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30 marzo 2023

ZEROCALCARE- I LIBRI DI FUMETTI TRA UMORISMO E ATTUALITA'(I):

(LA SECONDA PARTE DEL POST ESCE DOMANI)

Matthias è un ammiratore di questo fumettista, il cui vero nome è Michele Rech. 

Per farmelo conoscere, nei mesi scorsi mi ha dato tre dei libri che più gli piacciono: La profezia dell'armadillo, Kobane Calling e No sleep till Shengal.

A) LA PROFEZIA DELL'ARMADILLO:

I contenuti di questa graphic novel, la prima di Zerocalcare, ve li racconto io.

Una notte Zerocalcare riceve la mail del padre di Camille, una compagna di scuola delle superiori: 

"Ti volevo informare che purtroppo lei non ce l'ha fatta. Se ne è andata per sempre."

Da qui, i flashbacks sull'amicizia tra Calcare e Camille si alternano agli episodi che ricalcano le abitudini di vita quotidiana del protagonista-narratore e i lavori che ha svolto prima di diventare un fumettista affermato: ha lavorato in un aeroporto e ha sperimentato il lavoro di grafico in uno studio di animazione a Formello.

Chi è l'armadillo?

Si tratta di un animale che fa da amico immaginario, emblema di paranoie, insicurezze, pensieri, previsioni e piccole autoanalisi. 

L'armadillo immaginario entra mentalmente in conflitto con la riservatezza di Zerocalcare e le sue reticenze nell'agire.

Si chiama profezia dell'armadillo qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. 

Ci sono alcune tavole di questo fumetto che mi sono piaciute molto.



Ogni hamburger contiene circa 2,5 kg di Co2. Il metano che viene emesso dagli allevamenti bovini per l'industria della carne è una delle maggiori cause del riscaldamento globale. Per questo evito ogni McDonald, industria simbolo dell'omologazione alimentare, o meglio, della colonizzazione alimentare degli Stati Uniti.

Ma anche il Mc è una conseguenza della globalizzazione. Mai come in un'epoca high-tech e globalizzata è importante l'informazione corretta e aderente alla verità. Mai come nel XXI° secolo è importante il pensiero critico.

Ho riso quando ho letto le tavole riferite all'episodio intitolato Formicopili: l'autore-narratore si rende conto, mentre cucina, che il pavimento è pieno di formiche. Per risolvere il problema rovescia un secchio pieno di insetticida sulle formiche... immaginate il buon profumino! 

Ad ogni modo si tratta di pagine tutt'altro che mediocri dal momento che ci sono due riferimenti culturali: il fantasma del re spartano Leonida compare in chiave ironica e si cita anche Bunuel con il suo film surrealista Un cane andaluso

A Zerocalcare piace lo spirito anti-borghese di Bunuel, o meglio, lo spirito anti-ipocrisia borghese. Poi il surrealismo è, sia in arte che in letteratura, l'esaltazione dell'inconscio. Pensate infatti che nella prima scena di Un cane andaluso c'è un occhio squarciato che vuole trasmettere due significati: "affronta quel che non vuoi vedere" e "sei più di quello che appari".

Poi sì, ci sono , in questo film surrealista, anche le formiche che escono da una mano umana.



Ad ogni modo, questo libro a fumetti racconta abbastanza bene la figura di Camille, ragazza fragile che non ma mai imparato ad instaurare un rapporto pacifico con se stessa. E' morta di anoressia. 

Al Calcare adolescente questa ragazza francese venuta da Tolosa sarebbe anche piaciuta ma non si è mai fatto avanti per indole molto introversa e un po' socio-patica. E lei aveva altre problematiche e, in ogni caso, considerava il nostro fumettista un semplice amico. 

Possibile che nessun adulto, in famiglia, potesse aiutarla o si fosse accorto del suo disagio?

C'è un disegno che colpisce particolarmente sia ma sia Matthias:


Uno è un mostro nero dai denti aguzzi ed è grande circa il quadruplo del simpatico armadillo. 
E' il mostro che fa sentire Camille inadeguata alla vita e quindi infelice e irrisolta. L'armadillo è invece la porta della coscienza, quella parte di cervello che in alcuni frangenti incita Calcare a rivelare sentimenti, a prendere iniziative oppure ad entrare in contatto con le sue paure e paranoie per prenderne coscienza. 

Questi ruoli dell'armadillo sono ben presenti anche nella serie Strappare lungo i bordi, molto significativa, a tratti divertente e ironica, a tratti triste e pesante.

Pare che quest'estate esca la seconda serie animata di Calcare. Si chiamerà Questo mondo non mi renderà cattivo.

Il mio ragazzo me l'ha fatta conoscere. L'abbiamo reperita su Netflix e vista qualche mese fa.

Vi riporto un breve spezzone tratto da questa serie:


In questo punto siamo a poco più di metà serie. Con altri due amici Zerocalcare sta andando a Biella a trovare i genitori di Alice, subito dopo la morte di quest'ultima.

Anche in questa serie ci sono le vicende di giovinezza di Michele Rech e, in particolare, spicca il personaggio di Alice, l'amica di animo generoso, sensibile, molto portata per gli studi, incappata in una vicenda di amore tossico (si tratta di esperienze che segnano) e poi morta suicida. 

L'ho avuta anch'io una breve relazione non sana subito dopo la discussione della tesi magistrale. Succede, anche quando si esce da un percorso di studi impegnativo. E nessuno, né all'interno dell'ambiente familiare né all'interno dell'ambiente parrocchia, ha capito che stavo per ficcarmi in un rapporto totalmente lontano da dialogo, rispetto e ascolto. Sentivo giudizi pesanti, prese in giro. Sono passati quasi due anni ma non dimentico e non voglio dimenticare del tutto. 

Per Zerocalcare, voce narrante in questa serie, Alice è un amore mancato, un'occasione perduta, un rimpianto. 

E' bellissimo il punto in cui si racconta che una volta, in piena notte, va a casa di Alice per darle conforto. 

L'importante non è che tu ci sia sempre ma che tu ci sia davvero gli dice la ragazza mentre si abbracciano.

Piuttosto rilevante è anche la figura di Sara. La frase di una Sara ragazzina che un mattino a scuola dice ad un Calcare troppo pensieroso: "Non porti il peso del mondo sulle spalle. Sei soltanto un filo d'erba in un prato" è occasione di riflessione nella scena finale della serie.

Cos'è la vita alla fine? Incassare fallimenti, delusioni e vedere le proprie aspettative infrante oppure lottare per qualcosa nonostante imprevisti e difficoltà?

Sia Strappare lungo i bordi sia La profezia dell'armadillo sono storie di persone sole e impotenti di fronte agli strappi della vita. 

Non sempre si riesce a strappare bene lungo i bordi di un foglio, a volte la vita va in direzioni diverse.

La figura di Alice, così come la sua tragica e definitiva scelta, ci sono rimaste molto impresse. 

Vi siete mai chiesti per quale motivo un giovane si toglie la vita?

Forse perché è convinto di essere un fallito, riesce a vedere soltanto ciò che non ha fatto o non è riuscito a fare e magari non riesce proprio a trovare una speranza per uscire dalla sua drammatica condizione di incomunicabilità con gli altri. 

A questo proposito vi riporto le parole del padre di Alice durante il funerale laico:

Alice era una ragazza molto sensibile che pativa per la sofferenza che aveva intorno e non voleva scavalcare gli altri, non voleva vivere sgomitando o camminare su chi le stava vicino. Forse per questo non era riuscita a trovare quel posto nel mondo che le era stato promesso, che almeno noi le avevamo promesso perché ci credevamo. Alice voleva lavorare, voleva rendersi utile e si è sentita sconfitta quando è dovuta andare via da Roma, perché non riusciva più a mantenersi ed è dovuta tornare qui a casa con noi. Alice soffriva di non essere indipendente. Ma Alice non era solo questo, non era solo una persona sofferente, Alice era anche un'entusiasta, continuava il volontariato con i bambini e negli ultimi anni qui aveva scoperto il pugilato... Lei mi diceva che nella vita i cazzotti si prendono e che voleva imparare a incassarli e a darli indietro. 

Alice era una combattente tenace, finché la vita le offriva qualche àncora di salvezza.

Ma è soltanto sgomitando e scavalcando gli altri con una tremenda faccia tosta che si ottiene il proprio posto nel mondo? Non voglio credere che sia così.

Per chi, come noi, ha visto tutti gli episodi della serie, riportiamo il dialogo tra Alice e uno dei bambini che lei seguiva durante le ore di volontariato. 

Alice ha appena letto la storia del principe degli sgambetti, il primo piccolo fumetto realizzato da Zerocalcare anni fa:

-"Alice, ma la cicatrice quando passa?"

-"La cicatrice non passa. E' come una medaglia che nessuno ti può portare via. Così quando Zeta è grand e il principe ormai non gli fa più paura si ricorda che ha vissuto, che ha fatto tante avventure, che è caduto e si è rialzato".

-"Ma perché non passa?"

-"Perché è una cicatrice. Se andava via con l'acqua era un trasferello. E' una cosa che fa paura ma è anche una cosa bella. E' la vita!".

... Peccato che lei si sia arresa di fronte al dolore al punto da uccidersi... 😢

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