Lino, amico di famiglia e insegnante in pensione, ha finora pubblicato tre piccoli volumi che raccolgono tutti gli articoli scritti e pubblicati su Verona Fedele negli ultimi tre anni per due volte al mese.
Sto per recensire nove articoli tratti dal terzo volume di Ex Cathedra (anno 2022).
0- ALCUNE NOTIZIE BIOGRAFICHE DI LINO:
Da sempre cittadino di Pescantina, ha conseguito la maturità classica, ha frequentato la facoltà di Lettere a Padova dove si è laureato nel 1977 con una tesi in Letteratura Cristiana antica intitolata Povertà e ricchezza nel De Officiis di Sant'Ambrogio.
Nel maggio 1978 è iniziata la sua carriera di docente. Per otto anni è stato supplente alle scuole medie. Dopo aver superato il concorso e dopo aver insegnato per un anno in una scuola professionale si è stabilito per trent'anni all'ITC "Calabrese" di San Pietro in Cariano.
Dal 1994 collabora con alcune testate giornalistiche della provincia (L'Arena, Verona Fedele, Verona Sette, L'Altro Giornale).
Nel 2018, anno della pensione, è stato nominato Cavaliere della Repubblica dall'Onorevole Mattarella.
Tutti e tre gli Ex Cathedra contengono sia articoli autobiografici sia dei brevi resoconti su argomenti storici, letterari o della politica del passato.
Per ragioni di spazio e di chiarezza espositiva, in questo post riporterò alcune parti dei nove articoli che ho selezionato, accompagnate da alcune riflessioni personali e da qualche riferimento agli altri due Ex Cathedra.
1-PAOLINO:
Si chiamava Paolino e tra tutti i miei compagni di giochi era quello più riconoscibile. D'estate, con i pantaloncini corti le differenze erano evidenti: i suoi polpacci erano più rotondi dei nostri e anche il suo modo di camminare era diverso. A scatti, come in un corpo che segue degli impulsi elettrici.
(...) Non c'era ancora Telethon, la maratona televisiva lanciata nel 1965 da Jerry Lewis in America e poi là diffusasi nel mondo, che consentì una raccolta di fondi per la ricerca e permise alle famiglie di uscire allo scoperto, rivendicando il diritto alla salute e ad una vita dignitosa per i figli e le figlie. La prima di Telethon in Italia fu nel 1990, grazie a Susanna Agnelli. La ricerca progredì da allora e molti passi avanti hanno consentito un deciso allungamento e miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti colpiti da distrofia muscolare.
Tutto questo dopo che Paolino, ormai consumato dalla malattia, morisse senza aver vissuto. Senza che la sua giovinezza fosse piena, ricca di sogni, di progetti, di incontri come deve essere quella stagione irripetibile.
Questa conclusione dell'articolo mi riporta immediatamente al finale di A Silvia: all'apparir del vero tu misera cadesti. Teresa Fattorini da un lato, Paolino dall'altro. Due giovinezze stroncate da due malattie: nel primo caso la tubercolosi, nel secondo invece la distrofia muscolare.
Dopo aver letto integralmente l'articolo mi sono chiesta: dov'era la Chiesa? Quanto è stata vicina ai genitori di Paolino e a Paolino stesso? Tempo fa i sacerdoti erano più sensibili alle sofferenze di famiglie come questa?
Per caso ieri sera mi è capitato tra le mani il numero del dicembre 2022 di "Vita Pastorale". Ho letto con piacere due articoli piuttosto estesi che si riferivano alla Chiesa piemontese, in particolare, alla Chiesa della diocesi di Torino e di Cuneo, molto attente ai problemi sociali e al dialogo con poveri e giovani. Ma nel 95% dei casi povero e giovane sono sinonimi comunque.
Ho pensato all'episodio del cieco nato. I discepoli, altamente condizionati dalla mentalità giudicante e "fariseista" dell'epoca, chiedono al maestro: Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?
Tuttavia per Gesù non c'è consequenzialità fra malattia e peccato. C'è soltanto comprensione per il cieco nato.
2-DINO LIMONI:
Dino Limoni è stato il sindaco democristiano di Legnago dal 1951 al 1957, eletto poi deputato della Repubblica Italiana dal 1958 al 1963 e senatore fino al luglio 1976.
Attraverso le frasi che sto per riportare, è chiaro come l'attività politica di Limoni sia stata sempre finalizzata al perseguire il bene comune attraverso importantissime iniziative edilizie, culturali e attraverso la promozione della sanità e della scuola.
Figura di spicco della politica legnaghese, Limoni si era formato
studiando al ginnasio-liceo "Cotta" (...). Ottenuta la licenza liceale si iscrisse alla Facoltà di Lettere all'Università di Padova nel 1933/34 e si laureò nel 1937. Contemporaneamente iniziò a insegnare presso l'Istituto Magistrale canossiano fino al 1940 quando passò al Cotta, docente in ruolo di materie letterarie. Due passioni che lo accompagnarono per tutta la vita: la carriera politica e l'insegnamento. Eletto sindaco nel 1951 fu alle prese coi gravissimi problemi della ricostruzione di Legnago, pesantemente colpita dai bombardamenti durante la guerra, "una città distrutta, prostrata, ridotta ad un allucinante cumulo di insanguinate macerie", sono parole sue.
Tra le opere di ricostruzione Lino ricorda la restaurazione e l'inaugurazione del teatro Salieri.
Si impegnò sempre per dotare Legnago, in piena espansione, di strutture adeguate e l'inaugurazione del nuovo ospedale, nel 1969...
Sul piano nazionale Limoni si impegnò, con una costante presenza sul territorio, per la scuola, contro il divorzio e la pornografia.
3- I RECUPERANTI DELL'UMANITA':
I recuperanti erano soprattutto uomini e bambini che erano partiti per raggiungere le montagne con picconi e badili in modo tale da recuperare materiali che potevano essere rivenduti, fusi o riutilizzati (rottami, rame, ferro).
Questo articolo risale all'aprile 2022, quando, a guerra iniziata (non è solo un conflitto fra ucraini e russi ma è una guerra internazionale), Lino decide di riprendere in mano la trilogia dell'Altipiano di una autore da lui conosciuto e molto apprezzato: Mario Rigoni Stern.
Il terzo romanzo della trilogia si intitola Le stagioni di Giacomo. In quest'ultimo breve romanzo, che sposta il racconto fin verso gli anni della seconda guerra mondiale, Rigoni si ferma a constatare che l'economia dell'Altipiano fu pesantemente condizionata dalla guerra (la prima) con l'attività del recupero. (...) L'Italia aveva un gran bisogno di metalli per fabbricare armamenti. Quattro volte al giorno il trenino a cremagliera scendeva in pianura con tre vagoni scoperti carichi di rottami che nelle fonderie venivano rifusi per preparare altre armi, altre munizioni.
Qualche richiamo alla trilogia dell'Altipiano è presente anche in Ex Cathedra I, quando Lino rivela di aver avuto uno scambio epistolare con Rigoni Stern:
La lettura di Rigoni Stern mi proiettava direttamente dentro il suo mondo in un rapporto intimo con la natura e la sua essenza profonda. Gli scrissi che i suoi cieli erano quelli di Puskin, della letteratura russa, che il suo era uno sguardo casto, puro sul mondo degli uomini e sul creato, un modo reale di conoscenza dell'Altro.
Bellissimo, ad ogni modo, è il finale di questo articolo: ai reduci di guerra non rimane che recuperare le tracce del passato, brandelli di un'umanità da ricostruire.
Istintivamente questa frase conclusiva mi riporta alla lontana estate 2009 quando, dopo il disastroso terremoto in Abruzzo, i cantanti italiani si sono riuniti per comporre e cantare Domani, come segno di solidarietà verso gli abruzzesi colpiti. Anche in questo caso c'erano "brandelli di umanità da ricostruire".
Ma domani, domani, domani lo so. Lo so che si passa il confine. E di nuovo la vita, sembra fatta per te e comincia domani.
4-GIOVANI E DISAGIO:
Ecco l'esordio di questo articolo:
Non vogliono più vivere in una società fatta come questa: se si parte da qui, per quanto la cosa sia veramente ai limiti del possibile, si può cercare di capire perché dei ragazzi adolescenti, che vivono a Verona e in provincia, scelgano di auto-eliminarsi, come hanno raccontato le cronache recenti e dopo un intervento di un gruppo di docenti che hanno usato i social per attirare l'attenzione sul problema.
Un problema che è come un pugno nello stomaco e che, da educatore, per tanti anni tra i ragazzi, anch'io ho dovuto affrontare in qualche occasione.
Che genere di società è la nostra? Indubbiamente è frenetica, consumistica, globalizzata. E' sicuramente una società in cui di rado ci si rende conto del peso delle parole. E, tra i più giovani, è una società che genera diversi modi di reagire a un senso di forte insoddisfazione causata o dalla noia, o da un vuoto esistenziale oppure dall'ansia di vivere e di continuare a competere con gli altri: gli hikikomori, bardati tra le mura della cameretta tutto il giorno e 24/7, e, a mio avviso, i giovani e le giovani che accettando di arruolarsi volontari per combattere in Kurdistan per sposare la causa dei curdi contro l'ISIS.
5-BIBLIOTECA:
Questo articolo racconta come, nel maggio del '76, a Pescantina sia stata istituita la biblioteca comunale, con il sostegno sia dell'allora vicesindaco Angelo Marchiori sia di Lorenzo Calabrese, dapprima docente, poi assessore allo sport e alla pubblica istruzione e infine preside di una scuola media.
Lino ricorda con una sottile e intellettuale ironia il suo coinvolgimento in questo progetto:
Fu indetta una riunione, ci andai e, siccome tutti sapevano che ero iscritto a Lettere a Padova, mi ritrovai ad essere come il monello Franti della famosa pagina del libro "Cuore" di De Amicis... "Tutti si voltarono a guardar Franti. E quell'infame sorrise".
Bellissimo che un gruppo di persone di un paese abbia desiderio di realizzare un progetto di scambio culturale.
Un articolo che si sarebbe dovuto diffondere soprattutto tra i giovani in età universitaria o in fase di formazione accademica per ricordare loro che è fondamentale aderire ad occasioni di formazione umana, sociale e culturale.
6- NONNI A DISTANZA:
E qui Lino ci parla delle sue nipotine.
Quindi per forza non mi resta che spiegarvi la multiculturalità della sua famiglia cosmopolita. Lino è sposato con Maria Teresa, maestra di matematica alle scuole primarie ora anche lei in pensione.
Hanno avuto due figli: Laura vive in Francia con uno spagnolo, Guido invece vive a Los Angeles ed è sposato con Kelly, cittadina americana di origini sud-coreane. Guido e Kelly sono genitori di due bambine:
Sono due bambine che ci hanno riempito la vita. Le nostre nipotine americane. Vivono a Los Angeles, a quasi 10mila Km di distanza. (...) ci vediamo alle quattro del pomeriggio, online, quando si svegliano per andare all'asilo. Sono due bimbe molto vivaci, hanno la forza e l'intelligenza per intuire che dietro lo schermo del pc o dello smartphone ci sono due persone ormai anziane che darebbero non si sa cosa per poterle abbracciare. Nonni a distanza: ecco, questa è la nostra condizione attuale. Non diversa, a quello che sento in giro, da quella di molti altri nonni che hanno figli all'estero e devono fari i conti con aerei, fusi orari, stagioni e tempi diversi dai nostri. (...) Il mondo virtuale non riempie la necessità del contatto: sembriamo ombre che si cercano, ma non arrivano a stringersi e quando questo potrebbe accadere, l'abbraccio, come nei racconti di Omero e Virgilio, cade nel vuoto.
In Ex Cathedra II la questione degli abbracci in tempo di pandemia e nelle relazioni a distanza è piuttosto rilevante ma gli abbracci negli affetti familiari compaiono in un articolo dedicato ai principali eroi dell'epica classica. Riporto soltanto alcune frasi:
Nell'Odissea, nell'XI° libro, Ulisse, sceso nel regno dei morti incontra la madre Anticlea che, dopo aver bevuto il sangue, gli rivela la sorte di Itaca, di Penelope, Telemaco e del padre Laerte... "Tre volte mi protesi in avanti, ad abbracciarla, ma mi spingeva il cuore, tre volte mi sfuggì dalle mani, simile ad un'ombra o a un sogno.
(...) Nel regno dei morti l'abbraccio non riesce, non si concretizza, le braccia, deluse, ricadono.
7- I "PROMESSI SPOSI", GRANDE TEATRO DELLA VITA:
Lino introduce il tema dell'articolo dichiarando come l'eredità di questo egregio autore della nostra tradizione letteraria sia contestata anche da personaggi di rilievo nel panorama del dibattito culturale del nostro secolo. Riporta dunque l'intervento del filosofo Galimberti: "Siamo stati educati malissimo. Io sono del parere per esempio che bisogna far smettere di leggere ai ragazzi i Promessi Sposi. Perché, cosa succede? E' un romanzo bellissimo, scritto in maniera folgorante, una grande letteratura, ma non puoi dare ad un ragazzo, ad un ginnasiale, il messaggio che quello che conta lo fa la Provvidenza e tu non conti un tubo. Ma che discorsi sono questi? Tu conti nella misura in cui agisci nel mondo e nella storia!".
Come controbatte Lino? Ammette prima di tutto che l'opera di Manzoni è complessa anche se combina elementi narrativi scontati come il rapimento di una ragazza. Ma, è la complessità del contesto il dato che rende unica la tessitura dei "Promessi Sposi", a buona ragione indicato come il romanzo fondativo della nostra letteratura.
Non si tratta di un romanzo soltanto imperniato di moralismo cattolico.
Le azioni dei personaggi, per quanto semplici e individuali, sono connesse al contesto del loro ambiente e della loro realtà: nessuno agisce da solo, nemmeno Don Rodrigo, che morirà nella solitudine più cupa. La sua morte, nella complessità della peste e del mistero del male, è il suggello dei Promessi Sposi, la misura della tragicità della vita. Ne era ben consapevole il Manzoni che, dopo queste vicende, fa assumere alla storia un tono leggero, quasi da commedia, che riporta tutto a misura nel gran teatro della vita.
8- COMPAGNI DI SCUOLA:
In questo articolo si ripercorrono le esperienze di amicizia vissute nei vari cicli scolastici. D'altronde, che cos'è la vita se non un sentiero che incrocia altre strade?
Cominciamo dalla scuola materna, l'Asilo san Luigi, quello delle suore del Cottolengo, vista Adige (...) Col Fiamma e il Recia eravamo
inseparabili: mentre aspettavamo le nostre mamme alla fine dell'orario, le suore ci mandavano in soffitta a prendere la segatura per le pulizie dei pavimenti. Era un segno di stima che ci valorizzava fin da piccoli: cooperare al bene comune, anche con un secchiello di segature.
Certo, si comincia da piccole azioni quotidiane per interiorizzare il senso civico.
Nel corso del testo Lino ricorda anche alcune figure di insegnanti che sono state particolarmente significative.
Molto positiva la figura della professoressa Giovanna Andreoli: bravissima come poche, aristocratica nel tatto, finissima nel sentire: sapeva guardare oltre le nostre povere realtà.
Si tratta di una professoressa che scommette tecitamente sul futuro dei suoi allievi.
9-EUGENIO CORTI:
Fu uno scrittore di successo, ma, di fatto, ignorato dalla critica ufficiale.
In effetti è un autore sconosciuto: non compare nelle antologie scolastiche o universitarie e non ho mai trovato i suoi romanzi in libreria.
Due sono le opere principali di questo autore ignorato dalla critica letteraria: Gli ultimi soldati del re e Il cavallo rosso.
Ho un po' approfondito i contenuti di quest'ultimo romanzo ambientato in Brianza. I personaggi principali sono i membri della famiglia Riva, Gerardo è il pater familias di indole simile al padre dell'autore. Questo libro comprende un arco temporale che va dalla seconda guerra mondiale al 1974, quando è stata introdotta la legge sul divorzio.
Lino ha conosciuto Eugenio Corti nel giugno 1994. Gli ha chiesto quali erano le linee fondamentali della sua narrativa e così si è sentito rispondere: Tendo al bene. (...) Il mio lavoro si sostiene tra due colonne: una è l'aderenza assoluta alla verità, l'altra è la bellezza. Ogni pagina, se possibile, dev'esserne traboccante."
C'è un romanzo, uscito nel 2004, che presenta a mio avviso un connubio tra verità e bellezza. E' After Dark di Haruki Murakami. E' l'unico romanzo bello di Murakami, l'unico degno di attenzione.
In After Dark, romanzo ambientato di notte in una società ormai globalizzata e digitale, la verità può anche essere cruda, come dimostra l'episodio dell'aggressione ad una prostituta cinese oppure drammatica, fatta di alienazione, di dipendenza da internet, da drammi di vissuto personale con i quali alcuni personaggi convivono.
Però in After Dark c'è anche la bellezza, rappresentata soprattutto dal giovane Takahashi, la figura più intelligente e più matura del romanzo. E la bellezza, commovente, dell'abbraccio finale, all'alba del nuovo giorno, tra Mari ed Eri, due sorelle in competizione da anni.
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Il 2023 per me si è aperto con la precarietà lavorativa, l'incertezza sul futuro e uno stato d'animo di leggera frustrazione. Ho come la sensazione che questo sarà un anno comunque intenso e impegnativo, soprattutto a partire dalla seconda metà.
Fa bene, in un periodo un po' complicato e incerto, caratterizzato anche da ansia, leggere e rileggere gli articoli di Lino, un uomo che ha fatto strada, dotato di una grande ricchezza umana e di una cultura vastissima, che si è realizzato sia affettivamente sia nella sua professione, svolta sempre con impegno, zelo e passione, proprio come hanno sottolineato alcuni suoi alunni: Tu per noi come Virgilio per Dante.
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