La politica serve a gestire
i beni e le relazioni di una comunità
superando gli interessi delle categorie.
Noi cristiani dovremmo chiederci
cosa mettere al centro del nostro agire
tenendo presente Gesù Cristo,
modello di fermezza e di bontà.
Gesù è stato molto veemente e deciso
quando ha cacciato i mercanti dal tempio,
episodio che deve farci riflettere
su quanto siano preziose l'onestà e la lealtà
in economia e in politica.
(cit. di מַתִּתְיָהוּ, marzo 2022, quarta lezione del laboratorio socio-politico diocesano)
Ne avrà 30 il prossimo anno, ma voglio proteggerlo da voi, che siete il mio pubblico e che di lui potete considerare interessante soltanto questo discorso. Per questo motivo ho scelto di menzionarlo in caratteri ebraici.
Eravamo poco oltre metà marzo, c'era il quarto incontro del laboratorio socio-politico e in questa occasione Don Renzo ci ha posto due domande: A che cosa serve la politica secondo voi? Per quali motivi la fede dovrebbe aver a che fare con la politica?
A fine post inserirò la risposta che avevo dato io sulle stesse questioni.
In questo post non ho soltanto ricopiato alcuni appunti presi qualche mese fa ma ho anche aggiunto delle considerazioni personali sul tempo in cui viviamo. Considerando le tematiche complesse e delicate emerse durante il convegno con Stefano Zamagni, mi sembrava quasi d'obbligo inserire, a inizio post, l'intervento di מַתִּתְיָהוּ sul bene comune e sul rapporto fede-politica.
Le parti dedicate alle mie considerazioni sulle frasi di Zamagni saranno evidenziate in grassetto.
A) CARITA' E RUOLO SOCIALE DEI CRISTIANI DEL XXI° SECOLO:
La missione della Chiesa è l'evangelizzazione sociale, visto che la nostra identità e la nostra dignità si fondano sulla carità verso il prossimo. Quindi la Chiesa non può limitarsi a preparare le anime per il cielo. La carità come virtù deve animare la politica e non esiste carità senza verità.
Sostanzialmente, all'inizio della conferenza, questo professore che proviene dall'Università Cattolica di Parma stava considerando dannosa la separazione tra fede e vita. Sono d'accordo: come è stato sottolineato in uno degli incontri di formazione del laboratorio diocesano "Dialoghi di vita", che ho frequentato tra gennaio e marzo, oggi la fede cristiana viene vissuta come fatto privato. Questo significa che esistono parecchi casi in cui il credente frequenta regolarmente le celebrazioni e, nei momenti di preghiera personale, attua una sorta di sincretismo tra elementi cristiani ed elementi orientaleggianti, più frequentemente di matrice buddhista. Queste pratiche a mio avviso però sono anche un segnale di mancanza di valide guide religiose: da una parte ci sono sacerdoti e religiosi molto umani e sensibili verso i laici, dall'altra invece ci sono delle persone che, pur avendo consacrato la loro vita a Dio, nella quotidianità degli impegni si mostrano superficiali e poco interessati a creare una catechesi che sia "viva", fondata su valori di autenticità, coerenza e verità.
Dall'altro lato però è utile ammettere che anche tra i credenti c'è incoerenza: si accede all'Eucaristia, la si adora ma, al di fuori della Chiesa, si giudicano pesantemente gli altri, ci si vanta di "presunti meriti" oppure ci si comporta in modo egoistico, arrogante, presuntuoso, proprio come dimostra Lc 18, 9-14, con l'episodio del fariseo e del pubblicano:
In quel tempo Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano, invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato.
Il cristiano deve dimostrare lo stile di vita evangelico, non vantarsi di essere migliore degli altri oppure chiudersi in una fede "personalizzata".
B) LE "RES NOVAE" DEGLI ULTIMI 30 ANNI:
B1) FINE DELLA PRIMA GLOBALIZZAZIONE
Il conflitto in Ucraina è la conseguenza del fallimento del pensiero liberal-liberista che negli ultimi tre decenni ha mercificato anche le coscienze individuali, oltre che le identità nazionali.
Ma finanza ed etica non possono vivere in sfere separate. Secondo il positivismo l'economia, per divenire una disciplina scientifica, deve separarsi dall'etica. La deregulation finanziaria degli anni '80, attuata in tutto il mondo occidentale, ha mirato alla recisione dei legami tra politica democratica e mercato. Il mercato dà priorità all'efficienza ed è paradossale quindi che dimentichi i valori della democrazia e della libertà!
La deregulation finanziaria ha rotto, gradualmente, l'ordine globale: con l'incentivare l'indipendenza del mercato dai governi si è purtroppo favorita la massimizzazione del profitto, dal momento che gli interessi delle industrie dominano su quelli dei consumatori.
1° strofa= Che grande fu/poterti chiamare Natura: la poesia viene introdotta così e tutta la prima strofa è caratterizzata da verbi al passato. E' un passato remoto che richiama innanzitutto al fatto che, nell'antichità, in particolar modo, nell'antica Grecia, molti dei nomi gli dèi derivavano dagli elementi naturali. I popoli antichi erano affascinati e suggestionati dalle meraviglie naturali. Con il Romanticismo inoltre, a inizio Ottocento, il sublime considerava alcuni paesaggi (quelli di alta montagna, ad esempio) e alcuni fenomeni atmosferici (la tempesta) affascinanti e al contempo terrificanti. Non dimentichiamo però che il XIX° secolo, come testimoniano alcuni scrittori quali Charles Dickens, è l'epoca dell'incremento dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione.
2° strofa= Al labbro vieni mia ultima, sfinita goccia di/ possibilità di/ dirti natura. La seconda strofa è tutta al presente. Alle soglie del 2000, come anche ora d'altronde, gli spazi verdi, nei paesi di provincia e anche in collina, iniziano a diminuire. Si costruiscono edifici e i terreni che prima erano campi o grandi giardini divengono vie di paesi. Aumenta l'inquinamento.
3°strofa= ora travolta in visura di loschi affari/fatta da bulbi oculari/incendiati/dal re di denari. Con "visura" qui si intende "burocrazia". All'uomo contemporaneo non sta a cuore il rispetto del creato ma l'aumento del profitto e... il riciclaggio di denaro sporco.
B2) DIFFERENZE TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E AUTOMAZIONE
Fino ad oggi non è stata chiarita la differenza tra intelligenza artificiale e automazione. Se, da un lato, l'automazione toglie la fatica fisica e manuale sostituendo le braccia, dall'altro l'intelligenza artificiale sostituisce la mente.
Ma con l'attuazione del trans-umanesimo dove sarà il confine tra umano e non umano?
Qui ho invece pensato ad un triste film fantascientifico intitolato Intelligenza artificiale. La trama è la seguente: nel 2125 il nostro pianeta è devastato dall'effetto serra. Ci sono i Mecha, robot simili agli umani. E c'è un Mecha che non soltanto ha l'aspetto di un bambino ma è anche in grado di provare amore e tenerezza. Si chiama David. David, una volta fabbricato, viene assegnato ai coniugi Swinton, coppia il cui figlio Martin è ibernato da alcuni anni in attesa di trovare delle cure per la sua grave malattia. E Monica, la moglie, è infelice per questa situazione. David viene successivamente abbandonato in un bosco dopo che si è trovato un rimedio per la malattia di Martin. Il bambino-automa David deve allora cercare la Fata Turchina in una specie di Paese dei Balocchi, in modo tale da poter diventare un bambino vero. David ha conosciuto la storia di Pinocchio attraverso Martin.
Non ricordo molto altro di questo film, d'altra parte, l'ho visto nel 2011.
Naturalmente mi torna alla mente anche la trama di I'm your man: un'azienda tedesca che crea automi come donne o uomini ideali per gli umani single, dopo che questi ultimi sono stati sottoposti a dei test psicologici. Quelli di I'm your man sono automi che simulano galanterie e sentimenti.
Credo che anche qui il professor Zamagni abbia ragione. Ma può esistere un tipo di architettura che rispetti il creato?
Alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, un architetto americano, Frank Lloyd Wright, è stato l'inventore dell'architettura organica visto che i suoi edifici erano pensati in relazione agli ambienti che li circondavano. Le case e i materiali con le quali venivano costruite, per Wright, dovevano essere complementari agli ambienti esterni. L'esempio più lampante di ciò è La casa sulla cascata in un bosco della Pennsylvania. I volumi di questa casa si accavallano sopra una cascata:
B4) L'INDIVIDUALISMO
L'individualismo è nato con la Rivoluzione francese che promuoveva la centralità dell'uomo. Ora invece l'individualismo è diventato un comportarsi come se Dio non esistesse. E' quindi la centralità della singolarità. Con il mettere al centro i bisogni e gli appetiti del singolo, si rischia di cancellare il concetto di comunità.
L'ottica del consumatore occidentale può essere riassunta dalla frase Volo ergo sum, ovvero, "sono tutto ciò che voglio": bevo fino a perdere il controllo di me stesso, sfogo i miei istinti senza pensare che sulle mie azioni ho una responsabilità, manco di rispetto a chi mi sta intorno e a me stesso.
A distanza di più di due mesi vorrei collegare il detto di questo docente con un'opera letteraria americana degli anni '30: Tender is the night di Scott Fitzgerald. Sembra che i comportamenti di Dick Diver, uno dei personaggi principali, possano essere ricondotti a disvalori contemporanei come "volo ergo sum". Dick è un pessimo marito. Però vorrei illustrarvi le scelte e l'immoralità di questo personaggio parlandovi invece della protagonista femminile del romanzo, l'affascinante Nicole Warren, sua moglie, che sostanzialmente, è la parte lesa e offesa.
Nicole, nipote di un magnate della finanza di Chicago, è stata abusata dal padre a 12 anni, poco dopo la morte della madre. A 16 anni, a causa di una grave schizofrenia, era stata condotta presso una clinica di Zurigo in cui Dick Diver, suo connazionale, era già tra gli psicanalisti più rinomati e più dotati pur avendo 10 anni in più della sua paziente e pur avendo un ricordo ancora recente dell'Università. Nicole è praticamente una ragazzina senza famiglia: il padre è un depravato e la sorella una bugiarda egoista che non le ha mai voluto veramente bene. Con la sua ingenuità di adolescente profondamente ferita, vede in Dick, che la cura, un salvatore: lo idealizza. Dick acconsente, dopo pochi mesi di conoscenza, di sposarla, pur non amandola per davvero. A Dick piacciono soprattutto gli agi e le immense ricchezze della famiglia Warren. Non gli interessano né i talenti artistici di Nicole, dotata per il disegno e il canto (è un contralto) né l'intelligenza di Nicole, che parla fluentemente francese, italiano, spagnolo e tedesco. Con il denaro della moglie ragazzina può permettersi di lasciare la sua professione di psicanalista e di vivere nel lusso. Ma il denaro lo corrompe moralmente: più volte tradisce la moglie che nel frattempo è diventata madre di due figli. Lui e Nicole viaggiano molto in Europa, soprattutto in Francia e in Germania. Dick approfitta per sfogare i suoi istinti puramente sessuali ogni volta che gli si presenta l'occasione di una donna giovane e libera. Finché, sette anni dopo, non entra nelle loro vite Rosemary Hoyt, un'americana che sta debuttando nel mondo del cinema. Rosemary ha 18 anni, quindi, secondo l'ottica di Dick, Nicole, che nel frattempo è arrivata ai 24, è una "vecchietta" in confronto. Quindi Rosemary è più interessante. Nicole sospetta ci sia una storia tra Dick e la giovanissima attrice ma non urla e non fa l'isterica: reagisce con parole di sarcasmo e di amarezza ogni volta che è sola con Dick.
Tra l'altro Nicole Warren non nutre mai sentimenti di odio nei confronti della figura paterna. Passano gli anni. Quando Nicole scopre che il marito l'ha tradita anche con un'altra ex paziente, tenta il suicidio. La ragazza è in preda ad un collasso emozionale e a Dick non interessa, tant'è che si reca in vacanza a Roma dove incontra di nuovo Rosemary con cui ha rapporti ogni giorno senza veri sentimenti ma per pura attrazione fisica. Inoltre a Roma si ubriaca e viene coinvolto in una rissa. Dick picchia per il puro gusto di picchiare, non gli interessa chi ha di fronte, e così compie resistenza anche ai pubblici ufficiali di polizia. Dick ritorna in America per alcuni mesi ma, quando si reca in Francia in Costa Azzurra con la moglie, e lì sulla spiaggia c'è anche Rosemary (in accordo con Dick attraverso corrispondenze di lettere e cartoline), Nicole prende una grandiosa decisione a mio avviso: dopo una crisi di pianto telefona al suo migliore amico Tommy Barban, per metà francese e per metà americano e, per la prima volta, fa ciò che il marito ha fatto milioni di volte. D'altronde Tommy Barban è un altro tipo d'uomo: è un po' timido ma è ragionevole, sincero e semplice. Attendeva soltanto che Nicole convincesse se stessa a lasciare Dick. Grandioso è il discorso finale di Tommy a Dick: "Caro Dick, Nicole è stanca di te. E io aspettavo proprio che si stancasse di te. Lei non ti ama più e tu non l'hai mai amata per davvero". E, intorno ai 29 anni, Nicole Warren ricomincia una nuova vita, accanto a qualcuno che la ama per quello che è e non per quello che ha. E, dopo il divorzio, ottiene la custodia quasi esclusiva dei figli.
Libro costituito da personaggi deleteri, Tenera è la notte è tuttavia a mio avviso il libro che testimonia, anche più del Grande Gatsby, il degrado e il vuoto interiore delle classi sociali più alte negli Stati Uniti. La sovrabbondanza di denaro rende liberi di distaccarsi dall'etica, dalla morale, dalla correttezza e dal rispetto per l'altro.
Dick è quindi tutto ciò che di peggio vuole. Nicole lo intuisce e a lei il marito fa anche un po' pena per questo. Nonostante ciò, in lei, soprattutto negli ultimi cinque anni di matrimonio, c'è un'enorme sofferenza.
Bergson diceva: Pensa come uomo d'azione e agisci come uomo di pensiero. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un pensiero cristiano che guidi l'azione politica al fine di migliorare le risorse a disposizione delle comunità, per una Gioia con le radici a forma di Croce.
Azione e pensiero dovrebbero in effetti essere complementari: il pensiero senza azione è una filosofia e un'intuizione fine a se stessa. Un'azione senza pensiero è facilmente di carattere irrazionale e può essere facilmente anti-etica e legata ad un individualismo esasperato.
Concludo il post con le mie risposte alle domande: A che cosa serve la politica secondo voi? Per quali motivi la fede dovrebbe aver a che fare con la politica?
La politica serve ad agire
secondo quello che dovrebbe essere il bene comune.
I suoi scopi sono: dialogare, anche con le persone rappresentate,
ragionare sulle scelte da compiere,
discutere, attuare progetti.
La fede, essendo uno stile di vita,
dovrebbe spingerci ad impegnarci
in campo sociale e politico
e a coniugare
l'etica con il pragmatismo,
il rispetto della dignità umana
con la fiducia nel futuro.
(cit. Anna, marzo 2022, quarta lezione del laboratorio socio-politico diocesano)