"Racconto di due stagioni" è un film di Nuri Bilge Ceylan, regista turco che, dopo gli studi in Ingegneria, si appassiona alla fotografia mentre frequenta la scuola di cinema "Mimar Sinan" ad Istanbul.
Ceylan raggiunge la fama con il film "Uzak" che vince il Festival di Cannes mentre, circa dieci anni dopo, un altro suo film intitolato "Il regno d'inverno" ottiene la Palma d'Oro.
Il titolo:
Turchia, regione dell'Anatolia, anni 2000.
Nel territorio dell'Anatolia ci sono solo due stagioni: l'inverno, molto nevoso, e l'estate, secca e torrida.
Penso che le due stagioni simboleggino la condizione in cui si sente il protagonista: in inverno la neve copre l'erba e le impedisce di emergere, in estate invece l'erba diventa presto secca e gialla.
Samet dice che il contesto in cui vive, per me identificabile nella neve, lo fa sentire un talento sprecato: a causa dei decreti ministeriali infatti si trova costretto ad insegnare in una regione all'estrema periferia della Turchia quando invece vorrebbe avere un posto ad Istanbul.
Inquadrature della cinepresa e la Turchia di Erdogan:
Si tratta di un film lento.
In alcune scene Ceylan si sofferma molto sul bianco intenso della neve che ricopre i campi e che ben evidenzia una natura immobile, statica.
Forse è una natura che non rimanda soltanto a Samet ma anche alla Turchia contemporanea che, pur secolarizzandosi, è ancora nazionalista e piena di ammirazione per la figura di Ataturk, il cui mausoleo ad Ankara è destinazione di molti pellegrini.
Si tratta delle due facce della Turchia di Erdogan: da un lato nostalgica dell'imperialismo e affezionata ad un Islam politico che non permette uno sviluppo democratico, dall'altro invece, uno stato in cui il livello di istruzione si sta ampliando e in cui l'economia sta sviluppando l'imprenditoria.
Il protagonista:
Samet è altezzoso, si comporta male con le persone del villaggio dell'Anatolia e si rivela subdolo, sarcastico, freddo.
Insegna Arte senza passione né motivazione, in classe appare spesso annoiato, non si preoccupa di interessare gli studenti agli argomenti del programma e li tratta in maniera molto dura; se non rispondono alle sue aspettative li punisce o, se lo fanno arrabbiare, lancia i gessetti della lavagna.
Non c'è, nel corso del film, un cambiamento nel suo modo di insegnare né di essere.
Questo professore indirizza agli alunni appellativi offensivi e frasi tutt'altro che incoraggianti come ad esempio "esseri microcefali", "la vostra istruzione è una formalità, tanto voi da grandi coltiverete patate e farete i contadini".
Alcuni ragazzi provano a informare il preside a proposito dell'antipatia che Samet ha per loro.
Il preside, nel corso del film, rimprovera spesso Samet ma i suoi non risultano ammonimenti efficaci.
Samet inoltre prende di mira una ragazzina: all'inizio è tra le sue alunne preferite ma, dopo alcuni comportamenti indiscreti, lei lo denuncia al preside. La conseguenza è l'astio che l'insegnante prova poi verso di lei, ad esempio allontanandola dalla classe senza motivo.
Il film non si sofferma mai sui rapporti tra insegnanti e famiglie e per me questa è una lacuna della proiezione.
Per il protagonista di "Racconto di due stagioni", la relazione con questa professoressa diventa un'avventura di una notte dopo una cena in un ristorante: tuttavia Samet non mantiene la promessa fatta alla collega, dato che riferisce al coinquilino, tramite una serie di allusioni, di aver avuto un rapporto con lei.
Un film sulla natura umana?
Non c'è, in questo film, una figura totalmente positiva ma nemmeno totalmente negativa: tutti hanno luci ed ombre.
In ogni caso il personaggio principale è una figura negativa di insegnante.
Se da un lato credo che l'autorevolezza, la severità e la serietà siano fondamentali per chiunque sia un insegnante, soprattutto per farsi rispettare dagli studenti e per non mettersi mai al loro livello dato che non sono amici di adulti tenuti ad educarli e istruirli, dall'altro non è bene adottare atteggiamenti annoiati, cinici e nemmeno un autoritarismo arrabbiato che rivela frustrazione e incapacità di vera relazione.
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