La nostra storia è stato l'ultimo film che ho visto prima di partire per le ferie, più agognate che mai quest'estate. Si racconta, in poco più di due ore di proiezione, buona parte della vita professionale, familiare e sociale di Hector Abad Gomez, ottimo medico e docente universitario, padre premuroso e zelante attivista sociale. Gomez non frequentava mai messe, chiese e parrocchie... Eppure era una persona piena di valori, di larghe vedute, decisamente più umano e più coerente di alcune figure ecclesiastiche dell'America Latina.
Siamo nella Colombia degli anni '70 e '80, a Medellin.
1) CONTENUTI DEL FILM:
Il film presenta una famiglia felice e vivace in cui regnano i valori dell'affetto, dell'aiuto reciproco e della solidarietà: Cecilia ed Hector sono infatti due genitori di sei figli, i quali, man mano che crescono, apprendono sia lo stile di vita cristiana sia l'importanza del prendere posizione e del lottare per rendere il mondo un posto migliore.
Cecilia è cattolica, è la nipote di un arcivescovo. Hector non si dichiara mai ateo ma crede fermamente nei valori dell'onestà, dell'equità sociale e del progresso della medicina. È un idealista che non soltanto sogna, ma lavora per "guarire" il clima socio-politico di una Colombia dilaniata dalla violenza di narcotrafficanti e gruppi militari.
Questo film dedica diverse scene al suo operato come docente universitario, che porta non soltanto gruppi di studenti ma anche il suo omonimo figlio negli ospedali, a contatto con chi soffre. Hector era uno dei maggiori promotori del sud America di vaccini contro quelle che nel secolo scorso erano delle malattie mortali: a Medellin, i suoi figli sono i primi giovanissimi a sottoporsi alla vaccinazione anti-polio.
Hector Abad Gomez era indubbiamente una personalità dotata di un'enorme e ammirevole forza interiore; per la maggior parte della sua vita è stato in contrasto con la politica degli anni in cui è vissuto. Hector lottava a favore di un sistema democratico e anche a favore del progresso culturale della Colombia. Nel corso della sua vita ha sviluppato anche dei programmi di salute pubblica a favore dei poveri di Medellin: d'altra parte, come ripeteva sempre ai suoi studenti, le cinque "A" per poter vivere bene consistono in: Aria, Acqua, Alimenti, Abiti, Affetto. In questo suo discorso sembra quasi di sentire Leone Ginzburg:
Non ho mai ritenuto che il mio ruolo di professore implicasse una rinuncia ai miei diritti di cittadino e alla libera espressione delle mie idee e opinioni.
Non c'è film più adatto di questo per l'epoca in cui viviamo, ovvero, per quest'epoca di valorosi eroi dei fine settimana che protestano nelle piazze contro i "Green Pass" e contro i vaccini. I miei complimenti! Battetevi e morite, morite con dignità per le vostre sacre idee di libertà, magari contagiandovi a vicenda di ignoranza e di idiozie prima che di Covid.
Cari No-vax, cari complottisti e salvatori della nostra patria, paladini di verità, custodi del libero pensiero, urlate, urlate pure come primitivi della foresta nelle piazze cittadine. Create pure le vostre espressioni originali e raffinate per esprimere giudizi su tutto il nostro personale sanitario. La variante Delta apprezzerà moltissimo tutto questo, vi verrà incontro a braccia aperte con un sorriso smagliante e, soprattutto, con la buona intenzione di portarvi in uno dei posti più felici che esistano sulla faccia della Terra: il letto d'ospedale.
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Certamente c'è un'ignoranza culturale. Anch'io mi sento, per un certo verso, culturalmente ignorante. D'altronde è impossibile approfondire e studiare tutto: sono una linguista, ho intrapreso un percorso di studi per insegnare materie letterarie nelle scuole secondarie quindi non saprò mai molto di matematica, di fisica o di chimica. Non ero idonea ad intraprendere facoltà scientifiche e non avrei mai voluto studiare Medicina o Scienze Infermieristiche. C'è un'ignoranza culturale, con la quale tutti abbiamo a che fare, ma c'è anche un'ignoranza etica a mio avviso: ognuno dovrebbe assumersi conseguenze e responsabilità delle scelte che compie, anche se per l'imbecillità non c'è un vaccino. O meglio, la letteratura, la storia e la linguistica sarebbero anche degli strumenti di prevenzione contro la stupidità, ma risultano più efficaci sui soggetti in età evolutiva. Per gli adulti c'è poco da fare!
Grazie ai vaccini sono state sconfitte malattie temibili e pericolose come il tetano e il vaiolo. Nel mondo occidentale, grazie ai vaccini sono divenute rarissime altre malattie come la rosolia, la difterite e il morbillo. Riflettete su questo.
Mi sento di aggiungere solo una cosa prima di continuare a recensire il film: a quei trentenni che perdono il loro tempo ad esibire, sui social media, lunghe, sterili e inutili discussioni sui vaccini anti-Covid, dico: vergognatevi! Siete già vecchi interiormente, siete la generazione che sa soltanto lamentarsi di tutto invece di rimboccarsi le maniche, come fanno alcuni un po' più giovani di voi. Alcuni vostri coetanei sono stati in terapia intensiva e hanno rischiato di rimetterci le penne per questa bestia di virus. E sotto l'equatore ci sono milioni di africani e di sudamericani che vorrebbero sottoporsi alle vaccinazioni per immunizzarsi, fra le tante difficoltà della vita, ma che non possono, a causa di sporchi e ingiusti traffici commerciali che privilegiano Cina, Europa e Stati Uniti. Riflettete su questo e fatevi un grande esame di coscienza, prendendo atto del fatto che siete come le fragole in aprile: immaturi.
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Nella Colombia di quegli anni gli ambienti accademici erano luoghi tumultuosi e pericolosi, di manifestazioni giovanili contro le dittature militari che si susseguivano.
Purtroppo a Hector muore una figlia, un'adolescente meravigliosa: Marta, la quartogenita, è deceduta a 16 anni a causa di un melanoma della pelle. Sapeva le lingue, sapeva cantare e suonare più strumenti. Il film ci mostra la vitalità e il sorriso di Marta, un po' stanco e tirato nei momenti della malattia. Dopo la morte di questa ragazzina speciale, Hector decide di dedicare più tempo alla politica e all'attivismo. Si raffredda un po' il rapporto con la moglie e con gli altri figli. Come se, con la morte di Marta, si fosse estinta "l'anima vitale" della sua famiglia.
Suo figlio Hector, una volta divenuto adulto, ha scritto un libro sull'operato di suo padre intitolato L'oblio che saremo. Ma, da ragazzo, contestava la figura paterna dal momento che gli sembrava esagerata la sua dedizione al sociale: da quando mia sorella è morta ti occupi solo dei problemi degli altri e mai della nostra famiglia.
E si sente rispondere: nessun problema è solo degli altri.
La famiglia Gomez è una delle poche famiglie colombiane di condizione benestante visto che può permettersi di mandare i figli all'estero per motivi di studio. In effetti, Hector junior si reca presso l'Università di Torino per alcuni anni.
Hector si candida come sindaco di Medellin a metà degli anni '80. Alla domanda: il suo partito è di destra o di sinistra? risponde con molta arguzia: Io sono un medico, quandi so che a sinistra ho il cuore, al centro il cervello, a destra la bile.
Purtroppo Hector Gomez è stato assassinato a Medellin nell'estate dell'87, di mattina, davanti ad una sede di sindacato. Aveva 67 anni, era Presidente del Comitato per i Diritti Umani e insegnava ancora e, pochi giorni prima, si era proclamato orgoglioso di far parte della "lista nera" del governo, una lista che girava fra le mani dei cittadini e nella quale vi erano decine di nomi di oppositori al regime che dovevano essere eliminati.
2) IL CATTOLICESIMO NEL FILM:
Non ci sono figure di chiesa molto positive nel corso del film, lo ammetto. Il primo personaggio è Suor Josefa, alla quale, per un periodo, Cecilia aveva affidato l'educazione, soprattutto religiosa, dei due figli più piccoli (Hector è il quinto figlio).
Questa suora ha fatto sua una teologia a mio avviso deleteria e bigotta che consiste soprattutto in una logica di meriti e castighi. Il principale merito consiste nel frequentare la messa e nel recitare il rosario ogni sera. Questa affermazione ne è la prova più lampante: Vostro padre non va mai a messa, per questo andrà all'inferno.
Un'altra figura arcigna è proprio lo zio arcivescovo che frequenta di tanto in tanto la famiglia Gomez. L'unica domanda che l'ecclesiastico rivolge a Hector è questa: "Si ricorda di Dio ogni tanto? Si ricorda di onorare il nostro Signore recandosi alla messa?"
Mai una volta, nel corso della proiezione, il teologico si sforza di dialogare e di trovare dei punti di contatto con quella laicità che ha a cuore la giustizia e la semplicità.
Alcuni fra gli interrogativi che lo spettatore del seguente film deve porsi sono questi: certi principi laici sono così distanti dai fondamenti della fede? Cosa significa credere? Che cos'è la religione?
3) RIASSUNTO DELLA STORIA DELLA COLOMBIA:
Affascinata dal valore storico di questo film e incuriosita da ciò che mostrava al pubblico in una delle serate di cinema all'aperto, ho voluto cercare su un'Enciclopedia ulteriori informazioni sulla storia della Colombia. Voglio però precisare una cosa: questo che vi propongo qui sotto è un riassunto delle fasi principali e delle date più determinanti. Per informazioni più dettagliate sulle politiche dittatoriali nell'America Latina degli anni '70 e '80 dovreste cercare altrove.
Nell'antichità, in quel che ora è lo stato della Colombia, vivevano i Chibcha, un popolo suddiviso in cinque classi sociali: sacerdoti, guerrieri, commercianti, artigiani e coltivatori. I Chibcha vivevano in case dal tetto piramidale, costruite con paglia o tronchi di legno. Erano politeisti: due delle divinità più importanti erano Chiminagua, dio supremo dell'Universo, e Nemtacoa, dio dei boschi e delle arti figurative.
Nel 1499 Amerigo Vespucci aveva scoperto la costa settentrionale della Colombia. Con l'inizio del XVI° secolo dunque, gli spagnoli si erano imposti sui Chibcha sottomettendoli e opprimendoli e av evano inoltre importato nel loro territorio molti schiavi dall'Africa per sfruttarli per bene nelle coltivazioni delle piantagioni.
Nel 1538 Jimènez de Quesada aveva fondato Bogotà.
Alla fine del Settecento erano sorti i primi movimenti di indipendenza contro il dominio europeo e, nel 1819, Simòn Bolivar era divenuto il primo Presidente della Repubblica della Colombia, territorio che comprendeva anche l'Ecuador, il Venezuela e Panama. Nel 1903 c'è stata la secessione di Panama e, pochi anni dopo, anche del Venezuela e dell'Ecuador.
Durante il secondo conflitto mondiale la Colombia era schierata, a partire dal '43, a fianco degli Stati Uniti.
Verso la metà degli anni '60 in Colombia era iniziata una guerra civile fra governo, comunisti e gruppi para-militari che promuovevano il traffico di droga.
Non dimentichiamo che la Colombia è il massimo esportatore mondiale di cocaina, sostanza che, per la maggior parte dei contadini del secolo scorso, era l'unica e possibile fonte di guadagno.
Nelle bidonvilles di Bogotà avveniva e avviene tutt'oggi lo smistamento di droga. Questi luoghi però, negli anni '60, erano tormentati anche dal terrorismo urbano che compiva atti di delinquenza e imponeva un clima omertoso.
Alla fine degli anni '60 in Colombia sono state fondate le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), di stampo comunista e appoggiate dai narcotrafficanti, e l'EPL (Esercito Popolare di Liberazione), di matrice castrista.
Nel corso degli anni '70 la Colombia ha subìto un'esplosione demografica che era causa di disoccupazione e di delinquenza.
Nel corso degli anni '70 era inoltre stato fondato l'M-19, movimento extra parlamentare rivoluzionario di estrema sinistra formato dai più fedeli seguaci di Pinilla. Il suo nome prendeva origine da una data, il 19 aprile 1970, data in cui il generale Gustavo Pinilla aveva perso le elezioni, secondo i suoi seguaci a causa di brogli elettorali. Nel '70 aveva invece vinto le elezioni, che si erano svolte in maniera democratica, Pastrana Borrero, conservatore.
Con l'elezione di Betancur, nell'82, aveva avuto inizio una campagna di pacificazione della Colombia attraverso il dialogo con i gruppi para-militari. Era però difficoltoso trattare amnistie con le forze militari che praticavano violenze quotidiane. Ma l'M-19 aveva occupato, nel novembre dell'85, il Palazzo di Giustizia di Bogotà per chiedere "un processo pubblico" sulle cause che ritardavano la pace fra le forze vive del paese. Molti giudici trattenuti come ostaggi all'interno della struttura erano stati uccisi. Ad ogni modo, il governo, ricorrendo all'esercito, era riuscito ad impedire l'inizio di un governo dittatoriale dell'M-19.
All'inverno 1988 risaliva l'assassinio di Hoyos, magistrato impegnato nella lotta contro il narcotraffico. Due anni più tardi, con l'elezione di Gaviria, erano stati aperti ancora una volta accordi e negoziati con i gruppi militari e con i narcotrafficanti, questi ultimi si erano riuniti sotto il Cartello di Calì.
Il clima di violenza e di oppressione persisteva comunque, anche per le politiche contraddittorie del governo che da una parte combatteva il traffico di droga e dall'altra invece era connivente.
Nel '94, con l'elezione di Samper, del partito liberale, era iniziata una severa lotta contro i narcotrafficanti ma, nel'95, subito dopo che il governo aveva fatto arrestare Orejuela, capo del cartello di Calì, era avvenuto un attentato dinamitardo a Medellin che aveva causato circa una trentina di morti.
Dopo Samper, il presidente Andrès Pastrana, a partire dal '98, aveva avviato un piano di riconciliazione con le FARC.
Nel 2002 è stato assassinato monsignor Isaias Cancino, l'arcivescovo di Calì che aveva consigliato al popolo degli elettori di non appoggiare i candidati politici sostenuti dai narcotrafficanti.
La droga, la violenza nelle bidonvilles e la disuguaglianza sociale sono tuttora i principali problemi della Colombia, territorio al quale non è comunque preclusa la possibilità di ideare e di costruire un avvenire migliore, in cui l'umanità possa trionfare sulla disumanità, soprattutto attraverso la memoria di personaggi eminenti come Hector Abad Gomez.
Qui sotto, l'immagine di Medellin ai nostri giorni: