Ecco tutto ciò che mi ha detto il mio ragazzo a proposito.
Qualche aspetto di questo libro gli ricorda addirittura Jonathan Swift.
Alla fine del post Matthias vi propone un calcolo fisico-matematico basato su un'ipotesi di viaggio spaziale che, nei prossimi decenni, pensiamo non sarà più un'utopia ma una realtà, almeno per i nababbi milionari e miliardari del nostro pianeta.
PERSONAGGI E CONTENUTI:
Il romanzo è stato pubblicato in Regno Unito nel 1979 e la prima edizione italiana risale all'anno successivo.
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.
Il protagonista è Arthur Dent, un terrestre che, con sorpresa e fastidio, un giorno vede delle ruspe che stanno per demolire la sua abitazione: è stato deciso infatti di costruire una superstrada intergalattica.
Constatato di non poter fare più nulla per mantenere le sue proprietà (in Comune gli viene detto che tutte le case dei terrestri verranno demolite), Arthur, dopo aver chiesto un passaggio tramite autostop spaziale, è trasportato sull'astronave di Ford Perfect, un alieno originario della stella Betelgeuse.
Tuttavia questa astronave è una demolitrice appartenente all'Ente Galattico di Viabilità e Interspazio.
Inizia quindi il viaggio di Arthur nell'Universo. Arthur ha con sé una Guida Galattica per Autostoppisti, che è una specie di E-Book Reader diventato bestseller in tutti i pianeti tranne che sulla Terra, e ciò per due motivi: è a basso costo e sulla copertina c'è scritto "Don't Panic":
Era un congegno che sembrava un elaboratore elettronico abbastanza grande. Questo congegno aveva un centinaio di piccolissimi tasti piatti e uno schermo di circa dieci centimetri per dieci sul quale si poteva far apparire in qualsiasi momento la pagina che si voleva (le pagine erano un milione). Il congegno appariva spaventosamente complesso, e questa era una delle ragioni per cui sulla pellicola di plastica nella quale era avvolto erano stampate a caratteri grandi, che ispiravano fiducia, le parole NON FATEVI PRENDERE DAL PANICO. L’altra ragione era che il congegno rappresentava il libro più notevole che fosse mai stato pubblicato dalla grande casa editrice dell’Orsa Minore, ovverossia la Guida galattica per gli autostoppisti.
Sulla Guida si trovano indicazioni utili: come imparare a volare, in quali pianeti praticare il Vampa-Surf e qual'è l'equipaggiamento più idoneo per camminare nel deserto di Krakafoon.
Quindi, mentre la Terra viene demolita, Arthur Dent vive una serie di strane avventure.
Importante è poi il personaggio di Zaphon Beeblebrox, presidente del Governo Galattico Imperiale: è un cleptomane che ruba un'astronave sperimentale per poter viaggiare a propulsione di improbabilità infinita.
Ad un certo punto Arthur, Ford, Zaphon e Trillian (un'altra terrestre) con il triste robot Marvin giungono a Magrathea e qui Arthur conosce il progettista che ha costruito la Terra, cioè, Slartibartfast, che si è occupato anche del design dei fiordi norvegesi.
Durante questi viaggi Arthur scopre che la vita è fatta di un illogico susseguirsi di eventi poco probabili: per Douglas Adams lo sforzo umano di dare una spiegazione a ciò che accade nel presente è inutile e, per affrontare bene la vita, quel che conta è farsi la domanda giusta sulla Vita e sull'Universo e Tutto Quanto.
La risposta alla domanda fondamentale sulla Vita, l'Universo e Tutto Quanto è "42".
Per trovare la risposta, gli alieni di questo romanzo hanno creato un super computer chiamato "Deep Thought" ("Pensiero Profondo"). Tuttavia, per lo scrittore, non è tanto la risposta "42" ad essere assurda quanto piuttosto la domanda fondamentale a non essere adeguata.
Douglas Adams afferma di aver digitato "42" casualmente durante la stesura del libro.
Se si digita su Google "risposta alla domanda fondamentale sulla Vita, l'Universo e Tutto Quanto" può comparire come risultato di ricerca il numero 42.
Tuttavia, molti fan hanno ipotizzato che Adams abbia scelto questo numero per varie coincidenze:
-42 sono le righe per ogni pagina nella Bibbia di Gutenberg.
-Il molibdeno ha per numero atomico 42 ed è il quarantaduesimo elemento più comune dell'Universo.
-Si ritiene che per raggiungere la Luna bisognerebbe piegare un foglio di carta a metà per 42 volte.
Da questo romanzo è stato tratto un film.
ADAMS E SWIFT:
Si possono creare collegamenti con l'opera di Swift intitolata I viaggi di Gulliver.
Entrambi gli scrittori ricorrono alla letteratura per fare del sarcasmo su alcuni aspetti della realtà che li circonda.
- Con l'invenzione della costruzione della superstrada intergalattica Douglas Adams fa dell'ironia pungente sull'inquinamento globale e sui danni ecologici dovuti ad eccessi di urbanizzazione e allo smog provocato dall'inquinamento. D'altra parte, l'autostrada intergalattica ci ricorda il paradosso in cui ci stiamo trovando e che emergerà maggiormente nei prossimi anni: si pensa a colonizzare Marte e a fondare hotel per il turismo spaziale mentre si continua ad inquinare il nostro Pianeta e a danneggiare gli ecosistemi.
- Soprattutto servendosi delle figure dei Lillipuziani, minuscoli esserini di bassa levatura morale, Jonathan Swift invece fa sarcasmo sulla politica inglese del XVIII° secolo, dal momento che questi nanetti alti appena 6 pollici rimandano alle lotte tra partiti, agli intrighi di corte e soprattutto alla corruzione: basti pensare infatti che a Lilliput i ministri devono danzare su una fune per poter ottenere incarichi elevati. Ma quel che succede al tesoriere Flimnap ricorda i meccanismi delle raccomandazioni: quando infatti questo minuscolo personaggio cade dalla fune, la sua caduta viene attutita da un cuscino del re che "per caso si trovava per terra".
Se esistesse davvero un'autostrada che parte dalla Terra e arriva alla Luna, quanti giorni di viaggio occorrerebbero per arrivare al nostro unico satellite se viaggiassimo ad una velocità costante di 120 km orari?
380000 km/s (velocità della luce)÷120 (velocità costante in km orari)=3100 km (circa) ÷24 (ore del giorno)=131 giorni.
131 giorni è il tempo che si impiegherebbe per raggiungere la Luna se ci fosse un'autostrada che porta dalla Terra alla Luna e se si viaggiasse a 120 km/h costantemente.
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