Prima di iniziare a recensire il film vorrei proporvi un indovinello letterario, le cui soluzioni si trovano alla fine del post. Funziona così: ora qui sotto io inserisco alcuni versi di alcune poesie, tutte appartenenti alla letteratura italiana dell'Otto-Novecento. Si tratta di poesie che la maggior parte di voi non conosce e che piuttosto spesso non vengono trattate nemmeno nei corsi della mia facoltà. Tra parentesi ho menzionato soltanto il cognome dell'autore del componimento. Dopo la lettura di quei pochi versi dovreste indovinare il tema o il messaggio principale, senza l'aiuto della tecnologia. Com'è che ho un'idea del genere?! Perché per la fine della prossima settimana prevedo di inserire un post di poesia italiana del secolo scorso e perché mi manca veramente tanto l'analisi tematica, specie, dopo mesi che sto lavorando su una tesi sperimentale di analisi sintattica, lessicale e retorica di tre romanzi della Ginzburg.
1) Non potevi dormire, non dormivi/Gridasti: soffoco.../ Nel viso tuo scomparso già nel teschio/ gli occhi, che erano ancora luminosi/ solo un attimo fa,/ gli occhi si dilatarono... si persero. (Ungaretti)
2) Ti vedo sorridere, mesta/ tra i tocchi di un'Avemaria/ sorride il tuo gracile viso/ né trova, il tuo dolce sorriso/ nessuno (Pascoli)
3)il lago un poco/ si ritira da noi, scopre una spiaggia/d'aride cose,/di remi infranti, di reti strappate. E il vento che illumina le vigne/già volge ai giorni fermi queste plaghe (Sereni)
4) Pietà della sera, ombre/ riaccese sopra l'erba così verde,/bellissime nel fuoco della luna!/ Memoria vi concede breve sonno;/ ora, destatevi. (Quasimodo)
5) (...) per terrazzi di sogni e soprassogni/non sempre soleggiati/ ma non sempre piovosi e sdrucciolevoli/e pur sempre di nevi consapevoli/ a te salgo talvolta/ a te che il minimo e birichino/ sonno concedi ai bambini incattiviti, ai neonati bisbetici (Zanzotto)
................................................................................................
GATTACA: TRAMA
Gattaca è un film del '97. La prima scena viene preceduta da due scritte: una citazione e una sorta di "previsione". Vorrei qui dare la precedenza alla "previsione" che dice: in un futuro non troppo lontano...
Preciso che si tratta di un film appartenente al genere distopico-fantascientifico. In questa società del futuro è possibile far nascere degli esseri umani con un corredo genetico ben preciso, selezionato dai genitori. Attraverso questo processo si possono scegliere e prevedere le future condizioni fisiche dei bambini.
Ma in questo sistema genetico-sociale sono ammesse soltanto le fecondazioni artificiali?
No, dal momento che la società appare divisa in due categorie: i validi, concepiti in provetta e gli invalidi, detti anche "figli di Dio", nati in seguito ad un atto d'amore.
E proprio all'inizio la didascalia diceva: in un futuro non troppo lontano. Dal momento che non ho le competenze necessarie, né scientifiche né etiche per poter trattare un argomento così controverso come quello delle fecondazioni artificiali, mi limito a confidarvi qualcosa di particolare: da pre-adolescente leggevo i libri sull'affettività che il mio bravissimo pediatra, che mi ha salvato la pelle quando avevo 6 anni, mi aveva regalato. Uno si intitolava: Alla scoperta delle relazioni e diceva anche qualcosa che mi era piaciuto e che mi piace molto tuttora: la sessualità non consiste soltanto nell'atto del procreare ma anche in valori condivisi. Cioè, la sessualità è anche cultura: cultura di abitudini condivise, complementarietà fra maschile e femminile. Ve lo sto riportando con termini da persona adulta quale sono, ma questo era il senso. Eppure, in quel piccolo libretto si accennava anche alle fecondazioni artificiali, già praticate negli Stati Uniti e sperimentate nel Nord Europa. E anche qui si diceva che, attraverso le fecondazioni artificiali, due genitori avevano addirittura la possibilità di decidere diverse caratteristiche fisiche di un figlio. Eugenetica, per l'appunto. In un futuro non troppo lontano, e infatti, era il 2007. Avevo 12 anni e tutto ciò che sapevo fare era pensare (=come anche adesso) e, con un vago desiderio di libertà, tenere un aquilone che si innalzava verso le nuvole.
Il protagonista della storia è Vincent, concepito in modo naturale. Alla nascita gli viene diagnosticata una cardiopatia e gli viene assegnata un'aspettativa di vita di 30 anni. Suo fratello Anthony invece nasce attraverso l'intervento della scienza.
In accordo con lo stesso Jerome, Vincent, si sottopone ad una serie di interventi chirurgici per potergli assomigliare. Riesce ad entrare a Gattaca presentando le analisi del sangue di Jerome.
Quindi entra a far parte di una missione spaziale ma, poco prima di partire, il direttore di volo viene assassinato. Il film diviene anche, a partire da qui, una sorta di thriller-noir. Vicino al cadavere viene trovato un ciglio che appartiene a Vincent. Ad un passo dalla realizzazione del suo sogno.
A questo punto, come fa Vincent/Jerome a imbarcarsi?
Reperire il film per scoprirlo!
CONTENUTI E RIFLESSIONI SUL FILM:
Ve li riassumo per punti e a mo' di provocazioni.
1) Ecco quale era l'altra scritta a inizio film: consider God's handwork, who can straighten what he had made crooked? (Ecclesiaste, 7:13)
"Considera l'opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che Egli ha fatto storto?"
E già da questa citazione si comprende che Andrew Niccol, il regista, si dimostra contrario agli interventi della scienza su concepimenti e nascite.
Io a questo punto vi riporto una parte del Salmo 8, il mio preferito:
Lo hai fatto poco meno degli angeli. Eppure è cattivo, insensibile, pettegolo, guerrafondaio. Perché gli hai dato il libero arbitrio.
2) Gattaca è un film sui limiti della scienza: Anthony è davvero più sano di Vincent? Non direi: durante una nuotata in mare, perde energia e, mi sembra, è sul punto di svenire. Scienza non equivale a perfezione. La scienza ha migliorato le nostre vite, notevolmente nell'ultimo secolo, ma è anch'essa fatta di limiti, di imprecisioni, di inesattezze.
3) L'identità: il protagonista, per potersi avvicinare al suo obiettivo, cambia aspetto, cambia nome, imbroglia su urine e sangue... Ma non cambia idea. Si può dire che abbia una volontà di ferro. Si trova costretto a "modificarsi", a nascondere il suo vero passato e il suo vero nome persino alla donna di cui si innamora, ricambiato.
4) Viene accennato anche al rapporto fra genitori e figli: inizialmente, i genitori risultano apprensivi nei confronti di Vincent. Poi però, con l'arrivo di Anthony, il loro primogenito passa in secondo piano. Fra Vincent e Anthony c'è un rapporto di competizione. E i genitori incoraggiano molto di più Anthony nel raggiungimento degli obiettivi.
............................................................................................
SOLUZIONI:
A) Il titolo di quella poesia di Ungaretti è Gridasti: soffoco! Riguarda la morte del figlio Antonio, morto a 9 anni a causa di un'appendicite mal curata. alla fine degli anni '30 succedeva purtroppo anche questo. Qui il tema è l'agonia, l'ultima notte di vita del bambino e dunque la sua sofferenza.
B) Il titolo di quella poesia di Pascoli è Maria. Non la Madonna ma la sorella. Si esprime qui l'affetto per una sorella che è una spalla su cui appoggiarsi sempre.
C) Sereni descrive la natura in pieno settembre, quando arriva l'autunno, stagione dal carattere dolce e malinconico. Il titolo è proprio Settembre.
D) Pensate che questa poesia di Quasimodo è stata il mio tema all'esame di maturità (15/15, perché in italiano ero e sono forte). Il titolo è Ride la gazza, nera sugli aranci. Premesso e ammesso che Quasimodo non è mai facile, nel componimento due sono i temi portanti: la nostalgia per la sua Sicilia e la memoria, anche la memoria dell'infanzia, fidatevi di me che l'ho analizzata tutta, che si riaccende la sera, di fronte alle ombre degli alberi e sotto la luce della luna. Bravissimi se avete intuito anche soltanto uno dei due temi.
E) Il titolo di quella poesia di Zanzotto è in dialetto trevigiano: San Gal sora la Sòn. Zanzotto, nell'evocare le sue passeggiate attraverso i sentieri che conducono presso l'eremo di San Gallo (sotto il comune di Soligo) rievoca anche una leggenda popolare: si racconta infatti che gli abitanti di Soligo, di Pieve di Soligo e di Farra di Soligo, portassero a San Gallo i bambini che facevano fatica ad addormentarsi. Anch'io da piccola ero così. Adesso invece dormo eccome!
Questa, ad ogni modo, è stata una delle poesie oggetto del mio esame orale di "Poesia italiana del Novecento"- 28 gennaio 2020. Nove del mattino. 30/30. Quando ancora si poteva uscire di casa senza le mascherine.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.