Hanno anche fatto un bellissimo film!
E' il 1940. I bombardamenti distruggono Londra e seminano morti, terrore e angoscia. Per questo la madre di quattro fratelli, Peter, Susan, Edmund e Lucy, decide di separarsi da loro e di farli trasferire nelle campagne del Nord, più sicure e isolate. I quattro ragazzini vengono allora ospitati nell'enorme casa di un anziano professore.
In una mattina piovosa, dopo la colazione, Lucy, la più piccola, entra in un grande armadio di legno e qui scopre un nuovo mondo.
"... Dietro la prima fila di pellicce ce n'era un'altra. Lucy fece qualche passo, tenendo le braccia tese in avanti: non voleva sbattere improvvisamente contro la parete dell'armadio. Un passo, due, un altro. All'interno era buio, Lucy non vedeva niente e per quanto annaspasse con le mani non incontrava che il vuoto. Continuava ad avanzare e a scostare le pellicce per farsi spazio. Poi cominciò a sentire qualcosa che scricchiolava sotto le scarpe. -Ancora naftalina?-si domandò, chinandosi per sentire con le mani. I polpastrelli rivelarono qualcosa di morbido, sottile come sabbia e freddissimo. -Molto strano, sembra neve- mormorò Lucy. Un attimo dopo sentì contro il corpo e il viso qualcosa di duro e ruvido, perfino pungente. - Sembrerebbero rami d'albero- bisbigliò, sempre più sbigottita. E allora vide una piccola luce che brillava lontano, dritto davanti a lei. Lucy si rese conto che dove avrebbe dovuto esserci la parete di fondo dell'armadio c'erano invece alberi."
Durante la sua esplorazione di quel bosco magico immerso nel gelo della neve, Lucy incontra un fauno, il signor Tumnus.
Tumnus poi la invita nella sua caverna per la merenda e proprio in questo punto egli rivela alla bambina che in quel mondo chiamato Narnia c'è un inverno perenne a causa della malefica Strega Bianca, regina illegittima. Poi, piangendo amaramente, il fauno dice a Lucy di essersi messo al servizio della sovrana promettendole di rapire tutti i bambini che avesse incontrato per portarli nel suo castello.
Tumnus però, già affezionato a Lucy e colpito dalla sua bontà e della sua gentilezza, la riaccompagna al lampione.
"-Non potrei farti una cosa tanto brutta, ora che ti conosco. Lo capisco da solo, sai. (...) Andiamo via subito. Ti riaccompagnerò al lampione e spero che riuscirai ad arrivare in fretta al regno di Stanza Vuota. Filiamo via, senza farci vedere. Lei ha spie dappertutto. Persino certi alberi...
(...) Nevicava ancora. I due viandanti camminavano in fretta, quasi furtivamente, senza aprire bocca e scegliendo i sentieri più bui e nascosti. (...) "
Che bella figura Lucy! Credo sia la migliore dei quattro. Dolce, fantasiosa, sincera, gentile, simpatica, rappresenta il calore umano e l'alta sensibilità artistica in grado di far commuovere le persone.
Come avrete potuto comprendere, Narnia è un regno dominato da un clima opprimente, tipico dei totalitarismi del XX secolo. E' utile sottolineare a questo proposito l'importanza della stagione in cui inizialmente è ambientata la storia proprio perché l'inverno sta ad indicare la diffidenza e il sospetto verso reali, possibili e presunti trasgressori delle regole di una dittatura. In un clima politico autoritario, la freddezza schiaccia il calore umano. Dialogo, libertà di pensiero e di espressione, manifestazioni di affetto sincero... tutto ciò è bandito in uno stato oppresso da un governo dispotico.
Quando Lucy racconta questa avventura ai fratelli, loro non le credono.
Peter, il maggiore, è un ragazzo molto buono. Dovrebbe avere intorno ai quindici anni. Responsabile e attento verso gli altri tre fratelli, mite, paziente e... giusto.
Susan appare un po' antipatica all'inizio, quando tratta duramente Lucy e rimprovera Peter di non prendere per il verso giusto i due fratelli più piccoli. Poi, però, nel corso dell'avventura, si rivela sveglia e piena di buon senso.
Edmund è il più problematico. La prima volta che entra nel regno di Narnia, una notte, seguendo Lucy di nascosto, incontra la slitta con la Strega Bianca. Il ragazzino si fa corrompere dalla Strega, che gli offre dei dolcetti squisiti promettendogli di farlo diventare re di Narnia e convincendolo a tradire i suoi fratelli. La regina infatti vuole conoscere i quattro ragazzini al solo scopo di ucciderli, per continuare a mantenere il suo potere.
Edmund, dopo questo incontro, diventa cattivo, scostante, sprezzante e bugiardo.
E' stato corrotto dal male. Come Adamo si è fatto corrompere dal serpente che l'ha indotto a mangiare i frutti dell'albero proibito per poter diventare potente come Dio. Però quelli della regina erano dolci e non mele.
Successivamente, anche Susan e Peter entrano nel regno. I quattro ragazzini vivono allora un'intensa
avventura in mezzo al bosco, accompagnati da due castori che vogliono condurli all'accampamento del leone Aslan, il legittimo re di Narnia.
Nel frattempo, durante la marcia con i castori, Edmund è fuggito di nascosto ed è ritornato dalla regina la quale, furiosa per averlo visto solo senza i fratelli, l'ha reso suo schiavo.
Man mano che Peter, Susan e Lucy percorrono i sentieri boscosi che costeggiano il fiume, il gelo dell'inverno lascia spazio all'arrivo della primavera: spuntano i primi fiori e compaiono i primi uccellini che cantano sugli alberi.
Dunque, la speranza di un miglior governo e di un clima sereno e pacifico comincia a farsi strada tra le creature fantastiche e gli animali parlanti del regno. Aslan è la loro speranza, è il Messia che migliorerà la situazione.
Aslan invia un esercito di unicorni al palazzo della regina e in questo modo riesce a liberare Edmund e a riportarlo vivo e salvo ai fratelli.
La Strega Bianca però non è soddisfatta... Infatti, poco dopo lei stessa giunge da Aslan per chiedergli di restituirle Edmund, in modo tale da poterlo uccidere. Alla fine di un lungo colloquio tra il leone e la strega, Aslan decide di sacrificarsi al posto di Edmund.
Aslan è Gesù che decide di morire per salvare l'umanità dal male.
Edmund infatti, sebbene si sia pentito di ciò che ha fatto ai fratelli, non è ancora del tutto libero dal male. Edmund è un traditore, come Giuda, però è anche come tutti noi umani: fragili, sempre tentati a compiere il male e mai del tutto innocenti.
Sopraggiunta la sera, Susan e Lucy seguono il maestoso leone fino alla Tavola di Pietra, luogo in cui egli deve immolarsi. Le due ragazzine rappresentano sia i discepoli di Cristo, pieni di affetto verso di lui ma impotenti verso l'enorme gravità del male che incombe; ma anche le donne che si recano al sepolcro. Per tutta la notte infatti, Susan e Lucy piangono la morte di Aslan chinandosi sul suo corpo.
Il romanzo descrive bene sia la notte in cui Aslan viene ucciso che gli istanti che precedono l'assassinio:
"In lontananza, dove finiva il grande prato su cui era montata la tenda e cominciava il bosco, videro il leone che se ne andava lentamente. Le due ragazze non ebbero bisogno di consultarsi, si misero subito a seguirlo. Salirono per il pendio che portava oltre la valle e girarono a destra. Evidentemente Aslan seguiva la strada che avevano fatto quel giorno, diretto alla Tavola di Pietra. E camminava, camminava nell'ombra del bosco e nelle radure illuminate dal chiaro di luna, e di nuovo nel folto del bosco. Susan e Lucy avevano i piedi bagnati per la rugiada che inzuppava l'erba, ma non se ne curavano. Aslan, davanti a loro, sembrava in qualche modo diverso dal grande leone che avevano conosciuto: camminava trascinando la coda per terra, a testa bassa e lentamente, come se fosse stanco, stanco, stanco. (...) -Oh, bambine. Perché mi avete seguito?
-Non riuscivamo a dormire-rispose Lucy e non aggiunse altro, perché in qualche modo era sicura che Aslan conoscesse i loro pensieri. (Proprio come Dio conosce i pensieri degli uomini).
-Possiamo venire con te?- chiese Susan- Non importa dove.
-Mi farebbe piacere avere compagnia stanotte- mormorò il leone. Poi fece una pausa, come per riflettere prima di decidere-Venite pure, ma promettetemi che mi lascerete solo quando ve lo dirò. (...)
Mi sento triste a abbandonato. Mettetemi la mano sulla criniera e andiamo avanti così. Sentirò che mi siete vicine."
Questo punto ricorda l'agonia nell'orto degli ulivi, poche ore prima dell'arresto di Gesù. Anche qui: l'angoscia di Aslan è reale, perché sa che sta per andare incontro alla morte. Come l'angoscia di Cristo che suda sangue mentre prega Dio Padre, mentre si sente solo e abbandonato. ("Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?" è l'esclamazione che riportano i Vangeli).
La scena della morte di Aslan richiama proprio tutto ciò che Cristo ha subìto da parte degli uomini, senza difendersi.
Come Gesù, Aslan non si difende mai dalle prese in giro, dalle percosse, dagli insulti.
Fino al punto in cui la strega, che, come avrete intuito anche voi rappresenta il demonio, poco prima di infilzargli la lancia nel petto, gli dice:
"-Dunque, chi ha vinto? E tu, pazzo, credi che con questo salverai il traditore? Io ti ucciderò al posto suo, come era nel patto: così la Grande Magia sarà rispettata. Ma quando sarai morto, chi mi impedirà di uccidere anche lui? Chi lo strapperà dalle mie mani, allora? Mi hai consegnato, e per sempre, il regno di Narnia. Hai perso la tua vita ma non hai salvato quella di lui. Muori nella disperazione!"
A volte il male sembra trionfare sul bene. Anzi, tutti noi, più volte, abbiamo avuto questa impressione nel nostro percorso di vita. Chi fa il bene è debole e soccombe, chi compie il male è forte e potente e dunque riesce sempre a trionfare.
Ma non è così perché Aslan, la mattina dopo, risorge. Proprio come Cristo... anzi, addirittura più rapidamente di Cristo.
"(...) Fu allora che, mentre spuntava il sole, sentirono dietro di sé un rumore fortissimo, il fragore assordante di un lastrone gigantesco che si spacca. -Cos'è stato?- chiese Lucy, afferrando intimorita il braccio di Susan. -Ho... Ho paura di voltarmi- rispose Susan- Dev'essere successo qualcosa di terribile. (...) Nella luce del sole nascente tutto sembrava diverso: i colori e le ombre erano mutati a tal punto che in un primo momento non videro la cosa più importante. Poi sì: la grande Tavola di Pietra si era rotta in due pezzi, lungo una fessura trasversale che andava da parte a parte. E il corpo di Aslan non c'era più. (...) -E' terribile- esclamò Lucy, rimettendosi a singhiozzare- Potevano almeno lasciarci il suo corpo! -Chi ha fatto una cosa simile? C'è un'altra magia?- si chiese Susan. -Sì, c'è un'altra magia- rispose una voce profonda alle loro spalle. Le due bambine si guardarono intorno Là, splendido nella luce del sole nascente, c'era Aslan."
Aslan, una volta caricate sulle spalle le due ragazzine, attraversa le valli e il folto bosco per giungere presso il campo di battaglia dove Peter e il suo esercito stanno combattendo contro la regina e le sue schiere.
C'è un particolare affascinante, sicuramente meritevole di una seria riflessione: la strega bianca odia sia i suoi sudditi che i suoi orridi cortigiani. La sovrana infatti trasforma in statue tutti coloro che osano contraddirla con un "bah".
Verso la fine del romanzo (e anche del film), Aslan, una volta risorto e prima di comparire nella grande battaglia finale, giunge con Lucy e Susan al castello della Strega. Nel cortile e in tutte le stanze trova nani, elfi e animali pietrificati, completamente immobili. Per ridonare loro la vita, il leone soffia con il suo fiato caldo sulle statue.
L'espressione "pietrificato dal male" è densa di significato. Quando una persona di buon animo e di grande sensibilità è circondata da indifferenza, invidia e cattiveria si avvilisce. Dal momento che odia il male e le ingiustizie, dapprima magari si indigna, promettendo a se stessa di non farsi mai condizionare dalle pessime persone che la circondano. Poi però, rimasta nella solitudine a osservare il male quasi da spettatrice, sprofonda in un'intensa malinconia e in un cupo pessimismo che oscura le speranze ma anche la voglia di agire in modo contrario e di mettersi in gioco.
Fino al punto in cui si sente talmente sola, indifesa e non valorizzata che sprofonda nella depressione, priva di aspettative verso il futuro. Questo è successo a molte persone intelligenti e piene di risorse morali in quei periodi storici di guerre, dittature e razzismo.
Se davvero la risurrezione di Cristo è il trionfo del bene sul male e dell'amore sull'odio, allora l'alito di Aslan è il messaggio di pace e di speranza che il Cristianesimo propone all'umanità, soprattutto ai sofferenti e agli avviliti.
Di simbologie qui se ne trovano fino a stancarsi...
Ad ogni modo, nel libro sono molto suggestive le descrizioni che l'autore fa a proposito di paesaggi notturni:
"Il paesaggio notturno era molto bello e sarebbe stato meraviglioso poterlo ammirare da una casa comoda e riscaldata, seduti in poltrona, vicino alla finestra. Ma anche camminando nella neve, con il fagotto sulle spalle, la piccola Lucy si godette il primo tratto di strada come se si trattasse di una gita. (...) Alzò gli occhi ad ammirare le stelle innumerevoli e la luna d'argento nel cielo, poi le alte cime degli alberi scintillanti di neve e giù, giù, la cascata di ghiaccio lucente e il fiume serpeggiante."
Stupendo, affascinante e anche rilassante... adatto ad un incontro culturale per adulti che vogliono approfondire tematiche cristiane e adatto anche, a mio avviso, ad un grest estivo.
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