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6 dicembre 2015

Il Carpe diem tra Ungaretti e Shankman:


AVVERTENZA NECESSARIA! Questo post è emotivamente potente e ... tosto. Non voglio spaventare nessuno, ma mi sembra giusto scriverlo qui sopra, dal momento che si parla del dolore, della morte, della precarietà dell'esistenza umana... però, nonostante tutto, queste riflessioni sono finalizzate anche a valorizzare l'importanza di: 
1) Vivere con intensità ogni giorno che la vita ci regala.
2) Amare coloro che ci stanno vicino, anche nei momenti più difficili.
3) Impegnarsi con tutte le proprie forze per costruire un mondo migliore.

Confronterò alcune liriche del poeta Ungaretti con alcuni spezzoni tratti dal film di Shankman "I passi dell'amore". Questa commovente opera cinematografica è diventata la mia filosofia di vita.  Ah, alcune poesie di Ungaretti le conoscete già molto bene anche per il fatto che le ho inserite in altri post, quindi magari sbufferete un po'... Però io non mi stanco mai di riflettere sui contenuti di un certo tipo di lirica, ovvero, di una poesia carica di dolore ma che inneggia comunque all'amore e alla speranza. Ungaretti è il mio poeta preferito e alcune sue poesie sono ritenute da molti tra le più suggestive della letteratura italiana.


 SONO UNA CREATURA:

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
Così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo


Il poeta si trova nei pressi di Gorizia, al Monte San Michele del Carso, teatro di sanguinose battaglie durante la Prima guerra Mondiale. Egli concentra tutta la sua efficace espressività sull'immagine di una pietra che, oltre ad essere fredda e dura è anche prosciugata e refrattaria.
Ungaretti si paragona ad una pietra prosciugata, aggettivo che probabilmente allude al radicamento dell'uomo nella contingenza della guerra, cui si oppone, in componimenti come "I Fiumi", l'immagine dell'acqua, la quale indica l'unione e l'armonia tra il singolo e i suoi simili, tra l'uomo e l'Universo e addirittura, oserei dire, tra l'uomo e la storia. 
Anche gli aggettivi "refrattaria" e "disanimata" sono piuttosto significativi... perché è come se l'autore si dichiarasse incapace di reazione di fronte alle atrocità della guerra e "disumanizzato" al punto tale che il suo pianto "non si vede".


L'enjambement che comprende i versi 7-8 "così totalmente/disanimata", evidenzia e ribadisce il confronto fra l'enorme dolore del poeta-soldato e la pietra fredda, senza anima.
L'ossimoro finale: "la morte/si sconta/ vivendo", è una sorta di aforisma che unisce due opposti: la morte e la vita. Questa frase si ritrova anche in una lettera di Ungaretti all’amico Giovanni Papini, datata 8 luglio 1916. Il poeta gli confida, con cupa ironia: "Pensavo: c’è qualcosa di gratuito al mondo, Papini, la vita; c’è una pena che si sconta, vivendo, la morte".

Mentre pochi giorni fa rileggevo questo componimento, mi tornavano alla mente le parole di "Only hope".
Spero che voi conosciate, almeno a grandi linee, la trama del film! Non aver mai visto un film del genere è assolutamente imperdonabile!!!
Altrimenti la trovate in un post datato 13 aprile 2013 intitolato: "Bianca come il latte, rossa come il sangue e I passi dell'amore: due meravigliosi capolavori a confronto".
Questa comuque è la scena in cui, durante la rappresentazione teatrale, Jamie, canta "You're my only hope", rivolta a Landon, che l'ascolta affascinato.
Voglio precisare che, in questo punto del film, né Landon né lo spettatore sanno che Jamie ha una forma incurabile di leucemia, ma comunque a mio avviso, nel testo della canzone, vi sono frasi e parole che potrebbero benissimo essere cantate da una persona che sta per lasciare il mondo terreno e che supplica l'amante in modo tale che quest'ultimo possa aiutarla a vivere il più serenamente possibile quel poco tempo rimasto: "Quando sembra che i miei sogni siano troppo lontani, cantami ripetutamente dei piani che hai fatto per me." "Ti darò il mio destino, ti darò tutto di me, voglio che la tua sinfonia canti tutto ciò che sono." "Non lasciare mai che la paura di soffrire ti impedisca di amare".
In questo senso, per Jamie Sullivan, "la morte si sconta vivendo". (Le canzoni e la trama di quella recita scolastica erano state create da lei, tra l'altro!)




SERENO:

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo

Mi riconosco
immagine
passeggera

Presa in un giro
immortale

Ungaretti contempla il cielo stellato: ai suoi occhi appaiono numerose stelle che gli si rivelano "a una / a una".
In questa poesia è palese la ricerca di armonia con la natura. Tuttavia, a questa aspirazione si contrappone la consapevolezza della finitezza della vita umana che è una "immagine / passeggera / Presa in un giro / immortale".
Vi sono nel componimento due distinti campi semantici: il primo è, costituito da vocaboli inerenti all’atmosfera: "nebbia", "fresco", "stelle",  mentre il secondo è riferito alla condizione umana dove "immagine passeggera" si contrappone a "giro immortale". L'esistenza umana viene definita come irrimediabilmente "passeggera" , fragile, mentre la Natura, anzi, l'Universo è "immortale".

Sentirsi parte dell'immenso nell'osservare il cielo notturno... ricordo l'episodio del film in cui Landon e Jamie escono a cena fuori per la prima volta: verso la fine della serata, la ragazza gli dice: "Come puoi vedere posti come questo, passare dei momenti come questi e non credere? E' come il vento, non lo vedo ma lo percepisco... Percepisco la meraviglia, la bellezza, la gioia, l'amore... è il centro dell'Universo!"
Solo se ci si immerge in un profondo contatto con il cosmo si provano sensazioni indescrivibili ma positive, che ci rendono consapevoli della nostra piccolezza e fragilità ma che comunque ci permettono di sentirci in sintonia con la Natura.




 VEGLIA:

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita



In questa poesia il protagonista è chiamato a confrontarsi in modo diretto con la morte di un commilitone. Nella prima parte del componimento compaiono soltanto dei participi passati molto efficaci, che rappresentano la situazione con crudezza e drammaticità: "buttato", "massacrato", "digrignata", "volta", "penetrata". I versi 8-11 contengono una metafora straziante, in cui la corporalità del compagno morto “penetra” nell’interiorità del poeta.  Il termine "congestione" 
 è riferito ovviamente al colore livido delle mani di un morto: il poeta avverte la freddezza della morte e questo gli provoca un sincero senso di angoscia, che sfocia però nella "stesura" di "lettere piene d'amore", ovvero, sfocia nel desiderio di vivere e di amare. Egli inoltre comprende che non deve vivere soltanto per se stesso ma anche per tutti i compagni che sono morti durante la guerra. Perché solo il dolore più estremo più suscitare un profondo attaccamento alla vita.

Anche Jamie era una ragazza piena di vita. In effetti, finché le forze glielo permettevano, oltre a studiare si metteva in gioco con mille altre attività: cantava nel coro parrocchiale, organizzava le recite scolastiche, studiava astronomia con il suo telescopio e tutti i sabati si preoccupava di dare ripetizioni gratuite ai bambini in difficoltà.

Questa è una scena che fa veramente piangere: nel dolore, fisico e anche psicologico, la ragazza riconosce che Landon è "il suo angelo, il suo miracolo", ovvero, l'unico ragazzo che sa veramente starle vicino, che non la abbandona nei travagli e nelle difficoltà e che stimola in lei un profondo attaccamento a quel poco di vita che le rimane. Jamie sa che le sue condizioni di salute sono assai gravi e precarie; tuttavia lei vive fino in fondo la sua esperienza sentimentale. Anche se, poverina, sta morendo!





Inserisco anche il momento del matrimonio: la ragazza ama talmente tanto la vita che accetta con entusiasmo la proposta di matrimonio di Landon.
"L'amore non è mai presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore (...)" Questi concetti si ritrovano anche in San Paolo, solo che qui sono un po' più semplificati dal punto di vista lessicale.






 ALLEGRIA DI NAUFRAGI:

E subito riprende
  il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare.


Anche qui, nell’esperienza della guerra e del dolore visto come un naufragio universale, si riafferma la forza della vita: l’uomo riprende il suo viaggio per una spinta istintiva che si sprigiona dal profondo, in un’esperienza estrema. La guerra stessa è simbolo di naufragio.
Un lupo di mare, ovvero, un marinaio di esperienza, dopo un naufragio avverte il forte impulso a vivere. E ciò equivale a dire che dopo ogni evento doloroso e difficile, l'uomo sente rinascere in sé la volontà di ricominciare, di ripartire; ovvero, avverte il desiderio di vivere, di amare, di sperare, di sognare.
"Superstite lupo di mare"= "esperto di vita".

... Non trovo le parole giuste per poter spiegare quello che è il finale del film, che non lascia assolutamente il lettore con l'amaro in bocca... Dovete vedere e basta per poter capire profondamente...
La malattia di Jamie ha fatto maturare Landon, che, nonostante sia addolorato per la perdita, trova dentro di sé la forza di continuare a vivere (si iscrive a Medicina).









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