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5 aprile 2024

La chiesa di San Giorgio in Braida, una pinacoteca sulle rive dell'Adige:

 Una galleria di buoni quadri, tutte pale d’altare, 

anche se non dello stesso valore, tutte notevoli. 

(Scipione Maffei).

La chiesa di San Giorgio in Braida si trova presso il lungadige Re Teodorico, sulle rive del fiume Adige.

1. LA LEGGENDA DI SAN GIORGIO CAVALIERE:

San Giorgio era un soldato romano vissuto nel III° secolo d.C., durante il governo dell'imperatore Diocleziano.

Secondo una leggenda, San Giorgio è l'eroe che ha salvato una principessa dalla ferocia di un drago. 

In epoca medievale infatti, i cavalieri vedevano in questo santo l'incarnazione dei loro ideali dal momento che il combattimento tra un cavaliere e un drago simboleggiava la lotta tra il Bene e il Male. 

Dunque, se il drago era l'emblema del Male, la principessa era il simbolo della Chiesa che i cavalieri cristiani erano tenuti a difendere.

2.SINTESI DELLE PRINCIPALI FASI STORICHE DELLA CHIESA:

La chiesa di San Giorgio in Braida esisteva già nel XI° secolo come monastero benedettino. Tuttavia, dell’epoca romanica, rimane solo la base del campanile in tufo.

Nel XV° secolo la comunità dei canonici veneziani di San Giorgio in Alga ha indetto per questo edificio sacro un progetto di profondo rinnovamento architettonico. In questo periodo storico Verona era soggetta al dominio politico ed economico della Repubblica di Venezia.


San Giorgio in Braida è dunque una chiesa emblema di un “Rinascimento in riva all’Adige”, un tentativo di riforma morale e spirituale interno alla Chiesa cattolica che per la comunità di San Giorgio in Alga era troppo esposta agli interessi mondani.

3.IL TOPONIMO BRAIDA:

Ragioniamo innanzitutto sull'ubicazione di questa chiesa. 

San Giorgio in Braida si trova a pochi minuti di distanza da Ponte Garibaldi che porta al centro storico di Verona. Tuttavia, questo edificio religioso è molto vicino al quartiere di Borgo Trento. 

Accanto alla chiesa c'è il Forte dedicato a San Giorgio, una struttura con piccole stanze non pavimentate e costituita da gallerie sotterranee. Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti in cui avvenivano i bombardamenti aerei, una parte della popolazione di Borgo Trento e alcuni abitanti del centro storico si rifugiavano all'interno del Forte che attualmente è la sede Scout del gruppo di cui anche Matthias fa parte. Oltretutto, la seconda domenica di ogni mese, un gruppo parrocchiale di San Giorgio in Braida organizza visite guidate presso il Forte seguite da un pranzo in condivisione.

La zona in cui è stata eretta San Giorgio in Braida era denominata, nei secoli scorsi, "pradonego", ovvero, "prato del fisco".

Il toponimo Breit deriva dalla lingua dei Longobardi. La parola veniva impiegata per definire un prato recintato appena al di fuori dalle mura cittadine.

4.LA FACCIATA:

Questa è la facciata che a noi, uomini e donne del XXI° secolo, rimane di questa chiesa. Come potete constatare, non ha nulla di medievale. 

Si suppone che sia stata progettata da Paolo Farinati. La sua costruzione è iniziata nel corso del Cinquecento ed è stata completata a metà Seicento.

E’ in stile rinascimentale classico costituito da lesene e capitelli ionici e corinzi. In alto c’è una finestra seriana.

Gli elementi più importanti sono le nicchie con le statue di San Giorgio e di San Lorenzo Giustiniani. Quest'ultimo è stato l’ispiratore della comunità di San Giorgio in Alga.

5. L'INTERNO DELLA CHIESA:

L’unica navata è scandita da tre lesene ioniche.



Il soffitto è costituito da volte a botte sostenute da muri contrafforti perpendicolari alla navata. L’innalzamento della cupola è stato progettato da Michele Sanmicheli.

Vi sono otto altari laterali in marmo bianco e, al di sopra di ognuno di essi, una pala d’altare.

Il pavimento della Chiesa è a labirinto, simbolo di un itinerario tortuoso ma destinato ad approdare, a fine navata, davanti a tre stelle a sedici punte che riconducono a FEDE, SPERANZA E CARITA'


6. ALCUNI DIPINTI:

6.1) "MADONNA DELLA CINTURA", DI GIROLAMO DAI LIBRI:


In quest'opera la Vergine fa cadere la cintura per ricordare agli Apostoli che, dopo la sua Ascensione al Cielo, sarà comunque sempre legata a loro.

Dietro la Madonna c’è sia un albero con le mele che ricorda il Peccato Originale sia una pianta di limoni, simbolo sia di vita sia dell’asprezza che Gesù dovrà affrontare nei suoi ultimi tre anni di vita.

Sullo sfondo si intravede un limpido paesaggio primaverile montuoso.

A sinistra della Madonna troviamo San Lorenzo Giustiniani e a destra San Zeno, patrono della città di Verona.

6.2) "SANT'ORSOLA CON LE UNDICIMILA VERGINI":

Questo dipinto, realizzato intorno al 1545 da Giovan Francesco Caroto, è collocato al di sopra del primo altare a sinistra.

Sant'Orsola, vissuta in piena epoca medievale, è stata martirizzata dagli Unni.

Lo sguardo di Sant’Orsola, figura al centro della composizione, è rivolto verso il Cielo e quindi verso Cristo. Sullo sfondo c’è una schiera in processione.

6.3) "LA PENTECOSTE":

Quest'opera, situata a destra al di sopra del terzo altare, rappresenta la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e sulla Madonna raccolti in preghiera al cenacolo. 

Molto probabilmente questa tela è stata realizzata da Domenico Robusti all'inizio del XVII° secolo.

La colomba bianca in alto è simbolo dello Spirito Santo, stagliata nel mezzo di un cerchio giallo-oro attorniato dal rosso, colore che rimanda alle lingue di fuoco.

6.4) MADONNA CON IL BAMBINO IN GLORIA:


Questa pala è stata realizzata nel 1540 dal pittore Alessandro Moretto ed è collocata nella zona dell'attuale organo. 
E' possibile suddividere la composizione dell'opera in due metà: nella parte superiore è stata raffigurata la Madonna con il Bambino. Il largo mantello di Maria è tenuto aperto ai lati da piccoli angeli. Il cielo è pieno di nubi vaporose.
Nella zona inferiore troviamo invece, in primo piano da sinistra a destra, Santa Caterina di Alessandria, Santa Lucia, Santa Cecilia, Santa Barbara e Sant'Agnese. Sempre in basso, scorgiamo alcune architetture simili a torri in rovina, come quella a destra, o a colonne.

7.IL PRESBITERIO:

Dietro l'altare è stato collocato un dipinto di Paolo Veronese realizzato nel 1564 che raffigura il martirio di San Giorgio.

Si tratta di una pala commissionata dai monaci di San Giorgio in Alga.

In basso vediamo i soldati che stanno per eseguire la condanna mentre San Giorgio, senza armatura, volge gli occhi verso l’alto.

In cielo sono raffigurati la Madonna con i Santi Pietro e Paolo e tre donne, simboli delle tre virtù teologali.

L’angelo che sta per porre la corona del martirio funge da raccordo tra la parte bassa e la parte alta del dipinto.



Ai lati dell'altare maggiore vi sono altri due dipinti: La moltiplicazione dei pani e dei pesci realizzata da Paolo Farinati e La caduta della manna nel deserto di Felice Brusasorzi.


8. L'OPERA NELLA CONTROFACCIATA:

Al di sopra della porta principale d’ingresso troviamo il “Battesimo di Cristo", opera attribuita a Jacopo Tintoretto.

La colomba inondata di luce è simbolo dello Spirito Santo mentre la figura di Cristo è in torsione e in penombra. L’agnello vicino al Battista anticipa il Suo sacrificio.


9. LA CAPPELLA DEL CROCIFISSO:

Collocata a sinistra della navata, questa cappella, spesso chiusa al pubblico, ha le pareti piene di piccoli quadri in legno realizzati tra Settecento e Ottocento per grazia ricevuta.


10. IL CHIOSTRO:


Si tratta di un chiostro cinquecentesco fatto costruire dai canonici di San Giorgio in Alga che si erge sul lato meridionale della Chiesa.

La struttura è rettangolare con colonne di ordine ionico (ad eccezione del lato nord dove le colonne sono di ordine dorico) in calcare bianco veronese.




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