Visualizzazioni totali

17 aprile 2024

"Le cose che ci salvano", L. Gentile:

Questo libro è stato un altro regalo di Matthias. Mi ha detto che alcuni aspetti del modo di essere  della protagonista Gea gli ricordavano me.

"Non possiamo evitare gli ostacoli, né pensare di non fallire mai, ma i nostri limiti sono la nostra ricchezza: ci dicono chi siamo e dove  possiamo arrivare se troviamo il coraggio. Raccontano la nostra storia e ci aiutano a scrivere il seguito.

Sbagliamo, a volte per proteggerci, altre per farci spazio, facciamo del male agli altri, spesso a noi stessi, non riusciamo a lasciar andare il passato, manchiamo il presente, perdiamo la speranza nel futuro, ma sappiamo anche ascoltarci, tenderci la mano, credere in un progetto e, magari, provare a realizzarlo. In qualsiasi caso, esserci l'uno per l'altro. Queste, ora lo so, sono le cose che ci salvano."

(Eccovi uno degli estratti più significativi di questo romanzo).

TRAMA:

Gea vive da sola in un quartiere di Milano vicino ai Navigli, all'interno di un appartamento che, fino a cinque anni prima, era della nonna paterna.

Ha 27 anni e aggiusta oggetti, crede nel riciclo e nell'economia di quartiere, non nel consumismo. Fa origami, le piacciono le poesie e gli aforismi.

Una mattina, quando la serranda rossa di una vecchia bottega rimasta chiusa per anni e chiamata "Nuovo Mondo" si rialza, nella vita di Gea inizia a cambiare qualcosa... il locale infatti è stato rilevato da un'agenzia immobiliare che vuole venderla all'asta il prima possibile.

Il negozio vintage apparteneva alla signora Dorothy, originaria del Regno Unito, donna energica e appassionata nel corso della sua vita.

Riuscirà Gea a salvare il "Nuovo Mondo" da un antipatico e scorbutico tabaccaio che vuole trasformarlo in un locale di slot machines? Troverà delle alleate che la sosterranno nel realizzare questo suo sogno?

2) TEMI DEL ROMANZO:

Vorrei illustrarveli attraverso alcune citazioni.

-Le relazioni:

C'è chi passa le giornate sulla circonvallazione trascinando dietro borse di tutti i tipi con dentro la propria vita perché non ha più dimora; gente risucchiata dalla metropoli e poi sputata via. Sono soli e abitudinari come fantasmi. Hanno sempre una storia da raccontare. Lo so da Angelina, perché quando passano dalla sua tavola calda, "Il Nulla", lei rimane ad ascoltarli. E' un modo per farli tornare ad esistere, le ho fatto notare un giorno, e lei era d'accordo.

A volte, quando trascorro un'intera giornata senza che qualcuno mi abbia guardato negli occhi, me lo chiedo, se sono ancora al mondo. Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa rumore? Io penso di no: il mondo non può esistere se non c'è nessuno a percepirlo.

In questo passaggio si rileva l'importanza degli sguardi in qualsiasi relazione quotidiana.

L'ascolto può essere sia attivo che passivo: è attivo quando si presta attenzione anche al linguaggio non-verbale dell'altro, a come dice ciò che dice, mettere a tacere eventuali pregiudizi.

Non è detto che l'ascolto passivo sia sempre negativo. In ogni caso implica l'accogliere le frasi dell'altro con pazienza e senza interrompere.

Tuttavia essenziale è lo sguardo sull'altro mente si interagisce, dal momento che ascoltare significa accettare e creare empatia.

Quanto siamo capaci di ascoltare?

-L'ambiente cittadino:

Milano si annunciava già nelle campagne circostanti. Grappoli di palazzi e stabilimenti ti saltavano incontro. Dopo la barriera ho preso a guardare in su, verso il cielo, perché a Milano si abitava anche lì, al trentesimo piano, e forse più in alto ancora. Ho sorriso ripensando a Bianciardi e ai suoi sopralluoghi nel "torracchione". "La vita agra" era uno dei pochi film che piacevano pure a papà: ce lo aveva fatto vedere più volte per spiegarci che la città corrompe ogni desiderio, promettendo il successo e la ricchezza per poi lasciarti solo e svuotato. In città perdi te stesso, diceva.

Accenno al fatto che La vita agra è anche un romanzo, pubblicato all'inizio degli anni '60, in cui l'autore critica con ironia amara l'espandersi dei centri commerciali, luoghi anonimi che, al contrario delle piccole botteghe, non favoriscono le relazioni tra clienti e operatori.

Ad ogni modo, in questo passo Gea vede la città di Milano per la prima volta quando, con i genitori e il fratello maggiore, vanno a visitare la nonna. E' già un'adolescente. la ricchezza, l'ambiente cittadino e il consumismo moderno-contemporaneo sono in contrapposizione con uno stile di vita semplice e frugale.

Tuttavia uno stile di vita da completi isolati dalla società civile è preferibile? La dimora in aperta campagna in un luogo montuoso in cui Gea è vissuta per molti anni si chiamava "La Rocca".

Questa domanda mi permette di introdurre un personaggio problematico: il padre di Gea.

-Il padre di Gea:

Non ci avrebbe cresciuto, aggiungeva nostro padre, come i nostri coetanei, schiavi inconsapevoli della Terribile Illusione, di una società del consumo dove non si pensava più, non si sapeva più fare niente, non si poteva essere se stessi, solo semplici varianti di un modello base.

Si tratta indubbiamente di una figura autoritaria (io direi anche "un pazzo") che quotidianamente mette alla prova i due figli applicando le sue idee assurde per accrescere la loro determinazione, la loro capacità di riflettere e la loro forza interiore: farli rimanere per un giorno intero senza bere, abbandonarli nel bosco affinché trovino da soli la strada di casa, rinchiuderli per ore nel pensatoio, stanza buia, ogni volta che davano una risposta che a lui non piaceva o che si dimostravano incapaci di trovare una soluzione ad un problema:

Il tempo nel pensatoio non passava mai. Non mi veniva in mente niente, chiusa là dentro. Era come non esistere. Era peggio di morire.

Diversi sono i capitoli in cui l'autrice sviluppa vari flashbacks sull'infanzia e sull'adolescenza di Gea.

-Il tempo, il rapporto presente-futuro e la vita:

Sono temi che compare in diverse pagine del romanzo anche attraverso citazioni di Ursula Le Guin (scrittrice), Charlie Chaplin (attore e regista). Ecco a voi alcuni esempi:

a) Rifiutare la morte significa rifiutare la vita. Ripenso alla Rocca. A come abbiamo vissuto per tanti anni, architettando sempre nuovi modi per sfuggire alle fatalità.

b) Il tempo è un grande autore. Trova sempre il finale giusto.

c) Il mondo ci ferisce, il futuro è incerto, ma il presente è tutto ciò che abbiamo, e allora ti chiedo: perché non provare?

Onestamente, quanto siete d'accordo con la citazione c)? Il presente secondo me è il tempo che ci scorre sotto il naso ad ogni secondo, ma non possiamo permetterci di vivere alla giornata. Vivere nel rimpianto e nella memoria nostalgica del passato è struggimento, vivere attendendo solo il futuro è spreco di sé. Vivere confidando solo nel presente è mancanza di ideali, di progetti e di valori.

d) La mia vita è quella che ho vissuto, non quella che immaginavo.  Il possibile ci sembra sempre meglio di ciò che abbiamo, ma ciò che abbiamo è reale: è questo il suo vero valore.

e) Le persone sono semi. Ognuna ha dentro di sé tutto ciò di cui avrà bisogno al momento opportuno, il suo vero destino ha già sedimentato nell'intimo. Non importa quanto tempo ci vuole: il momento della crescita, alla fine, arriva.

3) CARATTERIZZAZIONE SINTETICA DEI PERSONAGGI:  

GEA = Insicura, diffidente, sempre sul chi vive ma leale, onesta, riflessiva e dotata di senso pratico.

ADELAIDE = Ottimista, estroversa, vivace, fiduciosa nella realizzazione dei progetti.

PRISCILLA= Avvocatessa divorziata. Si presenta come una signora molto ordinata, molto seria, affidabile e precisa.

ANGELINA= Generosa, conciliante, solidale con gli altri, mite ma passivo-remissiva con il marito.

ACHILLE=  Ragazzo che vive nello stesso condominio di Gea e Adelaide. E' solitario, introverso, studioso analitico, sensibile.

L'aspetto che mi è meno piaciuto di questo romanzo è proprio l'ostinazione, da parte dell'autrice, di cercare un lieto fine. Magari chi lo ha letto potrebbe essere d'accordo su questo.

Nella vita reale, inseguire i propri sogni non ha sempre un lieto fine come riscontro. Anzi, anche se convivo con un po' di paure, ultimamente penso a questo: ben vengano i fallimenti visto che aiutano a conoscersi meglio, a guardarsi dentro ancor più profondamente e a reagire. Sarebbe bene far passare questo messaggio agli adolescenti, in modo tale che, le "botte" e gli imprevisti della vita, possano fare un po' meno male.

Mi sto pian pianino avviando verso un'altra serie di post, nella quale i contributi di Matthias saranno più frequenti, relativa all'argomento "relazioni e piccole gioie quotidiane (valorizzazione del quotidiano)". Questa carrellata di post inizierà ufficialmente il 3 maggio. Maggio 2024... mese cruciale e importante per me, anche per questioni di attività di scrittura. Prima di questa data però ci saranno altri due post sulla tematica del sogno.

Credo che questa ultima postilla introduttiva possa servire anche a voi lettori.

Poco prima di Pasqua mi sono imbattuta in un reel su Ig che ho trovato aderente a quel che finora sono state le mie esperienze di relazioni con gli altri. Vorrei esporvelo ora, a fine post...

Praticamente diceva che nelle nostre vite incontriamo tre tipi di persone:

-Le "persone-foglia", alle quali sarebbe opportuno non fare più di tanto affidamento e non affezionarsi dal momento che con loro avremmo a che fare soltanto in un determinato periodo di vita, magari anche molto breve e, al di là di questo, non potranno esserci le condizioni per un rapporto più significativo.

-Le "persone-ramo", con le quali leghiamo in modo piuttosto forte e che ci accompagnano per alcune stagioni e per alcuni anni della nostra vita. Poi però intervengono cause e circostanze che indeboliscono il rapporto, fino al punto in cui ognuno va per la propria strada.

-Le "persone-tronco", pochissime per tutti, con le quali manterremo un legame significativo vita natural durante.

Quanto è vero per voi un discorso del genere? Per me lo è quasi del tutto.

Persone-foglia= Altro genere di persone-foglia: i colleghi e le colleghe di lavoro per le esperienze, con intervalli di mesi da disoccupata, vissute negli anni 2022-2023. Anche qui: troppa diversità di carattere, di intenti, di concezione del lavoro... è che adesso, nella mia posizione attuale, ultimamente sento di voler davvero bene ad una collega... è un qualcosa che in realtà va al di là del fatto che mi auguro che vada bene anche a lei la giornata di incassi (che faccia pure 2000 euro erotti in sette ore di lavoro, il suo modo di essere vale molto di più di quei soldi). E' una sensazione "a pelle".

Non voglio che lei sia solo una persona-foglia però... credo che per me sarà magari una persona-linfa. Di queste l'autore del reel si è dimenticato. Per me le persone-linfa sono quelle con le quali abbiamo una certa sintonia; sono i nostri motivatori. Di loro avremo sempre un bel ricordo anche nell'eventualità in cui le strade si separassero. Mi rendo conto di quanto mia mamma sia stata un'insegnante-linfa per diversi suoi alunni.

Persone-ramo: Avevo un'amica da pre-adolescente. Abbiamo vissuto delle belle esperienze per alcuni anni. Poi, l'adolescenza ci ha pian piano divise: perché frequentavamo scuole diverse, perché avevamo molte meno occasioni di vederci, perché emergevano capacità diverse, progetti di vita diversi e a poco a poco, incompatibilità e incomprensioni. Siamo perfette coetanee: autunno '95, proprio come me. Com'è finita? Che qualche mese fa ho saputo del suo matrimonio soltanto una settimana dopo la celebrazione delle nozze. 

E comunque, io ho concluso il percorso di studi, ho scritto due libri e mi sono riscoperta versatile dal punto di vista delle esperienze lavorative, lei non è ancora laureata... finché il maritino dal buon stipendio è disposto a mantenerla, concedetemi la battutina pungente perché quando è definitivamente finita la nostra amicizia ho avuto l'amaro in bocca per un bel po', ed ero nel pieno dell'adolescenza! Io non vorrò mai i soldi di Matthias, già il suo senso di integrità e la sua bontà eccezionale per me sono una ricchezza.

Persone-tronco: Spero lo sarà Matthias, ad esempio. Se per caso, quando le nostre finanze miglioreranno e quando avrà terminato gli studi di Servizio Sociale, metteremo su una famiglia nostra fra 3-4 anni, credo che con una figlia potrebbe impazzire se già diventa matto e adorante nei confronti della bambina di un suo amico...


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.