Cara nonna,
grazie infinite per avermi accompagnata con affetto e premura in tutti questi anni.
Prima temevi di non vedermi ricevere la comunione, poi dicevi: "Non arriverò a vedere la Annina cresimata."
Invece mi hai proprio vista crescere.
Per sei anni, nei giorni in cui tornavo dall'Università verso le cinque di pomeriggio, entravo in casa e, molto spesso, non mi toglievo nemmeno scarpe e giacca per servirti subito il tè caldo con i biscotti, mentre, seduta sul divano, leggevi o recitavi il rosario.
Grazie infinite per aver contribuito a trasmettermi i valori dell'educazione cristiana. Grazie per avermi fatto comprendere, in tenera età, che i salmi sono delle poesie di lode a Dio e al Creato. La tua fede era forte e salda come uno scoglio sul quale si abbattono le onde.
Sai, non te l'ho mai detto ma ho sempre pensato che tu fossi un cervello sprecato perché sei stata una bambina alla quale è stato negato il diritto allo studio.
Averti fatta studiare... Saresti potuta diventare "molte cose" a mio avviso: maestra, infermiera, psicologa.
Ti ricordi il periodo in cui ero alle elementari e alle medie? Nei pomeriggi primaverili ed estivi, forte dei miei ottimi voti, indignata del fatto che tu non avessi avuto nemmeno la possibilità di frequentare la quinta elementare, volevo insegnarti quel che a scuola imparavo io: l'analisi logica, un po' di geografia e di storia, qualcosa anche sulle figure geometriche. Eri bravissima. Avevi una mente sveglia e giovanile anche a 90 anni!!
Proprio come me, in grammatica e nelle date storiche eri veramente forte. Averti fatta studiare...
Grazie a ciò che ti raccontavo, a cento anni hai imparato che "lingua volgare" significa "lingua parlata dal popolo", non "linguaggio osceno". Qualcosina di linguistica italiana sapevi già prima che io te la raccontassi un po', visto che dicevi: "Tuar deriva dal francese!" oppure "Menu è una parola francese!".
Eri una donna concreta, intelligente e piena di buonsenso. Era un piacere parlarti. Ricordo i miei sabati sera dei tempi della pre-adolescenza e dell'adolescenza, quando ti raccontavo "le novità della gioventù" e tu mi sostenevi, mi incoraggiavi a continuare a mantenere il mio senso di integrità al di là di derisioni e amicizie precarie che navigavano in un mare di doppie facce.
Sei stata una contadina veneta onesta, pura, semplice. Hai condiviso parte del tuo lungo cammino di vita con il tuo amato marito Augusto. Insieme avete cresciuto quattro figli, insieme avete gustato ogni minuto di quelle serate in cui suonavate e cantavate. Mi hai detto che molte volte avete preso in mano chitarra e mandolino quando ero molto piccola e io, felice di sentire un po' di ritmo e di voci allegre, mi muovevo e sorridevo in una culla.
Quando ero alla scuola materna mi portavi con te nel pollaio. La campagna era la tua passione, ti prendevi volentieri cura delle galline e dell'orto. Una volta mi ero offesa perché avevi tolto quelle tre piantine di insalata che avevo piantato da poco nel terreno. "A che serve arrabbiarsi?! Questa è lattuga in semenza, ti fa male se la mangi."
Hai avuto una giovinezza tempestosa, rovinata dal fascismo e dai bombardamenti e provata da una povertà economica che ha fortificato il tuo carattere e che non ti ha indurita o inaridita, anzi... Ti ha resa propensa alla condivisione, all'unità e alla solidarietà familiare. Nonna, non capiresti lo stile quotidiano di molte famiglia di ora, dove, bene che vada, genitori e figli si parlano raramente e sempre con il ronzìo di una televisione. E, male che vada, i genitori si separano e uno dei due mette i figli contro l'ex coniuge o l'ex convivente.
Tu per molti anni hai fatto volentieri a meno della televisione e, fortunatamente, non hai mai conosciuto né gli effetti deleteri delle relazioni virtuali né il vuoto protagonismo di chi, sui social, posta più volte al giorno selfie e foto per combattere la paura di sentirsi vuoto. Di questo a dire il vero non ti ho mai parlato... pensavo: "Meglio per lei che preghi e che legga e che ricordi quelle che sono state le sue gioie in famiglia".
Quando eri ragazza dovevi essere diligente e zelante nel tuo faticoso lavoro in filanda che comportava la sveglia alle quattro e mezza della mattina. Tuo fratello Giuseppe è morto giovane e sapevi che tua sorella Emma era sottomessa ad un marito prepotente e violento. Avevi, per un certo periodo, paura per me: "Attenta a chi sposerai! Non accettare umiliazioni. Tuo marito deve rispettarti e portarti su un piedistallo, inginocchiarsi dove cammini, perché tu vali. Sembri distante e fredda ma in realtà hai una bella testa e un cuore buono."
Come se fosse facile trovare una persona seria e genuina con i tempi che corrono...
Purtroppo per te, il Covid ti ha impedito, in questi ultimi due anni di vita, di andare a messa tutte le settimane. Ma direi che hai vissuto l'opportunità di vaccinarti con spirito sportivo e ottimistico, perché dicevi: "Cosa volete che siano due punturine?"
Che belli i tempi in cui si poteva andare in ferie al mare o in Trentino con te! Ti piaceva di più la montagna e camminavi sorreggendo un grosso bastone di legno lungo i sentieri dei boschetti e lungo le vie di paesini come Fai della Paganella.
Grazie, grazie di tutto.
Una settimana fa, prima che io partissi per la GMG diocesana, mi hai raccontato di un sogno toccante e mi hai detto con gli occhi lucidi di gioia: "Ti faccio tanti auguri per il lavoro. Cominci. Pian piano, con un paio di supplenze, ma cominci presto."
Ora le tue sofferenze sono finite e anche le mie. Credo che ora sia finito anche per me il periodo in cui dormivo male e mi svegliavo alle cinque della mattina per piangere sulle tue miserie e sui tuoi mali.
Ora, cara nonna Anna, che hai scelto per me il tuo nome e che probabilmente mi hai voluta più tu dei miei genitori, sei in Paradiso in compagnia degli angeli e, secondo me, come una bambina vivace e spensierata, stai correndo felice lungo gli immensi prati dell'aldilà.
Io al momento ho un vuoto. Sono da una parte arrabbiata per ciò che hai dovuto patire da inferma e, dall'altra, piena di gratitudine.
Sii felice, nonna. Ti prometto che mi impegnerò ad esserlo anch'io. Ti prometto che vivrò con intensità tutto ciò che mi aspetterà. Ti prometto che mi sforzerò sempre di credere che il male e il dolore non hanno l'ultima parola, perché, come dice una persona ultimamente a me molto cara, noi "siamo fatti per il cielo".
HO PERDUTO UNA DELLE POCHE PERSONE CHE MI VOLEVA BENE PER QUEL CHE SONO!
ORA NON C'E' PIU' E PRIMA DI MORIRE VI ASSICURO CHE HA SOFFERTO MOLTO (CHE INGIUSTIZIA!).
CHIEDO RISPETTO E SILENZIO, PER ME E PER TUTTI I MEMBRI DELLA MIA FAMIGLIA!
IO NON HO BISOGNO DELLA COMPASSIONE DI NESSUNO.
SONO FORTE DA SOLA. SONO SEMPRE STATA FORTE DA SOLA!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.