1) INCIPIT:
Saumur, Francia del XIX° secolo.Le prime frasi di questo libro fanno conoscere ai lettori il tipo di casa in cui la figura femminile più importante di questa storia è vissuta per tutta la vita.
Si trovano, in certe cittadine di provincia, delle case che ispirano la stessa malinconia dei chiostri più cupi, delle lande più desolate, delle rovine più tristi. Forse in queste case si trova insieme il silenzio del chiostro, l'aridità delle lande, e il peso delle rovine: la vita e il movimento vi sono così tranquilli che un forestiero le crederebbe disabitate se non incontrasse ad un tratto lo sguardo pallido e freddo di una persona immobile che sporge la figura quasi monastica dal davanzale della finestra, richiamata da un passo sconosciuto.
La figura pallida che si sporge sul davanzale della finestra è proprio Eugenie.
2) IL REGIME DI VITA DI CASA GRANDET:Padre Grandet, genitore di Eugenie, è molto ricco e al contempo molto avaro. E' riuscito ad accumulare un'immensa fortuna grazie al suo ottimo fiuto negli affari: la sua eredità paterna è stata fatta fruttare attraverso giusti investimenti.
Non credo ami davvero né la moglie né la figlia. Sua moglie, a mio avviso troppo docile e troppo remissiva, gli è sottomessa.
La signora Grandet era una donna secca e magra, gialla come una mela cotogna, goffa, lenta: una di quelle donne che sembrano fatte per essere tiranneggiate.
Anche la figlia è tenuta a piegarsi all'autorità di Padre Grandet.
Le due donne vivono in una casa spoglia con le tende rosicchiate dai tarli, sedie dai ricami consunti, armadietti sormontati da vecchie scansie unte.
Ogni giorno, madre e figlia si siedono nello stesso angolino del salotto a cucire e a ricamare, da aprile a novembre. Sono tenute a rimanere sempre lì, indipendentemente dall'umidità in estate e dalla frigidezza della sala in autunno. Per concessione di Grandet, solo il 30 novembre Eugenie e la madre possono far accendere il camino dalla serva Nanòn, rigorosamente spento il 31 marzo, anche in questo caso, senza tenere minimamente conto delle variazioni di temperatura.
E se il 31 marzo fosse stata una giornata piovosa, ventosa e molto fresca, com'era facile che fosse circa 2 secoli fa? Ma dovremmo più o meno tutti conoscere l'ammirevole etica degli avari: sopportare e soffrire. Molto meglio ammalarsi piuttosto che spendere. Sacrosanto risparmio!!
3) LA FIGURA DELL'AVARO TRA PLAUTO E BALZAC:
Il personaggio di Padre Grandet mi ricorda Euclione, protagonista dell'Aulularia, commedia plautina.
I meccanismi narrativi di questo romanzo di Balzac hanno qualche somiglianza con l'Aulularia di Plauto.
Infatti nell'Aulularia il vecchio Euclione ha ereditato dal nonno una pentola piena d'oro.Costantemente terrorizzato dalla possibilità che gli venga sottratta, vive nella diffidenza e sospetta di tutti, anche del vicino Megadoro che chiede di sposare sua figlia (più esattamente, di combinare un matrimonio con il rispettivo figlio) visto che Euclione è convinto sia una mossa per ereditare l'oro.
Le famiglie dei coniugi Cruschot e i Des Grassins aspirano entrambe a questo: che i loro figli maschi possano sposare Eugenie allo scopo di ereditare quindi il vastissimo patrimonio.
D'altronde, sia nell'epoca della latinità arcaica sia in quella di Balzac "l'amore è una chimera" e dunque non ha nulla a che vedere con il matrimonio.
Padre Grandet sa bene quali sono le reali aspirazioni dei Cruschot e dei Des Grassins e quindi non ha la minima voglia di donare la dote della figlia, anzi, il pensiero lo fa rabbrividire.
Euclione è gelossissimo della pentola che tiene ben nascosta in posti e in buche che solo lui conosce. D'altro canto, Padre Grandet è gelossissimo del suo oro: ogni sera si ritira in camera sua per continuare a contare le sue monete e contemplarle compiaciuto.
4) EUGENIE GRANDET:
Nella prima parte del romanzo Eugenie si dimostra generosa per il cugino Charles: prima che parta per le Indie gli dona in effetti una sua borsa piena di monete d'oro. Mesi dopo, quando Padre Grandet se ne accorge, punisce Eugenie rinchiudendola in camera a pane e acqua e impedendole di vedere la madre inferma che nel frattempo si è ammalata gravemente. Meno male che Nanòn, di nascosto dal padrone, le porta qualche piatto delizioso e più nutriente.
Riuscirà Eugenie a realizzare il suo più grande sogno d'amore con il cugino, non appena quest'ultimo tornerà dall'estero?
5) ALCUNE CITAZIONI PER RIFLETTERE:
Io semplicemente mi limito a ricopiarle qui sotto, trattenendo una volta tanto le mie opinioni e le mie riflessioni.
Potrebbero costituire degli spunti di riflessione per voi lettori.
a) A ventidue anni i giovani sono ancora abbastanza vicini all'infanzia per non lasciarsi sfuggire qualche infantilità.
b) Quando i bimbi cominciano a vedere sorridono: quando una fanciulla intravede il sentimento della natura, sorride come sorrideva da bimba. Se la luce è il primo amore della vita, l'amore non è forse la luce del cuore?
c) In ogni situazione, le donne hanno molte più ragioni di dolore degli uomini e soffrono ben più di loro. L'uomo ha la sua forza e l'esercizio della sua potenza: egli agisce, va, si occupa, pensa, abbraccia tutto l'avvenie dinanzi a sé e vi attinge consolazioni. Ma la donna rimane, faccia a faccia con il dolore che nulla può distrarre, e discende fino in fondo all'abisso che l'ha aperto, lo misura intero e spesso lo colma con tutti i suoi voti e con tutte le sue lacrime.
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