022= Paolo Rumiz, "Trans Europa Express" (parte prima)- con osservazioni e commenti anche di Matthias.

3) 16 dicembre 2022= Paolo Rumiz, "Trans Europa Express" (parte seconda)- con osservazioni e commenti anche di Matthias.

(Per entrambi: l'umanità è una coperta un po' vecchia e un po' scucita, resa comunque bella da toppe colorate. E le toppe siamo noi, con le nostre profonde diversità e con il nostro potenziale umano!)

4) 23 dicembre 2022= Film "Siccità" di Paolo Virzì.

(Per affrontare le attuali emergenze occorre un umanesimo serio, non l'individualismo!).




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