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18 marzo 2022

"Il flauto magico", W. A. Mozart:

In questi tre mesi ho intuito che in realtà non è che "faccio l'insegnante" e "faccio l'educatrice", ma SONO UN'INSEGNANTE E UN'EDUCATRICE. 

È ben diverso: significa che la mia realizzazione culturale e umana avviene e dovrà avvenire soprattutto in ambienti scolastici, culturali e di servizio sociale. Il riassunto di queste mie quattro lezioni sul Flauto magico di Mozart, opera proposta ad entrambe le mie quarte, ne costituisce indubbiamente una prova.

Ho promesso a me stessa che non smetterò mai di ampliare il mio percorso di auto-formazione: in questi giorni sto leggendo il saggio della Chiarioni, ex docente di Lettere in pensione, intitolato Ti racconto una fiaba- la narrazione come percorso interculturale.
L'autrice qui insiste sul fatto che gli argomenti delle lezioni dedicate alle fiabe devono suscitare il coinvolgimento degli alunni e, per farlo sorgere, le insegnanti devono interpretare le storie che propongono alla luce del loro vissuto e alla luce di valori utili per la vita.
Su questo sono assolutamente d'accordo, anche se non condivido alcune delle sue spiegazioni su qualche fiaba che descrive e spiega all'interno dei capitoli. Eccovi un'argomentazione: la Chiarioni elogia la fiaba africana Karitong'o l'orco come la dimostrazione della stupidità del male. Io invece trovo assurda, cruenta e stupida l'intera storia: è di un cannibalismo esasperato. La stupidità del male la si trasmette ai bambini e ai preadolescenti con le figure dei Troll dello Hobbit di Tolkien, quelli sono un ottimo esempio a mio avviso.
Se penso alla mia finora unica esperienza di insegnamento, credo che la si potrebbe riassumere così: "La vita che avrai non sarà mai distante dall'amore che dai" (Ermal Meta, Vietato morire). Lo canta un uomo che ha vissuto un'infanzia di soprusi e di violenza, da servizi sociali, con il padre-bestia che ha avuto quindi, perché non dovrei crederci io a questa sua massima di vita, io che ho avuto "soltanto" e semplicemente un padre poco presente dal punto di vista emotivo? (Ha inciso anche questo fattore sulla mia natura introversa, eh.)

Per trasmettere i contenuti del Flauto magico mi sono organizzata così: prima ho dedicato due lezioni alla lettura della storia con la musica di ouverture di sottofondo. Avevo preso in prestito dalla biblioteca comunale la versione semplificata della storia di Pierre Coran e di Charlotte Gastaut. 
Poi, durante la terza lezione, ho fatto riassumere ad alcuni volontari la storia narrata (bravissimi, soprattutto in 4°F, dove più di qualcuno sapeva a memoria dopo quasi una settimana molto di quello che avevo letto) e ho distribuito una fotocopia nella quale avevo riassunto le tematiche a mio avviso più importanti, che potevano ricondurre anche a dei valori di vita e a dei semplici messaggi quotidiani. 
E infine, abbiamo discusso in maniera davvero costruttiva sul personaggio della Regina della Notte. Clamorosamente, proprio da lei è infatti scaturito un discorso sulla non-violenza e sulla pace. 

1) PERSONAGGI PRINCIPALI:


TAMINO: Giovane principe, protagonista.


PAPAGENO: Mercante di uccelli, aiutante del protagonista.


SARASTRO: Re giusto e mite, protettore di Pamina.


PAMINA: Giovane principessa amata da Tamino.


PAPAGENA: L'amata di Papageno.


REGINA DELLA NOTTE: Regina malvagia che all'inizio tenta di manipolare Tamino.


MONOSTATOS: Gigante rivale in amore di Tamino.


*Monostatos e la Regina della Notte sono antagonisti, cioè, si oppongono a Tamino, gli creano difficoltà nel suo intento.




2) RIASSUNTO DELLA STORIA ADATTATA DA CORAN E DALLA GASTAUT:


Siamo nell'antico Egitto. 

Papageno, mercante di uccelli, sta camminando in un fitto bosco con una gabbia di uccelli. Ad un tratto scorge in una radura un giovane svenuto e, poco più in là, un enorme serpente trafitto da tre lance. 

Il giovane principe Tamino riprende i sensi e chiede a Papageno: "Hai ucciso tu il serpente che mi stava inseguendo?". Papageno gli mente rispondendogli sì. Ma da una roccia brilla un lampo accecante: compare Astrifiammante, la Regina della Notte, che svela le menzogne del mercante di uccelli e dice a Tamino che sono state tre damigelle ad annientare l'enorme rettile. La Regina ha una figlia, Pamina. Mostra un'immagine della ragazza al principe che se ne innamora all'istante. Astrifiammante dona un flauto al giovane e gli affida un'impresa: liberare Pamina dalla prigionia del re Sarastro. Regala inoltre a Papageno un carillon.

Quindi, con Papageno, il nostro protagonista si avvia per raggiungere la reggia. Una volta arrivati, si trovano a dover affrontare delle belve feroci che sbarrano loro la strada. Ma Tamino suona il flauto magico e le belve iniziano a ballare per poi allontanarsi.

Avviene successivamente l'incontro con Sarastro, tutt'altro che malvagio: egli è in realtà il protettore di Pamina. Quindi anche Astrifiammante ha mentito.

Dopo essere entrato nel castello di Sarastro, Papageno, affamato, incontra nelle cucine una vecchia che, davanti ai suoi occhi, si trasforma in una giovane ragazza vestita di piume di uccelli: si tratta di Papagena. 

Quando il giovane percorre il giardino della reggia di Sarastro incontra Pamina. Ed è così che, presto, viene ricambiato del suo sentimento.

Ma, per realizzare il loro sogno d'amore, devono affrontare alcuni ostacoli non da poco: l'opposizione aggressiva del gigante Monostatos, che ama, non ricambiato, Pamina, un muro di fuoco e un muro d'acqua. 

Tamino riesce a superare tutti questi ostacoli, anche, in parte, con l'aiuto di Papageno che, mediante il carillon, fa allontanare Monostatos. Tamino riesce ad aprire un varco sia nel muro di fuoco che nel muro d'acqua suonando il flauto magico. 

Il racconto termina con la benedizione di Sarastro alle due coppie dell'opera: Tamino/Pamina e Papageno/Papagena. 





3) “IL FLAUTO MAGICO”- TEMATICHE IMPORTANTI:


A) LA BUGIA: 


“Sei tu che hai ucciso l'orrendo serpente che mi stava inseguendo?”, chiede Tamino a Papageno quando si risveglia nel bosco. E Papageno gli risponde: “Sì, sì... sono stato io”. 



Ma, poco dopo, la Regina della Notte dice: “il mercante sta mentendo! Non è stato lui a uccidere il serpente ma le mie tre damigelle! (…) l'infame Sarastro ha rapito mia figlia e la tiene prigioniera nel suo castello.” In realtà Sarastro non è per nulla infame e non tiene prigioniero nessuno: “Pamina non è mia prigioniera. Suo padre mi ha chiesto di proteggere sua figlia dalla Regina che sogna di dominare il mondo”.


Quindi...


PAPAGENO mente a TAMINO per conquistarsi rapidamente la sua fiducia e la sua amicizia. Ma viene smentito dalla Regina della Notte. 

La REGINA DELLA NOTTE mente però a TAMINO: Pamina non è prigioniera di Sarastro ma si trova sotto la sua protezione. La Regina è una manipolatrice: manovra Tamino per “portarlo dalla sua parte”.


B) IL FASCINO DELLA MUSICA: 


Tamino, una volta giunto presso il cortile del castello di Sarastro, si trova di fronte a degli animali feroci. Ma suona il flauto magico e le belve rimangono incantate.



Poco dopo, nella storia, il carillon di Papageno fa allontanare Monostatos, gigante rivale di Tamino.

Quando un muro di fuoco si alza poi di fronte a Pamina e a Tamino, il giovane principe suona il flauto e, come per magia, si apre un varco.

Poi, sempre grazie al flauto magico, i due giovani passano attraverso il muro d'acqua. 

Il padre di Pamina aveva predetto che solo un cuore puro avrebbe potuto trarre, da quel flauto, suoni dai poteri magici.


CUORE PURO=Significa “cuore sincero e sensibile”, quindi per questo vicino alla bellezza della musica e delle forme d'arte. Solo i cuori puri possono essere capaci di trasmetterci il messaggio che il male nel mondo, per quanto atroce, non avrà mai l'ultima parola.


C) L'AMORE: 


In quest'opera musicale ci sono due coppie: Pamina-Tamino e Papagena-Papageno.

Si tratta, in entrambi i casi, di un amore sincero e profondo, che suscita gioia e sintonia da entrambe le parti. 

In particolare, nel caso della coppia Pamina-Tamino, l'amore aiuta a superare le difficoltà.



D) LE PROVE: 


Le molte prove affrontate da Tamino gli permettono di soddisfare il suo sogno, ovvero, quello di poter amare Pamina e di poter condividere con lei la vita. 

Questo ci fa comprendere che per realizzare i nostri sogni e per raggiungere obiettivi e risultati dobbiamo sempre impegnarci e mai arrenderci per realizzarci.


4) RIFLESSIONI SUL TEMA DELLA PACE PARTENDO DALLA REGINA DELLA NOTTE:


(Vero e puro dialogo tra me e le classi)


Alcuni di voi mi hanno detto che avrebbero voluto un finale diverso, ad esempio, il ritorno della Regina della Notte e la sua morte violenta, uccisa o da Tamino o da Papageno.

E qui, cari lettori del mio blog, non immaginate i loro commenti focosi: "Siii!!! La volevamo sbranata dai leoni", "Strangolata!", "Tagliata a pezzettini!!", "Decapitata!", "Bruciata viva come le streghe di molti secoli fa!", "A morte la regina della Notte!"... 

Se fosse un'aspirante insegnante, raccomanderei ad Astrifiammante di non mettere mai piede né in 4°E né in 4°F... non credo ne uscirebbe viva! :-)

Comunque ho dato loro un compito facoltativo: non vi entusiasma il finale lieto? Scrivetene uno voi! Chi, più romantico, ha scritto: "Pamina e Tamino si sposano e hanno tre figli" e chi, più combattivo, ha voluto un epilogo un po' più, diciamo, articolato: "Pamina e Tamino vanno a vivere insieme ma ritorna la Regina della Notte dal Regno delle Tenebre e... avviene una battaglia con Tamino e Papageno dove la Regina muore trafitta dalle lance".


Bambini, ho avuto anch'io la vostra età e quindi da una parte capisco in pieno il vostro forte desiderio di vedere il male sconfitto in modo definitivo.

In una versione di questa storia un po' più ampia rispetto a quella che vi ho letto e riportato, la Regina della Notte, dopo aver tentato di entrare nella reggia di Sarastro per ucciderlo, viene trafitta dai luminosissimi raggi del Sole, che simboleggiano le forze del bene. 

In ogni caso, la regina Astrifiammante non muore, né nel libretto dell'opera composto nel 1791, né nelle versioni narrative adattate ai bambini.


E da qui è partita la domanda che ha dato il via a questa riflessione:

Ditemi: per voi la vendetta fa bene a chi la compie? 

Vi leggo una definizione dal mio Dizionario Garzanti, giusto per farvi riflettere sul vero senso delle parole della nostra stupenda lingua:


VENDETTA= Si tratta di un danno che si fa a qualcuno in modo tale da “pareggiare i conti”.


Quindi, ricordate il Codice di Hammurabi?! 

Nel 1750 a.C., legge e giustizia volevano dire: qualora un uomo rompa un osso ad un altro, gli sia rotto un osso.


Ma è questa la vera giustizia? Fare del male a chi ti fa del male?


Poi è arrivato il Cristianesimo. 

Nel Vangelo di Matteo (capitolo 5, versetti 38-42 per l'esattezza) Gesù dice: avete inteso che fu detto occhio per occhio, dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra.


In 4°F: "Coooosa??!"  "Ma stiamo scherzando?!"

Bambini, Gesù non era affatto un pazzo. So che per voi è molto facile tradurlo con un "fatti mettere i piedi in testa", ma vorrei spiegarvi bene il senso più profondo: 


1)Non rispondere al male con il male.


2)Non odiare chi offende e ferisce.


3)Non cercare vendetta, nemmeno se si ha ragione.


E qui ho citato Gandhi:


Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza (Gandhi).


NON VIOLENZA=La pace dobbiamo praticarla ogni giorno nel nostro modo di vivere, con le nostre scelte, i nostri pensieri e le nostre azioni. E con senso di responsabilità.

  

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