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24 gennaio 2025

“LA ZONA D’INTERESSE”: UN FILM CONTRO L’INDIFFERENZA?

TEMATICA DUE: L'ORRORE DI AUSCHWITZ.

Film uscito lo scorso anno e considerato di grande spessore. 

A me non è piaciuto, a Matthias invece è piaciuto molto.


Questo film si concentra sullo stile di vita del nazista Rudolf Hoss, direttore del campo di sterminio di Auschwitz, e della sua famiglia numerosa: vivono in una villa di campagna ma, vicino a loro, separato da un muro, c'è il campo di sterminio di Auschwitz.
La zona d'interesse del titolo è un'area di 25 miglia attorno al campo di concentramento che consente alla famiglia Hoss di ignorare beatamente fucilate, urla e rumori di treni che provengono proprio dal campo!

Somiglianze con "La banalità del male" di Hannah Arendt: 

Per me La zona d'interesse è un film originale e interessante dato che rappresenta il punto di vista dei nazisti coinvolti nell'attuare lo sterminio degli ebrei, omettendo però qualsiasi inquadratura sugli interni dei campi di sterminio.
Gli spettatori vedono come i tedeschi proni ad Hitler vivono la soluzione finale durante la seconda guerra mondiale.

Infatti i temi della Zona di interesse rimandano alla Banalità del male di Hannah Arendt: l'autrice sosteneva che, in alcuni periodi storici, persone in apparenza normali con vite apparentemente tranquille possono ritenere giuste o commettere azioni disumane e terribili quando sono governati da regimi autoritari che impongono l'obbedienza agli ordini, cancellando sia il pensiero critico sia la responsabilità individuale.
Il male non è sempre frutto di cattive intenzioni e non proviene sempre da persone psicologicamente deviate.
Quindi, agli occhi della Arendt, Eichmann era un funzionario molto zelante, il cui unico scopo durante gli anni della guerra consisteva nell'eseguire gli ordini che gli venivano imposti senza mai discutere.

Le mie teorie su alcuni aspetti del film:

Fa molto pensare anche il fatto che la famiglia di Rudolf non rifletta mai sul tema dello sterminio degli ebrei, ma, di sottofondo, sia a livello visivo sia a livello sonoro, la tragedia viene continuamente evocata. 
A livello di inconscio per me è evidente che la famiglia nazista non è serena, solo che non vogliono accettarlo e ammetterlo. 
Questi sono gli esempi:

-La figlia neonata di Rudolf piange sempre, come se fosse l'unica ad intuire quello che sta succedendo. 

-I membri della famiglia si infastidiscono per motivi futili: la moglie Hedwig si irrita sempre con le cameriere, semplicemente perché vede un piatto o una tazza in più sulla tovaglia.

-Il comportamento di Rudolf Hoss. Al di fuori del contesto familiare, il direttore del campo di Auschwitz approfitta sessualmente delle prigioniere ebree. Anche in questo caso, il film lo fa intuire, ma non mostra chiaramente questo aspetto drammatico.
Oltretutto, verso la fine del film, ad Hoss vengono gli sforzi di vomito mentre scende le scale dell'Ufficio amministrativo dellle SS. Tuttavia decide di non rinunciare al suo ruolo perché è molto legato al prestigio della carica che gli è stata conferita, anche se appare chiaro che non è contento.

-La nonna materna dei bambini viene a visitare la figlia Hedwig, il genero e i nipoti. Ma la sua permanenza dura poco: una mattina scompare lasciando una lettera alla figlia, che quest'ultima brucia con rabbia. Il regista non spiega i motivi per cui la signora ha deciso di andarsene ma è possibile ipotizzare che sia per la vista, dalla finestra delle camere della villa, delle fiamme dei forni crematori.

La bambina polacca fosforescente:

Ogni tanto compare una bambina ebrea che mette delle mele nei recinti di un campo di sterminio.


Con una bicicletta e con un cestino di frutta, la bambina si avvicina ad un luogo di orrore e di morte, nel buio, cercando di non farsi scoprire dai nazisti.
Questo inserto non è casuale, secondo me il regista voleva far capire che se una persona è mossa da senso di solidarietà ed è consapevole delle sofferenze altrui, riesce a compiere delle piccole buone azioni, anche in un periodo di guerra totale, di dittature e di tragedie. 


Il finale:

Gli ultimi minuti del film si svolgono all'interno del Museo di Auschwitz-Birkenau.
Perché la pellicola si sposta improvvisamente nel futuro?
Anche qui, io ho due interpretazioni.

1) Penso che l'intenzione sia stata quella di istituire un collegamento con il presente: gli operatori all'interno del museo della Shoah puliscono le vetrine che contengono gli oggetti delle vittime della Shoah e passano, efficienti e inespressivi, all'interno delle camere a gas ma sono talmente abituati al contesto del luogo in cui lavorano che danno poca importanza al valore tragico della memoria della Shoah.

2) Forse Rudolf immagina di andare in un museo su Auschwitz in cui lo glorificano perché ha contribuito a ripulire l'Europa dagli ebrei. Nell'ultima parte del film infatti, nessuno pronuncia una parola sulle atrocità della Shoah, si vedono solo oggetti esposti e persone che lavorano.

Impatto emotivo del film:

A me questo film ha suscitato angoscia, soprattutto nel finale, consapevole che "questo è stato" e che potrebbe accadere di nuovo.

Ora vi presento la mia idea sul medesimo film, leggermente diversa.

Non mi è piaciuto ed eccovi i principali motivi:

a) Avrei desiderato un film dai contenuti completamente diversi, un film che mettesse molto più l'accento sul dramma degli ebrei perseguitati durante quel periodo, non certo un film su dei porci nazisti che fanno la loro bella vita di alto-borghesi e che, a mio avviso, ignorano gli orrori dei campi di sterminio! Mi aspettavo che La Zona d'interesse somigliasse di più al film Quando Hitler rubò il coniglio rosa: protagonista in questo caso è una famiglia di ebrei molto intelligenti, portati per la letteratura e per la musica, con due figli meravigliosi. Anna è una ragazzina diversa dalle sue coetanee, dato che si trova costretta a crescere in fretta per sfuggire alle persecuzioni naziste. Infatti deve cambiare tre stati: prima è costretta a trasferirsi dalla Germania alla Svizzera, poi dalla Svizzera alla Francia, poi dalla Francia al Regno Unito.
I film basati sul punto di vista degli oppressori non dovrebbero risultare pericolosi nel tempo in cui viviamo?  La zona d'interesse mostra la totale mancanza di fraternità e di empatia nella vita quotidiana degli aguzzini e questo rischia di sminuire il dolore di una profonda ferita che un popolo si porterà dentro per sempre, in anni come i nostri in cui partiti reazionari, post fascisti e post nazisti ritornano grandemente in auge e sono molto stimati anche dal mondo cattolico.

b) La signora Hedwig non merita comprensione ma astio e odio da parte del pubblico degli spettatori. Totalmente acritica, insensibile, immersa nel lusso della sua villa, è la tipica "angioletta del focolare" tutta casa, figli e giardino e quindi rispondente ai canoni femminili dei nazisti, orgogliosissima del marito e soprattutto, di ciò che lui ordina e fa attuare dall'altra parte del giardino. Hedwig è convinta che il Fuhrer sia assolutamente nel giusto.
"Mio marito dice che sono la regina di Auschwitz", dice tutta contenta e ridente mentre contempla le sue rose, rosse come il sangue.

c) Rudolf non mi fa pena, nemmeno se sbocca! Perché non fa nulla per risvegliare la propria umanità. Non è contento del proprio ruolo, ma lo fa! Quanta differenza tra questo film (che a mio avviso dovrebbero bannare dai cinema) e Lettere da Berlino, altra opera degna di essere vista! 
Lettere da Berlino, film cupo dal pesante clima psicologico, si concentra sul tormento interiore di un ufficiale nazista che si mette in discussione grazie a Otto, "all'uomo ombra" che scrive e mette cartoline contro il nazismo in molti angoli della città di Berlino per risvegliare le coscienze. Dopo la condanna a morte di Otto e della moglie Anna, questo ufficiale si suicida. Nella Zona d'interesse non c'è alcun cambiamento: piuttosto di fare l'ufficiale nazista o il direttore di Auschwitz meglio suicidarsi puntandosi una pistola alla tempia!

d) Ammetto che nella Zona d'interesse ci sono notevoli effetti tecnico-visivi: in un passaggio lo schermo diventa tutto rosso, dopo che la cinepresa ha inquadrato una rosa dello stesso colore. Si tratta di un rosso carminio che ricorda il sangue e che riconduce al genocidio ebraico. Il nero totale che dura alcuni secondi, poco prima dei titoli di coda, è il nero che richiama alla morte e alle tenebre dell'Europa tra il '41 e il '45, gli anni della "soluzione finale".
Ma secondo me non basta tutta questa tecnica per renderlo un film di qualità. Nessun regista mi impressiona con gli effetti visivi, esigo una chiara ed consapevole presa di coscienza etica del dolore delle vittime! Sono stati trucidati sei milioni e mezzo di ebrei, mentre le belle signore naziste prendevano il tè nei loro giardini con piscina! 😡

(Magari avresti dovuto vedere il film con più distacco e meno indignazione).


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