Film strano, visto rigorosamente in lingua inglese.
A Matthias piace molto l'umorismo inglese, a me non dispiace, in fin dei conti lo trovo leggero e al contempo arguto, ma non mi fa impazzire.
In questo film re Artù, accompagnato dal suo scudiero Patsy e da cavalieri come Galahad e Lancillotto, riceve da Dio l'incarico di cercare il Sacro Graal.
La narrazione del film è un concentrato di incontri assurdi con cavalieri, contadini, maghi e streghe, guardie di una fortezza, un coniglio assassino e un mostro a tre teste.
-Cavalli a galoppo e noci di cocco:
In molti affermano che l'idea di rappresentare il suono del galoppo dei cavalli attraverso l'uso di noci di cocco è sorta da una ragione economico-pratica: la regia non poteva permettersi cavalli veri (e infatti re Artù e i suoi cavalieri fingono di andare al galoppo su cavalli). Ma per me questa raffigurazione contribuisce anche a rafforzare l'elemento umoristico e quello del non-sense, piuttosto rilevante nel film.
Il Morandini, dizionario di critica dei film, a proposito di Monty Python e il Sacro Graal, rileva giustamente che il doppiaggio dell'edizione italiana "fa un uso sconsiderato dei dialetti stravolgendo il testo". Per questo motivo è molto meglio vedere il film in inglese.
-Il marxismo nel Medioevo:
Nel loro percorso Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda incontrano contadini dalle idee radicali.
Uno di loro dice a Re Artù: "What I object to is that you automatically treat me like an inferior. You're a king, that's very nice. How did you get that? By exploiting the workers! By hanging on to outdated imperialist dogma which perpetuates the economic and social differences in our society!"
("Quello che contesto è che automaticamente mi tratti come un essere inferiore. Sei un re, molto bene. Come hai ottenuto questo ruolo? Sfruttando i lavoratori! Aggrappandoti al dogma imperialista che perpetua le differenze economiche e sociali nella nostra società") .
E la moglie del medesimo contadino si rivolge così al re dei Bretoni: "I didn't know we had a king. I thought we were an autonomous collective."
("Non sapevo avessimo un re. Pensavo fossimo un collettivo autonomo").
Verso la fine del dialogo, quando re Artù chiede ai due contadini chi è il signore che vive in un castello poco lontano dai campi, si sente rispondere: "No one lives there. I told you. We're an anarcho-syndicalist commune".
(Nessuno vive là. Te l'ho detto. Siamo una comune anarco-socialista).
-Le animazioni:
All'interno del film sono presenti le animazioni di Terry Gilliam che riguardano soprattutto giganti, draghi, paesaggi collinari con il sole e le nuvole dotati di gambe umane. Ad un certo punto compare anche una grande lumaca.
Si tratta di elementi che hanno lo scopo di legare gli sketch del film. Gilliam ha ammesso di aver preso alcune di queste animazioni da un manoscritto miniato.
-Finale:
Quando re Artù e i cavalieri si preparano per assalire il castello in cui credono si trovi il Sacro Graal finiscono improvvisamente nelle mani della polizia, incolpati di aver ucciso uno storico che raccontava la loro storia.
EXCURSUS LETTERARIO:
Approfitto dei contenuti di questo film per scrivere un excursus letterario sul ciclo bretone.
Va innanzitutto precisato che il ciclo bretone si è diffuso inizialmente tra la Francia e l'Inghilterra: i Normanni per un periodo hanno unificato sotto il loro regno l'Inghilterra, la Normandia e la Bretagna. Il patrimonio a cui gli autori del ciclo bretone si richiamano deriva in gran parte dalle tradizioni e dai miti celtici che accomunavano i popoli alto-medievali di quei territori. Il primo personaggio del ciclo bretone profondamente legato al mondo celtico è Mago Merlino che si serve dei suoi poteri sempre a fin di bene, proprio come i Druidi.
Interessante è poi rilevare che la Tavola Rotonda è tale affinché i cavalieri vi siedano senza distinzioni gerarchiche. Tra i cavalieri spiccano Tristano, Lancillotto e Perceval.
Tristano e Lancillotto, sempre in conflitto con potenze magiche e sovrannaturali, rappresentano la contrapposizione tra la fedeltà ai rispettivi signori per i quali sono al servizio e l'attrazione intensa per le loro mogli: Tristano per Isotta, che è già moglie di Marco e Lancillotto per Ginevra, già moglie di re Artù... compare quindi il tema dell'adulterio per quel che concerne il triangolo tra Artù, Ginevra e Lancillotto.
Ma è nel Ciclo di Perceval, contenuto sempre nel Ciclo Bretone, il cui probabile autore è Chrètien de Troyes, che si sviluppa l'avventura della ricerca del Sacro Graal.
Graal deriva dal latino "gradalis", ovvero, "vaso".
Infatti è Perceval che cerca questo oggetto e, con lo sviluppo narrativo delle sue avventure, appare anche il motivo ascetico-religioso mischiato ad elementi di fantasia: per divenire cavaliere il soldato deve superare una serie di prove e di avventure che lo mettono in contatto con il mondo fantastico.
Le prove affrontate da Perceval sono finalizzate alla sua maturazione spirituale. Gli sbagli di Perceval divengono occasioni per acquisire sempre più consapevolezza del suo ruolo di cavaliere oltre che della fede cristiana e dell'amore. Proprio per questa ragione lo studioso Hermann Grosser definisce il Ciclo di Perceval un'opera di formazione.
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