Secondo test per studenti frequentanti del corso di Letterature comparate: fatto! (E ho sicuramente seminato qualche errore, come tutti... A pensarci bene non so nemmeno se ho voglia di vedere i risultati).
Oggi comunque per me è stata una giornata veramente stupenda, al di là della prova scritta.
E' stata la giornata delle vere relazioni, dei confronti, delle passeggiate sul lungadige, dei pranzi condivisi, dei dialoghi che rivelano parti belle e anche un po' delicate di sé...
Adesso sono a casa e mi diverto da sola con la stesura di questo post. E così sdrammatizzo, perché una settimana fa ho accidentalmente versato il caffé proprio sulle pagine di quaderno in cui avevo fatto degli schemi relativi al Nouveau Roman e... nel test so già di aver sbagliato più che altro quelle domande che riguardavano il Nouveau Roman.
Poi, siccome sono due notti che praticamente non dormo per vari motivi, mi ficco a letto.
*AVVERTENZA!= C'è dell'ironia provocatoria in alcuni punti di questo post. Per cui, se siete intelligenti, cioè in grado di capirla, andate avanti a leggere...
IL NOUVEAU ROMAN:
L'ho praticamente annunciato un istante fa: non dirò molto di serio a proposito del Nouveau Roman.
Soltanto, dirò in modo schematico, che:
-E' una "scuola" sorta a metà degli anni' 50, i cui esponenti principali erano Robbe-Grillet, scrittore, e Resnais, regista.
-E' una scuola trasversale, dal momento che non coinvolge soltanto l'ambito letterario ma anche il cinema.
-Il Nouveau Roman di Robbe-Grillet presta un'estrema attenzione ai dettagli quando descrive ambienti (soprattutto interni) e oggetti.
-L'oggetto, nel Nouveau Roman, è pura presenza. Conferire alle cose dei significati simbolici è una perdita di tempo.
-Comporta inoltre una ripetitività esasperante (continua ricorrenza degli stessi elementi).
-Eterno presente come tempo verbale in letteratura.
FILM L'ANNO SCORSO A MARIENBAD:
(titolo francese: L'annee derniere a Marienbad).
INIZIO:
E' un film del 1961, e già sul suo inizio c'è abbastanza materiale sul quale soffermarsi per "divertirsi".
La visione di questo film è stata la lezione da noi più sofferta.
Però, a partire da quella lezione e a partire da un senso di esasperazione che un po' tutti abbiamo provato e manifestato, abbiamo iniziato a parlarci, a confrontarci e a riscoprire i nostri diversi punti in comune.
Insomma, anche grazie al Nouveau Roman siamo diventati un gruppo unito!
Il film si apre con una melodia d'organo assordante e con una visuale che mette ben in evidenza la sfarzosità di un albergo per classi alte.
La voce narrante dice, già nei primi secondi: "In questo albergo immenso, lussuoso, barocco, lugubre, dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi, silenziosi, deserti, gelidamente decorati da intarsi in legno, stucchi, pannelli intagliati..." (e da qui le parole sfumano e si fa fatica a sentire il resto, perché la musica copre la voce).
E intanto la cinepresa scorre su soffitti maestosamente decorati.
Poi la voce narrante riemerge di nuovo: "In sale silenziose in cui i passi di colui che le attraversa, sono assorbiti da tappeti così pesanti, così spessi, che nessun rumore di passi arriva alle sue orecchie, come se persino le orecchie di chi cammina, ancora una volta, lungo questi corridoi, attraverso questi saloni, queste gallerie, in questo palazzo..."
E di nuovo la spettrale musica d'organo copre il timbro vocale. Ma non è abbastanza alta da non far capire allo spettatore che la voce narrante ripete, per la seconda volta, quello che ha detto all'inizio:
"In questo albergo immenso, lussuoso, barocco, lugubre, dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi..." (...)
Ma non in tutte le sue frasi risulta un discorso chiaro e perfettamente comprensibile, proprio a causa della musica d'organo che ogni tanto lo sovrasta.
Finché, per la terza volta, il narratore ricomincia: "In questo albergo immenso, lussuoso, barocco, lugubre, dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi..." .
Poi c'è di nuovo la musica d'organo e poi si ricomincia nuovamente con: "In questo albergo immenso, lussuoso, barocco, lugubre, dove corridoi senza fine succedono ad altri corridoi...".
1) Sapete, c'è un proverbio, tipico soprattutto delle zone delle campagne veronesi, che dice (= lo metto già tradotto in italiano): "Quando mi dicono qualcosa tre o quattro volte, state sicuri che la capisco subito!"
2) Dai, per favore, ripetilo una quinta, una sesta, una settima volta! Siamo tutti laureati in Lettere, nel nostro gruppo, siamo tutti interessati e motivati allo studio, abbiamo tutti passato il primo test del corso con valutazioni molto alte, fuori dalle aule discutiamo di letteratura e di cinema... Ti prego, ripetila ancora quella descrizione! Ripetila all'infinito e chissà, prima o poi, con le teste che abbiamo, finiremo per capirla.
3) La voce narrante che di tanto in tanto sfuma, soppiantata da quell'orribile musica d'organo. Questo è un indizio che ci fa comprendere quanto, per gli esponenti del Nouveau Roman, sia importante il ruolo del narratore, le sue sensazioni vissute nel profondo, i suoi sentimenti, i suoi pensieri particolarmente profondi, che inducono i fruitori di questo film ad interrogarsi su profonde questioni morali e filosofiche.
4) Dicevamo qualche ora fa a lezione, poco prima del test: il Nouveau Roman non comporta alcun impegno, né sociale, né civile né politico.
Infatti! E' questo il motivo principale per cui neorealisti ed esistenzialisti, che avevano molto a cuore concetti come "responsabilità", "pragmatismo" e "autodeterminazione", sarebbero stati i primi e convinti fans, i primi e convinti ammiratori di questo film!
5) Non vuoi impegnarti, non vuoi sostenere cause politiche, o alti ideali civili/morali. E' una tua scelta, etica oltre che culturale. Ma almeno sii un po' originale, cavolo!! Ad un certo punto la ripetitività dà fastidio anche ai bambini di 5 anni!
Sii un po' originale come il simpatico e ironico Palazzeschi, oppure sii dinamico come lo erano e lo sono tuttora i post-moderni!
Per dare fascino ad un'opera, letteraria o cinematografica, non occorre che la trama sia complessa, almeno secondo me. Una componente fondamentale la gioca sicuramente il modo in cui si sviluppa una trama semplice: attraverso l'ironia, attraverso le azioni dei personaggi, attraverso i sentimenti, attraverso descrizioni, con tanto di metafore e similitudini, di paesaggi... O anche attraverso dialoghi di contenuto (esperienze personali dei protagonisti).
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
CONTENUTO:
L'anno scorso a Marienbad è sicuramente una storia di persuasione: in questo hotel barocco, un uomo cerca di persuadere una donna ad abbandonare il marito per seguirlo, per riprendere la loro storia d'amore interrotta l'anno prima.
Né lui né lei hanno diritto a un nome, poveri loro! Sono delle presenze quasi evanescenti. Delle presenze senza storia, delle presenze senza personalità.
Nei dialoghi tra loro, molto costruttivi, l'uomo cerca di far ricordare alla bella e vuota signora la loro storia d'amore.
Le risposte più ricorrenti della signora sono: "non lo so." e "lasciatemi andare".
Eh, accidenti, con quale entusiasmo ricorda una bella e idilliaca storia d'amore!! ... La passione verso il vero amore non muore mai... Ci accompagna per tutta una vita!
Ad ogni modo, che cosa è vero e cosa non lo è? E' lui il bugiardo o lei che soffre di una forma di demenza? Quel passato c'è davvero stato o è frutto di un'immaginazione che vuole soltanto sedurre?
Non ci è dato saperlo. Sono tutte domande destinate a rimanere senza risposta. Come di fronte a dei casi polizieschi irrisolti insomma: il fruitore si pone una serie di domande relative a delle informazioni che non avrà mai e che mai potrà avere.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
LA STREPITOSA MIMICA FACCIALE DEI PERSONAGGI:
Bellissimi vero??
Meravigliosamente espressivi ed espressivamente meravigliosi!!!
Un po' lontanamente mi ricordavano le fisionomie della Sposa cadavere di Tim Burton- film cartone animato del 2006.
Sono figure umane "morte dentro".
LA GELOSIA, ROBBE GRILLET:
La gelosia è un romanzo di Robbe-Grillet pubblicato nel 1957.
E' un romanzo di 130 pagine che contiene estrema minuzia di dettagli che l'autore fornisce e che continua a moltiplicare. Descrive in modo talmente dettagliato i luoghi della casa di A., la donna che si incontra ogni giorno con l'amante Franck, che il lettore perde presto la visione d'insieme.
Le descrizioni sono molto meticolose, perché precisano anche la collocazione di ciascun mobile rispetto alla porta e alle gelosie (le persiane).
Non c'è l'ombra di un sentimento o di un pensiero logico nemmeno a pagarla a peso d'oro!
Come si fa a capire che il marito di A. è geloso? E' solamente uno di cui spesso non viene nemmeno indicata espressamente la presenza, è solamente uno che spia le mosse della moglie e del suo amante.
(Spii e ti accontenti di spiare... ma sei normale?? Io non credo proprio... Sei il marito: se la vedi troppo intima con un altro uomo urla, batti i pugni e i piedi, piangi magari anche, fai scenate... Questo è umano e legittimo!).
La vita di A. è la vita che ogni donna vorrebbe avere: ogni giorno, aperitivi, cene, pranzi e visite in città con l'amante Franck. Ma che bella vita! La vita di assoluto quietismo e di puro ozio piacevole che vorremmo tutti!
I capitoli del romanzo iniziano spesso con la proposizione: "Ora l'ombra della trave di sud-ovest". Cioè, si dà importanza ai punti esatti in cui l'ombra della trave di sud ovest si proietta, a seconda della posizione del sole e a seconda dei momenti della giornata.
Ma che interessante!
E' così che La gelosia è divenuta un best-seller: e in effetti, il professore è stato talmente gentile da fornirci delle fotocopie del romanzo, dal momento che è fuori commercio da un bel po' (addirittura da 30 anni mi pare di aver capito).
Nel mio Le avventure di una liceale invisibile dovevo fare anch'io così: dare poca rilevanza ai pensieri, agli stati d'animo, alle relazioni e ai ragionamenti della piccola Zoe per mettere in primo piano le ombre del tetto della scuola, oppure le ombre delle case delle vie, o meglio ancora, le ombre delle sedie e dei banchi scolastici!!!
Mi ricordo soltanto un'altra cosa, poi null'altro: l'immagine, che ricorre ad ogni capitolo, del millepiedi (nome scientifico: scutigera) schiacciata sul muro. E' Franck che la schiaccia, ogni volta.
Ma quanti millepiedi compaiono in quella casa? Che non sia il caso di fare una bella disinfestazione contro lombrichi, insetti, artropodi e animaletti di quel genere che un pochino inquietano tutte le donne (compresa A., che perlomeno, ne segnala sempre la presenza a Franck)?
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Io sono tremenda, cattiva, troppo sincera, troppo schietta. La mia schiettezza era odiata quando facevo servizio in parrocchia. Ho scoperto che, alla fine, non piaceva nemmeno al nostro curato.
Che sollievo avermi persa perché ero troppo lucida e troppo sincera, vero?!!
Una volta a lezione ho detto seriamente quello che pensavo del Nouveau Roman, cioè che non ci sono sentimenti, che non c'è azione e che la psicologia e l'interiorità sono nettamente rifiutate.
E' la verità, ma forse l'ho detta nel modo sbagliato davanti ad un docente, forse l'ho detta in modo troppo deciso e diretto.
E' un qualcosa che devo ancora imparare a regolare.
Spero di non averlo diciamo "ferito", ma non lo so, non penso: se spesso ci ha chiesto un parere personale su romanzi e fotocopie che ci assegnava... Anche questo è stato molto bello, perché ho sentito che ci dava fiducia, che voleva far lavorare le nostre capacità critiche e le nostre capacità di collegamento.