B) KOBANE CALLING:
Prima di passarmelo Matthias mi ha fatto un breve riassunto dei contenuti e mi ha spiegato alcuni termini fondamentali per comprendere questa graphic novel pubblicata nel 2016.
Ecco a voi le due cartine della zona in cui questo fumetto è ambientato:
Il PKK, organizzazione para-militare, si è diffuso prevalentemente nell'Altopiano del Kurdistan e conduce una lotta armata in Turchia, per questo il governo turco ha inserito il PKK nelle liste delle organizzazioni di terrorismo internazionale.
Le YPJ (solo femminile) e le YPG sono le due unità di protezione del popolo curdo, diviso tra Siria, Turchia, Iraq e Iran.
Non appena il mio ragazzo mi ha fornito questi chiarimenti e mi ha messo nelle mani questo volume corposo ho letto con attenzione il prologo, utile ai lettori per indicare delle coordinate temporali:
Dal 2011, durante la guerra interna siriana, i curdi siriani hanno proclamato l'autonomia di una striscia di terra divisa in tre cantoni. Il Rojava, retto da un confederalismo democratico regolato da un contratto sociale basato sulla convivenza etnica e religiosa, la partecipazione, l'emancipazione femminile, la ridistribuzione delle ricchezze e l'ecologia.
Zerocalcare parte per Kobane con un gruppo di volontari per supportare, con la distribuzione di generi alimentari, la resistenza curda contro le forze dell'ISIS e creare un fumetto sulla loro situazione.
Durante questo viaggio forte è il coinvolgimento di Zero nelle relazioni con le persone che incontra. Nel fumetto queste storie sono raccontate in breve e colpisce la storia di Ezel, ragazza di 25 anni nata e cresciuta nel Kurdistan Turco. A 13 anni ha partecipato ad una manifestazione per i diritti del popolo curdo e per questo è stata arrestata ed è stata sei mesi in un carcere anti-terrorismo.
Kobane Calling termina con alcune sequenze che narrano la breve vita di Lorenzo Orsetti (raffigurato con il muso da orso), partigiano di Rifredi caduto nel 2019 durante l'offensiva per la liberazione di Baghouz dall'ISIS.
E' partito dall'Italia al Medio Oriente per contribuire per sconfiggere l'ISIS.
Lorenzo Orsetti non stava bene in Italia e ha deciso di combattere a fianco dei curdi sia per dare il suo contributo contro l'ISIS sia per cercare un motivo di riconoscimento e di gratificazione con questa scelta e questo cambio di ambiente, visto che in Italia non era contento. Lavorava, era cuoco, ma non si sentiva realizzato. Era schiacciato dalla monotonia del lavoro e della routine quotidiana.
Maria Edgarda Marcucci, che ha combattuto contro l'ISIS per sostenere la resistenza curda, era inserita nel YPG, unità di protezione per donne. Ha partecipato alla resistenza di Afrin.
Nel gennaio 2019, qualche mese dopo che era ritornata in Italia, il Tribunale di Torino l'ha sottoposta alla "sorveglianza speciale", una misura preventiva che prevede il ritiro del passaporto e della patente, il divieto di partecipare a manifestazioni politiche, di uscire di casa dopo le 21 e di frequentare locali pubblici dopo le 18.
In un'intervista del marzo 2022 su Breaking Italy Podcast con Alessandro Masala, che si fa chiamare Shy per il suo carattere timido e riservato, Eddi Marcucci chiarisce anche i motivi per cui ha deciso di recarsi nel nord della Siria: "Volevo dare una mano a qualcosa in cui credo profondamente: le idee democratiche e l'emancipazione femminile".
Alessandro si dimostra molto moderato ed equilibrato durante il dialogo, anche quando non condivide ciò che dice la Marcucci.
Eddi si definisce una donna di sinistra e femminista.
Tuttavia, si possono benissimo avere delle perplessità su alcune sue idee e alcuni suoi comportamenti: tanto per cominciare all'intervista su Breaking Italy di un anno fa non avrebbe dovuto partecipare visto che era ancora sottoposta a misure restrittive.
Eddi dice ad Alessandro che il capitalismo, al suo interno, è maschilista e patriarcale, ha contribuito a far crescere le disuguaglianze e ha incrementato la discriminazione nei confronti delle donne.
Oltre a ciò, a suo dire, sembra che tutti gli stati dell'Europa siano stati-nazione.
Quando Shy le chiede un'opinione sulle dinamiche del conflitto tra Ucraina e Russia, chiarendo che gli Stati non sono tutti uguali per governatori e forme di governo e che la Federazione Russa ha una mentalità diversa sia dall'Unione Europea sia dall'Ucraina, lei da una risposta sconcertante: "Il meno fascista di questi tre è comunque un fascista. Lo stato-nazione è stata un'idea umana messa in pratica anche con la violenza. E ora lo stato-nazione non è più attuale e non gode di buona salute. L'idea di Stato-nazione viene dall'Europa, di mentalità capitalista e quindi fascista. Il mondo è governato da una minoranza pericolosa e oppressiva."
Per me queste ultime parole nascono da un senso di forte rabbia che Eddi prova per le limitazioni che le sono state imposte.
D'altra parte Alessandro Masala ha condotto molto bene il dibattito con lei e sono d'accordo quando le dice che condivide i valori in cui crede anche Eddi (democrazia, emancipazione femminile, ambiente) ma non è d'accordo sui mezzi impiegati da Maria Edgarda per difendere questi valori: le armi.
Per me invece, e parlo da donna, il capitalismo ha contribuito a far emancipare la condizione femminile in Europa e a far prendere coscienza alle donne della loro rilevanza sociale. Gli anni Cinquanta sono caratterizzati dall'aumento dei beni di consumo e dalla crescita economica. Oltre all'aumento del livello di istruzione e alla diffusione orale della lingua italiana, che iniziava a convivere con i dialetti locali, pian piano, le madri non sono più state relegate al ruolo di mogli remissive e casalinghe sottomesse al marito-padrone e da lui dipendenti. Il capitalismo nel secolo scorso ha creato posti di lavoro. Ha incrementato certamente il consumismo, ha indubbiamente rafforzato il sistema della società di massa però non è stato soltanto negativo.
C) NO SLEEP TILL SHENGAL:
Si potrebbe tradurlo liberamente con "Insonnia fino a Shengal".
Mi è piaciuto anche di più di Kobane Calling: qui secondo me la narrazione è più ordinata e racconta meglio gli stati d'animo del suo autore.
Il fumetto è stato stampato e pubblicato nell'estate 2022.
Zero ha fatto visita alla camunità ezida (di religione pre-islamica) di Shengal, protetta dalle milizie curde e minacciata da tensioni internazionali.
Calcare parte e raggiunge una delegazione italiana. Vengono respinti più volte ai check point prima di raggiungere Shengal, a nord dell'Iraq.
A Shengal è stata organizzata dagli Ezidi un'enclave autonoma che si basa sui principi della rivoluzione curda: convivenza pacifica dei popoli, emancipazione femminile e istituzione di due figure per ogni carica civile.
Rilevante, in questo libro a fumetti, è l'evento del genocidio degli Ezidi da parte delle milizie dell'ISIS, avvenuto il 3 agosto 2014. Più o meno come a Srebrenica nel '95, anche qui 5000 uomini sono stati tutti fucilati mentre sono state rapite, violentate e vendute come schiave.
Il genocidio è narrato da Suham, giovane donna che ha un velo di oscurità negli occhi che non riesco ad inquadrare:
Tre figli ha perso, mamma mia... Come fa a stare in piedi e a raccontare ad un europeo sconosciuto tutto ciò che di più prezioso le hanno tolto queste tensioni etniche?
STORIA DELL'IRAQ:
A questo punto, per il gusto di approfondire, ho cercato la storia dell'Iraq e qui vi propongo un riassunto delle fasi principali.
Il territorio dell'odierno Iraq faceva parte dell'antica Mesopotamia e, tra il IV° millennio a.C. e il VI° secolo a.C., è stato sede di civiltà importanti: Sumeri, Accadi, Assiri e Babilonesi.
Tra il VI° e la prima metà del IV° secolo è stato dominato dall'Impero Persiano e successivamente conquistato da Alessandro Magno.
I Seleucidi hanno preso il potere a partire dal III° secolo a.C.
Successivamente sottomesso alla dinastia sasanide dei Persiani nel III° secolo d.C., è stato conquistato e islamizzato dagli Arabi nell'alto medioevo. Sotto la dominazione araba il territorio dell'Iraq ha attraversato un periodo di prosperità economica.
A metà del XIII° secolo l'invasione del Mongoli ha segnato la fine del dominio arabo, in decadenza già da tre secoli.
Dopo un periodo difficile e complesso contrassegnato da continue invasioni straniere, nel 1536 i Turchi di Solimano hanno integrato Baghdad e la regione circostante all'Impero Ottomano, caduto dopo la prima guerra mondiale.
Nel 1920 l'Iraq è stato posto sotto la dominazione della Gran Bretagna e, l'anno successivo, è divenuto una monarchia costituzionale il cui re era Faisal I. Nel frattempo però gli inglesi continuavano ad esercitare un solido controllo militare nella regione.
Dieci anni dopo, alla morte di Faisal, segue un periodo di instabilità politica nel quale crescono sentimenti di ostilità verso la Gran Bretagna e verso lo Stato d'Israele. Dalla fine degli anni Quaranta l'Iraq si avvicina agli Stati Uniti.
I decenni di instabilità politica terminano, nel 1958, con un colpo di stato da parte del generale Abdul Karim Kassem che ha istituito un regime repubblicano autoritario di ispirazione sovietica.
Saddam Hussein è subentrato al potere nel 1979. Il suo governo dittatoriale era fortemente repressivo contro gli oppositori politici e spietato con le minoranze curde. Saddam ha avviato, tra il 1980 e il 1988, una guerra contro l'Iran per fare dell'Iraq una potenza egemone nel golfo persico. Non contento, nel 1990 ha invaso il Kuwait, ma qui ha subito una pesante sconfitta dopo l'intervento militare degli Stati Uniti che guidavano una coalizione internazionale.
Saddam sosteneva il terrorismo islamico. Nel marzo 2003 è iniziata la seconda guerra del Golfo, guidata da Gran Bretagna e Stati Uniti, scottati dopo l'attentato terroristico alle torri gemelle dell'11 settembre 2001.