5) FILM RELATIVI ALL'INSEGNAMENTO.
L'anima è come un albero. Stenta a crescere senza cure.
(S.Tamaro)
Il maestro che promise il mare è un film avvincente ed emozionante che racconta la storia vera di un maestro e di un uomo straordinario.
A) CONTENUTI DEL FILM:
Spagna, 1936.
A Banuelos de Bureba, un paese di campagna i cui residenti sono per lo più contadini e allevatori profondamente cattolici e conservatori, arriva Antony Benaiges, un giovane maestro proveniente da una famiglia spagnola cittadina e benestante, ateo e di idee filo-comuniste.
Antoni dimostra fin dal suo primo giorno di insegnamento idee, relative alla didattica, troppo innovative per la gente di Banuelos, finalizzate a far esprimere sia i diversi talenti di ogni studente sia a far emergere il potenziale di ogni alunno.
Il parroco del paese, molto più favorevole ad un sistema di insegnamento autoritario, ad una didattica esclusivamente frontale e ad un apprendimento passivo da parte degli allievi, lo ostacola: dapprima invia degli ispettori del Ministero per verificare la preparazione dei bambini in tutte le materie, che risulta molto buona, poi però lo denuncia alla polizia franchista.
Il maestro Benaiges promette ai suoi alunni di portarli a vedere il mare, ma la dittatura franchista glielo impedirà.
B)ALCUNI ALLIEVI:
-Josephina: Si tratta della figlia del sindaco di Banuelos, dal carattere molto deciso e molto dotata in disegno. All'inizio del film sembra una bambina altezzosa, saccente, molto diffidente verso il maestro Antoni nelle prime settimane di scuola. Infatti gli dice, senza alcuna soggezione: "Chi non va a messa è destinato all'Inferno".
Poi però questa ragazzetta si affeziona ad Antoni, al punto da piangere come una fontana quando lo vede umiliato e reduce di torture, strattonato al centro della piazza di Banuelos dai franchisti. Oltre a ciò, per tutta la prima parte del film, Josephina scruta dall'alto in basso Carlos, il "nuovo acquisto" della scuola, il bambino di otto anni cupo, molto introverso e difficile, affidato al maestro Benaiges.
Il regista voleva forse creare un film che fosse anche contro il classismo?
-Carlos: è un bambino orfano di madre e suo padre, dissidente politico, si trova in carcere. Manifesta comportamenti problematici e, a inizio film, non sa nemmeno leggere e scrivere. Impara in fretta, contagiato dall'entusiasmo del suo maestro, per potersi mettere in contatto con il padre che gli scrive lettere. Dimostra notevoli abilità manuali, al punto da riuscire a scolpire un cavallo con un coltellino e un pezzo di legno. Migliora notevolmente il suo comportamento nel corso del film.
-Emilio: Questo alunno si dimostra particolarmente espressivo nella lettura e bravo a scrivere. La letteratura è il suo grande interesse. Il padre di Emilio è grezzo, rude e analfabeta, ma Antoni riesce a far breccia nell'animo di questo contadino visto che si presenta a casa sua per leggergli un tema del figlio dedicato a lui.
Ritengo importante sottolineare anche che, la mattina in cui la polizia ordina agli abitanti di Banuelos di consegnare loro tutti i quaderni redatti con il maestro per bruciarli in un falò in piazza, il padre di Emilio nasconde in una scatola qualche tema del figlio e il quaderno che raccoglie i piccoli racconti degli allievi sulla tematica del mare.
C) IL (MERAVIGLIOSO) METODO PEDAGOGICO DI CELESTIN FREINET:
Celestin Freinet era un maestro di Bor-Sur-Loup, un comune situato nelle Alpi Marittime, l'ideatore della cosiddetta "pedagogia popolare".
Per questo insegnante era necessario che gli alunni provenienti dalle famiglie più povere o da contesti sociali disagiati si sentissero parte di una scuola che potesse essere una comunità accogliente e inclusiva, priva di giudizi.
Freinet incentivava l'utilizzo della tipografia per stampare i temi degli allievi, le passeggiate in mezzo alla natura, i lavori in piccoli gruppi per stimolare la collaborazione tra compagni. Oltretutto insisteva sulla grande importanza di legare la didattica ad esperienze vissute.
I metodi di insegnamento di Antoni Benaiges assomigliano proprio questa impostazione dell'insegnamento.
Infatti, il protagonista di questa vicenda propone alla sua piccola classe sia il "testo libero", ovvero, fa scegliere ai bambini una determinata traccia, decisa in base ai loro interessi, sulla quale tutti svilupperanno un tema.
Benaiges utilizza poi gli schedari, ovvero, delle raccolte di testi scritti dai suoi alunni che vengono poi ordinati per temi. Qualsiasi studente, in un momento successivo alla stesura e alla raccolta, poteva accedere agli schedari per approfondire un argomento.
D) MONTAGGIO ALTERNATO:
Fondamentale è anche accennare al fatto che, alle vicende di Benaiges, si alternano le "avventure", ambientate nei nostri anni, di Arianna, la nipote di Carlos, che si allontana temporaneamente dalla propria famiglia per trovare la tomba del maestro, nonché tutore, del nonno.
E) CHIESA PESSIMA:
Il prete, a Banuelos, faceva il buono e il cattivo tempo!
Il prete schifoso è il principale antagonista di Antoni: irrompe in classe all'improvviso per contestare aspramente i suoi metodi davanti ai bambini e per rinfacciargli di essere ateo e comunista, una mattina invia gli ispettori del Ministero sperando di poterlo mandare via nel caso in cui gli alunni si fossero rivelati mediocri o impreparati, lo denuncia al regime franchista che lo arresta in piena notte, lo tortura e lo umilia sulla pubblica piazza davanti a famiglie e alunni.
Non ho mai sentito parlare di sacerdoti o di vescovi che fossero apertamente oppositori di Mussolini, ad Hitler o a Francisco Franco ma sarei molto contenta di conoscere un'eventuale storia di un sacerdote o di un religioso, soprattutto italiano o tedesco, apertamente contrario a fascismo e nazismo.
Anche per questo motivo continuo a sostenere che la Chiesa da lungo tempo ha tradito il messaggio di Gesù Cristo, attento invece ai poveri, ai malati, ai sofferenti, ai bambini, alle donne... persone che spesso i parroci di quartiere dimenticano.
Qualcosa, dal punto di vista sinodale e in Italia, bolle in pentola, nel senso che ci si rende conto, all'interno di questa istituzione, della necessità di un rinnovamento e si stanno progettando strade attraverso le quali muoversi per i prossimi anni. Spero non rimangano solo delle istanze e delle velleità! Gesù Cristo era straordinario ma la Chiesa attuale, di mentalità chiusa e per lo più giudicante, necessita di rinnovamento.
Ad ogni modo, sperare nell'esistenza di un Dio che si fa uomo e che si fa crocifiggere è molto più edificante, per me, di credere in un fantomatico "Universo" che dispone a piacimento delle nostre vite e delle nostre relazioni.
C'è un particolare, in una delle ultime scene del film, che mi ha colpita, ma prima premetto che Antoni è stato fucilato senza processo.
I porci franchisti, dopo avergli fatto trascorrere qualche giorno nelle buie carceri, lo hanno caricato su un carro, a notte fonda, e hanno percorso un sentiero di montagna. Alle prime luci dell'alba hanno sparato, in alta montagna, ad una persona che avrebbe potuto fare ancora molto del bene nel suo lavoro.
Pochi secondi prima dello sparo, per la prima volta dopo essere stato torturato, Antoni alza gli occhi. Li alza verso la rosea luce all'est per contemplare il cielo sereno mentre le stelle si spengono.
Che abbia sperato, per la primissima volta nella sua vita, nell'esistenza di un Dio, magari pronto ad accoglierlo?
Nella mia idea spirituale anche gli atei altruisti, responsabili, intelligenti, dotati di grande senso etico vanno in Paradiso. Anzi, spero che nell'ottica di Dio gli atei "giusti" passino davanti ai cattolici con i rosari sempre a portata di mano, sempre nei primi banchi che tuttavia, al di fuori della porta della chiesa, si dimostrano pettegoli, giudicano gli altri, li invidiano e li trattano male, odiano i migranti e gli omosessuali.
F) SCUOLA LEGATA ALLA VITA:
La scuola deve essere legata al senso profondo della vita.
Bisogna mettere in evidenza le esperienze di vita legata a certe tematiche di brani della letteratura: solo in questo modo Dante, Manzoni, Leopardi, Parini possono divenire "amici degli studenti". I valori passano soprattutto attraverso un modo originale di insegnare le materie umanistiche. Io avrei voluto diventare come Antoni.
Ma l'Italia dà, metaforicamente parlando, un pugno in faccia a tutti i giovani che, dopo la laurea, vorrebbero intraprendere l'insegnamento: le colleghe spesso non sono collaborative, molte famiglie degli alunni appaiono tossiche o disfunzionali, il Ministero dell'istruzione e del (de)Merito non solo non contribuisce a finanziare in parte le abilitazioni che richiede o almeno, a ridurne i costi, ma non assume nemmeno chi passa il concorso con punteggi alti e, oltre a ciò, pensa a reintrodurre il latino facoltativo per le creature di seconda media mentre i problemi reali della scuola sono ben più grandi: innanzitutto sarebbe fondamentale organizzare un sistema più equo di reclutamento docenti che valorizzi il merito anche attraverso test psico-attitudinali. Servirebbe un sistema di reclutamento docenti che dia più certezze ai giovani e rispetti i loro sacrifici universitari e post-universitari: dopo la laurea nelle proprie discipline di insegnamento e dopo l'abilitazione (numero chiuso sulla base per l'appunto dei test psico-attitudinali) intorno ai 30 anni si diventa insegnanti statali con il posto fisso e con 2500 euro mensili di stipendio, punto! Abolirei l'inutile concorso e il ridicolo anno di prova.
Sarebbe poi importante affrontare l'attuale emergenza educativa attraverso l'istituzione di corsi di teatro a partire dalla seconda elementare, anche sul mettere in scena fiabe e favole, in modo tale che già da bambini vengano interiorizzate l'empatia e la propensione ai rapporti interpersonali, necessari nella vita di ognuno. Il teatro favorisce la cooperazione e sarebbe un buon strumento per contrastare episodi di bullismo e di emarginazione. Battute e storie da rappresentare sul palcoscenico a memoria, altroché le poesie a memoria! Queste ultime infatti provocano solo il danno di instillare già in tenera età l'idea che la letteratura sia una disciplina noiosa, da apprendere in modo meccanico! Bisognerebbe far ritornare in auge quelli che, quando mia mamma era bambina, venivano chiamati i "pensierini": piccoli temi che fanno parlare in modo semplice di se stessi e del proprio sentire a seguito di alcune esperienze, belle o anche tristi.
Altre questioni di vitale rilievo riguardano l'educazione all'accettare le proprie emozioni e all'osservazione della natura, sulle quali porre l'accento fin dalla scuola dell'infanzia attraverso albi illustrati e giochi in piccoli gruppi con la collaborazione di psicomotricisti.
E bisognerebbe assolutamente e seriamente considerare la necessità di introdurre, a partire dalla terza media, un'ora obbligatoria per la conversazione in lingua inglese, in modo tale che, intorno ai 19 anni, tutti i giovanissimi italiani abbiano un livello C1 in inglese, più che mai necessario nel mondo in cui viviamo, non un misero B2.
Don Milani, se vedesse la scuola del 2025, si rivolterebbe nella tomba!!!
Non nego affatto l'importanza culturale del latino: affermare che è una lingua morta e inutile è ignoranza, sostenere che "è una lingua logica che apre la mente" è invece un pregiudizio. D'altra parte, anche attraverso lo studio della matematica e delle scienze o l'apprendimento di materie più tecniche come estimo (presso gli Istituti Tecnici Geometri) si impara il ragionamento logico!
Oltre a ciò, attraverso lo studio e l'approfondimento di lingue moderne e le esercitazioni pratiche di analisi di un testo poetico di lingua e letteratura italiana si apprendono importanti capacità comunicative, funzionali a ragionare in modo critico nella vita adulta!
Sostengo inoltre che lo studio della geografia consentirebbe di stimolare la curiosità dei ragazzi verso altre tradizioni e verso altri paesi: è stata una stupidaggine eliminarla, proprio in un'epoca di sur-modernità e di globalizzazione, perché è una disciplina che è molto legata a questioni di antropologia, di letteratura, di storia e di musica.
Tra l'altro, attraverso la geografia e le scienze naturali si potrebbero introdurre dei laboratori con figure esterne (psicologi, neurologi e assistenti sociali) riguardo alla droga, alla prostituzione minorile e all'affettività.
Ritengo che alle medie i ragazzi siano ancora troppo piccoli e, con i tempi che corrono e con i "problemoni" che i pre-adolescenti hanno (alla meno peggio i genitori si separano o perdono il lavoro), è troppo presto per approcciarsi al latino, disciplina invece molto utile nelle scuole superiori per far sviluppare riflessioni linguistiche, anche attraverso confronti tra il latino di Cicerone e il latino tardo-antico o tra il latino di Ovidio e il latino medievale. Voglio dire che è necessario cambiare il modo di insegnarlo, riservando un minimo di considerazione anche per il latino cristiano e il latino medievale, quest'ultimo è molto più interessante del latino classico, o per dirla meglio, "del latino di Cicerone".
Si pensi piuttosto, per la secondaria di primo grado, ad una didattica semplice ma incisiva mediante le discipline già in vigore, che istituisca unità tematiche finalizzate a legare le scienze naturali con le lingue moderne, la storia con la tecnologia e l'arte, la letteratura con la musica.
Per quel che riguarda l'iniziativa del Ministro leghista a riprendere in mano la Bibbia... anche qui: dire che "questo provvedimento non è inclusivo per musulmani e atei" è una cretineria.
Se un insegnante, di tanto in tanto, collega un brano letterario o una vicenda storica a qualche frase di un brano biblico non sta costringendo i suoi alunni a pregare e questa iniziativa non è un'offesa per i credenti in altre religioni o per chi non crede in alcun Dio.
La Bibbia, nelle scuole pubbliche e per quel che riguarda l'area storico-letteraria, deve costituire di tanto in tanto uno strumento di legame prettamente culturale.
Poi chi vuole c'è l'adesione all'insegnamento della religione cattolica: in quest'ora settimanale facoltativa deve essere trattata in modo approfondito la figura di San Paolo oltre ai Vangeli e ad alcuni importanti libri dell'A.T.
Lasciatemi inoltre dire che un po' di storia della Chiesa non fa mai male! Ecco, e io direi: basta, nelle scuole superiori, a tematiche etiche complesse nell'ora di religione come ad esempio l'aborto o l'eutanasia!
Quanto al valorizzare l'epica e al far conoscere le saghe nordiche... io e Matthias ci troviamo molto d'accordo, al punto tale da sostenere che sia meglio istituire una nuova figura docente, un laureato o in lettere classiche o in lingue che si occupi, a partire dalla quarta elementare, di insegnare epica. Così l'insegnante di lingua e letteratura italiana può occuparsi soprattutto dei programmi di grammatica, produzione scritta e letteratura dell'Otto-Novecento, e ne ha già abbastanza così.
Si dovrebbero riservare più investimenti nelle scuole pubbliche e dovrebbero cambiare le menti sia di molti tra gli appartenenti alla categoria degli insegnanti sia di molti genitori invadenti e presuntuosi.
Oggi ho potuto ritagliarmi qualche minuto per osservarmi più attentamente allo specchio e ho notato il mio primo capello bianco, decisamente "fuori coro" in mezzo a ciocche dal colore della cioccolata calda. Ho già pensato ad un rimedio da attuare in piena primavera, entro Pasqua, che quest'anno cade tardi, nella seconda metà di aprile, quando più o meno tutti auspicheremmo a giornate e serate dalle temperature miti.
RispondiEliminaLa primavera dalle mie parti sta iniziando in questi ultimissimi giorni: su alcuni alberi stanno spuntando le foglie e i fiori e le giornate si sono già allungate. Questo ultimo inverno a mio avviso è stato lunghissimo... pensate soltanto che giovedì scorso, alle 7 del mattino nei dintorni di Sona, c'era soltanto un grado sopra lo zero. Con la mia tazza di te' tra le mani, ho subito pensato alla fiaba del 'Gigante Egoista', al punto in cui i doni della primavera, stagione della vita, della speranza e dei legami solidi, non giungono al giardino del Gigante, simbolo della forma più antica e più eterna di egoismo, di quell'egoismo di chi, essendo chiuso e incapace di relazioni, non si preoccupa delle conseguenze della sua mancanza di umanità e di gentilezza sugli altri.
Ad ogni modo, alla vista di quel capello bianco proprio sulla frangia il mio primo pensiero è stato: "Tra sei mesi esatti cambio decina."
RispondiEliminaTutti i nati nel mio stesso anno si troveranno ad accettare il passaggio ai 30 anni tondi tondi entro capodanno. In Italia siamo in 520.000 (pochini!) ad affrontare questo compleanno 'particolare'. Ma quest'età può ancora essere considerata 'il clou della realizzazione affettiva e professionale'? Personalmente non credo proprio.
Ho letto un articolo su una delle riviste alle quali mia mamma è abbonata: era una mail in forma di lettera, indirizzata al coordinatore della rivista, scritta da un signore che affermava che il nostro mondo è decisamente un bel posto in cui vivere e non potremmo desiderare un pianeta migliore e un'umanita' migliore dato che ci sono molte associazioni di volontariato, nelle scuole dirigenti e insegnanti sono molto più attenti rispetto a tempo fa ai disturbi di apprendimento, ci sono un sacco di ammortizzatori sociali, i bambini sono pieni di opportunità extra scolastiche, la scienza fa considerevoli progressi come anche la medicina, il politicamente corretto ha finalmente fatto capire alle persone che il razzismo, il bullismo, il sessismo e l'omofobia sono atteggiamenti sbagliati...
E qui qualche domanda me la sono fatta, dopo alcuni minuti di irritazione: chi scrive e sostiene cose del genere abbastanza probabilmente è un uomo tra i 50 e i 60, un cittadino di famiglia altoborghese che alla fine degli studi universitari, a 24 anni, sarà stato assunto nell'azienda in cui un suo parente era manager o dirigente, lì sarà stato trattato con i guanti di velluto in quanto "uomo" e in quanto raccomandato, ha condotto una vita molto serena senza mai vedere per davvero un povero o un immigrato.
Invece a me non piace il mondo del 2025. Era meglio il mondo di 15 anni fa. Cercherò di argomentare:
1) Quindici anni fa tanto per cominciare non c'era la guerra nell'Europa dell'est.
2) Quindici anni fa i social esistevano ma non erano così invasivi nelle nostre vite: ora sembra che, soprattutto per la fascia 14-28 anni, quel che avviene e quel che si posta sui social e sul web sia molto più importante della vita reale. A causa dei social e delle chat ad essi collegati ci sono gruppi che incitano al suicidio, all'autolesionismo e ai commenti volgari e sessisti. Tra l'altro sui social la gente o sfoga le proprie frustrazioni oppure mostra agli altri, con grande ipocrisia, una vita apparentemente felice e perfetta.
3) Quindici anni fa noi ragazzini venivamo educati da maestre, insegnanti, catechisti e animatori ad apprezzare anche gli aspetti più semplici della vita (un momento di riflessione con se stessi, un sorriso o un abbraccio in più). Adesso se si menzionano cose di questo genere si subiscono risatine oppure occhiatacce.
4) Quindici anni fa, anche se eravamo già una società sur-moderna oltre che consumistica, l'educazione affettiva veniva proposta con criterio: si raccomandava di condividere emozioni, progetti e intenzioni per il futuro ed idee prima di donarsi con il corpo. Eppure ora questa concezione dell'affettivita' è considerata moralistica e antiquata.
5) Quindici anni fa le idee di estrema destra erano ritenute scandalose e sbagliate. Ora, dopo una pandemia, con la crisi economica e in aggiunta la rielezione del vecchio pazzo dal ciuffo di gallina (eletto molto volentieri dagli americani ignoranti) che mette i dazi, idee post fasciste o simil-naziste sono vive più che mai. E infatti si disprezza lo straniero e spesso non lo si accoglie. Oltre a ciò, le persone sono piu' aggressive e molto meno o solidali.
6) Quindici anni fa, a 30 anni, molti giovani potevano costruirsi una famiglia tutta loro, anche in Italia. Ora i lavori di noi trentenni sono precari, quasi sempre a termine.Oppure, come nel caso di Matthias, parte dei trentenni, oltre a lavorare, sta affrontando un percorso accademico ora, dopo un mancato orientamento e dopo anni difficili dal punto di vista familiare. Come facciamo a credere in un futuro migliore, nonostante i nostri titoli di studio, le nostre competenze, i nostri sogni e le nostre capacità? Cosa dobbiamo fare per ottenere stabilità economica, fare parapendio sull'Everest?
RispondiElimina7) In alcuni stati del mondo regnano dittature feroci (si pensi all'Iran, alla Corea del Nord e all'Afghanistan.
8) Le disuguaglianze socio-economiche non solo tra nord e sud del mondo ma anche all'interno di uno stesso stato sono troppo accentuate.
Alla faccia del fatto che viviamo in un mondo "bellissimo"!!!
Cosa ci salva dalla deriva etica e umana? La cultura? L'educazione familiare? Le esperienze di vita? O gli incontri con le persone più incisive e più significative per noi?