Tra poco sarà primavera. Per questo ho pensato di proporvi alcune parti di uno dei testi delle Operette Morali di Leopardi.
Amelio, filosofo solitario, stando una mattina di primavera con i suoi libri seduto all'ombra di una sua casa in villa, e leggendo, scosso dal cantare degli uccelli per la campagna, a poco a poco datosi ad ascoltare e pensare, e lasciato il leggere, all'ultimo pose mano alla penna e in quel medesimo luogo scrisse le cose che seguono: "Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo. (...) Intendo di essi medesimi in se, volendo dire che sentono giocondità e letizia più che alcuno altro animale. (...) Si veggono gli altri animali comunemente seri e gravi, e molti di loro paiono anche malinconici: rare volte fanno segni di gioia; e questi piccoli e brevi, nella più parte dei loro godimenti e diletti non fanno festa. (...) Gli uccelli per lo più si dimostrano nei moti e negli aspetti lietissimi (...) per ogni diletto e contentezza che hanno cantano."
Il nome di questo filosofo solitario fa pensare ad Amelio Gentiliano, vissuto nel 3° secolo a.C. e allievo di Plotino, il rappresentante del neoplatonismo antico.
Il concetto fondamentale della filosofia di Plotino è quello dell'Uno, ovvero, il principio da cui tutto deriva. L'Uno è infinito, per gli umani risulta impossibile definirlo attraverso il tempo e lo spazio ed è il principio del molteplice. L’Uno, sosteneva Plotino, è come una fonte luminosa che irradia luce attorno a sé senza mai impoverirsi, cioè, è una luce che non diviene mai flebile.
villa= latinismo per "campagna".
non fanno festa= Gli altri animali non sembrano gioiosi e contenti di far parte del creato, al contrario degli uccellini. Questa espressione comunque mi ricorda quel verso della poesia La quiete dopo la tempesta (primo tema di italiano del primo quadrimestre della quinta da 9+) che fa: odo augelli far festa (dopo il temporale si intende). In questo componimento, anche se il cielo è ancora "umido" (umidità dell'aria), il sol ritorna e sorride per li poggi e le ville.
WOW! Sembra la descrizione di una giornata dal tempo variabile in Alto Adige: dopo un temporale primaverile o estivo, sembra proprio che il cielo sorrida quando il sole fa capolino tra le nuvole e si riflette sui balconi di legno.
Ma La quiete dopo la tempesta ha un significato che va al di là del tempo metereologico: quando infatti si dice uscir di pena/ è diletto fra noi si introduce il tema della breve durata della tranquillità d'animo nella vita di ogni uomo. Quel che vuole dire Leopardi è sostanzialmente questo: i momenti di serenità sono brevi e dovuti ad una momentanea cessazione del dolore.
Gli uccelli dunque provano diletto e contentezza. Inevitabilmente devo fare un riferimento al Passero solitario, componimento che avevo imparato integralmente, di mia iniziativa, a 11 anni. Già in prima media sapevo che cosa volevo fare della mia vita, era tutto chiarissimo se mi commuovevo di fronte alle traduzione dell'Iliade della Calzecchi Onesti, di fronte all'addio fra Ettore e Andromaca. In quel periodo Il passero solitario mi sembrava una poesia lunghissima e meravigliosa, dai suoni e dalle frasi dolcissime che ricordavano un pochino la mia indole introversa, anche se, essendo ancora bambina, non capivo circa la metà delle parole (è la lingua letteraria).
Anche il passero canta. Cantando vai finché non more il giorno/ ed erra l'armonia per questa valle. (versi 3-4)
Errare sta per "vagare", proprio secondo l'etimo latino. Il passero prova felicità, è ben inserito in un contesto primaverile in cui il sole fa brillare i campi.
Tuttavia, il passero solitario non sta in compagnia degli altri uccelli proprio perché, come il suo autore, non è un gregario.
Riflettete bene su questo: chi è il gregario?! Conviene essere dei gregari? Mi pare lo specifichi anche Machiavelli: deriva da grex, gregis (=gregge). Ovvero, chi tende a seguire ciecamente le tendenze di un gruppo, senza farsi troppe domande sul fatto che queste mode e tendenze possano o meno giovargli.
Si sta sempre bene da soli?! O la solitudine comporta anche problemi relazionali e... sofferenze?
Forse l'ho caricato su questo blog già tempo fa ma... questo spezzone di Shrek 1 riassume quel che finora è stata la mia vita: una sofferenza nel rapportarsi con diverse persone che non hanno mai voluto andare al di là della superficie, al di là della mia timidezza, al di là di quel che appaio. Giudicata ed etichettata senza alcuna possibilità di far un po' cambiare idea; e questo è proprio quel che mi è successo nel 2021 con quel gruppo di coetanei egoisti, cattivi, insensibili, esibizionisti.
Meno male che ultimamente ho altre risorse più gratificanti da questo punto di vista!
La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia. (Schopenhauer).
E, a proposito di tempesta, l'Elogio degli uccelli prosegue così:
(Gli uccelli) nella tempesta si tacciono, come anche fanno in ciascuno altro timore che provano e, passata quella, tornano fuori cantando.
Anche queste due righe non ricordano forse che tutte le creature della Terra sono fragili e di passaggio?! La natura, come si diceva nei primi anni dell'Ottocento, è sublime, cioè, è meravigliosa e temibile per alcuni fenomeni che manifesta e che ci terrorizzano proprio perché ci mettono di fronte alla nostra precarietà.
Nei Carmina Burana (latino medievale), gli uccelli e il loro canto sono sempre abbinati all'arrivo della primavera. Eccovi alcuni esempi:
CB 69=leto nemus avium/ cantu viduatur (il bosco viene privato del lieto canto degli uccelli- per l'arrivo della stagione fredda).
CB 83= Silent cantus nemorum (tace il canto nei boschi, a causa dell'arrivo dell'inverno).
CB 85= Ecce florescunt arbores,/ lascive canunt volucres (gli alberi fioriscono, gli uccelli cantano in modo piacevole).
CB 151= Aves dulci melodia/ sonant garrula (cantano gli uccelli quando fioriscono gli alberi).
CB 156= Dulcis avium concentus/ sonat: gaudeat iuventus! (il dolce concerto degli uccelli risuona: gode la gioventù! -Invito a risvegliare la voglia di amare).
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Ma sapete che ho sognato che un mio alunno di quarta diventava un mio collega a scuola?
Ho fatto un sogno ambientato nel futuro dove avevo poco più di 40 anni, ero di ruolo in una secondaria di primo grado e l'anno scolastico era iniziato con una fantastica novità: l'arrivo di un collega di Lettere da poco laureato e ancora molto giovane... cioè un mio ex- alunno che, nel 2021-2022, era uno dei pochi che invertiva la tendenza della classe, cioè, preferiva le materie umanistiche e l'etimologia delle parole ai numeri e ai calcoli. Per di più, dovevamo collaborare in maniera stretta e continuativa, visto che avevamo le stesse materie, la stessa sezione e le stesse classi.
Dove in una classe io insegnavo l'analisi del periodo, Manzoni e Ungaretti lui completava le ore "storico-letterarie" con le spiegazioni sulla prima guerra mondiale e i continenti extraeuropei e dove io spiegavo la scoperta dell'America e le città europee lui faceva Boccaccio e l'analisi logica. Questi sono i casi dei "docenti complementari", come li chiamano alle medie.
Comunque stanotte in sogno l'ho anche difeso da qualche genitore. Devo difendere i miei ex-alunni da critiche immotivate e ingiuste, nell'eventualità in cui me li ritrovassi come colleghi.
C'è qualche alunno e alunna che ha già dichiarato che vorrebbe diventare mio/a collega.
*A partire dalla prossima settimana vorrei riportarvi alcuni appunti a proposito delle lezioni sul Flauto magico di Mozart che ho preparato per le quarte... Ho fatto lezione con i bambini, molto incuriositi dalla storia, affascinati dalla musica al punto tale da creare anche alcuni disegni stupendi.
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