Nel suo saggio: ”Tra i cinesi che sognano Ulisse”; Magris afferma che:” Oggi più che mai vivere significa viaggiare
(…). La condizione spirituale
dell'uomo come viaggiatore (…) è anche la situazione concreta per
masse sempre più vaste di persone. Sempre più incerto, nelle
vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno -materiale e
sentimentale- a se stessi. (...) . L' Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico, che alla fine ritorna a casa,ma piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato. ”
Nella letteratura
antica, vi sono alcune celebri opere che illustrano il viaggio come
un percorso di formazione personale e come prova di conoscenza e di
astuzia nell'affrontare situazioni difficili.
Un esempio significativo è “l'epopea di Gilgamesh”.
Questo poema epico
narra l' intricata storia di Gilgamesh, un eroe che deve
compiere un lungo viaggio fatto di prove, di speranze e delusioni .
Dopo essere giunto al traguardo, comprende però che non ha trovato
ciò che cercava ma ha compiuto una maturazione personale faticosa e
alla fine giunge a comprendere il senso dell'esistenza.
Nell'Odissea di Omero, è possibile notare che il
viaggio di Odisseo comporta sia il raggiungimento della meta, sia il
superamento di numerosi ostacoli, sia la verifica di molte
esperienze. La vita di un essere umano è paragonabile ad un viaggio
dal momento che consiste nell'affrontare difficoltà, nell'imparare
dalle esperienze vissute e nel relazionarsi con il prossimo. Il
raggiungimento della meta o il ritorno sono paragonabili al traguardo
che, anche nella vita reale, dopo una serie di vicissitudini, viene
raggiunto. Il viaggio è quindi un'occasione per riflettere sulla
propria esistenza.
Tuttavia, è necessario precisare che non tutti i viaggi
implicano il raggiungimento di una meta o il ritorno a casa. La
storia del passato offre numerosi esempi di viaggi senza ritorno e
tra questi, è possibile menzionare il tragico avvenimento della
Shoah dove milioni di ebrei, durante la seconda guerra mondiale, sono
stati deportati nei campi di sterminio.
Uno dei fenomeni più sconcertanti del nostro tempo, è
l'immigrazione da parte di individui che, costretti dalle loro
condizioni di miseria, si imbarcano per raggiungere terre lontane
allo scopo di realizzare il sogno di una nuova vita. Nella maggior
parte dei casi, questi viaggi di massa implicano incertezza nel
raggiungimento della meta dal momento che i mezzi di imbarcazione
sono obsoleti e le condizioni degli stessi immigrati sono
estremamente precarie.
Un altro aspetto molto rilevante è descritto da
Todorov, che nel suo saggio “Noi
e gli altri”, asserisce: ”Il viaggiatore aveva un pregiudizio
favorevole nei confronti di popoli e di contrade lontane e cercava di
descriverli....Ora l'uomo moderno è incalzato. Il turista farà
quindi un'altra scelta : le cose e non più gli esseri umani saranno
oggetto della sua predilezione....”
In questo pensiero è spiegata la profonda differenza
tra l'atteggiamento di chi vive la sua esistenza come un viaggiatore
e l'atteggiamento di chi la vive come un turista.
Il viaggiatore infatti è disposto ad incontrare altre
culture e a dialogare con altri popoli, che manifestano attitudini
diverse dalle sue.
Gli altri popoli sono tutte quelle persone che noi
incontriamo nel cammino della vita talvolta con un atteggiamento di
calorosa accoglienza e di apertura mentale, talvolta con diffidenza e
con sospetto.
Se un individuo è consapevole del fatto che un viaggio
comporta non solo piacere e divertimento, ma anche impegno e fatica,
comprende allora che questo tipo di esperienza è utile per
arricchire se stesso e gli altri.
Il turista, al contrario, quando viaggia si sofferma
unicamente su oggetti e paesaggi senza preoccuparsi di dialogare con
persone diverse da sè.
A questo proposito, Todorov aggiunge:” l'assenza di
incontri con soggetti differenti è molto riposante perché non mette
in discussione la nostra identità ….”
E' molto difficile entrare
in contatto con gli altri, offrire loro aiuto e comprensione.
Il turista gusta la vita come se fosse una vacanza, non
si accorge di avere conoscenze superficiali e non è interessato a
guardare in profondità.
Quindi, vive il suo viaggio senza lasciare una traccia
significativa di sé.
Davvero un bel tema!
RispondiEliminaGrazie :-) !! Ho cercato di fare del mio meglio!
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